Piani globali per rimpiazzare il dollaro – Dai social
forum al Movimento 5 stelle – La democrazia liquida – I paradisi fiscali - La
politicuzza di casa nostra: i bassi attacchi di Bersani a Grillo- Bei soggetti
da esposizione: Marianna Madìa e Massimo D’Alema – Gli assenteisti
cronici – Lo sconvolgente articolo di Cori di Modigliani su
Assange e la conquista del Sudamerica
Mandi cita
“Ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno
per poter continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli
dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia
in me. Non posso deluderla.»
(Carlo Alberto dalla Chiesa
(Carlo Alberto dalla Chiesa
.
Valter Conti 5*
Va un signore ricorrendo le sue terre,
quando un poveraccio incrocia il suo cammino.
Senza scendere da cavallo,
il signore lo chiama e gli mette nella mano
una moneta e una lista elettorale.
Il povero le lascia cadere al suolo,
la moneta e la lista,
e voltandogli le spalle dice :
"En mi hambre, comando io!",
"Nella mia fame, comando io!".
quando un poveraccio incrocia il suo cammino.
Senza scendere da cavallo,
il signore lo chiama e gli mette nella mano
una moneta e una lista elettorale.
Il povero le lascia cadere al suolo,
la moneta e la lista,
e voltandogli le spalle dice :
"En mi hambre, comando io!",
"Nella mia fame, comando io!".
.
Ale bardi
“Il vostro non è rigore. E’
estorsione”
.
USA: PIANI GLOBALI PER RIMPIAZZARE IL
DOLLARO
Infonews
“Le nazioni sono arrivate al capolinea e non vogliono
continuare a finanziare le avventure militari degli Stati Uniti. Già durante le
riunioni a giugno del 2009 a Ekaterimburgo, Russia, i leader mondiali come il
presidente cinese Hi Jintao e il russo Dimitri Medvedev, e altri funzionari
dell’Organizzazione della Cooperazione di Shangai, composta da sei nazioni,
hanno dato un passo decisivo nella sostituzione del dollaro come moneta di
riserva mondiale. Agli USA è stata negata l’entrata a queste riunioni. Se questi
leader mondiali hanno successo, il valore del dollaro cadrà presto, il costo
delle importazioni, includendo quello del petrolio, si innalzerà e i tassi
d’interesse aumenteranno.”
Reséau Voltaire (rete d’informazioni indipendente,
specializzata nell’analisi delle relazioni internazionali, creata su iniziativa
dell’intellettuale francese Thierry Meyssan)
Il mondo considera il FMI e la BM e l’Organizzazione
Mondiale del Commercio come pedine di Washington in un sistema finanziario
sostenuto dalle basi militari e portaerei statunitensi che girano nel mondo.
Però nonostante questo dominio militare c’è il vestigio di un impero
statunitense che non riesce più a governare attraverso la forza economica. La
potenza militare degli Stati Uniti è troppo muscolosa, si fonda più sulle armi
atomiche e gli attacchi aerei che su operazioni via terra, che oggi sono troppo
impopolari, politicamente parlando, per poter realizzare attacchi su grande
scala.
Hedges nel giugno del 2009:
“Gli architetti di questo scambio mondiale si rendono
conto che se vincono sul dollaro allora potranno vincere il dominio militare
degli Stati Uniti”.
La spesa militare degli USA non si può sostenere
senza questo ciclo di grande prestiti. La finanziaria ufficiale della difesa
statunitense per il 2008 è stata di 623 mila milioni di dollari, quello che più
gli si è avvicinata è stata quello cinese con 65 mila milioni, in base a dati
forniti dalla CIA.
Per finanziare la continua guerra economica, gli USA
hanno inondato il mondo con dollari. Le banche centrali dei paesi riceventi
convertono questi dollari in moneta locale ed è allora quando tali banche
centrali si trovano di fronte ad un problema. Se una banca centrale non spende
il suo denaro negli USA, il tasso di cambio contro il dollaro aumenta e gli
esportatori vengono penalizzati. Questo ha permesso agli USA di stampare moneta
senza limiti: comprare importazioni e compagnie estere, finanziare l’espansione
militare, così come assicurarsi che altre nazioni, come la Cina, continuino a
comprare buoni del tesoro statunitense.
Dimitri Medvedev, l’ex presidente russo mostrò al G8
del 2009 la nuova moneta che sostituirà il dollaro.
A luglio del 2009, per illustrare i motivi della sua
convocazione per la creazione di una nuova moneta sovranazionale che sostituisca
il dollaro, il presidente Medeved ha mostrato “la moneta del futuro unito”. La
moneta che riporta l’iscrizione “Unità nella diversità” fu coniata in Belgio e
presentata ai capi della delegazione del G-8.
A settembre del 2009, la conferenza dell’ONU sul
Commercio e Sviluppo (UNCTAD, sigla in inglese) propose la creazione di una
nuova moneta artificiale che sostituisse il dollaro come moneta di riserva. Le
Nazioni Unite vogliono ridisegnare il sistema di scambio internazionale di
Bretton Woods.
La creazione di questa moneta sarebbe il
ri-aggiustamento monetario più grande avvenuto dalla Seconda Guerra Mondiale.
La Cina, da parte sua, è immischiata in accordi con
il Brasile e la Malesia per realizzare affari in yuan cinesi, mentre la Russia
propone l’inizio di affari in rublo e monete locali.
Inoltre nove paesi latinoamericani si sono accordati
per la creazione di una moneta regionale: il SUCRE (Sistema Unico di Compenso
Regionale); questa moneta è rivolta a frenare l’uso del dollaro statunitense.
Riuniti in Bolivia, i paesi dell’ALBA (alleanza Bolivariana per le Americhe), un
blocco di sinistra spinto dal presidente Hugo Chavez, si sono compromessi con la
creazione di una nuova moneta per il commercio interregionale.
Il Sucre iniziò a crearsi nel 2010 con un formato non
stampato. Gli stati membri dell’ALBA sono il Venezuela, Bolivia, Cuba, Ecuador,
Nicaragua, Antigua e Barbuda, Dominicana e San Vicente e le
Granadinas.
Il ciclo che sostiene la permanente economia di
guerra degli USA sembra essere arrivata alla sua fine.
Una volta che il dollaro non potrà più riempire le
banche centrali e nessuno acquisti i buoni del tesoro statunitense, l’impero
militare globale degli USA affonderà: l’impatto sulla vita quotidiana della
popolazione di questo paese potrebbe essere grave.
I pronostici sono che insieme all’aumento dei costi,
stati e città degli USA vedranno sparire i loro fondi pensionistici.
Il governo si vedrà costretto a vendere
l’infrastruttura a società private, includendo strade e trasporto.
Le persone dovranno caricarsi con i costi dei servizi
pubblici privatizzati.
Le proprietà immobiliari commerciali e private
scenderanno a meno della metà del loro valore attuale.
I valori negati che ormai colpiscono il 25% delle
case statunitensi aumenteranno.
Sarà difficile richiedere prestiti e impossibile
vendere gli immobili a meno che non si accettino grandi perdite.
Le strade si riempiranno di negozi vuoti e case
sprangate.
I processi per ipoteche saranno un’epidemia.
Ci saranno lunghe code nelle mense comunitarie e
molti, molti senza tetto.
Ogni impero ha la sua fine prima o poi.
E’ giusto così.
..
DAI SOCIAL FORUM AL MOVIMENTO 5 STELLE
Viviana Vivarelli
Dopo gli anni ’70, caduto il muro di Berlino, il
neoliberismo unifica il mercato sotto 200 grandi corporation che sopravanzano i
governi imponendo organi sovranazionali finanziari come il FM, la
BM, il GATT e il WTO, organismi tecnocratici a totale servizio delle società più
ricche del mondo che dettano l’agenda delle grandi opere inutili
(come le 2000 dighe indiane), dei prestiti agli Stati, dei fallimenti di intere
nazioni (come l’Argentina), delle guerre, delle banche, della borsa e del
debito.
La storia del mondo viene scritta da questi organismi
finanziari. Il neoliberismo impone l’abbattimento di tutte le forme di controllo
sul capitale al fine di costituire una plutocrazia sul mondo, ovvero il dominio
dei più ricchi su ogni cosa esistente, compreso il patrimonio genetico
dell’umanità e il controllo dei semi attraverso gli OGM.
Le guerre per le risorse energetiche e quelle
finanziarie segnano la degradazione e la fine dell’era industriale e il
passaggio dalle guerre militari a quelle compiute attraverso le transazioni
della Borsa, il rating e le manovre depressive sul debito.
L’abbattimento di tutti i controlli e di tutte le
regole porta la dimensione del capitale finanziario a entità mostruose
incrementando una cinica avidità di accaparramento, potere e dominio, priva di
qualsiasi limite. Grazie a questo espediente, gli USA possono dribblare la
caduta reale di valore del dollaro e l’enorme debito pubblico, abbattendo i
paesi concorrenti con le armi improprie della finanza.
