giovedì 31 luglio 2014

ASL ROMA D, ZINGARETTI “DIMENTICA” I SERVIZI TERRITORIALI METTENDO IN DIFFICOLTA’ I CITTADINI

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AG.RF.(MP).31.07.2014

 “riverflash” -  “A Ostia il Sert, servizio che assiste i tossicodipendenti e il Dipartimento di salute mentale, si sono visti ‘scippare’ otto infermieri dall’ospedale Grassi così, gli ambulatori in oggetto, che rivolgono la propria assistenza a persone fragili, si vedono costretti a ridurre drasticamente orari e prestazioni, in un settore particolarmente delicato, specie nella zona del litorale romano, in un periodo in cui la popolazione triplica. A quanto pare Zingaretti, la sanità territoriale l’ha soltanto ‘immaginata’. Piuttosto che fare annunci a vuoto, circondato da competenti addetti stampa e solerti giornalisti pronti a riportare ogni virgola delle sue dichiarazioni, senza nulla eccepire, il presidente farebbe cosa meritoria se andasse di persona nelle Asl, negli ambulatori, nei pronti soccorsi, nelle corsie degli ospedali. Soltanto così si renderebbe conto di cosa c’è bisogno e dei disagi che vivono quotidianamente i cittadini. Altro che ‘un nuovo modo di fare sanità’, questa è la sanità della stanza dei bottoni”.


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GLI PSICOLOGI HANNO RIVELATO UNA CARATTERISTICA SCONCERTANTE SULLE PERSONE CHE SEMBRANO SEMPRE POSITIVE

positivodi Consolata Chiantelassa 

(riverflash) – Nel 1961, Stanley Milgram incuriosito dalla volenterosità di alcune persone ad eseguire ordini dati da figure autoritarie, iniziò un esperimento. Decise di sperimentare quanto un soggetto potesse provocare in uno sconosciuto scariche di adrenalina semplicemente per il fatto che gli fosse stato impartito un ordine. Alcuni soggetti, erano disposti ad arrivare ad uccidere per non disobbedire.

La notizia: Un esperimento analogo a quello di Milgram, pubblicato sulla rivista “Journal of Personality”  ha allargato il campo di ricerca andando a catalogare le personalità che si mostrano più propense ad obbedire. La scoperta è stata sorprendente. Le personalità più estroverse sono le più propense ad eseguire gli ordini e a infliggere ad altri le scariche adrenaliniche di cui sono consapevoli del dolore provocato mentre i meno estroversi sono meno inclini ad obbedire ed a ferire gli altri.

Il metodo e le scoperte: Per otto mesi i ricercatori hanno intervistato i soggetti per misurare sia la loro personalità sociale che il loro passato e la loro cultura politica. Quando hanno messo insieme queste informazioni con il comportamento del protagonista durante l’esperimento, una trama chiara è emersa: le persone che normalmente erano socievoli eseguivano gli ordini perché non volevano deludere il prossimo mentre quelli descritti come antisocievoli mantenevano il loro punto di vista.

L’ironia è che una personalità normalmente descritta come antisociale- spiacevole può effettivamente essere associata ad un comportamento pro-sociale, afferma Kenneth Worthy in Psychology Today‘s. Questa associazione di idee deriva dalla volontà che certi individui hanno di sacrificare la propria popolarità a favore di cause morali come altruismo verso gli altri, gli animali e l’ambiente. La popolarità alla fine potrebbe non essere altro che un segno di garbo è può darsi un desiderio di sopportare superiorità morali.

Lo studio ha anche evidenziato che coloro che nutrono ideologie di sinistra hanno meno propensione a ferire gli altri. Un certo gruppo si è mantenuto determinato ed ha rifiutato di eseguire ordini distruttivi. Ad esempio donne che avevano precedentemente partecipato come attiviste in rivolte politiche quali scioperi o occupazioni di fabbriche.

L’effetto Nazista: Le scoperte si prestano oltre l’obbiettivo originale di Milgram negli anni 60 che cercava di capire la nascita del Nazismo. Milgram iniziò i suoi esperimenti nel Luglio del 1961, tre mesi dopo l’inizio del processo ad Adolf Eichmann, un Criminale di Guerra Nazista.  Milgram volle credere che le sue scoperte avrebbero potuto spiegare come persone apparentemente piacevoli possono effettuare cose orribili se gli si viene ordinato.


