"Se vuoi imparare a nuotare salta in acqua. Sulla terraferma nessuno stato d'animo potrà mai aiutarti."
#brucelee
"Se vuoi imparare a nuotare salta in acqua. Sulla terraferma nessuno stato d'animo potrà mai aiutarti."
#brucelee
«Amichevole Caratese-Verona. Io ero nella Caratese.
Lì c’era Landri, d.s. vicino alla Juve che collaborava con Furino al settore giovanile. Si capisce che gli feci una buona impressione perché mi portò alla Juve a fare delle amichevoli di fine stagione con Pro Vercelli, Vicenza e Ancona.
Volevo diventare professionista, qualche squadra di C mi voleva: avevo già centrato l’obiettivo.
Non avrei mai pensato che mi richiamasse la Juve.
Invece all’inizio della nuova stagione Trapattoni disse: “Se non mi prendete Vierchowod provo questo ragazzo”.
Andai in ritiro e poi in tournée in Giappone. Al ritorno firmai il contratto in bianco, sul cofano di un’auto a Villar Perosa. Figuratevi se pensavo ai soldi.
Che ansia quando andai in sede da Boniperti con i miei due procuratori.
Lui uscì dall’ufficio e disse: “Buongiorno Moreno, vieni con me. Voi potete aspettare fuori, grazie”. Non gli piacevano i procuratori.
Dentro, c’erano le sue scarpe, i trofei, i palloni in cuoio: che emozione.
Mi diede uno stipendio di 80 milioni di lire. Per me che come falegname ne guadagnavo un milione e 200 al mese era un’enormità.
Ricordo l'enorme mix di sensazioni: incredulità, euforia, paura.
Passavo da partite dove al massimo c’erano 200 persone a stadi da 60 mila.
Dovevo entrare in questo mondo nuovo e pieno, si diceva, di calciatori viziati e un po’ stronzi.
Invece mi trovai subito bene perché scoprii compagni disponibili, bravi ragazzi.
A Trapattoni devo tutto. Ha avuto il coraggio di lanciare un dilettante.
E all’inizio la sua umanità è stata fondamentale.
Aveva l’età di mio padre, era brianzolo, mi son trovato subito a mio agio.
Mi parlava in dialetto, mi chiamava legnamè, falegname in dialetto.
Quando finiva l’allenamento mi teneva a migliorare il sinistro perché avevo una zappa al posto del piede.
Ma lo faceva anche con altri, con Conte per esempio.
Credo che la mia storia ha aiutato molto i tifosi a vedermi con affetto.
Anche le mie caratteristiche, il fatto di non mollare mai. Anche se non ero eccelso tecnicamente, davo tutto.
E poi credo che di anno in anno io abbia avuto una crescita costante che i tifosi hanno apprezzato.
Infine perché la Juve di Lippi è stata una delle più vincenti della storia».
Partire dal basso fino alla Juventus e al tetto del mondo, Moreno #Torricelli racconta il suo approdo in bianconero
"Ho 71 anni e faccio il pensionato, mi godo la famiglia. Sì, ho fatto molte cose e ho un po’ di dolce nostalgia del passato. Non ho giocato molto, ma ho allenato le squadre più belle e più grandi.
Oliver Bierhoff era il mio pupillo?
No. Io non avevo pupilli. Il rapporto con i giocatori era professionale. Evitavo di frequentarli fuori dal campo. Ho sempre preteso da loro la massima disponibilità, il mio obiettivo era metterli nelle condizioni di rendere al massimo.
Ho avuti grandi campioni: Bierhoff a Udine, Shevchenko al Milan, Mihajlovic alla Lazio, Adriano all’Inter, Del Piero alla Juve.
Se proprio devo dire un nome di un calciatore che mi è rimasto nel cuore lo faccio: Dejan Stankovic.
Per me era come un figlio, un ragazzo generosissimo. Quando sono arrivato alla Lazio non giocava e mi ha detto: “Io sono qui, se ha bisogno di un portiere faccio anche quello”.
L’ho liberato dai vincoli tattici, doveva sprigionare la sua energia e la sua qualità. Per lui ho fatto uno strappo, una cosa unica nella mia carriera.
In Giappone ho chiuso il mio viaggio nel calcio.
Sono stato fortunato, nella vita. Sono vivo per miracolo.
L’anno scorso sono caduto in casa, dalle scale. Non ricordo com'è successo, forse avevo in braccio la cagnetta di mio figlio Luca e ho perso l’equilibro.