Il mondo viene messo sotto il giogo di pochi
organismi economici che fanno gli interessi di pochissimi centri
di capitali.
Il comunismo sembra morto e gli Stati dove aveva
parlato con più forza (Russia e Cina) si trasformano in due potenze super
capitaliste.
A partire dagli anni 70 si teme tuttavia il ripetersi
di crisi come quella del 29. Il capitale internazionale si concentra in enormi
società multi e transnazionali.
Il neoliberismo promette un’era di sviluppo e
progresso illimitati, invece trascina il mondo in una miseria anche maggiore,
con guerre infinite, depredazione di risorse, insicurezza totale fino alla crisi
attuale dei paesi occidentali, mentre gli esiti tragici dell’inquinamento e del
cambio climatico minacciano tragici mutamenti sul globo terracqueo con esodi di
massa di interi popoli.
Malgrado il palese fallimento del neoliberismo, i
partiti della sx sposano tutte le tesi neoliberiste. I governi si sciolgono
nell’amalgama di ideologie divergenti, si contentano di mantenere lo status quo
al potere, nemmeno i partiti che erano della sx mettono più in discussione gli
interessi del capitale e i meccanismi del mercato, che ormai sono il centro del
mondo, avendo l’avidità di pochi sostituito i diritti dei molti, e gli inutili
G8 e G20 si succedono senza migliorare in nulla la tragedia avanzante e
rimettere quelle regole di banche e borsa che erano state incautamente eliminate
in nome del libero mercato.
Un po’ alla volta tutte le conquiste del 1800 e del
1900, in materia di lavoro e diritti umani e sociali, vengono abbattute. E i
nuovi governi al servizio dei grandi capitali internazionali, con lo spauracchio
del debito, hanno il compito di portare avanti lo smantellamento dei diritti
civili, la svendita delle risorse e dei beni del territorio, la distruzione
dello stato sociale e la devastazione dei diritti costituzionali, mentre i
partiti non trovano di meglio che cedere le armi associandosi dolosamente
all’invasore “senza se e senza ma” nel tradimento dei loro popoli.
Questo è ciò che segna il fallimento delle democrazia
parlamentari, essendo i governi complici consenzienti del grande capitale e
disperdendosi nel nulla le grandi differenze ideologiche che avevano
contrassegnato una dx, un centro e una sx. Tutto si annienta in un marasma
generale dove sono le grandi banche a dettare l’agenda ai popoli e sono i popoli
a ripagare le grandi falle finanziarie aperte dalle grandi banche.
L'unico modo, a questo punto, con cui possiamo uscire
dalla situazione di assoluta tragedia presente è pensare a qualcosa di
totalmente nuovo che
oltrepassi totalmente le vecchie divisioni tra
destra, sinistra e centro, ormai preda della sindrome di Stoccolma, e ripartire
dal popolo, dalla gente, dal basso.
Oggi la democrazia è morta e le esigenze e i diritti
popolari sono sempre più calpestati a favore degli interessi di pochi gruppi
capitalisti che intendono dominare la vita delle Nazioni, mentre i partiti hanno
svenduto la loro primazia in cambio del mantenimento forzoso di viziose
situazioni di favore ad Aeternum.
Non resta che una rivoluzione: ripartire dal luogo
che è sede per eccellenza della sovranità: IL POPOLO!
Ma la partitocrazia è ormai troppo autoreferenziata e
persa per poterlo ascoltare.
Dobbiamo ripartire dai cittadini e per questo la
vecchia e fallita democrazia parlamentare non serve più, essa è diventata come
quelle tonsille marce che si devono togliere al bambino perché stanno ormai
avvelenando tutto l’organismo.
Dobbiamo fondare una nuova “democrazia partecipata e
diretta” che parta dai cittadini ed esprima la volontà dei cittadini.
E l’unico modo per permetterla è abbattere il potere
oligarchico ed esclusivo della partitocrazia che ha trasformato la repubblica
italiana in una oligarchia di politicanti arrivati al punto da vendere il nostro
paese a un commissario non eletto calpestando gli stessi diritti
elettorali.
Non esiste più democrazia in Italia. C'è solo
l’interesse di una cricca di magnati finanziari che ha assoldato i partiti e che
governa fuori da tutti i crismi della democrazia.
Le 3 leggi di iniziativa popolare che Grillo ha
presentato al parlamento raccogliendo 350.000 firme sono state il primo passo
per lo smantellamento della partitocrazia e della professione a vita del
politico, cioè del suo potere eterno e incontrollabile.
A ragione, il parlamento queste tre leggi non le ha
mai discusse, mancando anche qui a un suo dovere precipuo, nell'intenzione di
non promuovere nulla che sia di nocumento alla casta.
Allo stesso fine sta lavorando Monti, il cui potere
si regge sul patto di omertà che lo lega ai partiti, per cui non toglie loro un
solo euro o una sola prerogativa e in cambio quelli votano ogni abominio "senza
se e senza ma".
Quello che gli Italiani non sanno è che nessun paese
europeo ha una scarsità di democrazia come l’Italia. E che quel poco che la
Costituzione prescriveva è stato progressivamente annullato dai partiti che sono
arrivati al punto da disconoscere i suoi stessi capisaldi, come la
pace, i diritti dei lavoratori, i poteri degli enti locali, gli istituti di
democrazia diretta, l’equilibrio tra i poteri, i diritti della magistratura, gli
obblighi o le prerogative del presidente della Repubblica, l’habeas corpus, e
persino il punto fondamentale che regge tutta la nostra democrazia e che
è il lavoro, compreso l’obbligo per le imprese di non calpestare finalità
sociali.
Il fine del M5S è aumentare questo grado di
democrazia con una emancipazione graduale dei cittadini che li porti
all’assunzione dei propri diritti e delle proprie responsabilità attraverso
l’informazione affinché siano loro stessi a governarsi.
Certo, sia i forum internazionali no global che
Grillo erano partiti dai Municipi, dove l’allargamento dell’esercizio
democratico è più facile, ma le cose sono andate poi molto velocemente, la crisi
ha imposto un’agenda terribile, per cui non è più possibile aspettare i tempi
lunghi dell’emancipazione da suddito a cittadino, e occorre forzare le cose
perché ora i numeri rendono possibile un’azione del M5S a livello
parlamentare.
E’ dunque perfettamente fisiologico che si scateni la
furia di quanti, nei partiti, si vedono scalzare diritti e privilegi e che
l’avanzamento della democrazia non lo vorrebbero mai!
I popoli hanno lottato per secoli per conquistare
faticosamente diritti civili e umani che i potenti hanno sempre cercato loro di
negare e oggi questi diritti sono progressivamente distrutti dalla potenza del
capitale, in nome di una libertà del mercato che premia solo gli squali più
disumani e distruttivi, in un mondo dove il profitto è l’unico Dio.
Inutile cercare difese dei popoli nei grandi
organismi internazionali, e non ne troveremo nell’Unione Europea né nella Banca
europea né nel commissario Monti che è ne è l’esecutore, e a maggior ragione non
ne troveremo nel Fondo Monetario che ha agito finora sempre e solo
nell’interesse di pochi gruppi finanziari contro il bene di tutti.
La rivoluzione culturale che può e deve rovesciare
questa situazione può partire solo all’interno degli Stati nazionali.
E non può più partire dai partiti ormai consegnati al
nemico e impegnati solo a difendere il loro potere esistente,a può nascere solo
da un grande movimento di risveglio popolare.
Può partire dai Movimenti. E tra i movimenti presenti
(Indignados, Occupy Wall Street, Partito dei Pirati svedese o tedesco…)
solo il Movimento 5 Stelle è in grado, al momento di presentare una
critica articolata al neoliberismo e una proposta articolata di democrazia dal
basso. Esso è lo sbocco particolare in cui è sfociato, in Italia, il movimento
planetario dei no global, una rivoluzione del pensiero che appartiene a tutto il
mondo e che deve portare a un enorme cambiamento nel modo stesso di governare il
mondo.
Che questo grande disegno abbia un carattere ancora
utopistico può essere, ma che sia tacciato di fascismo è
semplicemente ridicolo, perché anzi è la cosa meno fascista vista finora,
proprio per il suo appellarsi fondamentale alla volontà popolare, proprio per il
suo richiamarsi a un governo dal basso contro tutte le pretese di una
partitocrazia che ormai governa in modo totalitario e, peggio ancora, sotto
padrone, nel tentativo di resuscitare un nuovo feudalesimo.