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ROMA: STANGATA SUI PARCHEGGI

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AG.RF.(MP).31.07.2014

 “riverflash” – Brutte notizie per i romani, una vera e propria stangata per le strisce blu: aumentano infatti le tariffe, dentro e fuori le zone a traffico limitato, grazie ad una delibera approvata ieri dal consiglio comunale che prevede un aumento del 50% del costo della sosta, che passerà da 1 euro a 1,5. Ma c’è anche un’altra novità, relativa alle tariffe agevolate giornaliere (4 euro al giorno come spesa massima, anche se si superano le 8 ore di sosta) e mensili (costo: 70 euro): entrambe sono state abolite, per cui, chi fino a ieri pagava 4 euro, per poter lasciare l’auto ferma 8 ore, adesso per lo stesso tempo dovrà sborsare 12 euro. Restano in vigore altre tariffe agevolate, come quella di 20 centesimi per 15 minuti, la gratuità della sosta per le autovetture elettriche o ibride ma anche nei parcheggi in prossimità di ospedali, con limite temporale di 2 ore. L’opposizione ha presentato centinaia di emendamenti, ma quelli che si sono “salvati “ dal taglio, sono stati poi bocciati in aula. Dalla lista Marchini sono arrivate le prime critiche al nuovo provvedimento: “ aumentare le tariffe per le strisce blu ed eliminare gli abbonamenti giornalieri e mensili, è un furto legalizzato”; anche Forza  Italia ha polemizzato con le decisioni prese e alcuni manifestanti, hanno esposto striscioni con su scritto: “per i romani solo degrado e tasse”. Inoltre ieri, sempre all’interno della discussione sul Bilancio, è stata votata anche un’altra propedeutica, quella sul Regolamento della Iuc, (contiene Imu e Tasi), che per un pasticcio in aula (causato da un errore tecnico della maggioranza che lo ha bocciato) è dovuta ritornare ai Municipi e in commissione per un nuovo via libera. Infine oggi in aula, verranno discussi i provvedimenti con le nuove regole sui cartelloni pubblicitari e probabilmente nella giornata di domani, verrà discussa la delibera più importante, cioè la manovra vera e propria…. mentre i romani rimangono con il fiato sospeso, sperando di scongiurare nuove ulteriori tasse…..


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IL CINEMA DEI GIUSTI - “APES REVOLUTION” È INTRICATO E HA TROPPI EFFETTI IN DIGITALE, MA È MEGLIO DI TANTI KOLOSSAL FRACASSONI COI SUPEREROI

Ci risiamo: è tornato “Il Pianeta delle Scimmie”, ma nel sequel (del prequel) il perfido Koba infrangerà la legge più importante: scimmia non uccide scimmia. E tenterà una rivoluzione per il possesso del Pianeta Terra che prevede il tradimento del leader delle scimmie sapienti, Cesare, troppo legato agli umani...


Marco Giusti per Dagospia

Apes Revolution di Matt Reeves.

apes revolution il pianeta delle scimmieAPES REVOLUTION IL PIANETA DELLE SCIMMIE
Cesare deve morire. Anche tra le scimmie. Ci risiamo. Sì, perché il perfido Koba, più cattivo del Babo melvilliano (“Benito Cereno”), cova un odio per la razza umana che lo porterà a infrangere la prima legge della cultura scimmiesca: scimmia non uccide scimmia. E a tentare una rivoluzione per il possesso del Pianeta Terra che prevede il tradimento verso il leader delle scimmie sapienti, Cesare, troppo legato agli umani. Altro che Renzi.

apes revolutionAPES REVOLUTION
Se vi è piaciuto il primo episodio della nuova serie del “Pianeta delle scimmie”, “L’alba del Pianeta delle scimmie”, vi piacerà molto anche questo complesso, non sempre ben definito sequel, “Apes Revolution” (ma in inglese si intitola “Dawn of The Planet of the Apes”), diretto dal Matt Reeves di “Cloverfield” e di “Blood Story”, che è uno dei pochi film da non perdere di quest’estate.

