domenica 5 agosto 2012

MASADA n° 1400 29/7/2012 L’IMPERIALISMO FINANZIARIO


Come si passa dal liberismo alla finanziarizzazione dell’economia
reale-Distruzione del lavoro come concetto e come valore – Le riforme
anglosassoni che liberalizzano il mercato finanziario – Derivati e
distruzione della ricchezza – Le crisi attuali – Il mostro della
finanza distrugge tutto – Crisi finale del capitalismo – Dissoluzione
della sinistra- Occorre ripensare il mondo – Mentre Monti taglieggia i
cittadini lascia intatti gli scandali della Pubblica Amministrazione-
Riduzione dei dipendenti pubblici senza valutazione del merito o
snellimento della burocrazia – Quel pasticciaccio della riforma del
porcellum – I ladri di Pisa - Napolitano e la brutta storia dei patti
stato-mafia – Il trasferimento in Guatemala di Ingroia – Patti tra
vertici dello Stato e mafia in alto- In basso patti tra giunte locali
e mafia per gli appalti in cambio di voti – La politica ormai si fa
così - Le infiltrazioni della ‘ndragheta in Piemonte-Saviano spiega il
sistema mafioso degli appalti
Crisi del "Piano economico" e finanziarizzazione dell'economia
"Il Capitale globale ha assoluta necessità di una rete planetaria
addetta al drenaggio di capitali sparsi, per unificarli, fino a
raschiare il fondo del barile, fino al borsellino delle vecchiette.
Per un siffatto "lavoro" vi sono grandi organismi appositi; essi ne
traggono un profitto che non sarebbe realizzabile se fossero
rispettate le regole e le leggi degli Stati. Queste, le vorrebbe il
piccolo capitalista schiacciato fra i grandi, le vorrebbe soprattutto
il piccolo "investitore" spennato, ma il Capitale non le sopporta.
Perciò la regola generale è che ognuno si faccia i fatti propri,
all'ombra di leggi che non contano niente, fino a quando qualcuno
scivola sullo sdrucciolevole mercato dei capitali. Quando il
meccanismo s'inceppa da qualche parte per mancanza di plusvalore in
grado di "remunerare" il capitale, scoppia, sì, uno scandalo, ma il
sistema nel suo insieme continua imperterrito a macinare capitali,
aziende, banche, risparmiatori. All'atto dell'incidente tutti si
scoprono assetati di regole e leggi, che valgono lì per lì solo per il
capitalista fesso che ha fatto lo scivolone, mentre per tutti quanti
gli altri il mondo continua a girare come prima. Il "colpevole" non si
troverà, semplicemente perché non c'è, sarebbe come portare in
tribunale il capitalismo, cosa ovviamente assurda." (Parmalat, tentata
fuga dalla legge del valore; "n+1" n. 13)
Da
Come si valuta un sistema economico? Sulla sua sostenibilità.
Sull’aumento di benessere per un numero crescente di persone.
Sull’estensione dei diritti a tutti. Su un futuro più sicuro per i
nostri figli. Sulla cura e tutela del pianeta. Su un uso razionale e
non dispersivo delle risorse. Sulla crescita degli strumenti
democratici. Sulla partecipazione di un numero crescente di persone
alle decisioni da cui dipende la loro stessa vita.
L’ipercapitalismo ha raggiunto questi risultati? Possiamo dire con la
massima forza di NO! Possiamo dichiarare con la massima forza che esso
ha fallito tutti i suoi obiettivi e sta portando il mondo alla rovina
e che noi stiamo vivendo oggi la sua putrefazione e il suo fallimento,
senza che si veda da nessuna parte, tra i potenti e gli organismi che
essi dovrebbero modificare, alcun freno o alcun cambio di marcia alla
sua vergognosa dissoluzione.
Il sistema che ha dominato l’Occidente negli ultimi secoli è stato il
sistema capitalista.
Dopo l’era industriale, esso ha avuto un picco di espansione in cui ha
fatto promesse mirabolanti ed è parso vincente nel mondo rispetto ad
altri sistemi economici-politici, specialmente rispetto ai sistemi
comunisti che sono sfociati in intollerabili dittature, poi il
capitalismo ha aumentato i segni della sua inarrestabile
degenerazione, distruggendo l’economia reale di beni e servizi,
falcidiando i diritti acquisiti, peggiorando i rapporti tra classe
dominante e cittadini, aumentando il numero dei poveri, tagliando il
welfare, portando gli Stati al default e chiudendo le possibilità di
futuro a un numero crescente di persone.
Oggi sia all’atto finale della dissoluzione del capitalismo: la
finanziarizzazione dell’economia.
Cioè i capitali, invece di essere investiti nelle attività produttive
di un paese, entrano in un circuito perverso, in cui si svincolano
totalmente dall’economia reale che diventa, essa stessa, dipendente
dai giochi di Borsa.
Le banche nascono a Firenze nel 1300, la cambiale, il giro di conto,
la partita doppia, i prestiti fatti dai ricchi banchieri italiani
anche ai re, i vari strumenti finanziari che facilitano la produzione,
i movimenti di merci o anche le guerre di conquista.
La rivoluzione industriale rovescia il quadro economico europeo:
passando da un sistema agricolo-artigianale-commerciale a un sistema
caratterizzato dall'uso di macchine con fonti energetiche nuove come
il carbone o il petrolio.
Fino alla rivoluzione industriale, la finanza fu un utile supporto per
l’economia, in quanto mediava tra capitale finanziario e impresa (chi
aveva denaro prestava soldi agli imprenditori per trarre un utile
dalla produzione). Poi la finanza cominciò a diventare sempre più
autonoma, fino alla finanziarizzazione incontrollata attuale, in cui i
capitali in circolo non solo non finanziano più l’economia reale ma
girano in un circuito artificiale proprio, con conseguenze però
nefaste e distruttive sull’economia stessa mettendo in crisi la vita
stessa dei popoli.
Lenin lo aveva visto benissimo e anche Marx quando aveva parlato della
trasformazione dei profitti in rendita.
Sono stati proprio i leader della dx anglosassone a far precipitare il
sistema capitalista in una finanziarizzazione devastante e senza
freni: Reagan, la Thacher, ma anche Clinton e poi Bush..(ma Obama e
Blair non sono stati meglio!!), mentre Stati uniti e Inghilterra
protraevano una economia fatta attraverso la guerra.
Ma, alla realtà dei fatti, entrambe queste vie aggressive: guerra e
finanza, che avrebbero dovuto dare il massimo del potere al
capitalismo anglosassone, si sono dimostrate fallimentari, mentre i
debiti pubblici di UK e USA crescevano fuori controllo e i loro popoli
conoscevano una crisi nata da mancanza di freni e di regole e da
avidità finanziaria
Oggi 40 milioni di cittadini americani sono poveri e, per quanto
nessuno lo dica, il 22% dei cittadini inglesi sono sotto il livello
medio di reddito europeo. E i leader americani e inglese hanno causato
una esplosione incontrollata di finanza criminale finalizzata a se
stessa.
Tra il 79 e il 96, le attività finanziarie aumentarono enormemente
rispetto al PIL.
Nel 2008 una infame liberalizzazione USA del mercato dei capitali
eliminò la divisione tra banche di deposito e banche di investimento,
aprì alle vendite allo scoperto e rovinò tutto il mondo finanziario
intossicandolo di derivati.
Alla fine si è formato un mercato globale del capitale, completamente
a sé stante, selvaggio e anarchico, che non solo non aiuta più col
credito l’economia reale o gli Stati, e distrugge in un gioco
speculativo incontrollato tutto l’esistente
La situazione peggiora in quanto gli Stati mettono i titoli del loro
debito in Borsa alla mercé degli speculatori, che amplificano
cinicamente le ripercussioni negative fino al completo default degli
Stati stessi.
Oggi imprese e soggetti pubblici emettono titoli per raccogliere
credito e il mercato dei titoli esplode, anche perché è automatizzato,
è come un robot impazzito che procede automaticamente per proprio
conto.
E’ dopo la 2° guerra mondiale che la finanza diventa autonoma. Tutto
comincia con le crisi di sovrapproduzione, anche questa previste
perfettamente da Marx.
La crisi del ‘29 scoppia quando l’offerta di beni supera la domanda,
le imprese vanno in crisi e i capitali, invece di finanziare le
imprese in perdita, si spostano sulla pura speculazione. Fu il 1°
segnale ma restò inascoltato.
Le attività finanziarie dovrebbero avere una certa proporzione col PIL
ma dopo il 1980 esse accelerano e si svincolano dal livello reale di
economia di un paese. Tutto peggiora dopo la grande ristrutturazione
economica di Reagan e della Thacher (dx neoliberista anglosassone),
con privatizzazioni e liberalizzazioni che accelerano il processo di
globalizzazione, mentre al sistema bancario e alla Borsa vengono tolti
quei freni e quelle regole che avevano limitato i danni, aprendo una
esplosione incontrollata della finanza criminale finalizzata a se
stessa. Così, tra il 79 e il 96, le attività finanziarie aumentano
enormemente rispetto al PIL. E nel 2008 l’ulteriore liberalizzazione
USA del mercato dei capitali volge tutto al peggio.
Poi, per facilitare e velocizzare le transazioni, hanno messo in Borsa
dei sistemi in automatico così che alla fine sono i software a
dominare le operazioni amplificandone gli effetti perversi, non sono
più gli uomini a decidere ma i computer, la finanza è diventata un
automa che gira vorticosamente per proprio conto infischiandosene
delle imprese, dell’economia o dei popoli che trascina con sé in una
precipitosa caduta.
