ROMA - Perché l'influenza non colpisce tutti allo stesso modo? Se per qualcuno è appena un malessere mentre altri sono costretti a letto per una settimana, la colpa è dei geni. Che sia il DNA a determinare il modo in cui l'organismo reagisce ai virus influenzali emerge da due ricerche statunitensi, presentate nel convegno della Società Americana di Fisiologia. I due studi, condotti nella Southern Illinois University su diversi ceppi di topi infettati con il virus dell'influenza del tipo A, hanno preso il via dalle lezioni della tremenda epidemia di Spagnola del 1918 e dalla più recente influenza aviaria. In entrambi i casi il virus non ha colpito tutti nello stesso modo ed ha ucciso soltanto alcuni individui, mentre altri si sono salvati. Dal primo studio è emerso che in un ceppo di topi più vulnerabile all'influenza si sviluppa una risposta immunitaria nei polmoni molto più violenta rispetto a quella dei topi che rispondono al virus in modo più lieve. Il secondo studio ha messo in rapporto la risposta al virus con il patrimonio genetico dei topi, con l'obiettivo di identificare i geni che controllano le variazioni individuali che avvengono nelle infiammazioni durante un'influenza. Informazioni come queste, secondo i ricercatori, potrebbero essere molto utili per identificare le persone a rischio di sviluppare una malattia severa e addirittura di morire a causa dell'influenza. Potrebbero inoltre aiutare a selezionare i vaccini e i farmaci più efficaci per ogni tipo di paziente. Finora gli studi sull'influenza hanno puntato l'attenzione sul virus, alla ricerca delle caratteristiche che lo rendono più aggressivo e pericoloso. "La nostra ricerca - hanno osservato i ricercatori - guarda al ruolo che gioca il patrimonio genetico dei pazienti: un'area, questa, finora largamente inesplorata". Il punto di partenza dei due studi è stato osservare che "l'influenza di solito uccide le persone molto anziane o quelle molto giovani. Ma l'epidemia del 1918 - hanno rilevato - ha ucciso milioni di persone nel mondo, compresi molti giovani in buona salute". Questo è accaduto perché i sistemi immunitari sani dei giovani producono una risposta immunitaria molto forte, in grado di provocare una seria infiammazione dei polmoni. "In modo simile a quanto è accaduto con la Spagnola, si è verificata nei giovani adulti sani - hanno osservato - anche la maggior parte delle infezioni provocate dal virus dell'influenza aviaria del tipo H5N1". Secondo gli studiosi capire che cosa determina la diversa reazione dell'organismo umano al virus dell'influenza é particolarmente importante, considerando che la comparsa recente del virus altamente patogeno H5N1 ha suscitato in tutto il mondo la preoccupazione di una nuova pandemia. In vista di questo rischio, hanno concluso, "é importante essere in grado di identificare le persone che potrebbero trarre i benefici maggiori dal vaccino e dai farmaci antivirali, soprattutto se le riserve di questi medicinali sono limitate". (ANSA). | |||
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