Diciamo subito che è vero che ci sono troppi effetti in digitale e che possono non piacere a tutti, ma il risultato delle scene di masse nella rivolta finale con le scimmie capitanate da Koba che assaltano ciò che resta della razza umana a San Francisco è grandioso. Non solo. I due protagonisti scimmieschi, Cesare, al solito “interpretato” dal geniale Andy Sarkis, suoi sono gli occhi della prima inquadratura del film, e il cattivo Koba, cioè Toby Kebbel, sono assolutamente strepitosi, sia come personaggi che come attori.

apes revolutionAPES REVOLUTION
Il male assoluto che incarna Koba è il male che ha subito dagli uomini durante gli anni di torture da laboratorio, mentre Cesare non riesce a scordare il suo passato felice nella famiglia umana di James Franco, scomparso dalla scena con la scomparsa del primo regista della serie, Rupert Wyatt. Sono passati dieci anni dalla fuga di Cesare e dei suoi fratelli nei boschi vicini a San Francisco e nel frattempo la razza umana è stata decimata da un virus scimmiesco da laboratorio e non è riuscita in nessun modo a compattarsi per l’incapacità al dialogo e alla fratellanza.

apes revolution il pianeta delle scimmieAPES REVOLUTION IL PIANETA DELLE SCIMMIE
Ci troviamo così in una situazione da vecchio western con indiani. Da una parte, nel fortino di una diroccata San Francisco, i bianchi sopravvissuti al contagio capitanati da Dreyfus, un Gary Oldman poco convinto, da un’altra, nel bosco, le scimmie capitanate da Cesare e dal suo miglior guerriero, Koba. Ma nel bosco delle scimmie c’è una vecchia diga che, una volta riattivata, potrebbe dare alla città degli umani, l’energia necessaria per comunicare col mondo e sopravvivere. Così un drappello di umani, al comando del buon padre di famiglia Malcolm, Jason Clarke, con figlio e fidanzata dottoressa a fianco, parte per trattare con Cesare e riattivare la diga.

apes revolution il pianeta delle scimmieAPES REVOLUTION IL PIANETA DELLE SCIMMIE
Malcolm e Cesare vogliono vivere in pace, ma Koba vuole la guerra e vede nella tragedia degli essere umani il momento buono per dar loro il colpo di grazia. Pur soffocato da troppe sdolcinature che allungano un po’ la storia, ma non apportano troppa sostanza, il film rivela una trama che sembra quasi un remake più che di qualche episodio della saga scimmiesca, di grandi classici western come “L’amante indiana” di Delmer Daves con James Stewart e Debra Paget, dove il Kociss di Jeff Chandler è esattamente quel che per le scimmie è Cesare. Il grande capo indiano che tratta con i bianchi e non rompe i trattati. Solo che la parte cattiva della tribù, quella che non vuole cedere alle lusinghe dei bianchi, tenterà di riportare tutti alla guerra.

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Da questo vecchio meccanismo western, ormai lontano, Reeves e i suoi tre-quattro sceneggiatori, troppi, visto che il film è stato riscritto molte volte nel passaggio tra i registi, tirano fuori una storia un po’ zoppicante che permette però a Cesare di comunicare con i bianchi rivelando il suo lato più complesso, e a Koba di scatenarsi in quella che sarà una vera rivoluzione contro il suo leader e contro la razza umana. Ovvio che ci si può vedere un po’ di tutto, dal Medio Oriente infuocato di questi giorni alla guerra civile in Ucraina, come ci si può vedere l’incapacità umana di muoversi verso la pace e di sapersi confrontare solo con le armi, la guerra e l’odio viscerale.
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Ma non è che Reeves sia un regista così libero e colto da poter domare una macchina così complessa, 140 milioni di dollari di budget per un incasso attuale di 356 milioni globali, per farne un film con una sua precisa visione del mondo. Non è né Tim Burton, che fece un suo “Pianeta delle scimmie” non riuscito ma di grande bellezza visiva e pieno di idee strepitose, né il Delmer Daves dei tempi di “L’amante indiana” scritto dal grande Albert Maltz. Ma il Cesare di Andy Sarkis ha molto della fierezza indiana del Kociss di Jeff Chandler. Non è poco.