Nel 1800 e ancora nel 1900 il ruolo della finanza nell’economia era
utile e necessario. Ma è stata la trasformazione successiva, dopo le
eccessive liberalizzazioni delle amministrazioni USA e UK, a rovinare
il sistema, portando il capitalismo alla sua degenerazione successiva
e rendendo la finanza l’attuale mostro che non solo non è più utile
all’economia ma addirittura è il suo peggior nemico e porta al
fallimento gli Stati.
Si può anche pensare che le amministrazioni americane e inglesi
abbiano imposto forzosamente una guerra della finanza contro il mondo
per sostenere le loro valute, costringendo il mondo a ignorare i
propri guai interni e la loro decadenza internazionale, ma ora il
mostro che hanno creato, come un novello Frankestein, sta divorando il
suo costruttore ed è diventato un pericolo mondiale che occorre
fermare.
Non possiamo davvero accettare che per sostenere il dollaro e per non
far decadere gli USA dalla sua posizione coatta di sceriffo
internazionale, si mandi in rovina l’intera zona dell’euro col
fallimento a catena prima dei paesi PIIGS, poi di tutti gli altri,
compreso il primo della classe, quella Germania che non può certo
sperare di mantenere i livelli della sua economia attuale se
falliranno tutti i suoi compratori e mentre le agenzie americane
mandano sotto rating negativo anche lei!
Alla fine il mondo intero sarà messo a rischio solo per sostenere
l’anarchia esasperata della grande finanza e delle incontrollate
banche americane o di quella FEED che ormai ha dimostrato di essere un
altro potere autonomo privo di ogni controllo.
La finanziarizzazione di tutto è un atto molto grave, produce la
caduta a picco dell’economia reale e la rovina estrema dei popoli, la
fine dei loro diritti e dell'autodeterminazione, la ragione d'essere
dei partiti e l’autonomia dei governi, segnando la morte della
democrazia parlamentare, che era stato il vanto dell’era moderna e si
era contrapposta con fierezza al totalitarismo comunista.
L’iper-liberismo ha voluto togliere ogni regola e ogni freno alla
finanza ma questo sta portando a morte l’Occidente.
Il problema è che non può esistere, né in natura né in un consesso
civile, nulla che sia privo di regole e di controlli e in cui
l’egoismo dell’uno non sia frenato dalla necessità del benessere di
tutti. Se un tale scempio è preteso da ideologie che impongono
l’assenza di freni e di leggi per scatenare l’insaziabilità di pochi,
l’unico esito possibile da questa assurdità è la catastrofe totale.
E’ inutile che G8 o G20 continuino a sprecare i loro capitali
finanziari e umani se non si corregge ciò che è stato guastato da un
iperliberismo protratto oltre ogni limite accettabile, e se non si
capisce, a livello occidentale e mondiale, che la finanza non può
essere un Frankestein libero di distruggere il mondo. Non si può
continuare ad ignorare le sue devastazioni solo perché la banca x o il
tale magnate o potere multinazionale o governo godono di questa
anarchia e ci fanno affari.
7 miliardi di persone non possono essere mandate al macero per
l’avidità incontrollata di pochi che pretendono la distruzione di
tutti!
Dopo che i capitalisti hanno preteso la finanziarizzazione
dell’economia e le corrotte agenzie di rating hanno decretato il
fallimento dell’occidente nell’inutile tentativo di salvare il
dollaro, a questo punto praticare agli eurostati una ricetta di tagli
che aumentano la recessione è come prendere uno che muore per anemia
anemoblastica e praticargli un salasso. L’enormità e l’inutilità di
queste pratiche assassine dovrebbe essere talmente evidente che
sentire Bersani o Casini consentire 'senza se e senza ma' a questa
devastazione dà un senso di follia assoluta.
Un tempo contro l’ideologia liberista si sventolava l’ideologia
marxista, oggi essa ha fatto a fine dei marziani. Non so dove in
Italia sia finita la sx. Bertinotti è sparito, Diliberto pure, di
Ferrando nessuna voce e personaggi nuovi non emergono, mentre il buon
Ferrero è privo di visibilità. Nel csx non c’è più traccia di sx,
tanto che si potrebbe chiamarlo “l’altra destra”, la conversione di
Bersani o D’Alema o Franceschini e della Bindi verso un centro
simil-democristiano è più che palese, del resto la foto di Vasto è
sempre più sbiadita e Bersani fa di tutto per staccarsi da Vendola per
avvicinarsi a Casini, mentre Di Pietro, che di sx non è mai stato,
appare del tutto isolato, nello strano tentativo di mettere insieme
una ‘unione anomala’, con Vendola che viene da RC e Grillo, che non si
allea con nessuno.
Se poi si guarda agli emergenti del Pd cascano proprio le braccia. Il
programma di Renzi, scritto da Gori, è una replica neoliberista
allargata del programma di Berlusconi e prevede privatizzazioni a
360°, quando la finanziarizzazione si esprime proprio partendo dalle
privatizzazioni, esse ne sono il primo stadio e non abbiamo trovato
certo il Pd a difesa dell’acqua pubblica o della Valsusa, delle
pensioni o degli operai della Fiat.
Un tempo era lo Stato che disciplinava l’economia, oggi i piccoli
investitori creano masse enormi di capitale gestite da oligarchie
finanziarie, e sono queste che indirizzano i soldi dove fruttano di
più e subentrano allo Stato.
Come abbiamo detto, tutto peggiora dal 1980, con l’affermazione
dell’iperliberismo. Gli Stati si indebitano in misura superiore
all’incremento di PIL, e producono un deficit che tentano di colmare
vendendo titoli pubblici, il che provoca il raddoppio del debito.
Fino agli anni 70 si era riusciti a mantenere un relativo equilibrio
con mercati finanziari stabili grazie al sistema di regolamentazione
internazionale di Bretton Woods, ma nel 71 Nixon decise di scollegare
il valore del dollaro dall’oro e cominciò la rovina.
Era evidente che la quantità di dollari in circolazione era
enormemente superiore alle riserve d’oro americane e il valore del
dollaro si basava solo sul riconoscimento di una primazia mondiale
degli USA, era questo che imponeva il dollaro come valuta prioritaria
negli scambi internazionali.
L’avvento dell’euro mise fine a questo valore presunto, minacciando la
superiorità americana. Saddham ruppe lo schema imposto accettando di
vendere petrolio in cambio di euro e questo allarmò l’America.
Oggi è lo yuan a chiedere di partecipare ai pagamenti internazionali.
Il valore del dollaro decadde a causa dell’enorme debito pubblico USA
e anche al deficit permanente della bilancia dei pagamenti. Cessando
la sua base aurea, esso diventò una moneta solo ‘fiduciaria’, ma
questa fiducia ormai non fa che cadere in basso.
Nel 1973 l’OPEC decise di moltiplicare per 5 il prezzo del greggio,
abbattendo il surplus sul proletariato occidentale e scatenando
l’inflazione e, siccome ciò ridusse il potere di acquisto, si parlò di
deflazione. I paesi esportatori di greggio si trovarono quantità
enormi di capitale finanziario senza saperle investire e sembrò per un
attimo che il sistema esplodesse, ma il capitalismo prese a passare da
una crisi bancaria a un ‘altra, prolungando la sua agonia fino agli
anni 90.
Intanto era sempre più evidente che si producevano sempre più merci
ma diminuiva la domanda (sovrapproduzione) e questo cominciò a
produrre fallimenti a catena.
Si ripeteva la crisi del ‘29, ma questa volta gli Stati la scaricavano
sui cittadini salvando le banche con esborsi giganteschi di danaro.
All’inizio il piano economico funzionò abbastanza bene, i salari erano
agganciati alla produttività media del sistema (salario collegato alla
produttività aziendale, piena occupazione e controllo
dell’inflazione), tasse progressive e stato sociale.
L’Italia del 2° dopoguerra avanza alla grande: ricostruzione del
paese, boom demografico, forte afflusso di operai del Sud a Nord,
scuola di massa, infrastrutture, enormi assunzioni nella PA. Furono
gli anni del boom economico.
Dal 68-69 la tendenza si inverte. Riprendono le lotte operaie, i
profitti del capitale scendono, si satura la domanda interni di certi
beni di massa, rallentano gli investimenti industriali.
Le imprese allora tentano di conseguire gli stessi profitti di prima
riducendo il costo del lavoro, aumentando i prezzi più dei salari,
attaccando i sindacati e delocalizzando la produzione in paesi con
meno diritti e più bassi salari. Ma ciò non basta.
Il capitalismo ormai non riconosceva confini nazionali ed era sempre
più refrattario a regole I capitalisti cercavano un mezzo rapido per
fare profitti e alla fine la Borsa apparve l’ambito privilegiato anche
per chi aveva imprese bene avviate (vedi Tanzi).
A poco a poco il nuovo scopo del capitale non fu più fare soldi
attraverso la produzione o i servizi, ma giocare in Borsa. Fu una
trasformazione epocale: la massimizzazione del valore non col lavoro
ma con le azioni.
Marx aveva previsto anche questo. Nasceva il CAPITALISMO MONETARIO che
si svincolava dalla produzione di merci o servizi, si staccava
dall’economia reale.
La proprietà del capitale si separava dalla funzione del capitale. Si
potevano fare soldi coi soldi, al punto da sopprimere la produzione e
dunque l’economia reale per un gioco totalmente fittizio.
