giovedì 9 gennaio 2014

Parodie di cucina

Benedetta-Parodi-2Come si fa la pasta sfoglia? si esce e si va  al supermercato. E come si cucina? niente paura, c’è uno staff di cuochi che ci pensa mentre a voi tocca soltanto mimare la scena della cuciniera virtuosa, leggendo sul gobbo ingredienti ed istruzioni.
Nell’Italia in cui competenza e merito sono diventati mantra, c’è un clamoroso esempio di totale e palese incompetenza : è quello della nazional-popolare Benedetta Parodi che elargisce a getto continuo trasmissioni e bestseller di cucina, costruiti con ricette rigorosamente non sue.  Così dietro al paravento astuto e spottesco della cucina per donne che hanno poco tempo o che sono emancipate dagli stereotipi della casalinga, è stata costruita dal nulla l’immagine della cuoca perfetta che tuttavia non puà fare a meno di esprimere approssimazione e goffaggine in ogni manicaretto, tanto il risultato è garantito da ciò che è già stato confezionato da un pool di professionisti.
Tutto questo non  viene nemmeno nascosto più di tanto   dalla protagonista che non perde occasione per incitare spudoratamente  lo spettatore all’acquisto dei “propri” ricettari, frutto di staff che agiscono dietro quinte peraltro abbastanza trasparenti. E’ proprio questa natura scoperta del gioco che dovrebbe suscitare qualche interrogativo sulla capacità di auto inganno degli italiani e sulla loro disponibilità a barattare la visibilità con la competenza.
I programmi di cucina imperversano in tutto il mondo, ma alla loro guida ci sono sempre dei professionisti, mai dei dilettanti e men che meno personaggi costruiti a tavolino per essere venduti come modelli.
Disgraziatamente questo avviene in moltissimi campi, non esclusa la politica e l’attività di governo (non a caso Benedetta Parodi è cognata del guru mediatico di Renzi). Viene da chiedersi a questo punto se la corrività con cui gli italiani accettano modelli esplicitamente cialtroni non sia il segnale di un’indole che fa dell’improvvisato e del dilettantesco la scorciatoia per il disimpegno o per la coltivazione guicciardinesca del proprio orticello dove vengono nutriti l’accidia, la disillusione, l’invidia , l’impotenza e alla fine l’ossequio verso il potere.
Ed è così che il rinnovamento del Paese non sembra sfuggire a un  destino surgelato come quello della sfoglia usato per le parodie della cucina.

http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2014/01/05/parodie-di-cucina/

Nessun commento:

Posta un commento