Mia moglie Fulvia mi ha trovato in un lago di sangue. Ho picchiato la testa, emorragia, sono stato in ospedale tre mesi, settimane in coma.
Mi hanno operato, ho fatto la riabilitazione. Adesso sto bene, giro in bici, faccio sport, guido la macchina. E viaggio".
[ 🗣️ Alberto Zaccheroni]
Questo tizio si chiama Tony Effe e andrà a Sanremo. E a proposito di questo testo le ragazze, le donne, cosa dicono, cosa fanno?!
.
«Prendi la tua troia
Le serve una museruola
Metti un guinzaglio alla tua ragazza
Ci vede e si comporta come una troia»
«La tua tipa tra i miei seguaci
Mi vede e dopo apre le gambe
La scopo e poi si mette a piangere»
«Bitch ogni giorno non mi lasciano libero
Le ordino da casa come su Deliveroo».
«Lei la comando con un joystick
Non mi piace quando parla troppo
Le tappo la bocca e me la fotto
«Bionda, mi piace quando è italiana
Mora, se è sudamericana
Rossa, bella e maleducata
Basta che a letto fa la brava».
«Prendo una bitch, diventa principessa
Le ho messo un culo nuovo,
le ho comprato una sesta
Arriva Tony, inizia il party
Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte
Con una sola botta faccio due gemelli
Copro la mia puttana di gioielli
Ma non sei la mia tipa, quindi niente anelli»
«Sono Tony, non ti guardo nemmeno
A novanta così neanche ti vedo
Mi dici che sono un tipo violento
Però vieni solo quando ti meno»
Ma vai a lavorare...coglione!!!!
"Il mio nome è nessuno" è un film del 1973 di Tonino Valerii, ed uno dei pochi di quegli anni, interpretato da Terence Hill, non in coppia con il fido Bud Spencer.
Ciononostante, con il tempo, il film è diventato un vero e proprio cult del genere spaghetti-western, anche se un po' più serioso (sopratutto grazie alla presenza del divo hollywoodiano Henry Fonda che da un tono più austero al film).
Sergio Leone è accreditato fra gli autori del soggetto. Si vocifera che, durante la fase di pre-produzione, Terence Hill lo pregasse in ginocchio affinché dirigesse lui il film (all'epoca Leone era uno dei registi più potenti in tutto il mondo).
Tuttavia, la regia passò appunto al fido Valerii (regista, tra l'altro, dell'ottimo "I giorni dell'ira" con Giuliano Gemma e Lee Van Cleef), ma si sa per certo che supervisionò il film e - pare - che abbia diretto delle scene, come da lui stesso affermato qualche anno dopo:
Leone ha però dichiarato che alcune scene sono state girate da lui: «Tutto l'inizio, tanto simile a quello di "Il buono, il brutto, il cattivo"; il duello con i cappelli nel cimitero indiano, un ricordo di "Per qualche dollaro in più"; lo scontro di Beauregard con il mucchio selvaggio e il finto duello finale, sono tutte scene che ho girato personalmente. E senza falsa modestia, sono quelle che il pubblico ricorda di più. Per il resto, trovo che l'aspetto burlesco del film, quello più direttamente imparentato alla serie di "Trinità", sia troppo sottolineato».
C'è da dire, infine, che in tutto questo Terence Hill è semplicemente fantastico. A riprova del fatto che avesse reali doti attoriali, nonostante la critica "togata" gli abbia rivolto, nei suoi tantissimi anni di carriera, ben poche lodi.
In questo film dà semplicemente il meglio di se stesso: è difficile capire se fosse lui stesso particolarmente ispirato o se fosse proprio la vicinanza con due istituzioni come Henry Fonda e Sergio Leone a trasformarlo in un fanboy disposto a dare più del 100% pur di ottenere un cenno di approvazione (e magari entrare nel novero delle star internazionali). E’ dinamico, buffonesco, machiavellico e carico di leggerezza: memorabile il suo disappunto quando Beauregard uccide un avversario che lui aveva reso inerme.
Un film da riscoprire e recuperare.
E ci riprovano. Ragazzi quelle manine...
Ora dopo essersi fatti stroncare - di netto - dalla Ragioneria di Stato la proroga sul silenzio-assenso per il TFR nei fondi pensione, Durigon e la Lega hanno lanciato la brillante idea di rendere obbligatorio per i neoassunti il versamento del 25% del TFR in suddetti fondi. Così evitiamo fraintendimenti: da silenzio-assenso a prelievo forzoso.