Il capitale riproduceva se stesso eliminando il lavoro.
Ecco perché Berlusconi voleva eliminare l’articolo 1 della
Costituzione che fonda la repubblica sul lavoro! Ecco perché voleva
modificare l’art. 41 della Costituzione sull’impresa togliendo il
passo per cui il suo fine non dovesse essere in contrasto con
l'utilità sociale o tale da recare danno alla sicurezza, alla libertà
e alla dignità umana!
Si voleva fondare lo Stato unicamente sul LUCRO!
La fase degenerata del capitalismo separa dunque il possesso del
capitale dal suo impiego, stacca il capitale liquido da quello
produttivo, scade nell’IMPERIALISMO FINANZIARIO = capitalismo in cui
l’egemonia su tutto è del capitale che riproduce se stesso senza il
lavoro.
Di fronte a questa divinità dell’era degenerata non esiste
Costituzione, non esistono leggi, principi, valori o stato
democratico. Tutto deve inginocchiarsi. Al posto della storia dei
popoli si passa alla storia dei movimenti della Borsa, delle decisioni
delle agenzie di rating, del debito che produce altro debito, in una
spirale senza fine, in un meccanismo impazzito dove il grande assente
è l’uomo e il mondo diventa preda degli automatismi artificiali della
macchina finanziaria.
Ma per 30 anni almeno si continuò a ripetere ipocritamente la
favoletta del neoliberismo che portava progresso e benessere, mentre
le imprese si conglomeravano in strutture sempre più forti, ormai
aliene da proprietà famigliari o da interessi nazionali, ma in cui gli
azionisti reclamavano sempre maggiori dividendi, secondo la strana
teoria che più i dividendi degli azionisti erano alti meglio se la
passava lo Stato.
Alla fine produrre valore per gli azionisti fu l’unico scopo e tutto
il resto non contava, una visione che venne pugnalata dalla crisi del
2000 e dai grandi scandali finanziari.
La febbre della rendita azionaria era come l’eroina, dava una ebbrezza
irrinunciabile e poi rendeva impossibile qualunque gestione. Ormai si
era disposti a tutto pur di maggiorare i rendimenti azionari,
qualunque truffa o manipolazione, finzione o crimine.
Le corporation presero a collocare i debiti in società esterne per
contraffare i bilanci. L’opinione dei capitalisti era che si poteva
produrre valore con la sola finanza, ma quello che si produceva era
solo morte e distruzione. Il mondo cessava di esistere nella febbre
della speculazione che prometteva grossi guadagni anche e soprattutto
quando il mondo andava male.
Ma dal 2000 i corsi azionari presero a crollare, le azioni persero
fino al 38% e solo negli USA si ebbe una distruzione di valore di
8.400 miliardi di dollari, l’85% del Pil, mentre perdite pesanti
colpivano i fondi pensione che erano stati investiti in titoli
tossici. I piccoli azionisti furono colpiti a morte, mentre si
amplificava il crollo del mercato immobiliari, altra speculazione che
era avanzata fino all’implosione nella totale assenza di controlli
statali sui mutui bancari.
In Europa la distruzione di valore fu di circa 3.500 miliardi di euro.
Cominciarono i fallimenti a catena di grandi banche e società, giganti
coi piedi di argilla che rivelavano tutta la loro debolezza.
La crisi non era congiunturale ma strutturale.
Era proprio il punto focale dell’ideologia liberista a provocarla: la
sempre richiesta assenza di regole e controlli, il libero mercato, che
secondo le teorie avrebbe dovuto autoregolarsi, ma che produceva solo
la propria disintegrazione.
Inutile parlare di mele marce. Era marcio l’intero sistema
finanziario. Era fallimentare il sistema.
Fusioni e acquisizioni si rivelarono inutili. La distruzione di valore
continuava. La maggior fusione fu la violenza perpetrata dalla Daimier
Benz quando acquisì la Crysler, il valore della loro somma in Borsa
era di 80 miliardi, dopo la fusione cadde a 45 miliardi! Le massime
teorie del mercato liberista si scioglievano al sole dimostrando solo
la loro falsità.
Caddero così giganti come General Eletric e General Motors.. si arrivò
al fallimento della Enron e di Worldcom ecc.
La Enron prima produceva per proprio conto energia elettrica, poi
cominciò a vendere energia elettrica prodotta da altri, poi prese a
giocare sulle variazioni dei prezzi di mercato, i conti venivano
manipolato e si vendevano ‘future’ cioè utili sperati, alla fine
vendeva solo informazioni e falsificava i dati per forzare le
informazioni, alla fine comprava rischi altrui rivendendoli come
derivati.. e così sempre peggio fino al fallimento totale.
A partire dagli anni 90 il fenomeno più spettacolare è la
conglomerazione dei capitali, che cambia la struttura dell’impresa che
non si limita più a produrre beni o servizi ma entra in un gioco
politico-finanziario.
Un altro fenomeno spettacolare fu il convergere tra attività bancaria
e assicurativa: le compagnie assicurative trasferivano i rischi
riassicurati sotto forma di derivati. Banche e assicurazioni davano
vita a grandi reti distributive globali che sfuggivano totalmente al
controllo degli Stati.
Oggi gran parte delle entrate delle banche viene proprio dalla vendita
di prodotti finanziari. Le banche cioè non adempiono più alla loro
funzione di credito.
Ma chi è che paga alla fine il trasferimento dei rischi? I
risparmiatori, le famiglie, i cittadini!
30 anni fa la banca raccoglieva denari e pagava un interesse ai
risparmiatori, oggi sono i possessori di capitali che si rivolgono
alla banca per farli fruttare pagandola per questo servizio. Colossi
mondiali del credito che rapinano i risparmi delle vecchiette per
riversarli sul mercato come titoli spazzatura (pensiamo ai bond
argentini o ai titoli delle Cirio e della Parmalat con le banche
complici degli speculatori internazionali).
Ma lo stesso accade coi fondi pensione che vengono trasferiti alle
banche dalle istituzioni statali.
A poco a poco il mercato si gonfia di titoli spazzatura in cui i
giochi sono sempre a breve termine e i fallimenti a catena.
Più cresce il capitale immesso nei prodotti finanziari, più aumenta la
speculazione. Alla fine il capitale finanziario è 12 volte di più del
PIL mondiale.
Non si compra e si vende in base a qualcosa di esistente, ma puntando
anche sui cambiamenti di qualcosa in peggio, per cui si può vincere
puntando sul fallimento di uno Stato e c’è chi guadagna quando la
Borsa perde. Il giro di affari è gigantesco.
Si pensi che solo gli hedge funds hanno un giro di affari di trilioni
di dollari.
Ma nessuno mette un freno, nessuno impone nemmeno una modica tassa per
frenare il giro vorticoso delle transazioni, tutti riconoscono i
danni spaventosi dei titoli tossici ma nessuno impone di ritirarli.
Quando le cose vanno molto male, si sospendono per qualche giorno le
vendite allo scoperto, ma nessuno le vieta per sempre. E intanto la
speculazione diventa sempre più frenetica e selvaggia.
E gli Stati vanno sempre più a picco.
La dilatazione dei mercati finanziari portato così al fallimento
degli Stati reali. Inutile negarlo. Questa ormai è sotto gli occhi di
tutti.
Il capitalismo è fallito, le sue regole estreme hanno portato alla
devastazione totale dell’economia che orami annovera solo fallimento,
i popoli sono costretti a pagare le perdite del sistema.
Le famiglie possono morire, gli Stati possono crollare, le imprese
possono chiudere, ma quelle che si devono per forza salvare sono le
banche. Nessuno chiede alle banche di reinvestire nell’economia reale
la cascata di miliardi che vengono loro prestati a tasso quasi nullo e
così c’è solo nuova benzina per far andare avanti la macchina
impazzita della speculazione e i debiti stessi sono soggetti alle
regole impazzite che fanno salire i loro tassi fino all’esplosione
finale.
E’ il Grande Gioco! La Grande Follia Mondiale! La Malattia Endemica
che non deve essere curata o frenata ma devo proseguire fino
all’implosione finale: alla morte di tutto!
Stiamo vivendo nell'agonia di un sistema che non è solo economico ma
anche ideologico, culturale, sociale. Questo sistema ha oggi la sua
Apocalisse. Ma coloro che lo hanno portato alla sua fase terminale non
hanno nessuna intenzione di fare atti correttivi che per loro
sarebbero contro natura. I Grandi Giocatori non possono fare ameno di
giocare! E quelli che storicamente e ideologicamente dovrebbero essere
i loro avversari politici sono stati comprati con 30 denari.
Il lavoro è e resta la base fondamentale di qualunque consorzio umano,
ma quelli che dovevano difenderlo sono marciti nella quotidiana
frequentazioni dei loro avversari fino a diventare indistinguibili da
loro. Si sono mitridizzati col loro stesso veleno fino ad essere
incapaci di produrre gli anticorpi.
Il lavoro esiste ancora per miliardi persone, come funzione o come
speranza, ma nei parametri dell'iperliberismo dissociato è scomparso,
è stato ammazzato dall'anarchismo finanziario che sta divorando tutto.
E' inutile assassinare i popoli con tagli e restrizioni. Se il mostro
della finanza non sarà atterrato, il mondo non preparerà altro che la
propria rovina.
