lunedì 20 gennaio 2014

Proviamo a ragionare su quello che sta accadendo nelle stanze del potere italiano ed europeo. Mettiamo subito qualche punto fermo per poi articolare meglio l’intero ragionamento. L’unica entità che in questo momento storico persegue un progetto politico degno di questo nome è la massoneria reazionariache governa questo mostro di Ue. Il desiderio di cinesizzare l’Europa sarà aberrante, meschino, nazista, ipocrita e infame quanto vi pare ma, poiché punta a cambiare in profondità assetti ed equilibri che regolano la vita sociale di milioni di individui, non può non dirsi politico. Quindi siamo in presenza di una tecnocrazia elitaria e non rappresentativa, incarnata nel volto di Mario Draghi, che si è auto-assegnata il compito di guidare i processi politici invertendo l’ordine naturale delle cose.  Non più la tecnica al servizio della politica democraticamente eletta ma esattamente  l’opposto. La massoneria reazionaria si arroga cioè il diritto di delineare l’obiettivo-fine e di utilizzare i diversi uomini politici che operano all’interno degli Stati facenti parte della zona euro come mezzi, contravvenendo così il secondo principio categorico formulato da Kant nella sua Critica della ragion pratica: “Agisci in modo da trattare l’uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo“. Questo schema presenta un evidente punto di forza. La mente che ordina  rimane al riparo, occulta e distante rispetto all’inferno creato, il corpo che esegue invece appare inevitabilmente esposto e bersaglio del crescente odio popolare. Il burattinaio cioè resta invisibile dietro il sipario mentre i burattini si prendono i pomodori lanciati dal pubblico. Come avrete facilmente intuito Enrico Letta sta a Mario Draghi così come un pupazzo di legno sta al Mangiafuoco di Pinocchio. I burattini però hanno il loro vantaggio nel farsi strumentalizzare dai padroni che, in cambio della servile fedeltà, garantiscono loro lussi, denaro, onori e popolarità. La carota è utile per attirare gli sventurati da piegare poi con il bastone nel caso in cui, temerariamente, uscissero dal seminato. Ora, il problema di burattini come Enrico Letta o Angelino Alfano è quello di conciliare il mandato ricevuto dalla massoneria reazionaria con la difesa di un profilo che non li renda precocemente indigeribili presso la pubblica opinione. Mentre infatti Monti appartiene direttamente all’èlite massonico-reazionaria che sta sventrando il Vecchio Continente, e può perciò infischiarsene altamente del consenso popolare, i vari Letta e Alfano, essendo dei perfetti parvenu, devono stare molto attenti ad incrinare definitivamente la loro immagine approvando spensieratamente provvedimenti lacrime e sangue. Entrambi sanno che, finito il lavoro sporco, la massoneria reazionaria li butterà nel cestino come oggetti oramai vecchi e inservibili. Le fibrillazioni di questi giorni sull’aumento dell’Iva e l’abolizione dell’Imu sono il risultato di tale contraddizione. Saccomanni, centurione imposto da Draghi all’interno del governo con il compito di accertarsi che la servitù ubbidisca, non a caso pone continuamente l’accento sull’importanza di “consolidare i conti” (tradotto: ricordatevi tutti chi vi ha dato il potere e per fare che cosa). Così come nei paesi ad alta densità criminale alla mafia non interessa affatto che venga eletto un sindaco di destra o di sinistra purché si dimostri rispettoso e solerte nel riconoscere alcune immutabili gerarchie, parimenti, alla massoneria reazionaria non importa un fico secco che il piano di sterminio in danno del popolo italiano venga materialmente consumato dalla destra di Berlusconi, dalla sinistra di Bersani o Renzi o perfino dal Movimento 5 Stelle di Grillo. L’importante è continuare ad aumentare le tasse e azzerare il welfare e i diritti in nome della “competitività da raggiungere con le riforme strutturali”. Mentre Berlusconi lancia segnali di inquietudine, facendo capire di non essere più disposto a fare il palo a difesa di questo crimine di proporzioni storiche se non in cambio di una ampia “immunità”, oggi il redivivo Bersani rilancia guarda caso quel famoso “governo del cambiamento”, naufragato all’indomani del voto, da formare grazie alla collaborazione fra Pd, Sel e parte del Movimento 5 Stelle. Il messaggio criptato contenuto nell’intervista rilasciata da Bersani al cazzuto Cazzullo per il Corriere della Sera è chiarissimo: “Attento Silvio a non ubbidire più ai nostri comuni padroni che abbiamo egregiamente servito insieme durante l’esperienza Monti. Perché se tu pensi di alzare il prezzo brandendo l’arma del ricatto e dell’insubordinazione, sappi che noi siamo pronti a dare vita ad un governo insieme a Sel e un pezzo di M5S preventivamente già acquistato (schema che Cicchitto, esperto in alcune specifiche materie, ha già capito), per continuare ad uccidere gli italiani con il veleno dell’austerità ma, contestualmente, consegnando il tuo corpo alla folla inferocita proprio per saziarne il desiderio di vendetta”. Due piccioni con una fava.
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/06/15/partita-con-la-morte/

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