Ovviamente fondi privati su cui grazie a questa idea pioverebbero ogni anno centinaia di milioni dal nulla (anzi no: dalle tasche dei giovani lavoratori).
Poi un colpo di genio.
Oggi una PMI con meno di 50 dipendenti può tenersi i TFR dei dipendenti in azienda e non metterli da parte presso l'INPS. Una cosa utile perché garantisce liquidità alle piccole imprese.
Domani con questa riforma un pezzo di quel TFR andrà in quei fondi pensione, che però potranno prestarlo alle stesse PMI che hanno versato lì i soldi, ma ovviamente non gratis. Quindi ciò che prima era liquidità a costo zero domani avrà un costo per le aziende. Tradotto: altro profitto per i fondi pensione. Fatto con soldi dei lavoratori.
Complimenti a chi li vota. Dimostrano sempre di stare dalla parte dei più fragili, come si può notare.
Leonardo Cecchi
"Nell'arte marziale, molti istruttori prendono le loro tecniche e i loro principi da teorie intellettuali e non dalla propria esperienza. Un istruttore del genere può parlare di combattimento, e ci sono tanti maestri che ne parlano, ma non è in grado di insegnarlo davvero. Può forse istituire questa legge e questa via, ma il suo studente sarà condizionato e controllato invece di liberare se stesso per sbocciare, diventando un artista marziale migliore."
#BruceLee
RANIERI: "Hummels e Paredes due monumenti per me. Un altro anno in panchina? Non ci abbiamo mai pensato"
Le condizioni di Hummels? E poi un pensiero sull'acquisto dell'Everton da parte dei Friedkin
"Hummels è rientrato, ha fatto il primo pseudo allenamento e vedremo domani mattina che disponibilità mi darà. Cristante non ci sarà. Non ne abbiamo parlato a dire il vero ma guarderò l'Everton con altri occhi naturalmente"
Il Parma è un avversario ostico, come la affronterà la Roma?
"Innanzitutto con la determinazione che ci ha contraddistinto da quando sono arrivato, fin qui abbiamo sbagliato solo un tempo ma quel secondo tempo di Como mi ha shockato, sono sincero, non riesco a nascondere le delusioni. È una squadra vivace, verticale, una delle squadre che ha perso meno palloni nella propria metà campo perché proprio non ci gioca. Dovremo essere attenti e preparati su prime e seconde palle"
Perché Ndicka rende più sul centro sinistra che al centro?
"Evidentemente si trova più a suo agio, lì crea anche una superiorità numerica importante"
Hummels e Paredes sono due giocatori imprescindibili per lei. Mancano dei leader? Cercherete giocatori a gennaio con queste caratteristiche?
"Sono due monumenti per me. Io cerco il massimo da tutti, il massimo della determinazione, tutto. Io come allenatore posso portarti al tuo 100% che magari è il 50% di un'altra persona ma se tu non ne hai io non posso tirartelo fuori. Quello che cercheremo di fare è portare a Roma giocatori da Roma, non sarà facile ve lo annuncio perché non lo è d'estate, figurarsi a gennaio. Giocatori che possano avere un futuro a Roma, cercheremo di fare il meglio per la Roma e per permetterle di riavvicinarsi ad alti livelli"
Quanti difensori servono alla Roma per gennaio?
"Celik può fare benissimo anche il braccetto, pure se è un nome bruttissimo. Vediamo, se c'è qualcosa per migliorare, miglioreremo. Ma non voglio prendere in giro nessuno, tantomeno me stesso. Poi si sbaglia sempre"
Viene annunciato il giornalista Juric per la domanda...
Interviene Ranieri: "Ah pensavo...". "Direttamente da Southampton" la risposta del cronista seguita dalla nuova battuta di Ranieri: "Dico almeno fatelo mangiare prima...".
A giugno diventerà dirigente senior: è categorica questa situazione o se le dovessero chiedere di restare un altro anno ci penserebbe?
"Non ci abbiamo pensato a questa possibilità, io darò il meglio per far venire a Roma un buon allenatore. Qualsiasi cosa mi chiederà la proprietà cercherò sempre di portarla in porto nel miglior modo possibile"
Sul modo di servire Dovbyk, mercoledì sono arrivati i cross. E poi sul rientro di Balzaretti
"Chiunque giochi è importante che arrivino cross. Con Balzaretti parlavo spesso, lo conosco da una vita, è una persona seria e molto preparato"
Ha parlato con Dybala in queste ore? C'è una valutazione anche legata alle voci?