APES REVOLUTIONAPES REVOLUTION
E il film, alla fine, funziona più di tanti kolossal fracassoni coi supereroi. E l’immagine di Koba che attacca gli umani a cavallo sparando all’impazzata con due mitra in mano è qualcosa che nel cinema d’avventura potrebbe rimanere a lungo. Come l’idea che una delle prime mosse del rivoluzionario sia mettere in gabbia non tanto gli umani, quanto i dissidenti troppo legati al governo precedente. Altro che Renzi. In sala. 



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1. LE VIE DEL SIGNORE SONO DAVVERO INFINITE: ORA SI FA SOTTO ANCHE UNO STRIP CLUB! - 2. PER IL REVERENDO JARRETT MAUPIN, CANDIDATO DEMOCRATICO IN ARIZONA, CHE HA PER SPONSOR IL PIU’ IMPORTANTE STRIP CLUB DI PHOENIX, “DIO LAVORA IN MODI MISTERIOSI” - 3. SARÀ CHE LO STRIP CLUB “GREAT ALASKAN BUSH” HA UNA POLITICA QUASI ASSISTENZIALE: È ACCESSIBILE AI DISABILI, PER 5$ TI OFFRE IL PRANZO SPECIALE CON LAP DANCE, E ASSICURA CHE SE HAI AVUTO UN PESSIMO LUNEDÌ, LE SUE RAGAZZE SAPRANNO TIRARTI SU... -




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Il Reverendo Jarrett Maupin è un uomo di Dio, un pregiudicato e un candidato democratico in Arizona. Per vincere la sua nomina al Congresso si è fatto sponsorizzare dalla “Great Alaskan Bush Company”, lo strip club di Phoenix. Maupin ha accolto a braccia aperte i nuovi sostenitori dicendo: «Il Signore lavora in modi misteriosi. Che posso dire? Sostengo la libertà di espressione, le mamme single e gli studenti».

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Sarà che “Bush” ha una politica quasi assistenziale: è accessibile ai disabili, per 5$ ti offre il pranzo speciale con lap dance, e all’ingresso del ranch c’è il cartello “Jarrett Maupin For Congress ‘The Rev’’”. Sulla pagina “Facebook” assicura che se hai avuto un pessimo lunedì, le ragazze del Bush sapranno tirarti su. 

CHI DI CAFONAL FERISCE, DI CAFONAL PERISCE! (MUGHINI: \"VI SIETE MONTATI LA TESTA\") - 1- MUGHINANDO: \"CARO DAGO, LA VOSTRA PRESENTAZIONE PECCAVA MICA POCO DI VANTERIA E STRAORGOGLIO DEL PROPRIO LAVORO, CON UNA PUNTA DI CAFONAL. SEMBRAVA LA PRESENTAZIONE DELL’ENCYCLOPÉDIE DA PARTE DELLA SQUADRA DEGLI ILLUMINISTI: VI SIETE FATTI PRENDERE LA MANO DAL VOSTRO SUCCESSO. SE È PER QUESTO, LONGANESI QUELLE FOTO LE METTEVA MEZZO SECOLO FA. E COMUNQUE, EVVIVA “DAGOSPIA”, ISTITUZIONE CENTRALE DEL GIORNALISMO CONTEMPORANEO...\" - 2- MARCO GIUSTI NON È D’ACCORDO: \"’ULTRA CAFONAL’ È LA DOLCE VITA DEGLI ANNI 2000\" -



