giovedì 9 gennaio 2014

Rapina ai prof, siamo su Renzi a parte

29pol1f01-sintesi-visiva-assemblea-pd-renzi-letta-_PPC3353“Questo è il governo italiano, non siamo su scherzi a parte”. Also sprach Renzi. Sotto la coda di paglia di Firenze si consuma l’ennesima commedia dell’insaputa e della sorpresa per la rapina agli insegnanti furbescamente decisa a settembre da Letta e rivelata solo dopo le vacanze di Natale, grazie, come per il Salva Roma, ai 5 stelle. Dal momento che non c’è più l’infame cavaliere a cui dare ogni colpa, che il governo è praticamente un monocolore Pd, con pochi e incolori alleati, Renzi può mettere in luce la sua vera natura di specchietto per le allodole, di democristiano profondo, di pezza a colore sugli sbreghi governativi. O, come dice Gilioli, di anti infiammatorio che attenua il dolore senza minimamente curare il male.
Naturalmente si potrebbe dire la stessa cosa e forse ancor più a proposito, della ministra dell’istruzione Carrozza che finge di scandalizzarsi di qualcosa che aveva in ogni caso il dovere di sapere o dei sedicenti esperti di scuola di area pd e renziana che ora lanciano petizioni contro la rapina o di quei giornali che danno la colpa all’inumana burocrazia, come se fosse questa a produrre i decreti o di quei cialtroni bocconiani di via XX Settembre che sparano cazzate a ritmo impressionante o ancora del nipote di Palazzo Chigi dove la sottrazione dei 150 euro mensili ai ricchi insegnanti è stata lucidamente studiata. Probabilmente si farà marcia indietro visto che il piano è stato scoperto prima della sua applicazione sugli stipendi di gennaio, certo però che si tratta di una figuraccia.
Ma Renzi costituisce un salto di qualità rispetto a queste miserie di governo, perché esprime contemporaneamente e mimeticamente il cinismo di chi fa lo scherzo e il sussulto di chi lo subisce, ma soprattutto perché in questa dialettica di lotta e di governo gioca il ruolo di chi ipocritamente frappone sussurri e grida per nascondere che l’unico obiettivo politico di questa Italia consiste nell’ossessione contabile per obbedire ai diktat della troika, stampati a Bruxelles e redatti tra Wall Street e Platz der Republik. Dunque il ladrocinio agli insegnanti, le ruberie dei diritti, la farsa sulle tasse allestita per nascondere il loro vigoroso aumento anche se non soprattutto per i poveracci, le spending review che tagliano i servizi e mantengono i privilegi, fanno parte di una medesima e ferrea logica che non lascia scampo. Renzi è il prodotto finito di queste logiche ma al tempo stesso cerca di interpretare l’ illusione di poterne uscire per via normale, che qualcosa d’altro è possibile mantenendo le stesse regole del gioco. Insomma l’ideale per gli utilizzatori finali che lo hanno ampiamente foraggiato. Si, siamo proprio su Renzi a parte.

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