"Penso al 90% al campo e a quello che mi aspetta. Dobbiamo fare una grande partita"
Perché ogni allenatore che arriva qui inizia a giocare a 4 e poi passa a 3?
"Non mi sono mai innamorato dei sistemi di gioco, perché quelli ad essere vincenti sono i giocatori. La squadra si sente più protetta giocando a 3, per proteggerla maggiormente dovrei giocare con 3 centrocampisti però poi perdiamo qualcosa avanti in brillantezza. È fluido il discorso, basta alzare o abbassare un quinto e si trasforma"
La situazione di mercato sarà legata al futuro allenatore o alla situazione attuale?
"Dal momento che non abbiamo il nuovo allenatore cercheremo di prendere giocatori buoni per la Roma di adesso e del futuro"
La situazione di Zalewski: l'intenzione della società è quella di puntare su di lui? Con Balzaretti il quadro dirigenziale è completo?
"Di completo non c'è mai nulla, c'è sempre da migliorare. Per quanto riguarda il futuro di Zalewski non ci sto pensando perché se ne occupa, nella pratica, Ghisolfi. Lo vedo molto più libero di pensiero quando gioca con la sua Nazionale"
“Quando nel 94 mi dissero di tornare in Nazionale per il Mondiale io pesavo 97kg. Non volevo tornare, ricevevo 50 chiamate al giorno da sponsor, dagli organi della Fifa e da gente che ruotava attorno alla nazionale.
Bilardo, l’ex tecnico della Nazionale, un giorno mi disse: “Diego, ti vogliono tutti, il popolo ti vuole e soprattutto quelli della FIFA. Il Mondiale americano ha bisogno della tua faccia per vendere ed anche noi abbiamo bisogno di te”.
Mi convinsero così a tornare.
Io non ero in forma ed ero fermo da tempo. Andai due mesi nella Pampa per rimettermi in forma con Fernando Signorini.
Ogni giorno era dieta e allenamento, dieta e allenamento, scesi fino a 75kg.
Tornai in Nazionale quando mancavano due partite contro l’Australia per qualificarci ad USA 94, ancora non eravamo qualificati.
In quelle due partite di qualificazione non c’era il doping, la FIFA lo annullò magicamente.
Noi avremmo potuto prendere di tutto, tanto i controlli non c’erano.
Questo perché l’Argentina doveva esserci, non importava il modo.
La faccia di Maradona doveva esserci.
Dopo pochi mesi cominciò il Mondiale e Sarrini, il medico della Nazionale, sbagliò dandomi l’Efedrina che in Argentina non c’era, ma che in America c’era ma era vietata.
In quel momento a nessuno importava.
Loro in America avevano uno scoop da sbattere al mondo intero, e a me mi fecero fuori in un attimo.
Tanto la federazione già aveva guadagnato con le pubblicità, con gli sponsor e biglietti venduti grazie a Maradona.
Questo è il calcio …”
"Un anno, durante un pranzo, Florentino Perez incontrò mio padre e gli disse: "Presidente, voglio Totti."
Papà si giró e si mise a ridere, come se fosse una battuta.
Florentino quindi capì che non se ne parlava proprio.
Perché per papà e per la famiglia Sensi Francesco era la Roma.
Stava a Roma, non sarebbe potuto stare in un'altra squadra.
Tant'è, che molte volte papà gli diceva: "A Francé, ndo vai? Che giri l'angolo e torni indietro? Tu stai con noi."
I dialoghi fra papà e Francesco erano qualcosa di esilarante, ne sanno qualcosa Daniele Pradè e Vito Scala.
In quel pranzo, il presidente Florentino ha capito che papà non si sarebbe mai privato del suo figlio maschio.
Florentino poi ci ha provato continuamente, ma sapeva che dalla famiglia Sensi una firma del genere non sarebbe mai arrivata."
Le parole di Rosella Sensi, alla presentazione del Libro di Francesco Totti, riassumono quanto la famiglia Sensi tenesse alla Roma.
Una narrazione romantica, di un calcio che non esiste più.
Tanti auguri, Rosella.