Il capitalismo moderno ormai se ne frega del lavoro, della produzione,
della situazione del mondo, del futuro delle generazioni e della
salvezza del pianeta, è un mostro ipertrofico che si autoalimenta, un
buco nero che inghiotte a velocità folle tutte le risorse esistenti.
La produzione di beni, le imprese, l’economia reale sono ormai
parametri inutili che non servono più a placare l’avidità spaventosa
di questo Moloch che rischia di divorare la nostra intera civiltà.
..
OCCORRE RIPENSARE IL MONDO
Viviana Vivarelli
Se veniamo da mondi diversi,vediamo le cose in modo diverso. Chi viene
dalla partitocrazia, vede solo i partiti. Chi viene dal pensiero no
global vede la dissoluzione dei partiti e della democrazia
parlamentare che ha ormai chiuso il suo ciclo, come il liberismo, a
cui si accompagna.
C'è chi vede solo Grillo l'incantatore e non è molto interessato al
suo programma. Crede che tutto cominci e finisca con lui e non gli
interessa la democrazia diretta, per cui il M5S è un partito tra
tanti. Non valuta l'elemento rivoluzionario antipartitico di questa
immensa novità culturale. Quando dice che non ha mai visto nulla di
simile prima, ha ragione, ma la bellezza e la forza del M5S sta
proprio in questo
I sistemi storici non sono eterni, sono delle parabole che hanno un
inizio e una fine. Il comunismo è un sistema ormai obsoleto che in
occidente non può più crescere e sta ripiegandosi in se stesso
terminando il suo ciclo anche ideale, dopo i suoi innegabili
fallimenti materiali. Il mondo non ha bisogno oggi di nuove piramidi
di potere ma di una nuova e creativa gestione delle comunità con una
concezione innovativa della democrazia, non più partitica e
parlamentare ma diretta, in forme ancora tutte da inventare.
Da alcuni decenni il neoliberismo è sfociato in un imperialismo
finanziario con cui sta segnando la rovina del mondo ma anche la
propria, perché un sistema che divora se stesso non è sostenibile. Le
Olimpiadi di Londra hanno indicato, giocando, l'implosione di un
sistema che era nato con la rivoluzione industriale ma che ora è alla
fine e l'Ilva di Taranto ne è un segno.
I no global parlano di questo da 40 anni in tutto il mondo.
A fianco della crisi gigantesca del capitalismo, che solo in apparenza
è più forte e invincibile che mai, ma in realtà sta implodendo ed è
prossimo alla fine, è nata la reazione: la nuova organizzazione
materiale e morale del mondo che lo distruggerà.
Crediamo in questa reazione mondiale da almeno 30 anni, si è
presentata al mondo attraverso il pensiero no global, che, come il
M5S oggi, non è né dx né sx, ma cerca una nuova organizzazione umana,
secondo paradigmi del tutto nuovi.
Possiamo solo seguire questo pensiero planetario, non solo Beppe
Grillo, che ne una scheggia. Possiamo solo seguire la STORIA!
..
In Italia il M5S potrebbe essere l’inizio di un mutamento in una
situazione economica e politica che ogni giorno peggiora.
Mentre Monti, con tutti i suoi iniqui tagli lineari, non riesce a far
recedere né i tassi né lo spread né il rating, i politici perdono
tempo in discussioni interminabili sul cambiamento del sistema
elettorale da cui nessuno vuol perdere potere e per cui nessuno vuol
cedere diritti ai cittadini. Il nemico numero 1 sembra essere per
tutti il M5S, così che, mentre Berlusconi si fa votare dal senato il
semipresidenzialismo, gli altri sono impegnati a cercare un sistema
che non riduca la loro occupazione delle istituzioni e insieme
estrometta il m5S, come elemento anomale che potrebbe sparigliare i
giochi in modo ancora indecifrabile.
Se vogliono bloccare il M5S possono farlo velocemente: legge che
rifiuta a qualunque movimento di essere eletto, permesso dato solo ai
partiti tradizionali: con un presidente, un segretario, un programma
definito, finanziamenti ai giornali e rimborsi elettorali pubblici
obbligatori e altre due o tre cosette per cui niente che sia diverso
dal feroce possesso dei partiti possa mai penetrare la cittadella del
potere.
Poi faranno dei falsi cambiamenti di facciata affinché nulla cambi dal
porcellum attuale e tutto il potere resti nelle mani di quei 4
segretari che oggi hanno trasformato una repubblica democratica in una
ristretta oligarchia che ha defraudato il popolo di ogni sovranità e
pretende di governare a vita il paese in un modo medievale come una
turpe banda di predoni. E il Pd si assocerà festante a questa truffa e
voterà persino la repubblica presidenziale per dare di nuovo tutto il
potere a B, oppure farà quelle opportune assenze che per 7.500 volte
hanno permesso al cdx di far passare ogni porcheria e B&B saranno
pappa e ciccia come prima, fingendo scaramucce sui giornali ma
marciando uniti nella spartizione del potere come hanno fatto per 18
anni. Come i ladri di Pisa.
E siccome di prendersi responsabilità di governo non se la sente
nessuno ed è ridicolo solo pensare che al posto di Monti vadano a
gestire il default degli inetti irresponsabili e miserabili come B o
Bersani, faranno il Monti 2 che distruggerà quel che resta col
consenso del 40% dei cretini.
Ovviamente non se ne parla neanche di aumentare la democrazia diretta,
abolire l'ammasso di cariche nella stessa persona, mettere tetti
superstipendi, limitare a 2 le legislature per ogni eletto, cacciare i
pregiudicati, far sparire enti inutili come le province, allargare a
tutti i diritti iniqui di cui godono i parlamentari, ridurre
drasticamente l'enorme macchina del potere o stroncare quel milione e
300.000 di esose sanguisughe politiche che ci strozzano. Fingeranno di
cambiare qualcosa affinché non cambi niente. E parecchi idioti
continueranno pure a tifarli come i salvatore dello Stato, così come
ieri tifavano Berlusconi o Bossi e così come ieri l’altro hanno tifato
Mussolini!
.
I Ladri di Pisa
Silvanetta
In passato i cittadini di Pisa, che passavano di giorno in Piazza dei
Miracoli, vedevano quotidianamente sempre le stesse persone litigare
tra di loro.
Nello stesso periodo nella città di Pisa tutte le notti si
verificavano sempre più frequentemente furti nelle abitazioni, nelle
botteghe degli artigiani, nelle chiese, ed a volte anche i passanti
venivano rapinati.
Alcuni testimoni riferirono, alle autorità ed alla cittadinanza, che a
loro parere i ladri somigliavano a quelle persone che di giorno si
vedevano litigare in Piazza dei Miracoli.
Quei testimoni naturalmente non furono presi sul serio perché si
riteneva impossibile che quelle persone viste litigare tra di loro di
giorno potessero poi ritrovarsi insieme a rubare di notte.
..
IL DENARO, metro del mondo
Tutto passa per il denaro.
La corruzione si lega al modo con cui il danaro viene regolamentato e
controllato.
Ogni giorno appare più chiaramente che la grande mafia del crimine, la
mafia internazionale della finanza, la mafia delle multinazionali, i
grandi evasori mondiali e i partiti di qualunque parte sono ormai una
cosa sola.
E tutti insieme vogliono solo andare contro gli interessi dei
cittadini per un medioevo dominato dai plutocrati che strangolano i
diritti umani, come uccidono la verità e la giustizia.
Finché non vedremo una guerra ai paradisi fiscali dove sono depositati
i bottini delle varie rapine e non vedremo un fisco giusto e
trasparente e delle regole per il sistema di borsa e banche che
abbiano una parvenza di legittimità contro ogni speculazione così che
si torni a una economia reale di produzione e servizi, saremo solo noi
contro loro, e le differenze ipocritamente ideologiche serviranno solo
a ingannare gli sciocchi.
.
Primo Levi
“Tornare indietro non si può, o si può solo a spese di un massacro di
proporzioni inaudite: tornare alle origini significherebbe aprire le
porte alle epidemie ed alla mortalità infantile; rinunciare alla
produzione di fertilizzanti chimici riducendo alla metà o a un terzo
la produzione agricola e condannando alla fame centinaia di milioni di
individui oltre a quelli che già la patiscono attualmente.
L’umanità si trova oggi in una situazione critica e nuova, talmente
complessa che sarebbe ingenuo proporre di risolverla in base ad un
unico criterio generale. Non si può continuare a "progredire”
indiscriminatamente, ma non si può neppure fermarsi o regredire su
tutto il fronte.
Occorre affrontare i singoli problemi uno per uno, con onestà
intelligenza ed umiltà: è questo il compito delicato e formidabile
dei tecnici di oggi e di domani.”
MENTRE MONTI TAGLIEGGIA I CITTADINI, LASCIA INTATTI GLI SCANDALI DELLA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Le situazioni scandalose nella PA sono troppe per poter evitare di
parlarne e in tempo di crisi come questa non vederle diminuire è
diventato intollerabile!
La Thachter si scandalizzò perché Tony Blair aveva portato da 70 a 200
il numero dei collaboratori di Downing street.
Sapete quanti dipendenti ha Palazzo Chigi, cioè la Presidenza del
Consiglio, l'ufficio di Monti? Nessuno lo sa, ma si sa per certo che
superano le 4.600 persone. E a che fare?