Il neoliberismo ha impestato il mondo con le
sue le promesse di pace e di sviluppo. Ognuno può vedere nei fatti
come fossero false e come abbiano portato il mondo a un progressivo declino, a
una crisi totale. Eppure negli Stati uniti sono queste stesse promesse che oggi
vengono sbandierate dai due partiti di governo, fondamentalmente non dissimili,
davanti ai popoli inebetiti e istupiditi dalla propaganda e dall’ignoranza. E
indubbiamente le chiese coi loro fanatismi utilitaristici hanno dato la loro
mano demoniaca a propagare il peggio, nel tentativo di arrestare
il progresso civile dell’umanità e far tornare i popoli a fasi precedenti di
buio e arretratezza morale e civile. Del resto la storia mostra
chiaramente i loro giochi col potere per aumentare il proprio potere
Oggi il grande tema di cui nessuno parla ma che spira
silenziosamente sotto le coltri del potere come una bomba pronta a esplodere è
la SOVRANITA’ POPOLARE, unica parola in cui possiamo declinare la
democrazia.
Dove è finita la sovranità dei popoli?
Brogli e stupri ideologici coartano le elezioni.
Nemmeno i popoli che hanno fatto una rivoluzione come l’Egitto o la Libia
riescono ad ottenere delle elezioni regolari e ad evitare che tornino al potere
gli stessi criminali di prima. In quanto ai governi occidentali, sono preda
della morsa del debito con partito pronti ad allearsi coi loro
saccheggiatori.
Scrive Ramon Mantovani: “Oggi basta una
decisione del FMI, a cui i governi dichiarano esplicitamente di non potersi
sottrarre pena la bancarotta, per fare carne di porco del welfare duramente
conquistato in decenni di lotta. Basta un trattato del WTO e un accordo di
cartello delle multinazionali agroalimentari per distruggere la sovranità
alimentare di interi paesi e mettere sul lastrico decine di milioni di
contadini. Bastano le mire speculative delle borse e del capitale finanziario
per mettere un paese in ginocchio. In particolare in America Latina, dove le
politiche neoliberiste sono state applicate intensivamente molto prima che
altrove, sorgono grandi movimenti di massa indigeni, contadini e operai, in
difesa dell’acqua e delle risorse naturali. Nel 94, lo stesso giorno di entrata
in vigore del trattato di libero commercio fra USA, Canada e Messico, compare un
movimento guerrigliero indigeno, l’EZLN, che si caratterizza subito per indicare
fuori dal proprio paese i veri artefici e responsabili del tentativo di
genocidio economico sociale dei popoli indigeni del sud est del Messico e che
propone esplicitamente il problema di una lotta globale contro il capitalismo
globalizzato. Verso la fine degli anni 90 l’esigenza, ancora intuitiva e
teorica, di produrre lotte e mobilitazioni internazionali comincia a
materializzarsi. Inizia la stagione delle manifestazioni internazionali di
protesta e di lotta. La più famosa e conosciuta è quella del 99 a Seattle contro
il WTO. Insieme ai sindacati portuali e metalmeccanici degli USA, che non
esitano a perseguire l’obiettivo di tentare di impedire fisicamente,
scontrandosi con la polizia, il vertice del WTO, ci sono centinaia di
associazioni e movimenti stranieri. Da quel momento nessun vertice del FMI, del
WTO, della Banca Mondiale, del G7, si è potuto svolgere senza dure contestazioni
di massa. Nel corso delle quali il crescente numero di movimenti globali e
locali iniziano a capire che bisogna assolutamente coordinarsi e soprattutto
trovare il modo di elaborare un programma di lotte ed
un’alternativa.”
.
LA DEMOCRAZIA LIQUIDA
Vittorio Bertola 5stelle di Torino
E’ la democrazia senza rappresentanti
professionali.
Se ne parla da un po’. Ne parla anche il partito
pirata tedesco.
Occorrerebbe una forte revisione costituzionale per
introdurre una democrazia diretta al posto di quella attuale, che è una
democrazia parlamentare che produce una casta partitica fissa, eterna e
irrevocabile. I limiti del sistema attuale sono dati dal fatto che gli eletti
non hanno vincolo di mandato, possono dirottare quanto vogliono dalle promesse
elettorali, possono anche cambiare coalizione, e gli elettori non possono
revocare loro il mandato o esercitare un controllo penalizzante sui loro atti,
devono per di più accettare in blocco i programmi elettorali e non frazionare la
delega su chi in partiti diversi si impegna per cose diverse.
Per avere un controllo effettivo dell’elettore sulle
leggi che vengono fatte, così che il rappresentante faccia ciò per cui si è
impegnato, occorrerebbero rapidi e continui referendum sull’elettorato che, per
non essere costosi e gravosi, dovrebbero avvenire in internet. Al momento non ci
sono gli strumenti che possono evitare brogli informatici.
Nella democrazia liquida, tutti possono proporre
idee, progetti di legge, o modifiche ad iniziative proposte da altri.
I problemi di una democrazia liquida sono:
Trasparenza: come accertarsi che il sistema gestionale sia
effettivamente "equo" rispetto alle diverse istanze del cittadino e produca
risultati davvero conformi alla loro volontà
Sicurezza: come garantire che non vi siano intrusioni o
manipolazioni, invisibili al cittadino, e che i gestori dei sistemi non pieghino
i risultati dei processi decisionali ai loro interessi
Accessibilità: come rendere accessibili i nuovi spazi di
democrazia a quella parte della popolazione, in primis molti anziani, incapaci
di utilizzare le nuove tecnologie? (questo è il punto più facile perché ci
possono essere pc dai tabaccai o cartolai, così come ci sono i fax).
..
Hanno ragione quelli che dicono che, comunque cambino
il sistema elettorale, ci fregheranno sempre.
E non ha nessun senso che anche noi ci perdiamo a
reggere loro il moccolo ripetendo le loro supercazzole truffaldine
o tifando per questo o per quello.
Abbiamo una piramide di potere. Quelli che reggono la
cima faranno piccole variazioni ma sempre tese a mantenere nelle loro mani la
cima della piramide del potere.
Tutte le discussioni ipocrite e sfiziose che si
rimpallano in parlamento da 8 mesi sono baggianate che hanno lo stesso scopo:
fingere di cambiare qualcosa per non cambiare nulla. E questa, credetemi, è una
truffa molto peggiore della biopalla!
L'unica riforma valida sarebbe quella che
rovescerebbe la piramide del potere, restituendo la sovranità al popolo. Ma non
la faranno! Nessuno di loro ha la più pallida intenzione di aumentare la
democrazia o la sovranità popolare! Per cui allearsi a questo a quello è
perfettamente inutile!
Ogni loro correzione del sistema sarà sempre
finalizzata a mantenere una oligarchia ristretta e non sarà mai una
democrazia!
Se non si capisce questo, non si è capito
niente!
..
L’ENORME RAPINA: I PARADISI FISCALI
I magnati del mondo vogliono solo aumentare i loro
smisurati capitali strangolando i popoli, rendendoli più poveri e distruggendo
quei diritti che sono costati secoli di lotte e di sangue.
Ci ingannano con i loro discorsi ipocriti sullo
spreed e sul debito,quando poi le misure che vengono ordinate sono solo ad un
senso: impoverire i poveri ed arricchire i ricchi.
Ci dicono che abbiamo vissuto sopra le nostre
possibilità quando chi le possibilità le aveva ha implementato i paradisi
fiscali sottraendo risorse ai paesi e ai loro cittadini.
Oltre 21.000 milioni di dollari sono stati nascosti
dai super-ricchi nei paradisi fiscali. Tanto quanto le economie di Stati Uniti e
Giappone, lo dice lo studio di un ex capo economista di McKinsey, James Henry.
In realtà la vera cifra potrebbe arrivare a 32mila milioni di dollari, poiché si
sono considerati solo i depositi bancari e gli investimenti finanziari e non i
beni concreti come proprietà o yacht . E' una cifra gigantesca contro cui
nessuno fa nulla, né gli inetti governi né gli inutilissimi G8 che si guardano
bene dal dichiarare guerra agli evasori o ai paradisi che accolgono i loro
bottini.
Il rapporto è stato commissionato da Tax Justice
Netwotrk,gruppo che milita contro l'evasione fiscale: «Le mancate entrate
fiscali che risultano dalle nostre stime sono gigantesche. Sono così grandi che,
se fossero recuperate, rovescerebbero il default molti Paesi, salvandoli dalla
rovina.
Il tutto è un enorme buco nero nell'economia
mondiale»
I vari esecutori di questo immenso potere
finanziario, gli emissari di banche come la Goldman Sachs, i Segretari del
Tesoro statunitensi Robert Rubin e Henry Paulson, il Governatore della Bank of
Canada Mark Carney, il Governatore della Banca centrale europea Draghi come il
Presidente del Consiglio italiano Monti fanno solo il loro gioco. E contro di
loro non faranno mai niente.
Quando un criminale scappa all'estero scatta
l'Interpol, la polizia internazionale con cui i vari Stati si accordano per
arrestarlo anche fuori dai confini Paese e processarlo. Com'è che per chi porta
bottini illeciti nei paradisi fiscali non scatta nessuna Interpol che rintracci
i rei e recuperi il bottino ottenuto con l'evasione fiscale o altri mezzi
illeciti? Eppure sono ladri internazionali da perseguire come altri criminali! O
dobbiamo pensare che quei governi che impediscono di perseguirli e punirli e che
fanno quelle buffonate ipocrite dei vari G8 finalizzati al nulla, si siano
accordati in tal senso e non abbiano mai messo un embargo ai paradisi fiscali,
penalizzandoli internazionalmente, per il semplice motivo che "devono proteggere
se stessi"?! E dunque sono ladri che proteggono ladri?
