lunedì 20 gennaio 2014

Alla fine i poteri forti, quelli che hanno lavorato con astuzia per consentire l’avvio di un nuovo governo Monti senza Monti, hanno deciso di puntare su Enrico Letta.  Per inquadrare il profilo del nipote del felpato e berlusconiano Gianni è possibile prendere a prestito le parole utilizzate da Winston Churchill per liquidare un avversario politico dei suoi tempi: “Davanti al numero 10 di Downing Street si è fermata una macchina e non è sceso nessuno. Era Attlee”. Enrico Letta, più incolore di Attlee, è un campione della banalità sempre pronto a correre in soccorso del vincitore; prudente e ossequioso ai limiti del ridicolo, Letta-Letta si limiterà con ogni probabilità a vidimare senza fiatare la bontà di decisioni prese in consessi elitari a sua insaputa. Enrico Letta rappresenta il trionfo del servilismo, l’apoteosi dell’inutilità e della pavidità, l’ascesa inarrestabile di chi non può vantare nessun altro merito se non quello di essere così scialbo e privo di personalità da non poter fare ombra a nessuno. Nessun nome, meglio di quello effettivamente individuato, poteva rappresentare con tanta precisione l’idea che in Italia debba necessariamente instaurarsi un governo fantoccio etero diretto dalla massoneria reazionaria continentale. Il comunista Paolo Ferrero ha già sottolineato come Enrico Letta, al pari di Monti, risulti un autorevole componente della paramassonica Commissione Trilaterale, associazione sovranazionale fondata dal milionario Rockefeller avente l’obiettivo neppure tanto dissimulato di annacquare la democrazia attraverso una capillare e militare occupazione delle istituzioni pubbliche dei Paesi più avanzati. Ma al punto in cui siamo è certamente stucchevole parlare di complotti. Quali complotti? Tutto avviene alla luce del sole. Il Pd ha finalmente gettato la maschera svelandosi senza infingimenti per quello che effettivamente è: un partito di destra, ricattabile e senza identità, puntello sciocco ma indispensabile di un piano di riordino sociale da fare pagare ai più poveri in nome della sospirata responsabilità. Perfino il pericoloso rivoluzionario Fassina, turco napoletano già bacchettato da Monti per le sue posizioni non perfettamente in linea con l’ortodossia, si è già acquattato mite e silente. Ma quali meriti esibisce Letta per assurgere al ruolo ambito di nuovo pupazzo nelle mani dei manovratori di Bruxelles? Di sicuro il nipote di Gianni vanta una attitudine ad usare la lingua da fare invidia al più rodato Emilio Fede. Chi di voi non ricorda la storia del patetico bigliettino fatto recapitare dal nostro nuovo condottiero sul tavolo di un appena insediatosi Mario Monti al fine di palesarsi immediatamente quale utile zerbino da utilizzare alla bisogna? (clicca per leggere)(*) Non contento Letta, rivolgendosi recentemente a Napolitano, è riuscito a dire una frase di questo tenore: “ci affidiamo completamente a Lei, Presidente, con lo stesso trasporto di Papa Francesco quando si rivolge all’Altissimo” (clicca per leggere)(**).Una frase degna della famosa lettera inviata dal duo Benigni-Troisi a Savonarola per perorare la causa del povero Vitellozzo (clicca per ridere)(***). Napolitano, al pari dell’Altissimo, ha perciò assegnato al figlio Enrico Letta (della stessa sostanza del Padre)  il compito di salvare i partiti dal peccato originale. Ci riuscirà? O il cuore duro degli uomini, accecati dalla brama di potere, impedirà ai fedeli di scorgere il miracolo di una possibile nuova redenzione? Nessuno può saperlo con certezza. Intanto alcuni pellegrini già giurano di avere assistito ai primi miracoli operati da Enrico Letta: pare abbia fatto già sparire i pani e i pesci mentre il vino è diventato subito aceto.
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/04/24/si-e-fermata-una-macchina-e-non-e-sceso-nessuno-era-enrico-letta/