IL ROMANISTA
Nuovo stadio, tifoseria e un centro sportivo all'avanguardia i tre pilastri dell'operazione condotta dal gruppo imprenditoriale texano, che fattura circa 13 miliardi di dollari all'anno
Il Gruppo Friedkin ha perfezionato l'acquisto dell'Everton, rilevando da Farhad Moshiri il 94,1% delle quote del club di Liverpool e affidando l'incarico di CEO a Marc Watts. Lo stesso Watts ha annunciato ai tifosi inglesi una lista di sei obiettivi strategici che la nuova presidenza si prefigge di raggiungere.
Dopo l'annuncio, la stampa britannica così come quella statunitense hanno acceso i riflettori sulla nuova proprietà, che conta - oltre alla Roma - anche il Cannes all'interno di quella che inizia a profilarsi come una piccola galassia di club di proprietà degli imprenditori texani.
In particolare il prestigioso New York Times ha approfondito l'operazione in un lungo articolo a firma di Tom Burrows uscito sulle colonne dell'inserto sportivo digitale The Athletic.
Perché l'Everton?
Secondo il giornale americano, il motivo principale che ha spinto i Friedkin a concludere l'operazione è il nuovo stadio dei Toffees: l'impianto situato a Bramley-Moore Dock nuovo di zecca che aprirà la prossima stagione. Ma, sempre secondo il NYT, non è soltanto lo stadio ad aver attirato l'attenzione della nuova proprietà. A questo infatti si aggiunge una grande storia in Premier League (l'ultima retrocessione risale agli anni '50) e un'imponente tifoseria al seguito. Da non sottovalutare inoltre, il centro sportivo del club, struttura all'avanguardia nella quale si allena la prima squadra e ha sede l'academy del club.
Il patrimonio dei Friedkin
Il Friedkin Group, che ha sede a Houston, in Texas, ha un fatturato annuo di circa 13 miliardi di dollari e 11.000 dipendenti. Secondo Forbes, citato dal New York Times, il patrimonio personale di Dan Friedkin è stimato in 8,2 miliardi di dollari.
Da qualche anno circola la leggenda metropolitana secondo la quale, nel film Rocky III uscito nel 1982, l'altezza di Hulk Hogan in alcune scene sia stata "falsata" facendolo salire su di una pedana, in modo tale che il personaggio di "Labbratonanti", che lui interpretava, apparisse ancora più grande rispetto al pugile Rocky Balboa.
Queste voci sono sorte dopo che Sylvester Stallone, probabilmente per scherzo, pubblicò sul proprio profilo Twitter (piattaforma social oggi conosciuta come "X" dopo essere stata acquistata da Elon Musk) la foto che potete vedere sulla destra, senza aggiungere nessuna spiegazione.
Lascio giudicare a voi.
Osservate la foto a sinistra, nella quale vi è rappresentata la stessa scena ripresa dal film.
Poi guardate attentamente quella a destra, che come detto, è quella pubblicata da Sylvester Stallone, nella quale Hulk Hogan è ritratto in piedi su una pedana.
Ma anche con uno sguardo superficiale, si nota subito che c'è qualcosa che non va in quell'immagine.
Le sue gambe sono completamente sproporzionate rispetto al resto del corpo ed appaiono molto più corte di quanto siano nella realtà.
L'impressione è che in quella foto siano state "accorciate" con l'ausilio di un'applicazione per i fotoritocchi, tipo Photoshop, in modo tale da inserirci sotto la pedana.
Tenete conto che nel 1982, Sylvester Stallone era alto circa 1,75 mt (adesso ha perso un paio di centimetri invecchiando, ma non è mai stato 1,77 mt come riporta Wikipedia), mentre Hulk Hogan era alto 1,96 mt, che è il massimo della statura che abbia raggiunto. Lo so che Wikipedia riporta 2,01 mt, ma quelle sono le misure annunciate dalla WWE, che esagera sempre le dimensioni dei propri performer per fare spettacolo. Se è per questo riportano pure che Hulk Hogan viene da Venice Beach, California, quando in realtà vive e viveva a Clearwater, Florida.
Ma annunciarlo come californiano faceva più figo.
Io non escludo a priori che nella scena in cui l'arbitro fornisce le ultime indicazioni a Rocky e Labbratonanti, abbiano usato qualche artificio per accentuare l'altezza di Hogan rispetto a Stallone.