Si parla di un trafugamento astronomico:
32.000 miliardi di dollari! L'intero debito pubblico
italiano è di 2.000 milioni di €!
Con la cifra gigantesca rubata alle casse dello Stato
e nascosta nei paradisi fiscali si pagherebbero i debiti di tutti i paesi a
rischio default d'Europa! E, se questi paesi stanno così male, è anche a causa
di chi ha tratto patrimoni immensi da reati e da chi ha evaso il fisco derubando
i cittadini e costringendoli a subire tagli disumani.
Si pensi che la sola Fininvest si serve di ben 54
paradisi fiscali e che B ne ha addirittura comprato uno per proprio uso e
consumo! E che non solo i capitali neri esportati illecitamente in Svizzera sono
stati premiati da B con uno scudo fiscale che ne impedisce la denuncia e li sana
a un tasso ridicolo, ma il Pd ha fatto opportune assenze per far passare lo
scudo e Monti nemmeno ci prova a tassare di più i rei come hanno fatto USA,UK e
Germania!
E poi mi si venga a ripetere la boiata che siamo noi
cittadini medi e poveri ad aver vissuto 'al di sopra delle nostre
possibilità'!!?
Queste frasi risparmiatevele, per favore! Perché non
si può essere prima derubati da politici ladri e poi insultati da chi vota
questi criminali!
..
Andrea Antiquark
“Quando non puoi accanirti contro idee e programmi
cerchi di colpire le persone che le espongono…”
.
I partiti italiani non sono più in grado di
presentare programmi e progetti. Possono solo abbassarsi a piccole porcheriole.
Come ha fatto, appunto, Bersani, segretario del Pd, nei confronti di quello che
teme come il suo massimo oppositore: BEPPE GRILLO.
..
Due fatterelli: Bersani che sfida il M5S a venire a
parlargli di persone e un gruppo di 5stelle che lo prende in parola e va alla
festa del Pd a Reggio Emilia ma viene cacciata in malo modo dai militanti. Un
pezzo grosso della Cisl, Giovanni Guerisoli, accusa Grillo di aver preso soldi
in nero. Poiché era una diffamazione, è scattata una querela.
Grillo: “L'accusa mossami da Giovanni Guerisoli che
dice "Il buon Grillo per partecipare all'assemblea della Cisl ha chiesto 10
milioni di lire cash, tutti in nero e senza ricevute. E noi abbiamo pagato" è
totalmente infondata. Sarà querelato dai miei avvocati al più
presto.”
Come non bastasse, la notizia è stata smentita dalla
stessa Cisl che ha dichiarato: "In merito alla notizia riportata da alcuni
quotidiani su un presunto compenso in nero percepito da Grillo per la
partecipazione ad una iniziativa sindacale, la Cisl precisa in una nota che la
notizia è destituita da ogni fondamento. Nel maggio 1995 (e non nel 1999, come
ha affermato ieri erroneamente su Radio 24 l'ex segretario confederale della
CISL, Giovanni Guerisoli) il signor Beppe Grillo partecipò a Rimini ad uno
spettacolo serale, con ingresso gratuito, in occasione dell'assemblea dei quadri
della stessa CISL. In quella circostanza il comico genovese ricevette dalla Cisl
per la sua prestazione professionale un compenso di venti milioni di lire,
regolarmente quietanzato." Ufficio Stampa Cisl
Sembrerebbe chiaro ma sui blog iene e porci grufavano
e sbavano per dimostrare in ogni modo l'inesistente! C'era persino chi rifiutava
l'attendibilità di una fattura ritenendola prova non sufficiente! Questa
gentaglia sono 6 anni che delira, impesta e infama! Tutte le loro calunnie sono
state smascherate ma continuano a ripeterle come se non avessero sentito le
repliche, come tanti invasati. Nemmeno l'evidenza della verità li smonta,
talmente l'odio li ha putrefatti. La loro unica prova di esistenza in vita è la
calunnia, e Grillo è umano e tanto faranno che qualcosa troveranno. L'orrore è
che hanno dietro politici che di nefandezze ne hanno fatte fin troppe,
nefandezze che costoro fingono di non vedere. E’ davvero ributtante
che tutta la politica si sia ridotta a dare la caccia a un uomo o
a difenderlo, ignorando la crisi in cui questi partiti hanno buttato l'Italia e
ignorando il programma di democrazia diretta e di rivincita popolare del M5S!
Intanto che attaccano lui per ogni piccolezza diffamando e mentendo, nessuno di
loro o dei loro padroni dice una sola parola sulla democrazia diretta, sulla
difesa dell'ambiente, sui diritti umani, sulla moralità che per la politica è
diventata ormai la questione fondamentale.
Il loro polverone di calunnie è vergognoso e rivela
solo il loro vuoto morale, l'assenza di un programma politico, il decadimento
culturale e sociale.
Cani e porci sono i loro cloni, ma cani e porci sono
ancor più coloro che clonano la gente su questo livello di pochezza e di miseria
interiore, facendo sempre più scadere nel vuoto questo disgraziato
Paese.
Ecco la fattura che scagiona Grillo:
Ma Bersani lo aveva detto o no una settimana fa
"Venite qui a darmi dello zombie se avete il coraggio”?
E loro hanno risposto all'invito: una cinquantina di
5 stelle, alcuni vestiti da zombi, in silenzio, ma con tanti cartelli gialli con
la scritta: “Cercasi opposizione”. “Pd uguale perditempo”
Per quanto stessero zitti e calmi, i pidioti hanno
reagito violentemente cercando di cacciarli e strappando loro i cartelli. C'era
anche un gruppo di Notav con le bandiere e le hanno strappate
anche a loro. Che bella scena democratica! Complimenti, compagno Bersani! Chi
era che non sapeva stare al contraddittorio?
..
Come si fa la politicizza italiana: MARIAMMA
MADIA
Vv
Marianna Madìa dichiara che voterebbe B piuttosto che
Grillo. Chi è costei?
Anni 32,carina e raccomandata, e dunque deputata.
Figlia del giornalista attore Stefano Madia, collaboratore di Porta a porta e
consigliere comunale grazie a Veltroni. Lo zio è avvocato di Mastella. Già prima
di laurearsi viene assunta nel centro studi di Enrico Letta. Lui dice che l’ha
colpito avendo scritto nelle referenze “laurea 110 e lode”, peccato che la
laurea non l’avesse ancora presa. Conosce Cossiga, hanno lo stesso
fisioterapista.
La Madia è una delle scelte bislacche e cervellotiche
di Veltroni, un po' come Calearo Diventa candidata del Pd nel
2008, a soli 28 anni. Come referenze, a parte la totale inesperienza politica,
ha una sua relazione sentimentale col Giulio figlio di Napolitano! E ditemi voi
se questi non sono tutti ciccia e politica, vicini vicini! Comunque, in quello
strano mondo che è la tribù politica, Veltroni la candida capolista per il Lazio
e dunque la fa eleggere.
E qualcuno può pensare che abbiano intenzione di
cambiare una legge elettorale che si giocano così placidamente 'in famiglia' con
gradimento reciproco???
La Madia è una dei 22 parlamentari PD assenti alla
votazione dello scudo fiscale, truffa inventata da B per favorire grandi evasori
e mafiosi (la mafia ringrazia, i fetenti pure e l’evasione fiscale continua ad
essere 120 miliardi, il 27% del PIL).
Il 2 ottobre 2009, l’infame scudo fiscale che Monti
non si degnerà di correggere, passa per soli 20 voti, grazie al Pd che
'regala graziosamente' 22 assenti, (e poi dobbiamo anche sentire
D'Alema dire che anche se fossero stati tutti presenti... ma la matematica,
D'Alema??)
La tipa risultava tranquillamente in viaggio per il
Brasile, e dice di esserci andata "per accertamenti clinici"."In Brasile"?!
Cos'è?? Si era fatta passare le analisi là perché l'USSL aveva tempi troppo
lunghi? Voglio provare anch'io: se la USSL per una analisi mi dà 6 mesi, provo a
chiedere se me la spostano in Brasile, viaggio compreso!
La tizia ha scritto un libro sui precari al tempo di
B. Noi potremmo scrivere un libro su di lei e i precari del parlamento al tempo
della democrazia parlamentare quando le leggi di B passavano per 2 o 3 voti
grazie al Pd.
.
Alla famosa votazione per lo scudo fiscale anche
D’Alema era assente e disse con perfetta faccia tosta che a votare o scudo
fiscale non era andato perché aveva scelto “di andare a una manifestazione” e
“non gli era stato spiegato bene l'importanza della votazione”. Ma cos’è? Scemo?