Perché Monti non comincia col ridurre questo esercito sterminato di
nullafacenti e non adegua tutti i ministeri e anche la corte di
Napolitano alla media europea? Perché parla di fare altri tagli alla
scuola o alla sanità e minaccia di tagliare le tredicesime ma non
tocca questa incredibile e inutilissima corte che serve solo a se
stessa? Ci sono addirittura 377 dirigenti, il doppio dell'Inghilterra,
e Brunetta ne aveva nominati altri 33, alla faccia della crisi e della
razionalizzazione della PA!
Mentre il tetto degli stipendi e l'abolizione dei vitalizi sono andati
a farsi benedire! E queste sono cifre del 2009: 4.600 mangia a ufo con
stipendi da 50 mila euro lordi, e ora è anche peggio!
Ma lo sapere che le spese del Quirinale, cioè di Napolitano sono un
segreto di Stato?????!!!
..
Per Benetazzo si dovrebbe iniziare da una riduzione imponente del
numero dei dipendenti pubblici ma Monti è su questa linea, come tutti
i paesi Ue (anche l'Inghilterra licenzierà 770.000 dipendenti pubblici
e la Grecia ne ha fatti fuori inutilmente 300.000, tagliando le
tredicesime agli altri), salvo il fatto che riduzione di Monti è fatta
malissimo come tutti i suoi tagli lineari, non esistendo nella PA
alcun sistema per valutare il merito, per cui non saranno mandati a
casa i lavativi e i nullafacenti e nemmeno chi ha frodato e
imbrogliato, ma solo quelli vicini alla pensione con un grosso esborso
dello Stato, che contraddice tutti gli sforzi della Fornero per
allungare l'età del lavoro con tra l'altro lo sconcio degli esodati,
gente rimasta in mezzo al guado,né al lavoro né pensionata. Che certi
provvedimenti di Monti siano schizofrenici sembra evidente. Vuole
allungare l'età pensionabile o prepensionare? Si decida!
Dunque resteranno nella PA i lavativi,i nullafacenti e anche i
colpevoli di frodi o furti, e Monti non prevede quel necessario
snellimento della burocrazia che renderebbe realmente utile la
riduzione dei numeri e sarebbe una manna per tutti, dal momento che
l’Italia ha la burocrazia più pesante e farraginosa d'Europa.
Dai dati 2009 i dipendenti pubblici risultano
3.311.582
di cui
il 32,8% nella scuola
il 9,8 in polizia
il 5,4 nei ministeri (qui i tagli sarebbero sacrosanti)
il 4,4 nelle forze armate
solo l'1,6 nel fisco
lo 0,9 nei vigili del fuoco
lo 0,3 in magistratura
lo 0,04 nei monopoli di stato
lo 0,1 per il premier (?)
lo 0,04 prefetti
0.003 diplomatici
solo lo 0,01 per le carceri (notate che ci sono più persone al
servizio del presidente del consiglio che a guardare i detenuti!)
Nel settore pubblico non statale
20.9% in sanità
15,7 enti locali
2,2 regioni a statuto speciale
1,7 enti pubblici non economici
3,5 università
0,5 enti di ricerca
Poi c'è un 5,2% di personale a tempo indeterminato a part time
.
La semplificazione della burocrazia era stata iniziato da Prodi con
Bassanini, il quale tuttavia aveva visto non poche sue innovazioni
disapplicate dagli uffici senza la loro penalizzazione. Bassanini poi
è andato a velocizzare la burocrazia in Francia e sappiamo cosa ha
fatto Brunetta al suo posto:Zero di niente!
Prim’ancora della riduzione dei dipendenti pubblici Monti dovrebbe
sburocratizzare il sistema Italia che è il più gravoso d’Europa per
aiutare cittadini e imprese.
La semplificazione delle procedure amministrative rientra nelle sue
promesse e 7 mesi fa Monti dette l'incarico ai suoi di lavorare su
questo ma non si è visto ancora nulla.
L’Europa lo ha anche sollecitato ad applicare in modo più efficace la
norma europea che vuol semplificare la vita alle imprese ad es.
rimuovendo una serie di barriere amministrative. Il Governo pensa di
eliminare tutte le procedure di autorizzazione ritenute non
necessarie. Ma, se non ci aggiungerà pene per gli inadempienti, sarà
fatica vana.
Sono previsti provvedimenti specifici, come la semplificazione delle
norme sui controlli alle imprese con un unico soggetto ispettivo o la
semplificazione dei contenziosi con la PA.
Un problema enorme è quello del ritardo nei pagamenti di lavori fatti
per la PA che arrivano a 20 mesi (caso unico in UE che ha portato a
fallimento molte imprese). Attualmente la PA è in debito con le
imprese per 70 mld!
Poi ci sono gli incentivi alla ricerca, mancanti in Italia, che è
all’80°posto su 187 paesi.
E è al 158°sul far rispettare i contratti, ultima in classifica (qui
basterebbe mettere penali salate come in USA, invece il gioco delle
imprese è di allungare i tempi dell’opera per farsela pagare di più,
finché costa 3 o 4 volte il preventivo).
Le nostre imprese sono danneggiate per le tasse (134°posto) e per
l’elettricità (109°).
Nell’iter per aprire un’impresa siamo al 77°posto e il costo medio è
di 2.673 €, contro la media Ue di 399, Uk 33, Germania 176, Spagna
115.
.
I MORTI VIVENTI
Di Pietro vuole andare al voto per salvare il paese che cade sempre
più in basso per le politiche scellerate di Monti, non fa sconti a lui
né ai partiti che lo sostengono, tanto più che Bersani è sempre più
deciso nel suo turpe progetto di staccarsi da IdV e Sel, gettar via
qualsiasi traccia di sx e abbracciare Casini (e con lui la mafia )per
rifare la DC.
"Non esiste più una maggioranza- dice Di Pietro- ma solo un gruppo di
morti viventi e noi li sfidiamo. Erano stati messi per risolvere i
problemi e invece ci stanno portando al fallimento. Bisogna andare al
più presto al voto con una legge elettorale che si può fare in 24 ore
salvaguardando le prerogative dei cittadini che hanno firmato il
referendum. E bisogna fare presto,prima che scoppi la rivoluzione!"
Basta con i provvedimenti che colpiscono a senso unico i più deboli e
tagliano i servizi essenziali ai cittadini! Occorre modificare la
logica perversa dei tagli lineari, salvando la scuola e la sanità
..
NAPOLITANO E LA BRUTTA STORIA DEI PATTI STATO-MAFIA
IL TRASFERIMENTO IN GUATEMALA DI INGROIA
“Non c’è mafia senza politica “
Ingroia
A Palermo i pm indagano sui patti Stato-Mafia e nell’indagine saltano
fuori intercettazioni in cui Mancino si sente chiamato in causa dai pm
e si rivolge a Napolitano perché, in quanto capo del CSM, li freni
eliminando il suo nome dall’indagine. Lo scandalo è enorme. Viene
sollevato da Il fatto Quotidiano, mentre i giornali di regime tentano
di offuscarlo. Ma non si riesce a non farlo esplodere. Tanto più che
Napolitano si dichiara attaccato nelle sue prerogative di Capo dello
Stato, pertanto non intercettabile, e invoca un presunto regime di
intoccabilità che non esiste in nessun paese del mondo, e mando meno
nei rapporti del crimine organizzato Mentre lo scandalo esplode in
tutta la sua violenza e i tg evitano di informarne la popolazione, il
principale pm di Palermo, Ingroia abbandona l’inchiesta e si
trasferisce in Guatemala al servizio dell’ONU. Il Ministro della
Giustizia, Severino, dichiara che il trasferimento di Ingroia non ha
niente a che fare con l’inchiesta che ha coinvolto Mancino e
Napolitano, ma la tensione è enorme.
Di Pietro: "Esprimo tutte le mie riserve su un Presidente della
Repubblica che, davanti a un fatto così grave come la trattativa
Stato-mafia, da una parte dice che non esiste ragion di Stato che
possa oscurare la verità e dall'altra impedisce ai magistrati di fare
il loro lavoro, sollevando il conflitto di attribuzione e di fatto
indebolendo l'operato dei pm. Noi siamo con quei magistrati al fronte,
non con gli azzeccagarbugli".
E davvero che il Pd e Napolitano fossero addirittura implicati nel
patto mafia-Stato sarebbe una cosa intollerabile in qualunque paese
civile e fingere, come fanno i media, che sia solo uno scoop del Fatto
Quotidiano dà la misura del basso livello in cui è caduta
l’informazione di questo paese per sostenere i reati della politica.
Vi immaginate una America in cui un vicepresidente del Consiglio
Superiore della Magistratura ha contatti con un mafioso del calibro di
Ciancimino e quando la cosa esce dalle intercettazioni si rivolge al
capo dello Stato per stoppare il pm??!!
.
INGROIA
Per quanto la Severino abbia negato pubblicamente qualsiasi relazione
tra l’inchiesta sui rapporti Stato-mafia e il trasferimento di Ingroia
in Guatemala, la verità si manifesta con assoluta evidenza: quello che
sta succedendo è enorme e si vuole incaprettare i pm di Palermo perché
non vadano avanti con l’indagine. Il Governo Monti non è diverso dai
precedenti e si mette sulla stessa linea della testuggine che ritira
la testa nel guscio del potere, non accettando la minima crepa a un
potere molto dubbio e che si è ormai consolidato in patti bipartisan
da 65 anni.
Ingroia dice:
“Siamo pronti a fermare l’inchiesta se sulla trattativa c’è la ragion di Stato.
