domenica 27 gennaio 2013

Il Vaticano ha un impero immobiliare segreto grazie ai soldi di Mussolini


Il Guardian lancia l'accusa e la sostiene: il Vaticano si è arricchito con i soldi di Benito Mussolini e ci ha costruito un impero immobiliare segreto nel cuore di Londra. Interrogato in proposito, il nunzio della Santa Sede si è astenuto da ogni commento.





Il Vaticano ha un impero immobiliare segreto grazie ai soldi di Mussolini.


Tutte le mie ossa diranno: «O Signore, chi è simile a te
che liberi il povero da chi è più forte di lui,
il povero e il bisognoso da chi vuol derubarlo?»
Un impero immobiliare – segreto – che si estende fino al centro di Londra: questo l'ultimo scandalo Vaticano, questa la ragione per cui i giornalisti del Guardian hanno deciso di cominciare a indagare sulle origini di quell'impero e sulle fonti economiche grazie alla quale è stato costruito. Dai locali di Bulgari a quelli che ospitano la banca d'investimentoAltium Capital, le proprietà dell'ex Stato Pontificio si estendono anche alla Francia, alla Svizzera e sono state acquistate grazie a un “fondo” dall'origine chiara e riconoscibile; un'origine tanto evidente da recare – in calce – il nome del benefattore: Benito Mussolini.
Nel 1929, Benito Mussolini “pagò” il Vaticano perché benedicesse il fascismo, ovvero perché offrisse riconoscimento al regime agli occhi della popolazione italiana e mondiale. Il frutto di quella benedizione – lautamente ricompensata –  ammonta oggi a 680 milioni di euro. Di questi, quasi 18 milioni di euro vennero utilizzati dalla Santa Sede (nel 2006, in piena bolla speculativa) per acquistare una serie di preziose proprietà immobiliari tra cui  il numero 30 di Saint James Square a Londra e diversi appartamenti a Parigi. Eppure, ciò che ha sconvolto il giornale inglese non riguarda solo l'anti-eticità del fatto in se – ovvero il fare uso speculativo dei soldi ottenuti per avallare una delle più grandi tragedie vissute dalla popolazione italiana – ma l'accurata strategia di scatole cinesi attivata dal Vaticano per coprire le sue tracce e, soprattutto, per celare la provenienza dei fondi.
I contanti ricevuti brevi manu da Benito Mussolini sono maturati al riparo da occhi indiscreti e sono diventati un notevole portfolio immobiliare internazionale la cui origine viene protetta da una complessa architettura di società offshore e prestanome. Ad esempio, per l'acquisto della palazzina che si trova al numero 30 di Saint James Square ci si è affidati a una società proprietaria di altri beni nel Regno Unito: una società che si chiama  Grolux Investments Ltd e nei cui registri (pubblicati alla Companies House, l'equivalente della nostra Camera del Commercio) non si rivelano i veri proprietari della società e non si fa alcun cenno al Vaticano. In compenso, i registri fanno menzione di due azionisti intestatari della società. Si tratta di due importanti banchieri cattolici: John Varley, ex amministratore delegato della Barclays Bank, e Robin Herbert, un ex della banca d'affari Leopold Joseph.
In seguito a questa scoperta, il Guardian ha deciso di inviare due lettere ai suddetti intestatari in cui si domandavano spiegazioni riguardo il loro ruolo e, soprattutto, riguardo i veri proprietari della società che aveva acquistato la palazzina di Saint James Square. Le due lettere – com'era prevedibile – attendono ancora risposta. Inoltre, il diritto societario britannico prevede che i reali proprietari abbiano la possibilità di nascondersi dietro “nominati” e, pertanto, anche interrogando il segretario della società, John Jenkins, non si è arrivati da nessuna parte. Jenkins ha solo parlato di una proprietà affidabile ma non ha voluto identificarla in quanto “non autorizzato dal cliente a divulgare informazioni”.
La camera di commercio britannica, però, conserva alcuni documenti grazie a cui è stato possibile avvicinarsi progressivamente alla verità. La Grolux Investments Ltd è una società che deve tutte le sue risorse economiche alla riorganizzazione – avvenuta nel 1999 – di due società: Grolux Estates Ltd e Cheylesmore. Ma le azioni di queste due realtà sono saldamente in mano a una società che, a sua volta, sembra fare diretto riferimento alla JP Morgan di New York con cui condivide l'indirizzo della sede. Il controllo ultimo su tutte queste società viene esercitato da una compagnia svizzera: la Profima SA.


http://www.fanpage.it/il-vaticano-ha-un-impero-immobiliare-segreto-grazie-ai-soldi-di-mussolini/#ixzz2JBaPDirB 

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