Sto solo dicendo che quella foto sulla destra mi sembra che sia stata chiaramente ritoccata, visto che Hulk appare simile a un'anatra, con quelle gambe corte ed il busto lungo. 🦆
Ad ogni modo, io vi ho fornito i presupposti, lascio che siate voi a trarre le vostre conclusioni.
#Rocky #Thunderlips #HulkHogan #SylvesterStallone #Sly #RockyBalboa
Nel prepartita di Roma-Sampdoria, ha parlato Florent Ghisolfi a Sport Mediaset.
Sulla Roma.
"Non stiamo facendo un buon campionato, siamo in ritardo sui nostri obiettivi e questo dà più importanza alle coppe. Vogliamo giocare con grande aggressività, cosa che non si è vista a Como".
PRIMO PIANO
Ghisolfi: "Vogliamo migliorare la squadra in 2-3 posizioni. Dybala al Galatasaray? Solo rumors"
18.12.2024 20:35 di Marco Campanella vedi letture
Ghisolfi: "Vogliamo migliorare la squadra in 2-3 posizioni. Dybala al Galatasaray? Solo rumors"Vocegiallorossa.it
© foto di www.imagephotoagency.it
Nel prepartita di Roma-Sampdoria, ha parlato Florent Ghisolfi a Sport Mediaset.
Sulla Roma.
"Non stiamo facendo un buon campionato, siamo in ritardo sui nostri obiettivi e questo dà più importanza alle coppe. Vogliamo giocare con grande aggressività, cosa che non si è vista a Como".
Dybala è sul mercato?
"Vogliamo migliorare la squadra in 2-3 posizioni, ma come ha detto Ranieri non vogliamo fare le cose tanto per farle, chi arriva sarà un miglioramento. Su Dybala, è l'inizio del mercato, sono rumors, conosciamo la sua importanza per la squadra e il suo umore. Se arriva qualche offerta la valuteremo, ma per ora non è arrivato niente".
Sull'allenatore del futuro.
"Non faremo un annuncio per capodanno (ride, ndr.). Non vogliamo aspettare sei mesi, vogliamo anticipare, ma anche prenderci il tempo per fare la scelta giusta. Valutiamo profili italiani e non, ma la conoscenza della Serie A sarà un fattore importante".
#RomaSampdoria #Dybala #galatasaray
Ottavi di Finale #CoppaItalia
#RomaSamp #Sampdoria #Samp
#Como
#Ranieri #ClaudioRanieri
#AsRoma #asromaforever
#Ghisolfi
#friedkin
#calciomercato #calcimercatoRoma
Panagiotis Tachtsidis era il pallino di Zeman, che lo ha voluto spesso con sé: ma la sua carriera è stata al di sotto delle aspettative.
Una cosa è certa: Znedek Zeman, non uno qualunque, stravedeva per lui. Ma Panagiotis Tachtsidis, nonostante le indubbie potenzialità, non è riuscito, almeno per il momento, a mantenere nella sua carriera calcistica le grandi aspettative che i vari club con cui ha giocato avevano riposto su di lui.
Regista di centrocampo dotato di una tecnica purissima e di un fisico statuario, ha fallito la grande occasione avuta nella Roma e successivamente non è riuscito a imporsi nelle tante squadre che gli hanno offerto un'altra possibilità. I suoi limiti? Innamorarsi un po' troppo del pallone, finendo per ritardare i ritmi di gioco, oltre a una certa macchinosità nei movimenti e a un carattere introverso e fumantino, che lo ha portato spesso a reagire in modo sbagliato al gioco falloso ai suoi danni, finendo per vedersi sventolare troppe volte il cartellino rosso.
Tachtsidis è cresciuto calcisticamente nell'AEK Atene. Dopo 3 stagioni in Prima squadra, in cui si affaccia nel calcio professionistico, debuttando anche in Europa League, a portarlo in Italia è il Genoa di Enrico Preziosi, che nel 2010, quando il centrocampista ha 19 anni, investe 200mila euro. Tachtsidis firma un contratto di 4 anni con il Grifone a 400mila euro a stagione, ma viene girato in prestito al Cesena per fare esperienza.
Nei 6 mesi in Romagna, però, non riesce a trovar spazio e a gennaio cambia già maglia, passando al Grosseto, in Serie B. In Toscana gioca le prime partite nel calcio italiano, 8, e il suo debutto assoluto, in particolare, è in grande stile. Nella gara d'esordio, infatti, il 3-2 casalingo contro il Pescara, serve 2 assist, dando un contributo decisivo alla sua squadra. Nell'estate 2011 si trasferisce così al Verona, sempre a titolo temporaneo..
