giovedì 9 gennaio 2014

STRISCIA LA GIUSTIZIA:
CONDANNATO ANTONIO RICCI
Antonio Ricci dovrà scontare una pena per aver diffuso un colloquio fuori onda tra Gianni Vattimo e Aldo Busi. Il patron del Tg umoristico (perché quella non è satira) "Striscia la Notizia" è stato condannato dal giudice della VI sezione penale del Tribunale di Milano a 4 mesi e 5 giorni di reclusione per aver diffuso immagini comunicative che non erano destinate ad essere divulgate. Ecco i fatti. Nel ’96, in due puntate trasmesse il 1 e il 26 ottobre, Ricci propose immagini fuori onda delle trasmissioni Rai "Italia Racconta" e "L’altra Edicola", riportando un dialogo piuttosto concitato e vivace tra gli scrittori Gianni Vattimo e Aldo Busi. Denunciato, insieme al direttore dell’epoca di Canale 5 Giorgio Gori per intercettazione fraudolenta di una trasmissione e la sua diffusione, è stato ora condannato dal giudice Nobile De Santis (veramente nobile): "Ricci non ha fraudolentemente intercettato le immagini, ma è colpevole per averle diffuse". Tuona il patron di Striscia la notizia: "Sono stato condannato per aver diffuso una notizia, è gravissimo, è una questione di libertà di stampa, qui totalmente ignorata. Ho fatto solo sapere ai telespettatori come vengono taroccate le trasmissioni. Ma per questo ho ricevuto una sentenza demenziale, liberticida ed esplosiva che compromette la libertà di informazione e satira. Sono un martire della diffusione della notizia. Il giornalismo è morto. Farò di tutto per andare in galera. E poi mi incatenerò ai cancelli del palazzo dell’Onu". Questi alcuni dei commenti rabbiosi del regista, che ha chiesto ai giornalisti: "Se voi venite a conoscenza di una notizia, cosa fate? Per me è una questione di principio. Una questione di libertà di stampa che qui è stata ignorata, totalmente ignorata".
Ma quale è stato il commento di Beppe Grillo? "Noi comici (avete visto che non è satira?), forse, non facciamo più notizia, ma abbiamo perennemente a che fare con cause da parte di persone che si sentono diffamate. Se continua così mi mettero’ a cantare".
Ed ecco il parere di Stefano Salvi: "Ricci non pianga, anche lui mi ha censurato". L’ex vice-Gabibbo, da tempo in conflitto col patron di Striscia, commenta la condanna: "Mi ha allontanato perché avevo materiale su Berlusconi. L’aureola di libero informatore e di vittima non si addice ad Antonio Ricci: lui sa bene che cos’è la censura - dice - Ricci mi ha allontanato da Striscia perché non volle farmi fare due servizi su vicende che si sono concluse così: una con un arresto, quello del pluri-inquisito Frigerio, l’altra con otto rinvii a giudizio, quelli sugli aerei Amx". Salvi è in conflitto con Ricci da tempo, da quando il padrone, pardon, patron di Striscia non lo ha più incluso nella sua trasmissione. "Se vogliamo parlare di libertà di informazione - continua l’ex vice Gabibbo - allora chiediamoci perché per due mesi Striscia ha acceso i riflettori sul caso Wanna Marchi e non è andata a chiedere a Berlusconi quando avrebbe messo mano al conflitto di interessi o perché abbia depenalizzato il reato di falso in bilancio. E poi Ricci è stato sempre assistito dai legali di Mediaset, mentre io ho dovuto affrontare, da solo, 18 processi: e li ho vinti tutti". Salvi ha anche un consiglio per l’ex capo: "Se proprio vuole andare a incatenarsi, lo faccia per i bimbi che muoiono in Iraq". Per saperne di più cliccare qui.


http://www.antiplagio.org/ricci.htm


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