sabato 11 febbraio 2012

Amazzonia: i diritti della tribu'


La fine dei Kayapò:   Raoni  Metyktire, capo della tribù Kayapó dell’Amazzonia, chiede aiuto al mondo perché' l’agenzia per l’ambiente del Brasile ha autorizzato la costruzione della diga e della centrale idroelettrica di Belo Monte, senza curarsi della devastazione che subirà il territorio indigeno che vive, secondo secolari tradizioni, presso quel fiume. L’impianto ambisce a divenire il terzo polo al mondo finalizzato alla produzione di energia elettrica e, come ogni opera volta al guadagno, difficilmente riuscirà ad essere bloccata nonostante il tributo da pagare sia disdicevole e disumano.Il progetto prevede lo sbarramento del fiume Xingu, uno dei maggiori affluenti del Rio delle Amazzoni ed il conseguente allagamento di circa 500 chilometri quadrati di foresta amazzonica: più di 45.000 persone saranno costrette ad abbandonare i loro territori, la loro casa, la loro storia. L’affaire rischia di passare in sordina in quanto le vittime designate ad essere snaturate, umiliate e prevaricate altro non sono che indigeni, motivo per il quale i tribunali di competenza hanno già emesso imbarazzanti verdetti che ignorano totalmente la loro esistenza ed i diritti ad essi correlati. Si tratta di diritti, non cortesie concesse: esempio concreto di quanto la dignità di questi individui venga reiteratamente negata risiede nel divieto che il FUNAI (Dipartimento brasiliano agli affari indiani) nel mese di maggio, aveva vietato a Azelene Kaingang, portavoce dei popoli indigeni, di partecipare al Forum delle Nazioni Unite sulle questioni indigene: la donna avrebbe dovuto parlare del problema della diga di Belo Monte e dell’indifferenza del governo brasiliano davanti alla raccomandazione della Commissione Inter-Americana per i diritti umani.
 I Kayapò sono detti “il popolo del fiume” e quel fiume al quale si intreccia la loro identità culturale, la loro casa, il loro secondo utero è destinato a coprire con le sue acque e la loro terra. Il particolare che dovrebbe indurci a riflettere e anche ad agire risiede nel fatto che questo non accadrà in virtù di un capriccio della natura, ma per un volere pianificato e lucido del Governo brasiliano.                                                 I Kayapó sono stati menzionati per la prima volta nel XIX secolo. Secondo i resoconti dell'epoca, vivevano divisi in tre grandi sottogruppi nelle zone del corso inferiore del fiume Tocantins: gli Irã'ãmranh-re ("coloro che vagano nelle pianure"), i Kumrenhtx Goroti ("gli uomini del gruppo grande") e i Porekry ("gli uomini del piccolo bambù"). I primi contatti con i "bianchi" furono a dir poco disastrosi per i Kayapó: i colonizzatori e gli esploratori attaccavano i villaggi e sequestravano i più giovani per farli lavorare come schiavi. A seguito di questi attacchi i Kayapó fuggirono verso ovest. In questo periodo ci fu una scissione all'interno dei gruppi Kayapó: da una parte coloro che, stanchi dei conflitti con gli uomini bianchi, intendevano stabilire rapporti di pace, dall'altra coloro che si opposero fortemente all'idea adducendo che le malattie contagiose che avevano attaccato i membri della tribù dopo l'arrivo dei colonizzatori avrebbero finito per annientare l'intera popolazione. Queste divisioni portarono ad una frammentazione in sottogruppi ancora maggiore rispetto ai tre sottogruppo originari. Nel corso degli anni trenta e degli anni quaranta l'intero sottogruppo dei gruppo Irã'ãmranh-re si estinse mentre i Porekry furono decimati. I Goroti Kumrenhtx e i membri che restavano dei Porekry rifiutarono definitivamente ogni rapporto formale con i colonizzatori migrando verso la foresta pluviale, creando nuove comunità ed attaccando tutti gli stranieri che si avvicinavano ai villaggi. Mediante l’uso dei mass media, richiamando l’attenzione internazionale, sono riusciti ad avere il potere politico sulle proprie terre. Nello stesso tempo le attività minerarie e la deforestazione rischiavano di distruggere la foresta pluviale, e con ciò il loro stesso modo di vivere. In risposta i Kayapo usarono tattiche energiche per relegare minatori e disboscatori in aree circoscritte, ed anche per affermarsi come potenza economica. In seguito essi furono di nuovo minacciati da un progetto governativo segreto mirante a costruire nelle loro terre una serie di dighe per centrali idroelettriche. Sotto la guida di Paulinho Paiakan fu organizzata dai Kayapo una grande dimostrazione, che attirò l’attenzione dei media in tutto il mondo. La dimostrazione ebbe luogo nel sito stabilito per la costruzione della prima diga, ad Altamira nel Parà, durò parecchi giorni ed esercitò una forte pressione, sia sulla Banca Mondiale, sia sul governo brasiliano. Anche la rockstar Sting partecipò alla dimostrazione. Di conseguenza la Banca Mondiale negò il prestito che doveva essere usato per la costruzione della diga.Il governo brasiliano ritirò il progetto..
Sono l'unica tribù amazzonica che ha comprato un piccolo aeroplano e tramite un pilota brasiliano controllano periodicamente il loro territorio contro gli intrusi.

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