1- MUGHINI: \"VI SIETE MONTATI LA TESTA\"
Riceviamo e pubblichiamo:
MILLYMILLY OUT
Caro Dago, la vostra presentazione peccava mica poco di vanteria e straorgoglio del proprio lavoro, con una punta di cafonal. Sembrava la presentazione dell\'Encyclopédie da parte della squadra degli illuministi: vi siete fatti prendere la mano dal vostro successo e questo non è mai una buona cosa.
MILLYMILLY GUARDA PALAZZO CHIGI
Tu sai inoltre che io non considero questi libri-album lo stemma e il cuore del vostro lavoro. Non sono documenti epocali, come sono stati presentati all\'Auditorium; sono il brogliaccio del lavoro fotografico estratto da quel vostro prodigioso lavoro giornalistico quotidiano in cui ora per ora individuate, trascegliete e mettete in rilievo gli aspetti rilevanti della commedia massmediatica, quella commedia in cui sembta che tutti scrivano pur di far divertire (o inorridire) i lettori di Dagospia.
MICHELAMICHELA VITTORIA BRAMBILLA
Io su Dagospia ci vado quattro o cinque volte al giorno e sempre ci trovo cibi freschi e ben impacchettati. Le foto \"cafonal\" sono la minima cosa, mettono un po\' di sapore, evidenziano se del caso belle gambe e le gambe femminili sono una delle prove dell\'esistenza di Dio. Ma non è vero affatto, come ha detto il pur intelligente Carlo Verdone, che a guardare le foto di Cafonal (dove quelli di sinistra e quelli di destra si ingozzano egualmente al buffet) si capisce finalmente che non c\'è distinzione tra sinistra e destra. Se è per questo, Longanesi quelle foto le metteva mezzo secolo fa. E comunque, evviva \"Dagospia\", istituzione centrale del giornalismo contemporaneo...
Tuo
giampiero mughini
MAURIZIONAMAURIZIONA PARADISO