La più acuta mente pensante del Pd che non capisce l’importanza di uno scudo
fiscale agli evasori e ai mafiosi e chiede che “qualcuno gliela
spieghi”?!
Nel video dice che il parlamento non funziona tanto
bene (con gente come lui, ci credo!) e che i parlamentari hanno anche altro da
fare ( i cassi loro, si immagina!) . Essendo lui un big del Pd, chiediamo: ma a
chi spetterebbe fargli capire l'importanza di certe votazioni?
Un articolo de l’Espresso citava le assenze in
parlamento di D’Alema, e la sua segreteria ha risposto, piccata, che aveva ogni
diritto a essere a essere poco presente in aula in quanto dirigente di partito,
uno che quindi fa politica attraverso mille altri modi: visite nelle città,
presenze a convegni, iniziative pubbliche e così via. Zilioli ha replicato che,
in quanto parlamentare, D’Alema deve fare il lavoro di parlamentare, cioè quello
per cui è pagato dai cittadini: se invece preferisce fare il dirigente di
partito, sia stipendiato per questo solo dal medesimo, che pure incassa
abbondanti contributi pubblici. Ma gli hanno risposto che “non si
può disgiungere il Parlamento dal Paese” e che anche i grandi leader oggi spesso
rimpianti – da Berlinguer a Ingrao – in Parlamento si vedevano pochino, perché
svolgevano la loro attività politica per lo più nel Paese.
Zilioli replica che quelli di Berlinguer e Ingrao
erano altri tempi con altri mezzi e che un parlamentare deve lavorare in
Parlamento: se non ha tempo si dimetta,specie se ha 5 o 6
legislature alle spalle (D'Alema ne ha 7!)
Silvia Cerami scriveva:Da quando non è più
premier,Berlusconi diserta la Camera (e chi se ne frega del Paese?). D'Alema non
ha mai presentato nemmeno un atto da inizio legislatura (record mondiale).
Tremonti ha il 2% di presenze. Alfano salta 9 sedute su 10 ed è al 500° posto
tra i 630 deputati per produttività,La Russa va a votare 7 volte su 100. Però lo
stipendio pieno lo prendono lo stesso!
Il caro d’Alema, che in missione non è mai andato e
che dovrebbe fare l'opposizione, ha appena il 30% di presenze, è il 4° deputato
più assenteista su 630. Peggio fanno Verdini (1°assente in toto che a B
interessa per altri meriti) e Ghedini (scelto ovviamente per fare l’avvocato e
non il deputato). In cima anche Casini, assente al 60%.
D’Alema, poi, quando c’è, non fa niente, tanto che
batte il record per non aver presentato nemmeno un atto come 1°firmatario in
un'intera legislatura, record imbattuto, seguito dal senatore Tedesco con 2 atti
e Dell'Utri con 3 .
Berlusconi, poi, ha presenziato a 4 votazioni su 504,
lo 0,79% del totale (peccate che quando c'è dorme). Durante le 9.964 votazioni
della sua legislatura si è visto solo 43 volte. Da quanto c'è Monti (9 mesi),
l'hanno visto solo 4 volte (il guaio è che ha raccontato sempre la solita
barzelletta!), ma cos'ha da fare? Fondare ospedali per bambini nel
mondo?
Ghedini e Verdini a gennaio sono apparsi una volta su
86, da febbraio Ghedini è sparito e Verdini si è concesso per 3 votazioni su
317.
La Lega non va meglio perché ha da risolvere i guai
interni: Bossi e Maroni sono stati presenti al 5%, a marzo Bossi è stato visto
una sola volta e Maroni 11 volte su 132.
Improduttivo anche Tremonti:in questi anni ha votato
2 volte su 100.
..
FIDUCIA
In 8 mesi Monti ha chiesto la fiducia 34
volte!
Durante il suo 2° Governo, Prodi II in 20 mesi chiese
la fiducia 28 volte (17 maggio 2006-7 maggio 2008), superando addirittura la
media del successivo governo B .
B, nel suo 4° governo (8 maggio 2008-novembre 2011),
chiese la fiducia 53 volte, 26 voti al mese.
Ma Monti li ha battuti tutti: è riuscito a chiedere
34 fiducie in 8 mesi, 3 al mese; è un continuo susseguirsi di decreti legge del
governo, approvati con il voto di fiducia.
Così il ruolo del Parlamento diviene inesistente.
Il decreto legge è giustificato solo in caso
eccezionali di necessità e urgenza ma qui è diventato lo strumento ordinario per
far passare qualsiasi cosa ex abrupto, tanto più ora che i partiti vivono un
senso di grande precarietà e hanno il terrore di ciò che possono fare gli
elettori, mentre vedono il loro consenso crollare a picco. Prodi almeno aveva
qualche alibi, vista l’ammucchiata eterogenea della sua coalizione, che superava
l’altra di soli 25.000 elettori.
B aveva un tale disprezzo per il parlamento che
arrivò anche a chiuderlo. Ma Monti dovrebbe avere tanta maggioranza da potersi
permettere di sottoporre le sue leggi alle modifiche parlamentari. Perché
respinge con tanta acrimonia il fondamentale strumento democratico?
Il fatto è che Monti riceve gli ordini del Fondo
Monetario e della Bce e scavalca in pratica qualsiasi discussione
parlamentare.
Mi chiedo, a questo punto, cosa ci stia a fare il
Parlamento, visto che il massimo lavoro che deve fare è votare sì o no a quello
che decide il governo senza poterlo modificare?
E, visto che i parlamentari sono i rappresentanti
diretti della nostra sovranità,mi chiedo questa dove questa sia andata a finire.
Dunque non solo Monti è stato abusivamente incaricato di formare un governo da
Napolitano saltando qualsiasi elezione normale, ma governa saltando lo stesso
parlamento. Possiamo ancora parlare di democrazia in queste
condizioni?
..
LO SCONVOLGENTE ARTICOLO DI CORI DI MODIGLIANI SU
ASSANGE
CHE FA IL GIRO DEL WEB
Leggete questo bellissimo articolo, davvero
illuminante, di geopolitica, ripreso da stampalibera.com
"Assange ha le trascrizioni di diverse conversazioni
in varie cancellerie del globo,in cui si parla di come mettere in ginocchio le
economie sudamericane, come portar via le loro risorse energetiche, come
impedire ai loro governi di far passare piani economici keynesiani applicando
invece i dettami del FMI.
Sarà per questo che ha scelto di rifugiarsi
nell'ambasciata dell'unico paese che si è rifiutato di pagare il
debito".
Ma noi siamo allo stesso livello di quelle economie
del terzo mondo. Anche noi siamo sotto i diktat del Fondo Monetario
Internazionale e della Banca Mondiale di cui la Banca Europea è solo
un'appendice.
Queste sono le informazioni che i media dovrebbero
dare se avessero un minimo di dignità, e non certo le calunnie su Grillo
trasformate in titoloni di prima pagina, offendendo l'intelligenza comune e
sollevando l'allegrezza dei TROLL. Ma a che livello di bassezza si è ridotta la
stampa italiana? E a quali potenze immonde distruttrici dei popoli si sono
asservito i partiti italiani?
Ci trattano come dei minorati, ma finché saremo
informati da questi media da pezzenti, saremo davvero dei minorati mentali,
incapaci di capire qualcosa nel mondo in cui stiamo vivendo e arrendevoli come
mucche a qualunque macello i grandi predoni vogliano progettare su di
noi!
Il web è una grande realtà e può mostrarci le cose
per come stanno e aprirci a uno status di libertà. I giornali e le tv sono
invece un braccio del regime e il loro unico scopo è di tenerci intrappolati in
una condizione di non conoscenza e di impotenza distraendoci con stupidaggini
come, oggi, l’attacco a Grillo.
Una profezia di Papa Giovanni dice che in questo
secolo tutto si sarebbe saputo e che sarebbe dipeso solo dalla libera scelta di
ognuno sapere o non sapere. Troppi scelgono ancora di restare avvinti alle
catene dell'ignoranza e della menzogna. Ma sempre più persone si
liberano e solo da loro può partire l'alba di un mondo nuovo!
..
Da stampa libera.com
Tutto ciò che sta accadendo oggi, tecnicamente (nel
senso di “politicamente”) è iniziato il 12 dicembre del 2008. Secondo altri,
invece, sarebbe iniziato nel settembre di quell’anno. Ma ci volevano almeno
quattro anni prima che l’onda d’urto arrivasse in Europa e in Usa.
Forse è meglio cominciare dall’inizio per spiegare
gli accadimenti. Anzi, è meglio cominciare dalla fine. Con qualche specifica
domanda, che –è molto probabile- pochi in Europa si sono posti.
Mi riferisco qui alla questione di Jules Assange,
wikileaks, e la Repubblica dell'Ecuador.
