lunedì 25 giugno 2012

Schwarzy contro Google: «Giù le mani da Venice Beach». «È la rivincita dei secchioni»

Il gigante web ha deciso di trasferire un esercito di dipendenti nel quartiere, provocando le proteste dei frequentatori della storica Gold's Gym

L'attore ed ex governatore difende la mecca del culturismo Usa dall'invasione dei cervelloni 

 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

NEW YORK - È la capitale bohémienne d'America dai tempi della Beat generation, molto più di Woodstock, beneficiaria di un concerto che non ha voluto, o di San Francisco, già in declino alla fine degli anni 70. Ma adesso Venice Beach, il leggendario distretto ovest di Los Angeles affacciato sul Pacifico rischia di fare la stessa fine di Soho e dell'East Village, i due quartieri newyorchesi un tempo più alternativi, vittime della «gentrificazione» che ha trasfigurato il volto delle metropoli americane.


Arnold Schwarzenegger ai tempi in cui si allenava a Venice Beach(Ap)Arnold Schwarzenegger ai tempi in cui si allenava a Venice Beach(Ap)

A lanciare l'allarme, in una lunga intervista al New York Time , è l'ex governatore californiano Arnold Schwarzenegger, preoccupato dallo sbarco di Google nella cittadina che oltre ad ospitare il circo hippy più famoso del mondo - artisti di tatuaggi, skateboarder, Hare Krishna, spacciatori, prostitute, homeless - è da sempre la mecca del culturismo a stelle e strisce.
«Il gigante web ha comperato tutto quello che era disponibile», punta il dito Schwarzenegger nel commentare la decisione del colosso di Mountain View di trasferire un esercito di dipendenti in due edifici di Venice Beach. Dopo aver acquistato un'area di oltre 9.200 metri quadrati, Google sta negoziando nuovi contratti per altri 9.200 metri quadri. Inclusa la Gold's Gym, la palestra simbolo di una cittadina dove, 44 anni orsono, è partita la sua carriera di body builder: appena sbarcato in California dalla natia Austria, a Venice iniziò la lunga avventura che l'ha portato prima a Hollywood, e quindi alla guida dello Stato, tra il 2003 e il 2011.
L'invasione ha scatenato un rovente dibattito tra gli abitanti della zona, che di recente hanno organizzato un boicottaggio per fermare il debutto nel quartiere di una celebre e costosa catena di gelati. La strategia messa a punto da Google è stata più scaltra: prima di traslocare i sui dirigenti hanno organizzato un incontro pubblico, esortando gli abitanti ad esprimere il loro parere.
Ma nonostante le rassicurazioni del suo portavoce Jordan Newman («Google non ha intenzione di chiudere la palestra»), gli erculei frequentatori di Gold's Gym non si fidano. «È la vendetta dei nerd», teorizza il culturista Nathanial Moon, secondo cui «stiamo assistendo alla rivincita dei cervelloni che venivano rinchiusi negli armadietti dai compagni di classe più forti e muscolosi che ai balli della scuola scippavano regolarmente le loro ragazze».
Ad avvalorare i loro timori è il fatto che, come quartier generale, Google abbia scelto il celebre edificio progettato da Frank Gehry dove all'entrata troneggia la statua di un enorme paio di occhiali, simbolo della cultura dei nerd che spazza via quella dei muscoli senza cervello. Ma a minacciare il futuro dei body builder e della variopinta armata Brancaleone di Venice non è solo Google. «Lo stesso ex governatore della California oggi è tra i massimi imprenditori immobiliari della città», scrive il New York Times , che rivela come negli anni scorsi Schwarzy abbia «acquistato un'altra leggendaria palestra, la World Gym, dove lui stesso andava ad allenarsi regolarmente, chiudendola per sostituirla con negozi e uffici di lusso». Un investimento destinato a lievitare dopo che, sulla scia del ripulisti in stile tolleranza zero alla Rudy Giuliani messo in atto dal Los Angeles Police Department, la rivista degli yuppie GQ ha nominato Abbot Kinney Boulevard, un tempo la strada più malfamata di Venice, come «l'isolato più cool d'America».

http://www.corriere.it/esteri/12_giugno_25/Schwarzy-contro-Google_e5e22422-be9f-11e1-8494-460da67b523f.shtml?fr=box_primopiano

Alessandra Farkas

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