Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. L'indagine riguarda l'erogazione di somme di denaro, quantificate in tre milioni di euro, al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio al Pdl. Indagato anche Walter Lavitola, ex direttore dell'Avanti.
I magistrati hanno fatto notificare a Berlusconi un invito a comparire per essere interrogato e hanno fatto sequestrare dalla Guardia di Finanza una cassetta di sicurezza nella sua disponibilità. Contestualmente è stata depositata presso il Senato e la Camera la richiesta di autorizzazione a procedere alla perquisizione della cassetta.
Oltre alla cassetta di sicurezza, la Procura di Napoli ha chiesto al Senato e alla Camera dei deputati l'acquisizione di tabulati telefonici di utenze in uso a Berlusconi e al senatore De Gregorio.
Il sen. Sergio De Gregorio avrebbe ammesso di aver ricevuto ingenti somme di denaro da Silvio Berlusconi per sabotare il governo Prodi. E' quanto si evince - secondo indiscrezioni - dagli atti trasmessi oggi dalla Procura di Napoli a Camera e Senato nell'inchiesta in cui Berlusconi è indagato per corruzione e finanziamento illecito.
De Gregorio - a quanto si è appreso - si è presentato a dicembre scorso ai magistrati della Procura di Napoli per rendere spontanei dichiarazioni. Gli interrogatori si sono incentrati sulla vicenda della presunta "compravendita" di senatori.
De Gregorio, che fu eletto nelle liste dell'Idv prima di trasmigrare nel Pdl, avrebbe rivelato di aver ricevuto in varie 'tranche' e attraverso l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola, due milioni di euro in nero depositati su propri conti bancari.
Dopo un accordo con Berlusconi - ha spiegato De Gregorio ai pm - sarebbe diventato di fatto un esponente dell'opposizione determinando più volte la sconfitta in aula del Governo, che si reggeva su una esigua maggioranza.
Specificatamante, per i pm di Napoli, il "sinallagma corruttivo Berlusconi-De Gregorio-Lavitola" è provato anche dalle dichiarazioni rese in tre interrogatori diversi, datati 28 e 29 dicembre 2012 e 7 gennaio 2013, dell'ex senatore e presidente della Commissione Difesa dell'allora governo Prodi, Sergio De Gregorio. "De Gregorio - scrivono - non solo ammette di aver ricevuto da Berlusconi, tramite il Lavitola, 2 milioni di euro in nero e in contanti in diverse tranches, ma pone altresì in stretta e inequivocabile correlazione al ricezione di tale denaro con l'adozione da parte sua di ben determinati e individuati atti".
Mentre Berlusconi si riuniva in mattinata con i suoi avvocati ad Arcore, immediate reazioni, dure, dal fronte del Pdl.
Angelino Alfano, coordinatore del partito chiama alla mobilitazione : "in piazza a difesa delle democrazia". 
"Non sono ancora esauriti i commenti sui giornali dei successi elettorali e già ricomincia l'aggressione della magistratura nei confronti di Silvio Berlusconi", attacca Alfano. "Tutto ciò - prosegue - mentre il Paese vive una delicatissima fase di transizione istituzionale nella quale il presidente Berlusconi sarà chiamato ad esercitare grandissima influenza come leader del Pdl". "Questa circostanza rende chiara l'azione politica della magistratura e noi - anticipa - renderemo chiara ed evidente la difesa della sovranità popolare e ci batteremo con tutte le nostre forze perche questa sovranità venga rispettata". Di qui, appunto l'annuncio fin da ora di "una grande manifestazione di piazza a difesa della sovranità del Popolo della Liberta e della democrazia italiana".