Sulla vicenda della trattativa c'è una ragione di Stato che impedisce
l'accertamento della verità sulla base delle ragioni del diritto
penale? Se è così, dalla politica devono venire parole chiare: se si
ritiene che debbano essere sottratte alla verifica della magistratura
temi o territori coperti dalla ragione di Stato, lo si dica.
Di fronte a una legge, o a una commissione d'inchiesta politica, che
ribadisse la ragione di Stato dietro alla trattativa, la magistratura
non potrebbe che fare un passo indietro. In caso contrario, la legge
ci impone di andare avanti per l'accertamento della verità.
Sentenze definitive stabiliscono che la trattativa tra stato e mafia
ci fu: da lì siamo partiti. E oggi il paese ha un'occasione unica: non
vorrei che andasse perduta.
Il processo che inizierà è un'occasione, che non esaurisce lo sforzo
di accertamento della verità. Occorrono altri momenti, e soprattutto
la coesione istituzionale auspicata dal presidente della Repubblica.
Non una chiusura corporativa di alcuni poteri dello Stato. E tanto
meno una sorta di complicità istituzionale. Dovrebbe essere una
coesione verso traguardi più alti: la verità sulla stagione 92-94, che
pesa come un macigno sulla nostra democrazia.La coesione istituzionale
dovrebbe esplicarsi in fatti concreti. Innanzitutto, il dovuto
rispetto nei confronti della magistratura. E invece in questi giorni
siamo stati insultati, sui giornali abbiamo letto cose infami. Ma noi
abbiamo la coscienza a posto, abbiamo sempre rispettato le regole. Ci
siamo comportati come Loris D'Ambrosio avrebbe fatto al nostro posto.
E lo dico per la conoscenza e la stima dell'uomo delle istituzioni
D'Ambrosio. Anche lui avrebbe fatto ogni sforzo per la verità.
La politica dovrebbe essere soprattutto meno impegnata a cacciare
indietro l'azione della magistratura. Ad esempio, sottraendole
strumenti fondamentali, come le intercettazioni.
La Procura di Palermo non ha fatto altro che cercare il clima meno
conflittuale possibile, senza violare le leggi vigenti, né le
prerogative del presidente. Se si ritiene che si debba modificare la
legge, lo si faccia, come l'ex ministro Flick chiedeva. Oppure, sarà
la Consulta a risolvere il problema. O interviene la Corte
Costituzionale, o una legge apposita per la distruzione delle
intercettazioni riguardanti il presidente della Repubblica, attraverso
una procedura straordinaria
Mi dispiace di lasciare l’Italia,ma se non cambiano le condizioni,
passi avanti non se ne possono fare. Il magistrato si è ritrovato in
una stanza buia, devono essere gli altri attori politico-istituzionali
ad accendere la luce. Se dovesse accadere, potrei anche restare. Sono
e resto un magistrato. Forse, adesso, un po' deluso. Ma non smetterò
di cercare la verità, anche dall'altra parte del mondo".
..
Ma non c’è solo il forte sospetto (avvalorato ormai da sentenze) di
patti in alto tra vertici dello Stato e Cosa Nostra, c’è anche la
controprova di patti in basso tra le giunte amministrative degli enti
locali e le cosche per gli appalti.
LE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA IN PIEMONTE
Prova a chiederti come mai il 1° comune del nord sciolto per
infiltrazioni mafiose (1995) sia Bardonecchia e come mai la
‘ndrangheta sia in Val di Susa da 40 anni, col mafioso Rocco Lo
Presti, arricchendosi in costruzioni e spostamento di terra, grande
imprenditore oltre che assassino, che attira in Piemonte il fiore
della ‘ndrangheta calabrese (quella di cui parlava Saviano quando
Maroni finse la grande offesa e raccolse firme contro di lui!).
il Lo Presti dà lavoro a migliaia di persone ed è presente nei lavori
per le Olimpiadi invernali di Chiamparino, come oggi è accusato di
aver procurato voti a Fassino. Viene accusato di delinquenza
organizzata con caratteristiche del mondo mafioso: massicci casi di
intermediazione, collocazione abusiva, sfruttamento e decurtazione
salariale, racket”, con un ’80% della forza lavoro reclutata
attraverso canali illegali.
Chiediti ora come ha fatto una ‘drina calabrese ad entrare negli
appalti degli enti locali del Pd in Piemonte. E come hanno fatto le
autorità di Brdonecchia a permettergli di costruire 8.000 alloggi, per
1 milione e 200 mila metri cubi di cemento o a partecipare al traforo
del Frejus: un investimento da 170 miliardi di lire di allora (una
situazione non diversa da quella che la Val di Susa sta conoscendo
oggi), con imprese mafiose che arrivavano dalla Calabria, su
consiglio di Lo Presti e di Mazzaferro, e si gettano a capofitto sugli
appalti, divenendone i padroni assoluti, al punto che per fare
qualunque lavoro occorreva permesso di Lo Presti. Ovviamente la
violenza cresce: 44 omicidi, violenze e intimidazioni. Il Pd che
faceva?
Alla fine Bardonecchia fu giudicata territorio ad alta intensità mafiosa.
Perché Lo Presti può fare questo? Perché gode di impunità! E perché
gode di impunità? Per la collusione dei politici locali, perché le
cosche portano voti. Lo Presti si vanta a telefono – non sapendo di
essere intercettato – di controllare 500 preferenze a Bardonecchia e
di tenere in pugno la maggioranza dei consiglieri comunali: “Nessuna
giunta viene eletta contro il parere dei meridionali. Le posso dire
che non ho bisogno di dire ai miei amici cosa devono votare. Conoscono
le mie idee e, se mi vogliono bene, sanno a chi dare il voto”.
Nel 1994 il sindaco ed alcuni consiglieri comunali di Bardonecchia
vengono accusati di speculazione edilizia. Vengono svelate le forti
infiltrazioni mafiose nella politica locale. L’anno dopo Scalfaro
scioglie la giunta comunale, ma nel 1996, la lista che aveva sostenuto
l’ex sindaco ottiene il 70% dei voti, col sostegno trasversale dei
partiti della sx e della dx!
2008. Operazione Minotauro: si arrestano 148 persone, accusate di
essere esponenti della ‘ndrangheta e di aver praticato voto di
scambio, con imputazioni aggiuntive che vanno dalla detenzione e porto
abusivo di armi al favoreggiamento di latitanti, dal traffico di droga
internazionale all’estorsione, dalle false fatturazioni a
finanziamenti illeciti, fino a ricettazione e truffa, con una confisca
di beni, mobili e immobili, per oltre 117 milioni.
Ad oggi, in Piemonte si ha conoscenza di almeno 15 locali di
‘ndrangheta attivi, e dalle testimonianze di indagati o pentiti
(pochissimi) si profila una situazione inquietante: quello che
accadeva a Bardonecchia negli anni ’70, cioè l’assoluto monopolio da
parte delle ‘ndrine del mercato edile ed il controllo dei voti, sembra
ormai divenuto la norma a livello regionale.
Ecco cosa si legge in un’informativa dei Carabinieri di Venaria,
datata 7 aprile 2010: “un clima di violenza e di intimidazione connota
l’attività edile in questa particolare zona dell’hinterland torinese,
dove, al pari del cuorgnatese, la presenza cospicua di affiliati alla
‘ndrangheta ha reso di fatto impensabile lo svolgimento dell’attività
edile senza dover corrispondere agli stessi costanti esborsi di
denaro, per lo più destinati dagli affiliati al mantenimento dei
carcerati”.
Appare chiarissimo che diverse amministrazioni piemontesi di dx come
di sx, coi voti di dx come di sx, sono venute a patti con la mafia
calabrese che domina in Piemonte per avere voti in cambio di appalti e
che questa cosa va avanti da ben 40 anni (questo denunciava Saviano!)
con la Lega che finge di combattere la mafia e arresta pesci piccoli
che poi saranno liberati dal carcere duro grazie alle leggi
Bossi-Berlusconi, o i cui processi saranno annullati (ben 500) in
Cassazione grazie a giudici compiacenti come Carnevale, voluti da
Bossi e Berlusconi, nel totale silenzio-consenso del Pd.
E ancora c'è qualcuno che crede che vi siano partiti di santi e non
tollera critiche e sospetti!?
E ancora qualcuno e ha qualche dubbio che la TAV in Valsusa non si
debba fare per forza per 2 elementari motivi: dare business alla Coop
Pd del cemento e dare appalti alla 'ndrangheta calabrese che ha
assicurato voti?
E sarebbe in zone come queste che dovremmo aprire un cantiere
mastodontico come il TAV?
Ad Orbassano,alle amministrative del 2008 è stato eletto consigliere
comunale nella lista del Pdl Luca Catalano, nipote di quel Giuseppe
Catalano ritenuto dalla procura il capo del locale di Siderno nel
capoluogo piemontese. Altri comuni tra il torinese e la Valle di Susa
sotto il controllo delle ‘ndrine sono, secondo la Dda di Torino,
Grugliasco, Collegno, Settimo Torinese,Vinovo,
Nichelino,Moncalieri,Cintano,Borgaro Torinese, Volpiano e Borgone di
Susa
Grillo si chiedeva chi ci sia dietro il TAV, e perché partiti di
maggioranza e di opposizione, governi tecnici o politici, non osino
dire una parola contro quest’opera inutile e costosa
Siamo sicuri che la risposta sia davvero così difficile da trovare?
E Cota, il presidente leghista della Regione Piemonte che fa? Lo
smemorato di Collegno?
