giovedì 31 maggio 2012
Le trivellazioni, il Fracking, i terremoti
LA Bulgaria, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna (oltre al Vermont, piccolo stato dell’East Coast americano) hanno da tempo vietato l’utilizzo del FRACKING, ovvero la creazione di “fratture idrauliche” iniziate con trivellazioni indotte in profondità in ben precisi strati di roccia all’interno dei giacimenti di petrolio e gas al fine di aumentare l’estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento.
Sono tante le preoccupazioni ambientali sollevate da cittadini ed associazioni sui rischi di inquinamento delle falde acquifere e soprattutto di conseguenti eventi sismici connessi alle trivellazioni e alla fratturazione idraulica. Da uno studio condotto dall’equipe del prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e direttore del Dipartimento di Scienza del Territorio dell’Università di Napoli Federico II sul possibile rapporto tra trivellazioni e terremoti, risulta abbastanza chiaro che ci sia una frequente correlazione tra attività petrolifere (in particolare l’iniezione di fluidi ad alta pressione) e terremoti di bassa magnitudo.
Anche la ricercatrice italo americana Maria Rita D’Orsogna, docente di fisica alla State University Northridge, California, che di recente ha partecipato ad una audizione in Parlamento in merito all’esame dell’atto comunitario sulla sicurezza delle attività offshore di prospezione, ricerca e produzione nel settore degli idrocarburi, si è più volta espressa contro la tecnica del fracking motivando il proprio diniego con esaustive argomentazioni.
Nel caso del terremoto dell’Emilia sono tanti i Comuni epicentro del sisma interessati dai permessi di prospezione e ricerca idrocarburi (petrolio e gas) e non ci è noto sapere se le Compagnie interessate abbiano utilizzato la tecnica del “fracking”), come pure sorge il dubbio riguardo alle perforazioni che la Erg avrebbe disposto nei pressi di San felice sul Panaro allo scopo di sondare ed esplorare il sottosuolo, a diversi km di profondità, per comprendere se la conformazione sotterranea è più adatta a ospitare un oleodotto o un impianto di Gas Storage.
A tal riguardo, le Associazioni Ambientaliste Folgore e Demetra di Trani, insieme all’Associazione Ambiente e/è Vita BAT di Bisceglie (componenti del Movimento Ambientalista BAT su facebook) espongono le seguenti osservazioni: “noi riteniamo che il “fraching” e le trivellazioni del sottosuolo in generale possa provocare:
1 – l’inquinamento delle falde acquifere, causato dal pompaggio di enormi quantità di acqua piena di agenti chimici;
2 – il fenomeno dei movimenti sismici (sempre più frequenti nelle zone dove si fa uso di questo procedimento estrattivo): la pressione del fluido carica di energia le rocce presenti nel sottosuolo che poi si liberano ed eliminano questa energia tramite terremoti di intensità più o meno notevole. L’alterazione della pressione sotterranea modifica ovviamente quelli che sono gli equilibri territoriali e può causare il risveglio di una faglia sismica al momento inattiva, o arrivare a generare scosse anche abbastanza consistenti.
E’ di lunedì 28 maggio, la notizia che negli Stati Uniti le principali banche rifiutano di accendere mutui alle Compagnie petrolifere e estrazione gas per le proprietà che prevedono tali attività, in quanto, quando si tratta di fracking, non possono essere garantite la tutela ambientale ed il rispetto delle leggi federali e locali. Inoltre, qualora si voglia optare per un’assicurazione a scopo cautelativo, anche lì la porta è sbarrata: nessuno vuole assicurare contro i rischi del fracking.
Nel caso del nostro territorio italiano, anche se dovesse sorgere il benché minimo e ragionevole dubbio che le attività umane di trivellazione possano interferire con le attività sismiche, con o senza l’utilizzo della tecnica del fracking, bisognerebbe fermare tutto, riflettere, approfondire.
In considerazione quindi della possibilità di tale correlazione tra eventi sismici e attività petrolifere mediante trivellazioni con o senza la tecnica fracking e constatata la necessità di approfondire tale tematica con apporti scientifici indipendenti e qualificati, le tre Associazioni Ambientaliste CHIEDONO al Governo italiano, nella fattispecie al Ministro dello Sviluppo Economico Passera ed al Ministro dell’Ambiente Clini, che in tutto il territorio italiano vengano momentaneamente sospesi tutti i permessi in essere finalizzati a tali attività e che venga costituita una Commissione Tecnica italiana o europea di studiosi, ricercatori, geologi, sismologi ed altre figure altamente professionali dedita ad uno studio approfondito che tenga conto sì dell’importanza industriale dei giacimenti di idrocarburi, ma anche dell’importanza socio-economica delle risorse naturali di rilevanza strategica come le acque sotterranee e superficiali, nonché della sicurezza del territorio e della salute dei cittadini.
Dedicare energie e risorse importanti alla previsione e alla prevenzione delle calamità è alla base della Protezione Civile.
(A cura delle associazioni: Folgore - Trani – presidente Nunzio Di Lauro – Associazione Demetra - Trani – presidente Roberto Caressa e Associazione Ambiente e/è Vita BAT – Bisceglie Presidente Daniele Felice Sasso)
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