Francesco Nitto Palma, coordinatore regionale del Pdl Campania, ex magistrato, ec ministro della Giustizia: "Solito copione. Una vecchia storia, già archiviata alla autorità giudiziaria di roma e ora riesumata da una procura di napoli territorialmente incompetente. Un fatto del 2006, privo di apprezzabilità penale, in ragione della sentenza della corte costituzionale sulla vicenda petroli e, comunque, ribadendone l' inapprezzabilità penale, prescritto. Certo, se la notizia fosse uscita una settimana fa, avremmo vinto le elezioni".
L'inchiesta è condotta da un pool di magistrati di due sezioni della Procura del capoluogo campano, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia.
L'ex premier è indagato anche a Reggio Emilia. Dopo l'esposto da parte di una cittadina sulla lettera con cui Berlusconi prometteva la restituzione dell' Imu in caso di vittoria, cui è seguito l'esposto di un altro reggiano, la procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo nel registro generale delle notizie di reato (il modello 21) iscrivendo come indagato l'ex premier. Lo scrive il Resto del Carlino. Il reato ipotizzato sarebbe la violazione dell'articolo 96 del testo unico delle leggi elettorali cioè il voto di scambio.
La vicenda era partita pochi giorni prima delle elezioni quando un'impiegata residente nella provincia di Reggio aveva inviato un esposto contro la lettera sull'Imu. Successivamente il procuratore capo Giorgio Grandinetti ha ricevuto un altro esposto, che verrà inserito nella stessa inchiesta.
Il Pdl sale sugli scudi e addirittura urla al golpe.
Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati: "Finite le elezioni, visto che gli elettori italiani hanno ancora una volta ribadito la loro fiducia al Presidente Berlusconi, bocciato il partito dei magistrati, sconfitto quello dei tecnici e fermato la gioiosa macchina da guerra della sinistra, riprende l'uso politico della giustizia da parte di alcune procure. La notizia di Berlusconi indagato dalla Procura di Napoli e di Reggio Emilia, a due giorni dal risultato elettorale, in un paese normale avrebbe veramente dell'incredibile e susciterebbe indignazione. In Italia rischia di diventare purtroppo un'abitudine".
"Anche oggi, con una puntualità ed una dedizione prevedibili ed indecenti, si celebra il consueto assalto delle Procure al nemico di sempre, Silvio Berlusconi. Una inquietante raffica giudiziaria che, da Napoli a Reggio Emilia, tenta di sovvertire con l'uso improprio degli avvisi di garanzia, i risultati di un voto democratico liberamente espresso dai cittadini italiani": è quanto dichiara in una nota Anna Maria Bernini, deputata e portavoce vicario del Popolo della Libertà. "In un Paese a democrazia compiuta che rispetta il sacro principio dello Stato di diritto e della separazione dei poteri - conclude - questo altro non è che uno sconcertante tentativo di golpe".
Durissimo in una nota Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl. "Il buongiorno si vede dal mattino... Questa legislatura si apre anche con due iniziative giudiziarie contro Berlusconi che fanno capire che esiste una linea ben precisa".
L'esponente pidiellino rincara la dose: "A forza di queste operazioni sul filo del paradosso, si mettono a rischio la democrazia e lo stato di diritto. Addirittura due avvisi di garanzia per Berlusconi, uno a Reggio Emilia e l'altro a Napoli. E' evidente che ci troviamo di fronte ad una linea che va oltre il normale esercizio della giurisdizione".
"Quello poi che avviene a Reggio Emilia -avverte- è del tutto stupefacente: Berlusconi viene indagato per voto di scambio per una proposta di politica economica e fiscale che può evidentemente essere contestata nel merito, ma certamente non attaccata sul piano giudiziario. Sulla base di questa logica, allora, per esempio, chiunque intervenga sull'Ilva, o su un'azienda in crisi, o su incentivi fiscali a favore di un qualche settore economico sarebbe suscettibile di essere attaccato per voto di scambio".
http://www.huffingtonpost.it/2013/02/28/silvio-berlusconi-indagatp-corruzione-voto-discambio_n_2779455.html?utm_hp_ref=italy