giovedì 30 maggio 2013
FLOP M5S? TRAVAGLIO SBUGIARDA I GIORNALI
Con un editoriale al vetriolo sul Fatto di oggi, Marco Travaglio sbugiarda i titoli dei giornali sul risultato elettorale. Ve lo proponiamo:
Prendiamo Roma. Alle ultime comunali del 2008, quando Alemanno batté Rutelli al ballottaggio, il Pd prese 520.723 voti (34,04%) e il Pdl 559.559 (36,57%). L'altroieri il Pd s'è fermato a 267.605 (26,26%) e il Pdl a 195.749 (19.21%). Cioè: il Pd ha perso 295.160 voti (-43%) e il Pdl 457.935 (-65%). Ma, si dirà, era un altro mondo: i neonati 5Stelle si fermarono al 2%. Bene. Allora vediamo le politiche di febbraio 2013. A Roma il Pd raccolse 458.637 voti (28,66%) e il Pdl 299.568 (18,72%). Cioè: in tre mesi il Pd ha perso per strada 191.032 voti (-41%) e il Pdl 103.819 (-34%). Che senso ha dire che il Pd "sale", o "avanza", o "tiene", o "risale" o addirittura ottiene la "rivincita", quando nei comuni capoluogo perde il 38% dei voti in tre mesi? Sappiamo bene che, nelle comunali, conta arrivare primi. Ma questo varrebbe anche se la prossima volta i votanti fossero tre, e due scegliessero il Pd e uno il Pdl: sarebbe questa una vittoria, una salita, una risalita, una rivincita, una tenuta, un'avanzata, una spinta? Ma ecco l'angolo del buonumore, cioè il Giornale. Titolo: "Il voto non preoccupa il Cav: il governo rimane al sicuro".
Svolgimento: "Che avrebbe dovuto pagare un piccolo pedaggio alle larghe intese, il Cavaliere l'aveva messo in conto". Piccolo pedaggio? Perdere due terzi dei voti a Roma in cinque anni e un terzo in tre mesi è un "piccolo pedaggio"? E l'estinzione allora che cos'è, un medio pedaggio? Sallusti News parla anche di "flop dell'antipolitica": il 50% fra astenuti e grilli non gli basta, comincerà ad accorgersene dal 90% in su. Il meglio però lo danno gli aruspici delle larghe intese, intenti a leggere i fondi di caffè per saggiare la magnifiche sorti e progressive dell'inciucio. Enrico Letta non ha dubbi: "Ha vinto il governo delle larghe intese, nessun premio alle forze di opposizione. Dicevano che il cosiddetto inciucio doveva portare Grillo all'80%: si sbagliavano, al ballottaggio vanno solo candidati del Pd e del Pdl".
Il Genio Nipote non s'è neppure accorto che i protagonisti delle larghe intese, Pd e Pdl, han perso almeno un milione di voti su sette in tre mesi (di Monti è inutile dire: non pervenuto). E non lo sfiora neppure l'idea che Pd e Pdl vadano al ballottaggio proprio perché si presentano l'un contro l'altro armati, non affratellati in un'unica lista, secondo uno schema che è l'esatto opposto delle larghe intese. Ma sentite l'acuto Epifani: "La gente ha capito che questo governo non è un inciucio, ma un servizio al Paese". Forse non sa che Marino è uno dei pochi pidini che han votato contro il governo Letta. O forse pensa davvero che a Isola Capo Rizzuto i pochi elettori superstiti, mentre si trascinavano ai seggi, si interrogassero pensosi sui destini delle larghe intese. Ma sì, dai, non è successo niente, anzi è tornato tutto come prima. A parte un filo di "disaffezione", ecco. Questi, quando vedranno i primi i forconi, esulteranno fischiettando: "Visto? Stiamo rilanciando l'agricoltura". Ps. A Sulmona va al ballottaggio, secondo classificato col 21,8%, l'ingegner Fulvio Di Benedetto, della coalizione civica Sulmona Unita. Il quale, purtroppo, è morto 15 giorni fa. Un altro ottimo auspicio per le larghe intese.
Marco Travaglio
Da Il Fatto Quotidiano del 29/05/2013.
http://www.tzetze.it/redazione/2013/05/flop_m5s_travaglio_sbugiarda_i_giornali/index.html
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