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IL BIGLIETTINO DI ENRICO (LETTA?) A MONTI: “COME POSSO ESSERTI UTILE DALL’ESTERNO, MAGARI PER INTERAGIRE NELLA QUESTIONE DEI VICE?” (IL PD SUBITO ALLA QUESTUA DELLE POLTRONE) - LA PROSSIMA SETTIMANA IL PREMIER INCONTRA MERKEL E SARKÒ - GOLDMONTI S’INCAZZA SU CONFLITTI D’INTERESSE E POTERI FORTI: “FANTASIOSO E OFFENSIVO” - STORACE: “I MINISTRI GIÀ PARLANO A VANVERA. NEOGOVERNO NEOCASINO” - MARONI RASSEGNATO: SARÀ LACRIME E SANGUE, DURERÀ FINO A 2013…


1. FINO...
Jena per "La Stampa" - Il Pd sosterrà Monti fino alla morte.
IL BIGLIETTO A MARIO MONTIIL BIGLIETTO A MARIO MONTI
2. BIGLIETTINO A MONTI, COME POSSO ESSERTI UTILE? 
(ANSA) - Si firma "Enrico", probabilmente è un parlamentare del Pd (cita il segretario Bersani, ndr), e molti deputati pensano al vicesegretario Enrico Letta, e si autocandida a 'collaborare' con il nuovo governo. E' il bigliettino 'rubato' dai fotografi ed ora in prima pagina dal Corriere.it che il premier Mario Monti ha mostrato involontariamente durante il suo intervento alla Camera. "Mario - si legge - quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall'esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!"
Mario MontiMARIO MONTI
3. MONTI, ESPRESSIONE POTERI FORTI?FANTASIOSO E OFFENSIVO...
(ANSA) - "Permettetemi di reagire in modo molto chiaro e netto, non tanto per me quanto per i colleghi di governo, sulla questione conflitto d'interessi, poteri forti e altre espressioni di pura fantasia che considero offensive". Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, torna - in sede di replica alla Camera - a rispedire al mittente accuse e etichette che già ieri aveva respinto in Senato sul cosiddetto 'Governo dei poteri forti'.
4. MONTI, POTERI FORTI? MAGARI ITALIA NE AVESSE UN PO' DI PIU'... 
(ANSA) - "Di poteri forti in Italia non ne conosco, magari ne avesse un po' di più...". Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha replicato alle accuse che sono state rivolte al suo governo ricordando di aver avuto "il privilegio di vedere quasi tutti i veri poteri forti del mondo, nelle mie funzioni di commissario alla concorrenza. I colleghi che hanno manifestato dubbi sulla mia indipendenza di giudizio e di azione - ha aggiunto imputando alla loro giovane età la non conoscenza di quanto da lui fatto dieci anni fa - spero che questi poteri forti se li ricordino ancora".
Gianni LettaGIANNI LETTA
"Il giorno in cui proibii una fusione tra due grandissime società americane benché fosse intervenuto anche pubblicamente il presidente degli Stati Uniti su di me - ha ricordato Monti - l'Economist scrisse: 'Il mondo degli affari americano considera Mario Monti il Saddam Hussein del business'. Scusate questa considerazione - ha concluso - ma capirete perché siamo leggermente turbati...". Monti ha infine strappato un applauso quando ha ulteriormente rassicurato i deputati dicendo che comunque "tocca a noi dare la prova che voi non avete ragione su queste allusioni".
5. MONTI, A BREVE DECISIONI NON FACILI O GRADEVOLI...
(ANSA) - "Ci sentiamo veramente in spirito di servizio, con un atteggiamento di umiltà, ma anche di determinazione, per favorire una almeno parziale deposizione delle armi: il che speriamo possa agevolare la presa di posizioni, anche non facili e gradevoli, nel brave periodo". Così Mario Monti, prendendo la parola a Montecitorio.
Martino AntonioMARTINO ANTONIO