Nella formazione scaligera parte come riserva di Hallfredsson, ma riesce a ribaltare le gerarchie e a guadagnarsi il posto da titolare. In gialloblù vive una stagione molto positiva, totalizzando 2 reti in 37 presenze, di cui 35 da titolare, cui vanno aggiunte 2 presenze e un goal nei playoff. A fine stagione i gialloblù sono promossi in Serie A, mentre Tachtsidis è fra i migliori giovani del campionato assieme ad Alessandro Florenzi (che sarà poi suo compagno di squadra nella Roma, ndr), Lorenzo Insigne e Nicola Sansone.
A notare il suo talento fra gli altri c'è l'allenatore della Roma Znedek Zeman. Proprio il tecnico boemo chiede al D.s. Walter Sabatini di portare il centrocampista greco nella capitale nell'estate 2012.
Il D.s. lo accontenta e acquista Tachtsidis con la formula della comproprietà. Il greco firma per 5 anni, e illude i tifosi segnando un gran goal su pallonetto nella prima amichevole stagionale. Zeman decide di puntare sul nuovo arrivato già dalla 2ª giornata di campionato, che vede la Lupa impegnata a Milano contro l'Inter. A San Siro, come tutta la squadra, Tachtsidis, all'esordio in Serie A, disputa un partitone, la Roma vince 3-1 e il greco, che in quell'occasione è preferito a Pjanic, sembra avviato ad una stagione da protagonista.
Invece non sarà così: le sue prestazioni sono molto altalenanti e la situazione diventa molto delicata quando Zeman in alcune occasioni darà spazio al greco al posto di Daniele De Rossi, oltre che di Pjanic. Questa scelta attira al boemo numerose polemiche, e Tachtsidis è addirittura oggetto di fischi da parte dei tifosi giallorossi all'Olimpico.
Il 27 gennaio, nel 3-3 contro il Bologna, Tachtsidis segna il suo primo goal in Serie A. Le due successive sconfitte dei giallorossi contro Catania e Cagliari fanno precipitare la squadra all'8° posto in classifica lontana dalla zona Champions. La scommessa Tachtsidis fallisce, la società prende una decisione drastica ed esonera Zeman, e quando si concretizza l'avvicendamento in panchina con Aurelio Andreazzoli, il greco trova poco spazio, chiudendo la stagione 2012/13 con 21 presenze (più 2 in Coppa Italia) e un solo goal.
Dopo la Roma,per il greco un lungo pellegrinaggio di flop in provincia prima del ritorno a casa.
Oggi gioca ancora in Romania.
Negli anni ottanta mi piaceva da impazzire il look di "Macho Man" Randy Savage.
Pantaloncini corti con delle stelle disegnate, stivali dal colore di volta in volta coordinato, grandi occhiali da sole, fascia per capelli tipo Jimy Hendrix, mantelli sgargianti... lo vedevo come un personaggio unico, "larger than life", come dicono in America.
Ricordo che da bambino, una volta andai in gita con la scuola a Volterra, ed in una bancarella acquistai una grande bandiera americana con dipinta sopra una moto Harley-Davidson.
Al ritorno a casa, scendendo dal pullman, me la misi sulle spalle fingendo di essere "Macho Man" Randy Savage! 😅
Negli anni novanta il suo look, con il cappello, i pantaloni lunghi e le giacche, sinceramente mi piaceva di meno, però compresi la sua esigenza di rinnovarsi.
Ma personalmente ho sempre trovato il suo fisico come uno dei migliori in assoluto nella WWF dell'epoca, al pari di Ricky "The Dragon" Steamboat.
Non erano enormi, non erano altissimi e non pesavano centotrenta chili, ma avevano quello che ho sempre definito l'aspetto di una "superstar", di atleti fenomenali.
Bastava uno sguardo per rendersi conto che erano delle grandi stelle, nessuno li avrebbe mai potuti scambiare per dei fans o comunque per qualcuno preso dal pubblico.
Oggi capita anche questo.
#RandySavage #MachoMan #Anni80 #WWFWrestling #VintageWrestling
Fa quasi tenerezza, quando lo vedi volare da una parte all’altra della porta, uscire a valanga sugli attaccanti avversari per salvare il risultato.