Per quanto tempo ancora dovremo dire ancora che tra la mafia siciliana
o calabrese e questi fetenti di partiti, Lega, Pdl e Pd compresi, ci
sono patti infami????
La Tav in Val di Susa, opera inutile e pericolosa che dovrebbe andare
avanti per 20 anni con un costo ‘iniziale’ di 23 miliardi, rischia di
essere caratterizzata dall´impiego di manodopera immigrata a bassa
specializzazione ed a rischio di elevato sfruttamento in condizioni di
scarsa sicurezza (3 morti in 1 anno sulla TAV TO-MI); data l´enorme
mole di denaro in gioco sarà nuova occasione di appalti e subappalti
con i consueti margini di manovra per la corruzione
politico-imprenditoriale, con apertura ad infiltrazioni mafiose.
L´impresa che si impone per la realizzazione dell´opera è IMPREGILO
(di Romiti figlio, gruppo FIAT) primo contraente di TAV in Italia.
E, visto il grado altissimo di occupazione del settore edile e del
trasporto di materiali di scarto da parte della ‘ndrangheta calabrese
che da 40 anni è stata protetta dalle varie amministrazioni della
zona, è certo che il grosso business dei camion che trasporteranno il
materiale sarà della mafia calabrese. Si parla di 500 camion al giorno
per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di
stoccaggio. E tutto questo per trasportare su ferrovia solo l’ 1%
dell’attuale traffico su gomma. Praticamente una follia! Ma nessuno
spiegherebbe l’ostinazione con cui il Pd vuole per forza l’opera, se
non pensando ai voti che lo cosche procurano.
Comunicato della DIA: «Le ‘ndrine che operano in Piemonte, legate alle
famiglie del “mandamento ionico” sono dedite ai traffici di sostanze
stupefacenti e di armi, usura, estorsioni, gioco d’azzardo e lo
sfruttamento della prostituzione di donne extracomunitarie».
Le infiltrazioni della mafia in Piemonte avanzano indisturbate da 40
anni con la collusione delle varie giunte di dx e sx. E questo è anche
il motivo per cui in Italia il Parlamento non fa mai una legge penale
contro il voto di scambio: voti in cambio di appalti.
Il patto stato-mafia non c'è solo ad alti livelli con gente come
Dell'Utri, B o Cuffaro,c'è anche a livello locale, tra le giunte e i
gruppi mafiosi.
Le imprese collegate alle cosche operano con ingenti capitali illeciti
perfettamente ripuliti attraverso sofisticate triangolazioni
finanziarie e con i più importanti money transfer, molti dei quali
concentrati in Piemonte, soprattutto a Torino .
Chi vince gli appalti è sempre in regola ma è nel meccanismo dei
subappalti a catena che la 'ndrangheta si insinua per es. con mezzi
per il movimento terra e i camion per il trasporto, come in Valsusa.
La Dia rivela infiltrazioni nelle amministrazioni comunali per
pilotare gli appalti: «Appare questo il nuovo settore d'interesse,
condotto attraverso attività più difficili da investigare, perché
riconducibili all'area apparentemente legale dell'economia, ma che
nasconde in realtà reati come riciclaggio, corruzione, estorsione e
concorrenza illecita»
L'avvio dei lavori per la Tav, secondo gli inquirenti, è stato
immediato oggetto di attenzione per i clan di Cosa nostra e della
'ndrangheta che risultano infiltrati per il controllo delle gare
d'appalto, il noleggio di macchinari da scavo, la fornitura di
materiale e commesse. Un giro d'affari milionario e anche un'occasione
irripetibile per smaltire centinaia di tonnellate di materiale non
bonificato senza dare troppo nell'occhio.
Poi uno si chiede come mai Ingroia, punta di diamante del pool dei pm
palermitani contro la mafia, al sorgere di intercettazioni su Mancino
e le sue false testimonianze sulla mafia protette da Napolitano, abbia
deciso di andare in Guatemala a lavorare per l'ONU. Meglio utile e
vivo in Guatemala che morto come Falcone!
Avete visto qualcuno a difenderlo? Il Pdl? Il Pd? La Lega?
..
L'Espresso, inchiesta di Giovanni Tizian: Tav, l'ombra della 'Ndrangheta
Facciamo qualche esempio:
Una delle aziende incaricate di costruire il tunnel esplorativo (la
romagnola Bertini spa) ha dato subappalti alla criminalità organizzata
calabrese, che in Piemonte, e proprio nella zona dei lavori, ha messo
da tempo solide radici. La Bertini spa non è stata indagata per
illeciti, ha però legato alcuni anni fa il suo nome alla Cofr Srl,che
è emanazione diretta delle ‘ndrine di Gioia Tauro
"L'economia mafiosa è assai aggressiva e l'Italia, invece, è
disarmata. Il Paese non può permettersi di tenere in vita con i fiumi
di danaro della Tav la mafia. Se non vuole arrendersi alle cosche,
deve dotarsi di armi nuove. L'economia va sottratta al dominio
mafioso. Ma oggi questa messa in sicurezza non c'è e il Paese non ha
gli strumenti preventivi per sorvegliare l'enorme giro di appalti e
subappalti, i cantieri, la manodopera, le materie prime, i trasporti e
lo smaltimento rifiuti, settori tradizionali in cui le mafie lavorano
quasi monopolio. Quando i cantieri sono giganti non ci sono controlli
che tengano. La storia della Tav in Italia è storia di accumulazione
di capitali da parte dei cartelli mafiosi dell'edilizia e del cemento.
Il tracciato della Lione-Torino si può sovrapporre alla mappa delle
famiglie mafiose e dei loro affari nel ciclo del cemento.
La Dia dice: "In Piemonte la 'ndrangheta ha la sua terza roccaforte,
dopo la Calabria e la Lombardia"
Nell'ottobre 2009 l'Operazione Pioneer arrestò 14 affiliati del clan
di. Antonio Spagnolo di Ciminà (Reggio Calabria), proprietario della
Ediltava sas di Rivoli,con la quale si aggiudicò subappalti sulla Tav.
Dalla Lombardia al Piemonte il meccanismo è sempre lo stesso: "Le
proiezioni della criminalità calabrese, attraverso prestanome, hanno
orientato i propri interessi nel settore edile e del movimento terra,
finanziando, con i proventi del traffico di droga e dell'usura,
iniziative anche di rilevante entità.
..
Queste e altre cose spiegano perché dopo 20 anni la mafia sia più
forte che mai col suo bel fatturato di 150 mld di € l'anno
-e il 41 bis disapplicato alla chetichella come ordinavano i pizzini
di Provenzano
-e giudici come Carnevale fortemente voluti da B(col voto di Bossi)per
annullare 500 processi di mafia a stragisti e assassini
-e Bossi che per nascondere i soldi rubati al partito si fa
consigliare da due esperti della 'ndrangheta
-e i giudici che hanno bloccato i processi a dell'Utri al 92 prima
delle stragi comandate dallo Stato
-e il Pd che ha fatto tutte le sue provvidenziali assenze per far
passare tutte le leggi pro mafia di B compreso lo scudo fiscale
-e Monti che non tocca lo scudo fiscale o la mafia o l'indulto
-e perché ogni Governo di dx o di sx ha tagliato alle forze di polizia
mezzi e fondi e ostacolato la lotta al crimine attaccando i giudici
-e i giudici rimasti soli come Falcone e Borsellino
-le loro agende immediatamente fatte sparire dalla stessa polizia
-la latitanza di Provenzano durata 43 anni con nessuno che lo
trovava,mentre stava pacificamente a casa sua
-e Maroni tanto incazzato quando Saviano disse che la 'ndrangheta era
entrata nel nord con la collusione delle giunte
-o lo stesso Maroni che ha smantellato la Dia,il dipartimento
antimafia voluto da Falcone
-o i mandanti delle stragi di mafia che non sono mai stati scoperti..
.
Queste e altre cose diventano immediatamente comprensibili se si
ipotizza un patto Stato- mafia che dura almeno da 20 anni. Ma certo il
lunghissimo potere di Andreotti non fu diverso. E si è prescritta la
sua collusione mafiosa lunga una vita come un reato di scarsa
importanza! Come se l’aver portato la mafia dentro le istituzioni
fosse passibile di prescrizione! E anche qui questo è avvenuto con la
collaborazione di quelli che ora si chiamano Pd! Bella vergogna
davvero fra tutti!
E vogliono anche la repubblica presidenziale questi criminali?! Per
toglierci l'ultimo barlume di democrazia?
E malgrado questi orrori, sono ancora questi i campioni che si vuole
difendere?! Questi che si vuole votare?
..
ROBERTO SAVIANO
Tutti parlano di Tav, ma prima di ogni cosa bisognerebbe partire da un
dato di fatto: negli ultimi trent'anni l'Alta velocità è diventata uno
strumento per la diffusione della corruzione e della criminalità
organizzata, un modello vincente di business perfezionatosi dai tempi
dalla costruzione dell'Autostrada del Sole e della ricostruzione
post-terremoto in Irpinia. Questa è una certezza giudiziaria e storica
più solida delle valutazioni ambientali e politiche (a favore o
contro), più solida di ogni altra analisi sulla necessità o
sull'inutilità di quest'opera.