Perché il caso esplode, oggi? Perché, Jules Assange,
ha scelto un minuscolo, nonché pacifico, staterello del Sudamerica che conta
poco o nulla? Come mai la corona dell’impero britannico perde la testa e si fa
prendere a schiaffi davanti al mondo intero da un certo signor Patino, ministro
degli esteri ecuadoregno, per gli euro-atlantici un vero e proprio Signor
Nessuno, il quale ha dato una risposta alla super elite planetaria (cioè il Foreign
Office di Sua Maestà) tale per cui, cinque anni fa avrebbe prodotto soltanto
omeriche risate di pena e disprezzo, mentre oggi li costringe ad abbozzare,
ritrattare, scusarsi davanti al mondo intero?
Perché l’Ecuador? Perché adesso?
Tutto era più che prevedibile, nonché scontato.
Intendiamoci: era scontato in tutto il continente americano, in Australia, Nuova
Zelanda, Danimarca, paesi scandinavi. In Europa e a Washington pensavano che il
mondo fosse lo stesso di dieci anni fa. Perché l’Europa –e soprattutto l’Italia- è al 100%
eurocentrica, vive sotto un costante bombardamento mediatico semi-dittatoriale,
non ha la minima idea di ciò che accade nel resto del mondo, ma (quel che più
conta) pensa ancora come nel 1812, ovvero: “se crolla l’Europa crolla il mondo
intero; se crolla l’euro e l’Europa si disintegra scompare la civiltà nel mondo”
e ragiona ancora in termini coloniali. Ma il mondo non funziona più così. In
Italia, ad esempio, nessuno è informato sulla zuffa (che sta già diventando
rissa) tra il Brasile e l’Onu, malamente gestita da Christine Lagarde, la
persona che presiede il Fondo Monetario Internazionale, e che ruota intorno
all’applicazione base di un concetto formale, banale, quasi sciocco, ma che
potrebbe avere ripercussioni psico-simboliche immense: l’Italia è stata
ufficialmente retrocessa. Non è più l’ottava potenza al mondo, bensì la nona. E’
stata superata dal Brasile. Quindi al prossimo G8 l’Italia non verrà invitata,
ma ci andrà il Brasile. Da cui la scelta di abolire il G8 trasformandolo in G10
standard. Si stanno scannando.
La prima notizia VERA (per chi vuole ricavare
informazioni reali dal mondo reale) è questa: “L’Europa, con l’Inghilterra e
Germania in testa, non possono (non vogliono) accettare il trionfo keynesiano
del Sudamerica e la loro irruzione nel teatro della Storia come soggetti
politici autonomi. Per loro vale il principio per cui “che se ne stiano a casa
loro, non rompano, e ringrazino il cielo che li facciamo anche sopravvivere,
come facciamo con gli africani. Altrimenti, da quelle parti, uno per uno faranno
la fine di Gheddafi”. Il messaggio in sintesi è questo.
Dal Sudamerica negli ultimi quaranta giorni sono
arrivati tre potentissimi messaggi in risposta: niente è stato pubblicizzato in
Europa. Tanto meno l’ultimo (il più importante) in data 3 agosto, se non altro
per il fatto che era in diretta televisiva dalla sede di New York del Fondo
Monetario Internazionale. Nessuno lo ha trasmesso in Europa, ad esclusione del
Regno di Danimarca. E così, preso atto che esiste una compattezza mediatica
planetaria di censura, e avendo preso atto che se non se ne parla la
televisione, non c’è in rete e non si trovano notizie su wikipedia, allora vuol
dire che non esiste, il Sudamerica ha scelto il palcoscenico mediatico globale
più intelligente in assoluto: il cuore della finanza oligarchica planetaria, la
city di Londra.
E adesso veniamo ai fatti.
Jules Assange, il 15 giugno del 2012 capisce che per
lui è finita. Si trova a Londra. Gli agenti inglesi l’arresteranno la settimana
dopo, lo porteranno a Stoccolma, dove all’aeroporto non verrà prelevato dalle
forze di polizia di Sua Maestà la regina di Svezia, bensì da due ufficiali della
Cia, e un diplomatico statunitense, i quali avvalendosi di specifici accordi
formali sanciti tra le due nazioni farà prevalere il “diritto di opzione
militare in caso di conflitto bellico dichiarato” sostenendo che Jules Assange è
“intervenuto attivamente” all’interno del conflitto Nato-Iraq mentre la guerra
era in corso. Lo porteranno direttamente in Usa, nello Stato del Texas, dove
verrà sottoposto a processo penale per attività terroristiche, chiedendo per lui
l’applicazione della pena di morte sulla base dell’applicazione del Patriot Act Law. Si
consulta con il suo gruppo, fanno la scelta giusta dopo tre giorni di vorticosi
scambi di informazioni in tutto il pianeta. “vai all’ambasciata dell’Ecuador a
piedi, con la metropolitana, stai lì”. Alle 9 del mattino del 19 giugno entra
nell’ambasciata dell’Ecuador. Nessuna notizia, non lo sa nessuno. Il suo gruppo
apre una trattativa con gli agenti inglesi a Londra, con gli svedesi a Stoccolma
e con i diplomatici americani a Rio de Janeiro. Raggiungono un accordo:
“evitiamo rischio di attentati e facciamo passare le olimpiadi, il 13 agosto se
ne può andare in Sudamerica, facciamo tutto in silenzio, basta che non se ne
parli”. I suoi accettano, ma allo stesso tempo non si fidano (giustamente) degli
anglo-americani. Si danno da fare e mettono a segno due favolosi colpi. Il primo
avviene il 3 agosto, il secondo il 4.
Il 3 agosto 2012, con un anticipo rispetto alla
scadenza di 16 mesi, la presidente della Repubblica Argentina, Cristina Kirchner, si presenta alla
sede di Manhattan del Fondo Monetario Internazionale accompagnata dal suo
ministro dell’economia e dal ministro degli esteri ecuadoregno, Patino, in
rappresentanza di “Alba” (acronimo che sta per Alianza Laburista Bolivariana
America”) l’unione economica tra Ecuador, Colombia e Venezuela. In tale
occasione, la Kirchner si fa fotografare e riprendere dalle televisioni con un
gigantesco cartellone che mostra un assegno di 12 miliardi di euro intestato al
Fondo Monetario Internazionale con scadenza 31 dicembre 2013, che il governo
argentino ha versato poche ore prima.
“Con questa tranche, la Repubblica Argentina ha
dimostrato di essere solvibile, di essere una nazione responsabile, attendibile
e affidabile per chiunque voglia investire i propri soldi. Nel 2003 andammo in
default per 112 miliardi di dollari, ma ci rifiutammo di chiedere la
cancellazione del debito: scegliemmo semplicemente la dichiarazione ufficiale di
bancarotta e chiedemmo dieci anni di tempo per restituire i soldi a tutti,
compresi gli interessi. Per dieci, lunghi anni, abbiamo vissuto nel limbo. Per
dieci, lunghi anni, abbiamo protestato, contestato e combattuto contro le
decisioni del Fondo Monetario Internazionale che voleva imporci misure
restrittive di rigore economico sostenendo che fosse l’unica strada. Noi abbiamo
seguito una strada diversa, opposta: quella del keynesismo basato sul bilancio
sociale, sul benessere equo sostenibile e sugli investimenti in infrastrutture,
ricerca, innovazione, investendo invece di tagliare. Abbiamo risolto i nostri
problemi. Ci siamo ripresi. Non solo. Siamo oggi in grado di saldare l’ultima
tranche con 16 mesi di anticipo. Le idee del Fondo Monetario Internazionale e
della Banca Mondiale in materia economica sono idee errate, sbagliate. Lo erano
allora lo sono ancor di più oggi: Chi vuole operare, imprendere, creare lavoro e
ricchezza, è benvenuto in Argentina: siamo una nazione che ha dimostrato di
essere solvibile, quindi pretendiamo rispetto e fedeltà alle norme e alle
regole, da parte di tutti, dato che abbiamo dimostrato, noi per primi, di
rispettare i dispositivi del diritto internazionale……” ecc.
Subito dopo (cioè 15 minuti dopo) la Kirchner ha
presentato una denuncia formale contro la Gran Bretagna e gli Usa al WTO (World
Trade Organization) la più importante associazione planetaria di scambi
commerciali coinvolgendo il Fondo Monetario Internazionale grazie ai files messi
a disposizione da Wikileaks, cioè Assange. L’Argentina ha saldato i debiti, ma
adesso vuole i danni. Con gli interessi composti.
“Volevano questo, bene, l’hanno ottenuto. Adesso che
paghino”.