6. MONTI: PROSSIMA SETTIMANA INCONTRO A TRE CON MERKEL E SARKOZY...
Radiocor - 'Sono lieto di annunciare a coloro che suggeriscono far valere di piu' ragioni e forza Italia in sedi europee avro' due visite: una a Bruxelles con le istituzioni comunitarie e una che ho concordato ieri, un incontro a tre con il presidente Sarkozy e il cancelliere Merkel per avere d'ora in poi permanentemente il contributo dell'Italia nella soluzione dei problemi dell'euro'. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, concludendo la sua replica al dibattito sulla fiducia alla Camera.
7. MONTI RINGRAZIA LETTA, PERSONA STIMATA DA TUTTI...
(ANSA) - "Sia ieri sia oggi una persona che so essere molto rispettata da tutti mi ha usato la cortesia di essere in tribuna ad ascoltarmi. Si tratta del dottor Gianni Letta. Ha ricevuto apprezzamenti più elevati del mio, ai quali intendo associarmi", ha detto Monti.
8. MARTINO A MONTI, NON POSSO VOTARTI; LUI, LO SO... 
(ANSA) - Antonio Martino, come preannunciato, non voterà la fiducia al governo Monti ed è stato lui stesso, ha raccontato in Transatlantico, a spiegarne le ragioni direttamente al presidente del Consiglio. Avvicinatosi all'ex commissario in aula, l'ex ministro gli ha spiegato che non poteva sostenerlo perché non ha mai votato nessun governo tecnico. "Lui mi ha risposto in modo freddo 'lo so'" ha riferito Martino.
FRANCESCO STORACEFRANCESCO STORACE
9. STORACE, NEOGOVERNO NEOCASINO... 
(ANSA) - "Il neoministro dell'Ambiente Clini esterna a favore degli ogm. Il neoministro dell'Agricoltura Catania lo stronca e dice che parla a titolo personale. neogoverno, neocasino....". Lo scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, sulla sua pagina Facebook, accompagnando il duetto tra i due ministri con il celebre "....nnamo bene..." di Sora Lella.
10. MARONI, SARA' LACRIME E SANGUE, DURERA' FINO A 2013... 
(ANSA) - "Durerà fino al 2013. Sono sicuro perché ha in sé il seme della ristrutturazione politica". Roberto Maroni risponde così ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono un "pronostico" sulla durata del governo Monti. "Non si tratta di un ritorno alla vecchia Dc ma di un nuovo sistema", aggiunge l'ex ministro che boccia il nuovo esecutivo: "Giudicheremo i provvedimenti che presenterà - spiega - ma pare che sia in atto una operazione di lacrime e sangue. L'Ici? Non so se sia più lacrime o sangue ma di certo non è indolore. E quanto al federalismo, ma chi può dirsi contrario?".
ROBERTO MARONIROBERTO MARONI
Maroni sottolinea come Monti nel suo intervento alla Camera abbia adoperato le espressioni "rasoio" e "polmone artificiale" per definire l'azione di governo: "Sarà un lapsus freudiano - dice - Sono due termini di attrezzi che non lasciano pensare al rilancio, anzi".
11. SCILIPOTI: OGGI È MORTA LA DEMOCRAZIA...
Mattia Feltri per "LaStampa.it" - A lutto. Così si è presentato Domenico Scilipoti questa mattina a Palazzo Montecitorio. Al braccio porta una vistosa fascia nera e alle domande dei colleghi l'esponente di Popolo e Territorio si limita a consegnare un manifesto mortuario: sotto una grande croce nera infatti campeggia la scritta "oggi è morta la democrazia parlamentare. Il popolo Sovrano ne dà il triste annuncio al Paese". Nella parte più bassa del foglio Scilipoti ha scritto il primo articolo della nostra Costituzione.
SCILIPOTI LA DEMOCRAZIA E' MORTA - FOTO MATTIA FELTRISCILIPOTI LA DEMOCRAZIA E' MORTA - FOTO MATTIA FELTRI














