Addio a Gianluigi Melega, fu tra i fondatori di Repubblica
Il giornalista si è spento ieri notte all'ospedale di Venezia dopo una breve malattia. Scrittore, librettista d'opera, scacchista e inviato speciale è stato esponente del Partito Radicale tra il 1979 e il 1986
di PAOLO MAURIVENEZIA - Si è spento nel sonno la scorsa notte a Venezia Gianluigi Melega, Gigi per tutti gli amici: giornalista, scrittore, librettista. Gigi Melega avrebbe compiuto ottant'anni nel prossimo gennaio e l'editore Marsilio si preparava a festeggiarlo pubblicando per intero il suoTempo lungo, un romanzo "memoriale" di oltre mille pagine scritto intorno ai vent'anni e fin qui pubblicato solo in parte.Melega aveva debuttato nel giornalismo negli anni Cinquanta, al Giorno di Milano, testata allora fortemente innovativa, ma la parte più cospicua della sua carriera si era svolta all'Espresso: nel settimanale prima e poi, quando nacque, a Repubblica. Era stato anche direttore dell'Europeo. Stretto collaboratore di Carlo Caracciolo aveva lavorato nel nostro gruppo sempre con mansioni di primissimo piano. Deputato radicale negli anni Settanta era stato in prima linea nelle battaglie per i diritti civili. Di recente aveva pubblicato presso l'editore Gaffi di Roma un romanzo di sapore borgesiano, Viceversa, accolto molto bene dalla critica per la ricchezza del tessuto narrativo e per la storia che muoveva da un tentativo di biblioteca universale. Con il musicista Luca Mosca, Melega, da librettista, aveva firmato diverse opere. Addio a Gianluigi Melega, una vita tra giornalismo, libri e musica Al centro, Eugenio Scalfari con il il numero zero di Repubblica. Da sinistra: Sandro Viola, Giorgio Forattini, Rolando Montesperelli, Mario Pirani, Giorgio Signorini, Franco Bevilacqua, Fausto De Luca, Andrea Barbato, Amedeo Massari, Gianni Rocca e Gianluigi Melega Melega con Eugenio Scalfari, Vanna Barenghi (con la chitarra) Con Emma Bonino e Marcello Crivellini Con Luigi Zanda alla festa per i 70 anni di CinecittàScacchista appassionato di quando fu eletto raccontò che in Parlamento, giocava parecchio: "All'epoca c'era un tavolo con la scacchiera, e le sfide tra deputati, ma anche con i giornalisti parlamentari, erano molto frequenti. Il mio avversario preferito era l'amico Lucio Magri, del Pdup. Negli ultimi anni invece alla Camera la scacchiera è sparita, e nessuno gioca più". Ma degli scacchi parlava spesso: "Nessuna persona normale è diventata campione del mondo. Tutti i più grandi campioni hanno caratteristiche fuori dal comune, elementi di genialità che li distinguono dalla gente qualunque. Le eccezioni sono rare. Capablanca forse" (da 'Scacchi attrazione immortale" di Anania Casale, Aliberti 2011).
http://www.repubblica.it/cultura/2014/09/13/news/gianluigi_melega_morto-95644455/?ref=HRER2-1
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