Dopo l'emergenza neve ecco giungere puntuale l'allarme riscaldamento. Da questa mattina sono ridotte le forniture d'energia alle aziende e sono garantiti soltanto i rifornimenti alle famiglie (per adesso!) . Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha lanciato l'allarme: "La situazione è sicuramente critica perché dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi ma è ben monitorata", ha spiegato Passera riferendosi alla decisione di Gazprom di tagliare le forniture di gas destinate all'Europa. L'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni ha invece rivelato che se da da domani il colosso russo farà dei tagli potrebbero esserci problemi. Ad oggi la riduzione è stata del 25-26% secondo i dati pubblicati da Snam Rete gas.
Veti ambientalisti - Le cause sono molteplici: latitano impianti di rigasificazione, che possano immettere in rete gas liquido trasportato via mare. Al posto degli attuali 2, ne servirebbero 5. Inoltre Con le Alpi alle spalle, il potenziale idroelettrico italiani sarebbe immenso ma le ragioni ambientalistiche vietano di toccare il territorio, anche laddove sarebbero possibili interventi assai poco invasivi come le minidighe che rispettano le aree montane. C'è poi l'alto Adriatico e la foce del Po, un enorme giacimento di gas. Non lo si può estrarre perché si rischierebbe di abbassare il livello di terreno. Le tecniche per ovviare a tali controindicazioni ci sono, quello che manca è una classe politica disposta ad interessarsene realmente. Non e' la priva volta che si genera questo tipo di allarme e annualmente con il freddo si sprofonda nella problematica. Che ci piaccia dipendere dagli altri? L'autonomia non fa per noi? Così non ci si rialza ed anzi si chiedono sacrifici agli italiani senza garantire neppure lo stretto necessario.
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