http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/il-bigliettino-di-enrico-letta-a-monti-come-posso-esserti-utile-dallesterno-magari-per-32283.htm


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La vendetta di Kim il Giorgio


Nel maggio del 2006 l’Unità decise di celebrare l’ascesa di Giorgio Napolitano al Quirinale con il titolo “Buongiorno Presidente”, che a me parve molto bello e augurale, anche perché all’epoca ero io a dirigere il giornale. Col senno di poi, forse avrei dovuto moderare l’entusiasmo. Del resto, poche settimane prima, nella notte dei famosi ventiquattromila voti di scarto fra l’Unione di Prodi e la destra, ne avevo combinata un’altra, sparando a tutta prima pagina: “Berlusconi Addio”, e si è visto poi come è finita.
Anche se altri titoli mi sono riusciti meglio, a quel ricordo giornalistico di sette anni fa è legato un episodio che, seppur minimo, aiuta a decifrare il personaggio Napolitano alla luce anche dei suoi ultimi atti di imperio che qualcuno paragona a un golpe bianco. Dunque, con i colleghi dell’Unità decidemmo di stampare quella pagina augurale su una lastra di zinco debitamente incorniciata a imperituro ricordo e di apporvi gli autografi di tutti i giornalisti e lavoratori del quotidiano fondato da Antonio Gramsci e di cui l’autorevole dirigente comunista era stato una firma apprezzata. Poi, presi dall’entusiasmo, chiedemmo al portavoce Pasquale Cascella di poter consegnare direttamente nelle mani del nuovo capo dello Stato il prezioso oggetto. Cortese, Cascella mi assicurò che si sarebbe fatto latore della richiesta.
Non ne sapemmo più nulla, ma non certo per responsabilità di Cascella. Qualche tempo dopo, nel congedarmi dall’Unità, feci recapitare lo sfortunato omaggio al Quirinale, dove penso giaccia ancora in qualche augusto ripostiglio. Tracce di Napolitano, prima dell’imprevista ascesa al Colle, ne avevo avute quando, sempre tramite Cascella, allora notista politico dell’Unità, egli mi recapitava suoi densi saggi di non facile lettura sui problemi dell’Europa, che io provvedevo a mettere in pagina per rispetto al grande leader di partito destinato all’oblio, com’era opinione comune.
Ecco, penso che lo straordinario sussiego con cui Napolitano ha interpretato il suo settennato sia anche frutto di quella marginalità a cui era stato condannato da personaggi che probabilmente considerava (e considera) dei nanerottoli, politicamente parlando e sui quali, successivamente, si è preso una lunga e gelida rivincita. Penso che non abbia tutti i torti, perché pur con le numerose colpe che il Fatto non ha mai smesso di rimproverargli, Napolitano appare come un gigante del pensiero, soprattutto se paragonato ai suoi ex compagni di partito.
A ben guardare, infatti, anche il mezzo incarico conferito a Pier Luigi Bersani appare come l’ultimo sgarbo nella lunga storia di sgarbi e di ruggini che ha diviso la sinistra italiana. Ma proprio come in molte storie di sinistra, questo rancore viene dissimulato dietro tonnellate di osanna e salamelecchi. Un culto della personalità che non ha paragoni nelle democrazie occidentali. Per esempio, l’ossessiva e piagnucolosa insistenza con la quale si chiede a Re Giorgio di restare sul Colle per un altro mandato fa venire in mente l’ode dedicata al dittatore nordcoreano Kim Jong-Il, erede di Kim Il-sung i cui versi cantano: “Non possiamo vivere senza di te / il nostro Paese non può esistere senza di te”. È incredibile, i politici italiani non sanno vivere senza Napolitano e, più lui si ritrae apparentemente infastidito, più essi si stracciano le vesti: resta con noi! Ma allora come si spiega questa adorazione con le ruggini di cui sopra? È semplice. In tutti questi anni Napolitano ha fatto da scudo a una classe politica tra le più screditate e impopolari.
È stato a causa di questa gigantesca coda di paglia che abbiamo dovuto sorbirci cori di giubilo e peana ogni volta che dal Quirinale giungevano tra tuoni e saette, i famosi moniti: lodi a cui invariabilmente seguivano gli identici comportamenti così inutilmente monitati. L’estasi è giunta al punto che nell’ultima consultazione abbiamo ascoltato il vicesegretario Pd Enrico Letta, esclamare (senza ridere) una frase del tipo: ci affidiamo completamente a Lei, Presidente, con lo stesso trasporto di Papa Francesco quando si rivolge all’Altissimo.
Tanta devozione non è però servita a impedire la suprema beffa dei cosiddetti Saggi che, con la stravagante non soluzione della crisi di governo, ha condannato il povero Bersani in un ridicolo limbo, visto che l’incarico Napolitano non glielo ha dato, ma neppure glielo ha tolto. Difficile che questa volta lo smacchiatore di giaguari la mandi giù: infatti tra i Democratici i mugugni si sprecano. È vero che anche Berlusconi e Grillo alzano la voce contro le commissioni che servono solo a prendere (e a perdere) tempo. Ma l’inquilino del Colle sembra intenzionato a non mollare “fino all’ultimo giorno”, poiché sembra assodato che fino all’ultimo giorno di Napolitano non ci sarà un governo Bersani. A meno che Bersani non mandi giù il disgustoso intruglio di un patto Pd-Pdl. A sinistra la vendetta è un piatto che va servito freddo, molto freddo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/02/vendetta-di-kim-giorgio/549033/



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