Tutti assolti i cinque imputati per abusi.
Il fatto non sussiste.
Sono stati tutti assolti con formula piena, lunedì 28 maggio, i cinque imputati nel processo sui presunti abusi sessuali ai danni di 20 bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio.
I cinque, tre maestre, una bidella e un autore tivù, erano accusati di violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza.Tutti commessi con sevizie e crudeltà.
L'ACCUSA AVEVA CHIESTO 12 ANNI. La sentenza è stata emessa dopo 10 ore di camera di consiglio dal Tribunale di Tivoli nei confronti delle maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, dell'autore tivù Gianfranco Scancarello (marito di Del Meglio) e della bidella Cristina Lunerti. Nessun impuato era presente in aula. L'accusa per loro aveva chiesto 12 anni di reclusione.
A favore degli imputati sono stati, tra l'altro, i risultati di una perizia eseguita dai carabinieri del Ris alla fine del 2007. Le tracce biologiche rilevate su circa 130 peluches e su un pelo trovato nell'auto di una maestra, non appartenevano a nessuno dei 20 bambini ritenuti abusati.
La parte civile non ci sta: «Ricorreremo in appello»
Dopo sei anni di indagini, veleni e sospetti la parola fine non è stata scritta perché i genitori dei bambini costituitisi parte civile hanno già annunciato che non intendono rassegnarsi a quella che considerano una «ingiustizia» e che la loro «battaglia» proseguirà in appello.Quella di Tivoli è una sentenza che, per certi versi, va oltre i pronunciamenti del tribunale del riesame di Roma e della Corte di Cassazione i quali, in sede di esame della legittimità degli arresti disposti il 24 aprile del 2007 nei confronti dei cinque imputati, avevano revocato le misure restrittive ritenendo le accuse della procura insufficienti e contraddittorie.
IL DOLORE DEI GENITORI. Dopo sei anni di indagini il dolore è troppo per i genitori dei bimbi. Urla, calci e pugni alle porte, insulti ai giudici. Così madri e padri hanno sfogato la loro rabbia dopo la sentenza. Hanno inveito così tanto da sentirsi male.
«A questo punto possiamo legalizzare la pedofilia», ha tuonato Arianna Di Biagio, portavoce dell'Agerif e da sempre a fianco di genitori e bambini. Grida di felicità, invece, si sono levate dai parenti e amici dei cinque imputati. «C'è stata una forma di psicosi collettiva», ha commentato Scancarello. «Per quello che riguarda me, mia moglie e gli altri imputati sicuramente è stata una caccia alle streghe del 2000».
BATTIBECCO FRA I LEGALI. Soddisfatti anche gli avvocati della difesa. «La sentenza dice che i genitori dovrebbero aver ricevuto la certezza che i loro piccoli non hanno subito violenze», ha ammesso l'avvocato Giosué Bruno Naso, difensore di una delle imputate.
Ma i legali di parte civile non ci stanno. «Ringraziamo gli avvocati degli imputati», ha replicato Antonio Cardamone «per il messaggio dato ai genitori, che a loro avviso dovrebbero ringraziare questa sentenza ed essere sicuri che i loro figli non sono stati abusati. Purtroppo mi permetto di ricordare che molti bambini stanno ancora male e che perizie e professionisti hanno accertato che sono stati vittime di traumi di natura sessuale».
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