È una lotta tra la Kirchner e la Lagarde. Le due
Cristine duellano da un anno impietosamente. Grazie (o per colpa) di Assange,
dato che il suo gruppo ha tutte le trascrizioni di diverse conversazioni in
diverse cancellerie del globo, che coinvolgono gli Usa, la Gran Bretagna, la
Francia, l’Italia, la Germania, il Vaticano, dove l’economia la fa da padrone:
Osama Bin Laden è stato mandato in soffitta e sostituito da John Maynard Keynes,
lui è diventato il nemico pubblico numero uno delle grandi potenze; in queste
lunghe conversazioni si parla di come mettere in ginocchio le economie
sudamericane, come portar via le loro risorse energetiche, come impedir loro di
riprendersi e crescere, come fare per impedire ai loro governi di far passare i
piani economici keynesiani applicando invece i dettami del Fondo Monetario
Internazionale il cui unico scopo consiste nel praticare una politica
neo-colonialista a vantaggio soprattutto di Spagna, Italia e Germania, con
capitali inglesi. Gran parte dei file già resi pubblici su internet.
Gran parte dei files, gentilmente offerti da Assange
all’ambasciatore in Gran Bretagna dell’Ecuador, il quale -siamo sempre il 3
agosto a New York- ricorda chi rappresenta e che cosa ha fatto l’Ecuador, ovvero
la prima nazione del continente americano, e unica nazione nel mondo occidentale
dal 1948, ad aver applicato il concetto di “debito immorale” ovvero “il rifiuto
politico e tecnico di saldare alla comunità internazionale i debiti consolidati
dello Stato perché ottenuti dai precedenti governi attraverso la corruzione, la
violazione dello Stato di Dirirtto, la violazione di norme costituzionali”. Il
12 dicembre del 2008, infatti, il neo presidente del governo dell’Ecuador Rafael
Correa (pil intorno ai 50 miliardi di euro, pari a 30 volte di meno dell’Italia)
dichiara ufficialmente in diretta televisiva in tutto il continente americano
(l’Europa non ha mai trasmesso neppure un fotogramma e difficilmente si trova
nella rete europea materiale visivo) di “aver deciso di cancellare il debito
nazionale considerandolo immondo, perché immorale; hanno alterato la
costituzione per opprimere il popolo raccontando il falso.
Hanno fatto credere che ciò chè è Legge, cioè
legittimo, è giusto. Non è così: da oggi in terra d’Ecuador vale il nuovo
principio costituzionale per cui ciò che è giusto per la collettività allora
diventa legittimo”. Cifra del debito: 11 miliardi di euro. Il Fondo Monetario
Internazionale fa cancellare l’Ecuador dal nòvero delle nazioni civili: non avrà
mai più aiuti di nessun genere da nessuno “Il paese va isolato” dichiara
Dominique Strauss Kahn, allora segretario del Fondo Monetario.. Il paese è in
ginocchio. Il giorno dopo, Hugo Chavez annuncia ufficialmente che darà il
proprio contributo dando petrolio e gas gratis all’Ecuador per dieci anni.
Quattro ore più tardi, il presidente Lula annuncia in televisione che darà
gratis 100 tonnellate al giorno di grano, riso, soya e frutta per nutrire la
popolazione, finchè la nazione non si sarà ripresa. La sera, l’Argentina
annuncia che darà il 3% della propria produzione di carne bovina di prima scelta
gratis all’Ecuador per garantire la quantità di proteine per la popolazione. Il
mattino dopo, in Bolivia, Evo Morales annuncia di aver legalizzato la cocaina
considerandola produzione nazionale e bene collettivo. Tassa i produttori di
foglie di coca e offre all’Ecuador un prestito di 5 miliardi di euro a tasso
zero restituibile in dieci anni in 120 rate.
Due giorni dopo, l’Ecuador denuncia la United Fruit
Company e la Del Monte & Associates per “schiavismo e crimini contro
l’umanità”, nazionalizza l’industria agricola delle banane (l’Ecuador è il primo
produttore al mondi di banane) e lancia un piano nazionale di investimento di
agricoltura biologica ecologica pura. Dieci giorni dopo, i verdi bavaresi, i
verdi dello Schleswig Holstein, in Italia la Conad, e in Danimarca la Haagen
Daaz, si dichiarano disponibili a firmare subito dei contratti decennali di
acquisto della produzione di banane attraverso regolari tratte finanziarie
pagate in euro che possono essere scontate subito alla borsa delle merci di
Chicago. Il 20 dicembre del 2008, facendosi carico della protesta della United
Fruit Company, il presidente George Bush (già deposto ma in carica formale fino
al 17 gennaio 2009) dichiara “nulla e criminale la decisione dell’Ecuador”
annunciando la richiesta di espulsione del paese dall’Onu: “siamo pronti anche a
una opzione militare per salvaguardare gli interessi statunitensi”. Il mattino
dopo, il potente studio legale di New York Goldberg & Goldberg presenta una
memoria difensiva sostenendo che c’è un precedente legale. Sei ore dopo, gli Usa
si arrendono e impongono alla comunità internazionale l’accettazione e la
legittimità del concetto di “debito immorale”. La United Fruit company viene
provata come “multinazionale che pratica sistematicamente la corruzione
politica” e condannata a pagare danni per 6 miliardi di euro. Da notare che il
“precedente legale” (tuttora ignoto a gran parte degli europei) è datato 4
gennaio 2003 a firma George Bush. Eh già. E’ accaduto in Iraq, che in quel
momento risultava “tecnicamente” possedimento americano in quanto occupato dai
marines con governo provvisorio non ancora riconosciuto dall’Onu. Saddam Hussein
aveva lasciato debiti per 250 miliardi di euro (di cui 40 miliardi di euro nei
confronti dell’Italia grazie alle manovre di Taraq Aziz, vice di Hussein e uomo
dell’opus dei fedele al vaticano) che gli Usa cancellano applicando il concetto
di “debito immorale” e quindi aprendo la strada a un precedente storico recente.
Gli avvocati newyorchesi dell’Ecuador offrono al governo americano una scelta: o
accettano e stanno zitti oppure se si annulla la decisione dell’Ecuador allora
si annulla anche quella dell’Iraq e quindi il tesoro Usa deve pagare subito i
250 miliardi di euro a tutti compresi gli interessi composti per quattro anni.
Obama, non ancora insediato ma già eletto, impone a Bush di gettare la spugna.
La solida parcella degli avvocati newyorchesi viene pagata dal governo
brasiliano.
Nasce allora il Sudamerica moderno.
E cresce e si diffonde il mito di Rafael Correa,
presidente eletto dell’Ecuador. Non un contadino indio come Morales, un
sindacalista come Lula, un operaio degli altiforni come Chavez. Tutt’altra
pasta. Proveniente da una famiglia dell’alta borghesia caraibica, è un
intellettuale cattolico. Laureato in economia e pianificazione economica a
Harvard, cattolico credente e molto osservante, si auto-definisce
“cristiano-socialista come Gesù Cristo, sempre schierato dalla parte di chi ha
bisogno e soffre”. Il suo primo atto ufficiale consiste nel congelare tutti i
conti correnti dello Ior nella banche cattoliche di Quito e tale cifra viene
dirottata in un programma di welfare sociale per i ceti più disagiati. Fa
arrestare l’intera classe politica del precedente governo che viene sottoposta a
regolare processo. Finiscono tutti in carcere, media di dieci anni a testa con
il massimo rigore. Beni confiscati, proprietà nazionalizzate e ridistribuite in
cooperative agricole ecologiche. Invia una lettera a papa Ratzinger dove si
dichiara “sempre umile servo di Sua Illuminata Santità” dove chiede
ufficialmente che il vaticano invii in Ecuador soltanto “religiosi dotati di
profonda spiritualità e desiderosi di confortare i bisognosi evitando gli
affaristi che finirebbero sotto il rigore della Legge degli uomini”.
Tutto ciò lo si può raccontare oggi, grazie alla
bella pensata del Foreign Office, andati nel pallone. In tutto il pianeta Terra,
oggi, si parla di Rafael Correa, dell’Ecuador, del debito immorale, del nuovo
Sudamerica che ha detto no al colonialismo e alla servitù alle multinazionali
europee e statunitensi.
Questo per spiegare “perché l’Ecuador”.
È un chiaro segnale che il gruppo di Assange sta
dando a chi vuol capire e comprendere che TINA è un Falso. Non è vero che non
esiste alternativa. Per 400 anni, da quando gli europei scoprirono le banane
ricche di potassio, gli ecuadoregni hanno vissuto nella povertà, nello
sfruttamento, nell’indigenza, mentre per centinaia di anni un gruppo di efferati
oligarchi si arricchiva alle loro spalle. Non è più così. E non lo sarà mai più.
A meno che non finiscano per vincere Mitt Romney, Mario Draghi, Mario Monti,
David Cameron e l’oligarchia finanziaria.
L’esempio dell’Ecuador è vivo, può essere replicato
in ogni nazione africana o asiatica del mondo.
Anche in Europa.
Per questo Jules Assange ha scelto
l’Ecuador.
Ma non basta.
Il colpo decisivo al sistema viene dato da una
notizia esplosiva resa pubblica (non a caso) il 4 agosto del 2012. “Jules
Assange ha firmato il contratto di delega con il magistrato spagnolo Garzòn che
ne rappresenta i diritti legali a tutti gli effetti e in ogni nazione del
globo”.