In questo momento ci si divide tra chi considera la Tav in Val di Susa
come un balzo in avanti per l'economia, come un ponte per l'Europa, e
chi invece un'aberrazione dello spreco e una violenza sulla natura. Su
un punto però ci si deve trovare uniti: bisogna avere il coraggio di
comprendere che l'Italia al momento non è in grado di garantire che
questo cantiere non diventi la più grande miniera per le mafie. Il
governo Monti deve comprendere che nascondere il problema è
pericoloso. Prima dei veleni, delle polveri, della fine del turismo,
della spesa esorbitante, prima di tutte le analisi che in questi
giorni vengono discusse bisognerebbe porsi un problema di sicurezza
del sistema economico. Che è un problema di democrazia.
Ci si può difendere dall'infiltrazione mafiosa solo fiaccando le
imprese prima che entrino nel mercato, quando cioè è ancora possibile
farlo. Ma ormai l'economia mafiosa è assai aggressiva e l'Italia,
invece, è disarmata. Il Paese non può permettersi di tenere in vita
con i fiumi di danaro della Tav le imprese illegali. Se non vuole
arrendersi alle cosche, e bloccare ogni grande opera, deve dotarsi di
armi nuove, efficaci e appropriate. La priorità non può che essere la
"messa in sicurezza dell'economia", per sottrarla all'infiltrazione e
al dominio mafioso, dotandola di anticorpi che individuino e premino
la liceità degli attori coinvolti e creino le condizioni per una
concorrenzialità, vera, non inquinata dai fondi neri. Oggi questa
messa in sicurezza non è ancora stata fatta e il Paese, per ora, non
ha gli strumenti preventivi per sorvegliare l'enorme giro degli
appalti e subappalti, i cantieri, la manodopera, le materie prime, i
trasporti, e lo smaltimento dei rifiuti, settori tradizionali in cui
le mafie lavorano (inutile negarlo o usare toni prudenti) in regime di
quasi monopolio.
Le mafie si presentano con imprese che vincono perché fanno prezzi
vantaggiosi che sbaragliano il mercato, hanno sedi al nord e curricula
puliti, e il flusso di denaro destinato alla Tav rischia di diventare
linfa per il loro potenziamento, aumentandone la capacità di
investimento, di controllo del territorio, accrescendone il potere
economico e, di conseguenza, politico. Non vincono puntando il fucile.
Vincono perché grazie ai soldi illeciti il loro agire lecito è più
economico, migliore e veloce. Lo schema finanziario utilizzato sino ad
ora negli appalti Tav è il meccanismo noto per la ricostruzione
post-terremoto del 1980: il meccanismo della concessione, che
sostituisce la normale gara d'appalto in virtù della presunta urgenza
dell'opera, e fa sì che la spesa finale sia determinata sulla base
della fatturazione complessiva prodotta in corso d'opera, permettendo
di fatto di gonfiare i costi e creare fondi neri per migliaia di
miliardi. La storia dell'alta velocità in Italia è storia di
accumulazione di capitali da parte dei cartelli mafiosi dell'edilizia
e del cemento. Il tracciato della Lione-Torino si può sovrapporre alla
mappa delle famiglie mafiose e dei loro affari nel ciclo del cemento.
Sono tutte pronte e già si sono organizzate in questi anni.
Esagerazioni? La Direzione nazionale Antimafia nella sua relazione
annuale (2011) ha dato al Piemonte il 3° posto sul podio della
penetrazione della criminalità organizzata calabrese: "In Piemonte la
'ndrangheta ha una sua consolidata roccaforte, che è seconda, dopo la
Calabria, solo alla Lombardia". Così come dimostra la sentenza n. 362
del 2009 della Corte di Cassazione che ha riconosciuto definitivamente
"un'emanazione della 'ndrangheta nel territorio della Val di Susa e
del Comune di Bardonecchia". L'infiltrazione a Bardonecchia (che
arrivò a portare lo scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa
nel 1995 primo caso nel Nord-Italia) è avvenuta nel periodo in cui si
stava costruendo una nuova autostrada e il traforo del Frejus verso la
Francia. Gli appalti del traforo portarono le imprese mafiose a
vincere per la prima volta in Piemonte.
Credere che basti mettere sotto osservazione le imprese edili del sud
per evitare l'infiltrazione è una ingenuità colpevole. Le aziende
criminali non vengono dalle terre di mafie. Nascono, crescono e vivono
al Nord, si presentano in regola e tutte con perfetto certificato
antimafia (di cui è imperativa una modifica dei parametri). È sempre
dopo anni dall'appalto che le indagini si accorgono che il loro Dna
era mafioso. Qualche es.. La Guardia di Finanza individuò sui cantieri
della Torino-Milano la Edilcostruzioni di Milano che era legata a
Santo Maviglia narcotrafficante di Africo. La sua ditta lavorava in
subappalto alla Tav. La Ls Strade, azienda milanese leader assoluta
nel movimento terre era di Maurizio Luraghi imprenditore lombardo.
Secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano,
Luraghi era il prestanome dei Barbaro e dei Papalia, famiglie
'ndranghetiste. Nel marzo 2009 l'indagine, denominata "Isola",
dimostrò la presenza a Cologno Monzese delle famiglie Nicoscia e Arena
della 'ndrangheta calabrese che riciclavano capitali e aggiravano la
normativa antimafia usando il sistema della chiamata diretta per
entrare nei cantieri Tav di Cassano d'Adda. Partivano dagli appalti
poi arrivavano ai subappalti e successivamente - e in netta violazione
delle leggi - ad ulteriori subappalti gestendo tutto in nero.
Dagli appalti si approdava prima ai subappalti e successivamente - e
in contrasto con le norme antimafia - ad ulteriori subappalti con
affidamento dei lavori del tutto in nero. Nell'ottobre 2009
l'Operazione Pioneer arrestò 14 affiliati del clan di Antonio Spagnolo
di Ciminà (Reggio Calabria), proprietario della Ediltava sas di
Rivoli, con la quale si aggiudicò subappalti sulla linea Tav. Dalla
Lombardia al Piemonte il meccanismo è sempre lo stesso: "Le proiezioni
della criminalità calabrese, attraverso prestanome, - scrive
l'Antimafia - hanno orientato i propri interessi nel settore edile e
del movimento terra, finanziando, con i proventi del traffico di droga
e dell'usura, iniziative anche di rilevante entità. In tale settore le
imprese mafiose sono clamorosamente favorite dal non dover rispettare
alcuna regola, ed anzi dal poter fare dell'assenza delle regole il
punto di forza per accaparrarsi commesse".
A Reggio Emilia l'alta velocità è stata il volano per far arrivare una
sessantina di cosche che hanno iniziato a egemonizzare i subappalti
nell'edilizia in Emilia Romagna. Sulla Tav Torino-Milano si creò un
business mafioso inusuale che generò molti profitti e che fu scoperto
nel 2008. Fu scoperta una montagna di rifiuti sotterrati illegalmente
nei cantieri dell'Alta Velocità: centinaia di tonnellate di materiale
non bonificato, cemento armato, plastica, mattoni, asfalto, gomme,
ferro, intombato nel cuore del Parco lombardo del Ticino. La Tav
diventa ricchezza non solo per gli appalti ma anche perché puoi
nascondere sottoterra quel che vuoi. Una buca di trenta metri di
larghezza e dieci di profondità è in grado accogliere 20mila metri
cubi dì materiale. Ci si arricchisce scavando e si arricchisce
riempiendo: il business è doppio.
I cantieri Tav Napoli-Roma spiegano il futuro della Tav in ValSusa.Il
clan dei Casalesi partecipa ai lavori con ditte proprie in subappalto,
e solo fino al 95 la camorra intasca secondo la Criminalpol 10.000 mld
di lire. Fin dall'inizio gli esponenti dei Casalesi esercitarono una
costante pressione per avere il controllo camorristico sulla Tav o
infiltrando le proprie imprese o imponendo tangenti. I cantieri aperti
dal 1994 per oltre 10 anni,avevano un costo iniziale previsto di
26.000 mld di lire, arrivato nel 2011 a 150.000 per 204 km; il costo
per km è stato di 44 milioni di €, con punte sopra i 60 milioni. Le
indagini della Dda scoprirono che molte delle società appaltatrici
erano legate a boss-imprenditori come Pasquale Zagaria, coinvolto nel
processo Spartacus sui Casalesi (e fratello del boss Michele, che
riceveva nella sua villa imprenditori edili della Tav). Il clan dei
Casalesi partecipò ai lavori con ditte proprie, accaparrandosi
inizialmente il monopolio del movimento terra attraverso la Edil
Moter. Nel 2008 le indagini della procura di Caltanissetta ruotarono
intorno alla Calcestruzzi spa, società bergamasca del Gruppo
Italcementi (5°produttore a livello mondiale), che forniva il cemento
per realizzare importanti opere pubbliche tra cui alcune linee della
Tav Milano-Bologna e Roma-Napoli, metrobus di Brescia, metrò di Genova
e A4-Passante autostradale di Mestre. Le indagini (iniziate da
Borsellino) mostrarono: "Significativi scostamenti tra i dosaggi
contrattuali di cemento con quelli effettivamente impiegati nella
produzione dei conglomerati forniti all'impresa appaltante".
L'indagine voleva accertare se la Calcestruzzi avesse proceduto "a una
illecita creazione di fondi neri da destinare in parte ai clan mafiosi
dell'isola,nonché l'eventuale esistenza di una strategia aziendale
volta a tali fini"
Ecco: questa è la sorte della Val di Susa
E le intercettazioni in cui un esponente del Pd chiedeva alle cosche
voti per Fassino fanno il resto.
..

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