2- MINISTRI, VELINE E PALAZZINARI: FOTOGRAFIE DELLA VOLGARITÀ
Francesco Bonazzi per \"Il Secolo XIX\"
LESBOLESBO PRIDE
Lo chiudi, questo catalogo di classe digerente sfigurata dal botox e dalle troppe tartine, e hai due scelte. Guadagnare rapidamente il confine, dopo aver scritto sul tornante finale \"L\'ultimo spenga la luce\". Oppure andare in piscina a guardare i ragazzi che si allenano. E magari passare all\'Anpi a rinnovare la tessera, nella speranza che non tutto sia stato vano. Ci vogliono anticorpi potenti e stomaco d\'acciaio per continuare a sentirsi anche solo coinquilini di questa Italia, dopo aver contemplato l\'ammucchiata fotografica lunga quasi 600 pagine che Roberto D\'Agostino e Umberto Pizzi rovesciano da oggi nelle librerie.
LELE GRAZIE
Lui, inventore e gestore di Dagospia.com, non ha neppure bisogno di imbucare il fotografo di Zagarolo alle feste della Roma \"potentona e godona\". Pizzi lo invitano direttamente loro, i tenutari dei mejo salotti, con sublime masochismo. Il risultato è che a neanche due anni dall\'uscita di \"Cafonal\", la ditta Pizzi-Dago è già costretta a spurgare questo \"CafonalUltra\" con Umberto Bossi, in copertina, che ci mostra il dito medio delle grandi riforme.
GNAMGNAM URLATO
«L\'Italia è sempre più stupefacente» spiega D\'Agostino. Uno che la notte si diverte a proiettare l\'ombra di un gigantesco Mao sul cupolone di San Pietro ma poi, al momento di impaginare gli scatti del sodale, indossa gli occhialini da medico legale e certifica il disfacimento dei \"poteri morti\". La crisi di governo non lo coglie impreparato: «Dopo il primo Cafonal, pensavamo di finirla lì, invece con il CaiNano in decomposizione, questo libro è la lapide sul regime berlusconiano».
GAYGAY PRIDE
Nelle prime pagine c\'è un\'enorme foto del retrocranio dai riflessi ramati del Cavaliere, l\'uomo che da anni guida una nazione tricologicamente avanzata. Poi si passa a \"Forza Gnocca\", impressionante galleria di una classe di legislatori con poca stoffa e tanta carne esposta. O con le mutandine bene in vista, come quelle del ministro Brambilla che rifulge anche accovacciata tra i banchi di Montecitorio.
LELE MITICHE MARZOTTO E ALMIRANTE
Il guaio, di fronte a questo tracimare di seni rifatti e bocche malamente rigonfiate che caracollano su tacco 12 al braccio di banchieri e palazzinari, è che non sono stati parapazzati mentre ingurgitano arancini e crochette: «Mi chiamano loro perché non sanno leggere le foto» se la ride Pizzi.
3- PREFAZIONE DI MARCO GIUSTI - LA TRUCE VITA DEGLI ANNI DUEMILA
Marco Giusti
CRISTIANOCRISTIANO MALGIOLIO ALLE PRESE CON ILSUO CANNOLO
Qualcuno lo doveva dire. Così lo dico io. Cafonal, l\'occhio sulla terribile realtà italiana di Dago&Pizzi, è la Dolce Vita degli anni Duemila. Lo avevano capito un paio d\'anni fa Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, i nostri due maggiori registi, quando, freschi di premi a Cannes, si erano rivolti a Dago per \"capire\" come fare dei film sulla realtà italiana partendo dal mondo di Cafonal.
CANICANI CHE ODIANO I PADRONI
Progetti abortiti, rimandati, diciamo impossibili. Perché niente, oggi, è più immediato, forte, chiaro delle foto di Cafonal. Non descrivono un mondo, non girano attorno a dei personaggi. Sono quel mondo e quei personaggi e ogni loro possibile messa in scena. Senza ideologismi. Senza voglie letterarie o autoriali. Senza premi e medaglie. E più a proprio agio nel trash del salotto di Vespa che nel salotto buono di \"Repubblica\". Ma solo come luogo di riproduzione infinita di momenti Cafonal.
SIGNORASIGNORA SCAPIGLIATA
Per questo Sorrentino e Garrone, che pure avevano intuito perfettamente la forza di quelle foto e di quell\'operazione, si sono tirati indietro. Cafonal è già cinema, tv, Internet. Non deve mediare con niente. Non ha bisogno di un Ennio Flaiano o di un Pier Paolo Pasolini, come per la vera Dolce Vita di Fellini, per arrivare a un racconto, a una descrizione, perché dentro di sé ha già inglobato e digerito tutto. Fellini, Flaiano, Pasolini, le foto dei paparazzi di Via Veneto, le foto scandalistiche del \"Borghese\", le copertine dell\'\"Espresso\", gli articoli di Camila Cederna e di Giancarlo Fusco. E se ne serve per raccontare tutto il resto.
SABINASABINA BEGAN ED I SUOI TATTUAGI
Il resto? Le rovine dell\'Impero berlusconiano, il tradimento di Fini, i Letta-Bocchino-Carfagna-Gelmini, Bossi col dito medio alzato, l\'inutilità della chiamiamola Sinistra, la palude della Rai, le eterne feste di una Roma eternamente in festa. Un percorso che va da Giò Stajano alla Tulliani, dalla marchesa Casati alla D\'Addario. In ogni foto c\'è non solo la storia d\'Italia attuale o recente, ma anche quella di un\'Italia che fu e che sarà.
MONTEZEMOLOMONTEZEMOLO
Come nella sfilata di moda per preti di Roma di Fellini o nel celebre episodio del Teatrino della Barrafonda, cuore dell\'Italia di sempre dove volano pernacchie e gatti morti e dove lo spettatore fa parte dello spettacolo anche più dei comici e delle ballerine. Perché in Italia chi guarda fa già parte dell\'immagine di chi è guardato.
Gli spettatori di Cafonal non sono solo intercambiabili con i suoi soggetti, sono parte integrante della messa in scena. Come, alla fine, lo sono Dago&Pizzi. Né moralizzatori né freddi occhi sulla realtà (il medium cool del realismo americano). Ma parte del gioco. Spesso addirittura innamorati del trashume che riprendono, dei volti sfatti e rifatti delle signore, dello sguardo ambiguo ma fragile del regime.
II PICCIOTTI SCARPELLINI PAOLETTI BACCINI
Quello che colpisce è l\'estrema libertà nel riprendere e nello scegliere chi sta di qua e chi sta di là, perché oltre al realismo, al più vero del vero, oltre all\'incredibile compiacimento della vittima nel far parte del museo, oltre al semplice piacere del carnefice nel fotografare e comporre, c\'è anche la voglia di costruire immagini d\'arte.
GNOCCHEGNOCCHE POST AN
Immagini che rimarranno. Una galleria degli orrori che diventa galleria d\'arte, perché così è concepita e sentita. Qualcosa che sta tra le foto scandalistiche del \"Borghese\" e i ritratti dei cardinali del Rinascimento. Il candore e la follia di Cafonal è proprio lì, nel folle intreccio che compone/confonde \"Novella 2000\" e Damien Hirst, nello scavalcamento di confini tra il mondo della Raffa Carrà e quello di Serrano. Per questo la vittima può anche sentirsi a casa, quasi in famiglia.
LEXLEX SIGNORA PERMAFLEX PUPA BALDIERI
Ah, se vivessimo in un altro mondo, magari qualche museo avrebbe già fatto una mostra di foto Cafonal... Ma se vivessimo in un altro mondo, forse, non avremmo bisogno di Cafonal. O di un Cafonal di questo tipo, che da puro giornale di gossip culturale politico è diventato giornale di informazione e controinformazione, cultura e controcultura. Molto più avanti delle invenzioni televisive della fine degli anni Ottanta, \"Striscia\" e \"Blob\".
FOTOGRAFAMIFOTOGRAFAMI QUESTO DICE MARCO ALFONSO TORLONIA
Qui, in Italia, grazie alla mancanza (ma guarda un po\'...) di comunicazione dei tiggì, all\'ingorgo (ma senti...) di temi politici dei quotidiani, al controllo liofilizzato delle foto scandalistiche (questa poi...) dei settimanali di gossip, all\'agonia (come altro si può dire...) della satira, al poco coraggio (no, è proprio terrore...) dei nostri cineasti e dei loro produttori, senza pensare alle valanghe di eroici scrittori apparsi ultimamente in Italia, Cafonal ha occupato gli spazi liberi, si è appropriato non di un tema, ma di una serie spaventosa di temi, assieme a facce, culi, tette, occhi, ammiccamenti, orrori, ambiguità che il mondo più blasonato degli altri media non ha voluto o potuto o saputo vedere.
carlocarlo de benedetti
Cafonal è lo specchio di un\'Italia che non trovate in tv, ma neanche sui giornali. E il corto circuito è tale che i giornali si accorgono che esisti quando ti vedono lì, nella galleria. Ma il compito dell\'informazione non era di cercare le notizie? Di fotografare la realtà? Di raccontarla per noi?