Ma chi è Garzòn?
È il nemico pubblico numero uno della criminalità
organizzata
È il nemico pubblico numero uno dell’opus dei
È il più feroce nemico di Silvio Berlusconi
È in assoluto il nemico più pericoloso per il sistema
bancario mondiale.
Magistrato spagnolo con 35 anni di attività ed
esperienza alle spalle, responsabile della procura reale di Madrid, ha avuto tra
le mani i più importanti processi spagnoli degli ultimi 25 anni. Esperto in
“media & finanza” e soprattutto grande esperto in incroci azionari e
finanziari, salì alla ribalta internazionale nel 1993 perché presentò
all’interpol una denuncia contro Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri
(chiedendone l’arresto) relativa a Telecinco, Pentafilm, Fininvest, reteitalia e
Le cinq da cui veniva fuori che la Pentafilm (Berlusconi e Cecchi Gori soci,
cioè Pd e PDL insieme) acquistava a 100 $ i diritti di un film alla Columbia
Pictures che rivendeva a 500$ alla telecinco che li rivendeva a 1000$ a rete
Italia che poi in ultima istanza vendeva a 2000$ alla Rai, in ben 142 casi tre
volte: li ha venduti sia a Rai1 che a Ra2 che a Rai3. Lo stesso film. Cioè la
Rai (ovvero noi) ha pagato i diritti di un film 20 volte il valore di mercato e
l’ha acquistato tre volte, così tutti i partiti erano presenti alla pari. Quando
si arrivò al nocciolo definitivo della faccenda, Berlusconi era presidente del
consiglio, quindi Garzòn venne fermato dall’Unione Europea. Ottenne una mezza
vittoria. Chiuse la telecinco e finirono in galera i manager spagnoli. Ma
Berlusconi rientrò dalla finestra nel 2003 come Mediaset. Si riaprì la
battaglia, Garzòn stava sempre lì. Nel 2006 pensava di avercela fatta ma il
governo italiano di allora (Prodi & co.) aiutò Berlusconi a uscirne.
Nel 2004 aprì un incartamento contro papa Woytila e
contro il managament dello Ior in Spagna e in Argentina, in relazione al
finanziamento e sostegno da parte del vaticano delle giunte militari di Pinochet
e Videla in Sudamerica. Nel 2010 Garzòn si dimise andando in pensione ma aprì
uno studio di diritto internazionale dedicato esclusivamente a “media &
finanza” con sede all’Aja in Olanda. È il magistrato che è andato a mettere il
naso negli affari più scottanti, in campo mediatico, dell’Europa, degli ultimi
venti anni.
In quanto legale ufficiale di Assange, il giudice
Garzòn ha l’accesso ai 145.000 files ancora in possesso di Jules Assange che non
sono stati resi pubblici. Ha già fatto sapere che il suo studio è pronto a
denunciare diversi capi di stato occidentali al tribunale dei diritti civili con
sede all’Aja. L’accusa sarà “crimini contro l’umanità, crimini contro la dignità
della persona”.
La battaglia è dunque aperta.
E sarà decisiva soprattutto per il futuro della
libertà in rete.
In Usa non fanno mistero del fatto che lo vogliono
morto. Anche gli inglesi.
Ma hanno non pochi guai perché, nel frattempo,
nonostante sia abbastanza paranoico (e ne ha ben donde) Assange ha provveduto a
tirar su un gruppo planetario che si occupa di contro-informazione (vera non
quella italiana). I suoi esponenti sono anonimi. Nessuno sa chi siano. Non hanno
un sito identificato. Semplicemente immettono in rete dati, notizie,
informazioni, eventi. Poi, chi vuole sapere sa dove cercare e chi vuole capire
capisce.
Quando la temperatura si alza, va da sé, il tutto
viene in superficie.
E allora si balla tutti.
In Sudamerica, oggi, la chiamano “British
dance”.
Speriamo soltanto che non abbia seguiti dolorosi o
sanguinosi.
Per questo Assange sta dentro l’ambasciata
dell’Ecuador.
Per questo Garzòn lo difende.
Per questo, questa storia relativa al Sudamerica, va
raccontata.
Per questo l’Impero Britannico ha perso la testa e lo
vuole far fuori.
Perché Assange ha accesso a materiale di fonte
diretta.
E il solo fatto di dirlo, e divulgarlo, scopre le
carte a chi governa, e ricorda alla gente che siamo dentro una Guerra Invisibile
Mediatica.
Non sanno come fare a fermare la diffusione di
informazioni su ciò che accade nel mondo.
Finora gli è andata bene, rimbecillendo e
addormentando l’umanità.
Wikileaks non va letto come gossip, perché non lo
è.
C’è gente che per immettere una informazione da un
anonimo internet point a Canberra, Bogotà o Saint Tropez, rischia anche la
pelle.
Ci ricordano anche che non potremo più dire, domani
“ma noi non sapevamo”.
Chi vuole sapere, oggi, è ben servito. Basta
cercare.
Se poi, con questo Sapere un internauta non ne fa
nulla, è una sua scelta.
Finché non manderemo a casa l’immonda classe politica
che mal ci rappresenta, le chiacchiere rimarranno a zero. Perché ormai sappiamo
tutti come stanno le cose.
Altrimenti, non ci si può lamentare o sorprendersi
che in Italia nessuno abbia mai parlato prima dell’Ecuador, di Rafael Correa, di
ciò che accade in Sudamerica, dello scontro furibondo in atto tra la presidente
argentina e brasiliana da una parte e Christine Lagarde e la Merkel
dall’altra.
Perché stupirsi, quindi, che gli inglesi vogliano
invadere un’ambasciata straniera?
Non era mai accaduto neppure nei momenti più bollenti
della cosiddetta Guerra Fredda.
Come dicono in Sudamerica quando
si chiede “ma che fanno in Europa, che succede lì?”
Ormai si risponde dovunque “In
Europa dormono. Non sanno che la vita esiste”.
====
Ringrazio le persone che hanno contribuito ad alcuni
chiarimenti, e vi posto qua i link, che ho ricevuto oggi, 21/08/2012, relativi
a:
1) Garzon non si è dimesso, ma e stato
sospeso:
2) la Colombia non fa parte di ALBA, in quanto, i
paesi che vi hanno aderito sono:
FINE
.
Ho visto raramente un articolo propagarsi con tanta
velocità sul web come questo e anche io contribuirò alla sua diffusione col mio
blog.
Al di là del plauso che l'articolo ha conseguito, ho
letto le critiche di alcuni neoliberisti che cercano di squalificare l'autore,
fingendo che sia un signor nessuno, mentre è una persona molto nota e
autorevole; altri continuano a chiederne le fonti come se fosse un blogger
qualunque, o cercano inesistenti errori
Intanto una prima fonte dell'articolo è stampa libera.com
poi il suo blog, naturalmente
Mi meraviglia che se qualunque altro giornalista
scrive un articolo, nessuno chiede le sue fonti, ma questo viene fatto
insistentemente su di lui, come se fosse un passante qualunque.
Sergio di Cori Modigliani è un filosofo della
comunicazione e un giornalista molto noto ed è un esperto dell'America latina.
Nato a Buenos Aires, giornalista professionista dal 1979. Per 30 anni ha
lavorato dalla California come corrispondente per testate italiane; personalità
eclettica, ha svolto contemporaneamente varie professioni, romanziere, pittore,
ed è stato anche sceneggiatore professionale per la Twentieth Century
Fox.
Attualmente vive a Roma dove lavora come
blogger.
Il suo blog è "Libero Pensiero: la casa degli
italiani esuli in patria" e merita proprio di leggerlo.
Qui è in una intervista recente di una radio dove
parla della sinistra e della politica italiana, criticando i partiti e citando
Berlinguer
Assange passerà alla storia come l'uomo che ha fatto
tremare il potere che un'oligarchia di poche migliaia di magnati ha sul
mondo.
Nel 2010 Assange pubblicò oltre 1.200.000 documenti
riservati, rivelando all'intero pianeta il vero volto delle guerre americane in
Medio Oriente e le azioni criminali degli USA per assoggettare il
Sudamerica.
Il sito di Julian Assange ha cominciato a pubblicare
cinque milioni di documenti della Stratfor, una società statunitense che si
occupa di sicurezza e analisi strategica e che molti definiscono una “Cia
ombra”.
Ma quanti sono i documenti segreti in suo possesso
non ancora pubblicati?
E cosa potremmo sapere smascherando le menzogne con
cui le grandi potenze hanno nascosto i loro infami progetti di assalto al
mondo?
E quanti Assange potrebbero uscire dall'ombra per
denunciare i grandi crimini planetari?
Ognuno di noi può stare dalla parte di Assange, anche
solo diffondendo informazione contro tutti i bavagli che il potere vuole porre
alla libertà della gente.
Sapere equivale a potere.
E l'uomo che vuole liberarsi deve cominciare a
liberare se stesso dalle bende dell'ignoranza e della
disinformazione.
.
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