Ci ha provato, mettendoci tutto se stesso.
E, mentre compiva una parata più bella dell’altra, trovava anche il tempo di sgolarsi, per richiamare l’attenzione dei suoi compagni e spronarli a dare il massimo.
Peccato che quei compagni erano impauriti, distratti, con la testa da un’altra parte.
Peccato, davvero, perché se ne avessimo undici come lui non saremmo di certo a tre punti dalla zona retrocessione.
Nella tempesta, abbiamo trovato un grande portiere.
Teniamocelo stretto.
Dal canale Telegram di Fabrizio Corona ennesimo scoop? Secondo il paparazzo l'ex calciatore Roberto Mancini e la giornalista Hoara Borselli sarebbero amanti.
[VIDEO] Roberto Mancini e Hoara Borselli:
Gli Amanti segreti del Lusso Sfrenato!
In esclusiva per voi del mio canale telegram, Scopriamo (come testimoniato dal video) un amore segreto che dura da ben cinque anni: Roberto Mancini, l'ex CT della Nazionale, e la giornalista Hoara Borselli sono amanti, ma non solo di passione! D’altronde come può una giornalista permettersi un vestiario così dispendioso? Forse abbiamo capito ora perchè Roberto Mancini è andato di corsa in Arabia per incassare un contratto da 40 milioni di euro l’anno. Esperienza durata poco ma che gli ha fatto incassare una fortuna in Arabia!
Alle spalle l’ex ct azzurro ha un matrimonio con una prima moglie che, al momento del divorzio gli ha portato via ben 29 milioni di euro, la seconda e attuale moglie (Silvia Fortini ndr) e poi Hoara Borselli, l’amante da mantenere ma che per mister 30 milioni non è un problema…
Fenix
Una scena a dir poco iconica, entrata di diritto nella storia del cinema.
Il campione del mondo di lotta, Thunderlips, conosciuto come Labbratonanti nell'adattamento italiano del film Rocky III, sale sul ring accompagnato da quattro avvenenti ragazze, per sfidare il campione del mondo di pugilato Rocky Balboa, detto "Lo Stallone Italiano".
Uscito nel 1982, il film Rocky III ebbe il merito, tra le altre cose, di far decollare la popolarità di Hulk Hogan, che fino ad allora era sempre rimasto esclusivamente nei circuiti territoriali del pro-wrestling, americano e giapponese.
La Hulkamania non aveva ancora iniziato a "correre selvaggia" e Hogan si era accasato alla American Wrestling Association, per fare poi il suo ritorno alla WWF soltanto due anni più tardi (fu licenziato da Vince McMahon, Sr. proprio per aver preso parte a quel film saltando alcuni impegni), ma questa apparizione in Rocky III diede una spinta non indifferente alla sua popolarità.
Divenuta celebre la sua frase, proprio in concomitanza di questa scena: "A tutte le mie ammiratrici in sala! Labbratonanti è qui, in carne ed ossa! Il non plus ultra del maschio contro... il non plus ultra delle polpette!".
Stupendo.
#Rocky #RockyBalboa #Thunderlips #Labbratonanti #HulkHogan
Ormai ci troviamo di fronte alla fine di una storia che, di fatto, è finita già da tempo. Anzi, forse se ci pensate bene, non è mai nata come dovrebbe.
Ricordiamoci che Paulo Dybala ha accettato la Roma a delle condizioni ben chiare: ingaggio molto alto e clausola rescissoria a prezzi stracciati valevole sia per l'Italia che per l'estero.
Tutto questo dopo il fallimento di trattative con altri club abituati a vincere (vedi l'Inter).
Diciamoci la verità: più che per amore, ha scelto la Roma solo per rilanciarsi e ritornare appetibile sul mercato.
Poi il campo ha detto altro, il suo rendimento è stato altalenante, così la Roma in estate ha deciso di puntare su Soulè ma non ha avuto la forza di spingere Dybala ad accettare il club arabo.
La scelta di Paulo in estate di restare a Roma, è dettata più dalla pressione che ha ricevuto dalla piazza, che per vero amore per il club.
Ora Dybala è di nuovo sul mercato, per l'ennesima volta in tre stagioni e probabilmente questa volta andrà via.
È giunta l'ora di prendere delle decisioni importanti per il bene comune e per quello dei tifosi che hanno sempre trattato Paulo come un vero Re.
E proprio loro, più di tutti, meritano rispetto.