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QUANTI GUAI A SCOPARE IN PARAGUAY - IL VIDEO DI UN SENATORE IN UN’ORGIA CON TRE RAGAZZE DIVENTA VIRALE. E UNA FORSE ERA MINORENNE (TUTTO IL MONDO È BANANA)

Il video gira da giorni su Whatsapp e riprende un influente senatore del partito al governo, Juan Carlos Galavena, mentre ha rapporti sessuali con tre giovani donne: due modelle cui il senatore aveva promesso un lavoro e una impiegata del parlamento paraguaiano - Chiaramente la storia è diventata uno scandalo nazionale...



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 (ANSA) - Un video che riprende un influente senatore del partito al potere, Colorado, mentre fa sesso con tre giovani donne - una delle quali forse minorenne al momento delle riprese - ha scatenato uno scandalo senza precedenti fra la classe politica del Paraguay. Nel filmato - diffuso da un paio di giorni su WhatsApp - si vede Juan Carlos Galaverna mentre ha rapporti sessuali con tre giovani donne, identificate nella didascalia come funzionarie del Parlamento di Asuncion.

le tre ragazze dell orgia di juan carlos galavernaLE TRE RAGAZZE DELL ORGIA DI JUAN CARLOS GALAVERNA
Due delle protagoniste del video a luci rosse hanno negato di aver partecipato all'orgia, dichiarazioni invece confermate da due modelle locali - Vanessa Trinidad e Tatiana Arrua - che hanno ammesso di essere loro le donne del video. Arrua ha spiegato che Galaverna le aveva promesso un lavoro, che poi però non ha mai avuto. In quanto alla terza donna, la stampa paraguayana sostiene che si tratti effettivamente di un'impiegata del Parlamento, ma né lei né il senatore Galaverna - che da giorni evita ogni impegno pubblico - hanno confermato o smentito l'informazione.
juan carlos galaverna senatore paraguay col video pornoJUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNO2 juan carlos galaverna senatore paraguay col video porno2 JUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNO3 juan carlos galaverna senatore paraguay col video porno3 JUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNO4 juan carlos galaverna senatore paraguay col video porno4 JUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNOjuan carlos galaverna senatore paraguay col video pornoJUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNO5 juan carlos galaverna senatore paraguay col video porno5 JUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNOvanessa trinidad che era nell orgia con juan carlos galaverna senatore paraguay col video pornoVANESSA TRINIDAD CHE ERA NELL ORGIA CON JUAN CARLOS GALAVERNA SENATORE PARAGUAY COL VIDEO PORNO
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SCIOCCHEZZAIO PALLONARO – ILARIA D’AMICO SCOPRE L’ARCANO: PERCHE’ TONI E TOTTI GIOCANO BENE A UNA CERTA ETA’? SI SCOPA DI MENO!

