Si allarga la lista degli
stabilimenti danneggiati nella bassa modenese, con pesanti ripercussioni nel
settore lattiero caseario e nella filiera dell'allevamento, macellazione e
trasformazione delle carni; continua la moria di pesci nel ferrarese. Sono
oltre 200.000 le forme di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano che nel modenese
sono state danneggiate dal terremoto. Oltre a ciò poi bisogna considerare 12
impianti parzialmente o totalmente inagibili dove è stato addirittura vietato
l'ingresso per rimuovere le forme.
A questi numeri si sommano altre 200.000
forme danneggiate nel reggiano e nel bolognese. Per fare fronte alla situazione,
il latte prodotto nelle stalle viene conferito a caseifici situati lontano
dalle zone del sisma, mentre si stanno cercando soluzioni alternative per il
formaggio che deve concludere la stagionatura, anche in aree localizzate fuori
dal territorio nazionale. Molti allevamenti hanno subito crolli parziali o
totali delle strutture, gli animali morti al momento sono 26 vitelli. È
crollato anche un incubatoio. Per questi motivi la situazione presenta delle
criticità per quanto riguarda la gestione e il ricovero degli animali nelle
stalle danneggiate. Un aiuto concreto è stato fornito dall'Associazione allevatori
che ha messo a disposizione impianti di mungitura mobili, generatori di
corrente e fili elettrici a bassa tensione per le recinzioni provvisorie.
Tra
gli stabilimenti di lavorazione della carne si contano 14 unità
danneggiate
(macelli, sezionamenti, aziende di trasformazione e depositi
frigoriferi) su un
totale di 22 impianti presenti in zona. Per quanto riguarda la moria di
pesce
nel ferrarese osservata dopo il terremoto: si è registrato un secondo
grave episodio nella zona interessata
dal sisma. Le analisi però non hanno consentito un collegamento diretto
con il sisma e sono in corso altri accertamenti da parte dei laboratori
ARPA (Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente).
Qualche difficoltà si sta verificando nella raccolta dei pesci morti
(storioni, carpe e pesci siluro) che si
stanno dirigendo verso il delta del fiume Po o si incagliano lungo il
percorso.
Comunicazione del 1 giugno da Alimenti & salute il portale del Servizio sanitario dell'Emilia-Romagna
www.ilfattoalimentare.it
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