Pg, nel dubbio meglio assolvere colpevole
Respinto il ricorso della Procura Generale. Busco assolto in via definitiva: 'Inizia nuova vita'
Raniero Busco in auto insieme alla moglie Roberta all'indomani della sentenza della Cassazione
Busco in lacrime dopo l'assoluzione il 24 aprile 2012
Busco, con la camicia a righe, al funerale di Simonetta
Busco ai funerali di Simonetta
Simonetta Cesaroni, oggi sentenza della Cassazione
di Enzo Quaratino
In presenza di "dubbi e perplessità" "meglio assolvere un colpevole che condannare un innocente"; no ai tempi lungi della giustizia, inaccettabili sotto il profilo costituzionale e della democrazia; preservare la serenità dei giudici, "unica vera garanzia per i cittadini". Il giorno dopo la sentenza di definitiva assoluzione di Raniero Busco dall'accusa di aver ucciso la sua ex fidanzata Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990 a Roma, in via Poma, il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma, Luigi Ciampoli, interviene sulla vicenda.
"Malgrado sia buna regola intervenire con riflessioni su una decisione giudiziaria solo dopo averla letta attentamente - dice all'ANSA - il giudizio espresso ieri sull'omicidio Cesaroni consente tuttavia qualche osservazione, dato il forte impatto mediatico registrato sul caso. Proprio da questo punto iniziale partirei, osservando che il doveroso impegno della stampa ad informare l'opinione pubblica non deve mai cedere alla morbosa sollecitazione delle parti processuali, non tutelando così completamente quella serenità dei giudici che costituisce e deve rappresentare l'unica vera garanzia per tutti i cittadini sotto ogni profilo". Qual è la sua opinione sulla vicenda giudiziaria di via Poma? "Credo che il problema di fondo, paradossalmente - sostiene Ciampoli - non sia rappresentato dal dubbio responsabilità o innocenza, sulla cui finale valutazione molti fattori incidono mossi da percezioni, ragionamenti, riscontri che contribuiscono a formare l'ultimo e libero convincimento del giudice, che, come tale, deve essere tutelato e rispettato. Quello che purtroppo non è accettabile - dice il pg di Roma - è il lungo lasso di tempo tra il fatto in esame e il definitivo pronunciamento, intollerabile sotto il profilo costituzionale del celere e giusto processo, della democrazia e della reale corrispondenza a fatti e situazioni le quali in tanto giustificano l'intervento dello Stato in quanto si riferiscono all'attualità, eliminando dubbi e perplessità". Cosa pensa dell'esito finale del processo? "In presenza degli elementi che ho appena indicato, e dico ciò ribadendo quanto espresso nel ricorso in Cassazione proposto dal mio ufficio, nel rispetto dunque di tutte le opinioni - conclude Ciampoli - sembra corretto in linea generale più assolvere un colpevole che non condannare un innocente".
Busco, nulla da dire a famiglia Cesaroni - "Non ho nulla da dire alla famiglia di Simonetta. Per me inizia una nuova vita". Così Raniero Busco all'indomani della sentenza della Cassazione, che ha confermato la sua assoluzione nel processo di via Poma. Busco, che ha parlato all'uscita della sua villetta a Morena, alla periferia di Roma, è poi andato via in macchina con la moglie. ''Ricomincio a vivere - ha ribadito Busco - è finito un incubo. Pensavo di averci fatto il callo e invece ieri è stata un'emozione molto forte. E per fortuna è andato tutto bene''.
Urla di gioia dalla villetta di Raniero Busco a Roma dopo la notizia della sentenza. Alcune ore prima alcuni amici e parenti erano arrivati nella villetta, che si trova nel quartiere Morena, alla periferia sud di Roma, per sostenere da vicino Raniero in attesa della sentenza.
"Sono estremamente soddisfatto di questa decisione della Cassazione, e, del resto, non poteva che essere così, perché l'assoluzione era perfettamente motivata": così Franco Coppi, difensore di Raniero Busco, dopo l'assoluzione definitiva "Rimane il dispiacere per il barbaro omicidio di una giovane ragazza - aggiunge Coppi- e spero che presto prendano il colpevole. Come cittadino, dopo verdetto, esprimo fiducia nella giustizia".
"Siamo ovviamente delusi da questo verdetto di assoluzione perché c'erano forti incongruenze. Adesso quello di Via Poma resta un delitto senza colpevoli. Rimaniamo convinti che c'erano elementi importanti contro Busco". Questo il commento dell'avvocato Federica Mondani, legale di parte civile dei familiari di Simonetta Cesaroni, alla lettura del verdetto della Cassazione.
Simonetta Cesaroni fu uccisa negli uffici dell'Associazione Alberghi della gioventù a Roma in via Poma il 7 agosto del '90: l'assassino infierì sul corpo della giovane segretaria con 29 coltellate. Il corpo fu ritrovato dalla sorella Paola e dal datore di lavoro di Simonetta. Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione ed assolto in appello "per non aver commesso il fatto". Quest'ultima sentenza era stata impugnata dalla Procura Generale di Roma ed anche il pg della Cassazione, al termine della requisitoria, aveva chiesto l'annullamento della sentenza di secondo grado e un nuovo processo. I Supremi giudici sono stati di diverso avviso ed hanno confermato l'assoluzione di Busco che diventa così irrevocabile.
(ANSA)
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