mercoledì 22 febbraio 2012
Giappone: i detriti dello tsunami
Dove finiscono i detriti causati dal terremoto in Giappone? Dove vengono collocati? Vengono smaltiti? Ecco le risposte "inattese" a queste domande. A distanza di quasi un anno dal terremoto nel Giappone nord-occidentale dello scorso marzo, nell’Oceano Pacifico sono ancora visibili gli effetti dello tsunami che si è abbattuto lunga la costa spingendosi per diversi chilometri nell’entroterra. Quando le acque si sono ritirate hanno portato con sé una enorme massa di detriti che si trova ancora in acqua e che si sta spostando progressivamente verso oriente. I ricercatori dell’International Pacific Research Center delle Hawaii hanno realizzato un modello per illustrare lo spostamento dei detriti da quando sono finiti in acqua un anno fa.
Jan Hafner, uno dei ricercatori, ha dichiarato alla BBC che la massa di detriti occupa un’area lunga nel suo punto massimo 3.700 chilometri, poco meno della distanza in linea d’aria tra Madrid e Mosca, e larga nel punto massimo 1.800 chilometri, più o meno la distanza in linea aerea tra Madrid e Berlino. La massa sta continuando ad allargarsi. Altre ricerche condotte in Giappone hanno stimato che il terremoto e lo tsunami abbiano prodotto complessivamente 20 milioni di tonnellate di detriti: in buona parte sono rimasti sulla terraferma, altri sono affondati a poche centinaia di metri dalla costa, mentre è probabile che circa un milione di tonnellate sia ancora a galla trasportato dalle correnti del Pacifico.
I detriti sono principalmente trasportati dalla corrente di Kuroshio, la seconda corrente oceanica più grande al mondo dopo la corrente circumpolare antartica, che circonda totalmente l’Antartide. Sulla base dei movimenti delle correnti e di altri studi realizzati in passato, l’IPRC aggiorna periodicamente le previsioni sugli spostamenti dei detriti nell'Oceano Pacifico.
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