venerdì 3 gennaio 2014

Sulla nave dei soccorsi, 'Possiamo accoglierli tutti'

Il racconto di un ricercatore italiano. 'Pronti a trasbordo passeggeri'


 Ricercatore italiano su rotta arrivo

"Arriveremo stasera, al più tardi domani mattina presto" e i passeggeri della Shokalskiy potranno essere ospitati sulla nostra nave nel modo più confortevole. Intanto, "qui, sull'Aurora Australis è tutto tranquillo". Così Francesco D'Alessio, ricercatore INAF - Osservatorio Astronomico di Roma, racconta all'ANSA gli ultimi sviluppi della corsa a tappe forzate della rompighiaccio australiana per portare soccorso all'Akademik Shokalskiy, la nave da ricerca russa da giorni intrappolata tra i ghiacci dell'Antartide.
La navigazione, fino ad ora abbastanza spedita alla velocità di crociera di circa 15 nodi, spiega ancora D'Alessio, si "è ora sensibilmente rallentata perché nevica, c'e' poca visibilità e con l'approssimarsi alla zona di mare dove si trova la Shokalskiy si viaggia tra grandi lastroni di ghiaccio marino, che l'Aurora aggira quando può o spacca se necessario facendosi largo". "Il nostro arrivo nello specchio di mare dove si trova la nave Russa è previsto per questa notte, al più tardi domani mattina presto (equivalente rispettivamente al pomeriggio e alla sera in Italia)".
La rompighiaccio australiana "è equipaggiata con un paio di battelli, una chiatta e altre imbarcazioni minori che in 15 minuti possono essere calate in mare e rese operative" per trasbordare via mare i passeggeri della nave russa. "Purtroppo - spiega ancora il ricercatore - sembra che la nave francese Astrolab sia dovuta tornare a Hobart, quindi non ci sarà il ponte aereo con l'elicottero della nave francese che si era pianificato in principio".
Sull'Aurora Australis, assicura D'Alessio, non ci sono problemi di spazio perché può accogliere oltre 110 persone, oltre l'equipaggio. "Quindi ci saranno cabine sufficienti per ospitare nel modo più confortevole possibile le persone provenienti dalla Shokalskiy". Per quanto riguarda poi "i viveri non c'è motivo di preoccupazione perché l'Aurora Australis, quando è stata chiamata ad intervenire, era pronta a raggiungere Hobart come da programma, un viaggio che richiede 8-9 giorni di navigazione. Pertanto sia proseguendo per Hobart sia tornando indietro presso la base australiana antartica di Casey non si supereranno i tempi inizialmente previsti".
(ANSA)

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