Ma Toni un po’ si indigna e replica: “Beh, anche prima giocavamo piuttosto bene” - “La Roma è in testa, ma Roma è una città molto volatile. Vola molto alto o molto basso” (Trapattoni) - “Matri è come il ketchup”….


Antonio Dipollina per "La Repubblica"
Gianni Morandi, presidente emerito del Bologna calcio, si esibisce stasera e domani live su Canale 5 dall'Arena di Verona. Si presume tra l'entusiasmo assoluto dei veronesi presenti.
Ilaria Damico Vittorio Grilli Alessandra Ferruccio e Chicco TestaILARIA DAMICO VITTORIO GRILLI ALESSANDRA FERRUCCIO E CHICCO TESTA
*** Prepartita Juve-Milan, su Sky Gianluca Vialli spiega: "Matri è come il ketchup: deve sbloccarsi con un gol e poi non lo tieni più. Come per il ketchup che schiacci e schiacci e non esce niente e poi all'improvviso sprfffff". Ma ancora alla fine della gara era sprut.
*** Sky Calcio Show, Luca Toni in collegamento, tra Ilaria D'Amico, Massimo Mauro e Toni medesimo si sviluppa il seguente dibattito: "Ma Totti o anche lei, che è quasi suo coetaneo, rendete alla grande adesso in quanto dopo una certa età ci si concedono meno distrazioni fuori dal campo?". Saperlo. Ma Toni un po' si indigna e replica: "Beh, anche prima giocavamo piuttosto bene".
ILARIA D AMICO E MARIO MONTIILARIA D AMICO E MARIO MONTI
*** Quelli di 90° Minuto non saranno felici di sapere che nei ponderosi studi presentati con slides e grafici da quelli delle pay-tv il calo progressivo negli anni degli ascolti del programma viene usato come metro sicuro per valutare le fortune della pay-tv medesima.
*** Censurando la desolante gag del suo collega Vito Crimi su Berlusconi - che ha messo a rischio i lavori sulla decadenza di B. - il pentastellato Walter Rizzetto ha così commentato: "Hai presente quando tirano il rigore nella finale dei campionati del mondo e la televisione rischia di spegnersi perché qualcuno fa saltare la corrente?". Ecco, esattamente quando e dove qualcuno ha tentato di far saltare la corrente prima di un rigore nella finale mondiale?
*** Twitter è quel posto dove se uno twitta la seguente gag "Juve-Milan finirà 1-1 con un rigore e un gol in fuorigioco", metà rispondono a insulti equamente distribuiti e metà risponde seriamente "Io invece ho paura che finirà in una goleada per loro".
tottiTOTTI
*** A XXL, Italia 1, bel filmato rievocativo sui più grandi giocatori della storia, con colonna sonora adeguata. E poi succede: appena sbuca Platini, parte "Michelle" dei Beatles.
*** "La Roma è in testa, ma Roma è una città molto volatile. Vola molto alto o molto basso" (Giovanni Trapattoni, Quelli che il calcio, Raidue). "L'ultima volta che in fuga c'erano Roma, Juve e Napoli, andavo a scuola, fantasticavo su Ilona Staller e avevo i capelli..." (Tweet di Marco Mazzocchi. Che glissa sul fatto che oggi, inoltre, porta gli occhiali).
LUCA TONILUCA TONI
*** Se somiglia tutta all'anticipazione andata in onda ieri (e non c'è da dubitarne) da non perdere stasera alle 23 su Sky Sport 1 l'intervista di Giorgio Porrà a Johann Cruyff.
*** Posticipo di B, il Cesena si fa raggiungere dal Pescara. Ai microfoni di Sky il tecnico Pierpaolo Bisoli recrimina: "Peccato, quei 3 punti per noi sarebbero stati cascina in fieno".
TRAPATTONI SUL CALCIOSCOMMESSETRAPATTONI SUL CALCIOSCOMMESSE
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