giovedì 9 gennaio 2014

Nemmeno una brioche dal forno del potere

briocheAnna Lombroso per il Simplicissimus

C’è da rimpiangere Maria Antonietta, che proponeva di gettare al popolo qualche brioche. Ormai i Saccomanni, i Letta, quelli che vogliono sostituirsi a loro secondi gli stessi criteri di nomina e affiliazione, tutti gli aspiranti killer o i pretendenti al posto di kapò, non ci elargiscono più nemmeno le aleatorie illusioni di Berlusconi, neppure l’indispensabile e il primario in premio edificante al sacrifico, non tassano il gioco d’azzardo, che resta l’unica aspirazione a ricchezze facili, in modo che sia esplicita la nostra condanna a essere quelli che pagano sempre, anche nel caso improbabile che vinciamo alle macchinette o al gratta e vinci.
È che ormai regna un ordine omicida, che uccide attraverso l’impoverimento perverso, le malattie, l’espulsione forzata dalle proprie patrie, l’annichilimento dei diritti, la cancellazione di certezze e aspettative, perfino quelle delle brioche, che un tempo imperava spietatamente nelle geografie della sete, della sete, della desertificazione, dello sfruttamento delle terre, provocando l’occasionale consapevolezza e la saltuaria, superficiale vergogna di noi occidentali, bianchi, dominatori, complici coscienti, informati e, tuttavia, silenziosi, codardi e paralizzati. E che oggi al disagio di avere permesso quando non favorito tanta secolare inumana e incivile ignominia, aggiungiamo la vergogna di aver consentito che succedesse anche a noi, che pure eravamo stati sorteggiati e avvantaggiati dalla lotteria naturale, che avevamo davanti la prova generale di quel che poteva succederci, che abbiamo ascoltato il ripetuto annuncio del nostro destino futuro, grazie agli squilli di tromba delle varie sconfitte che hanno anticipato la nostra, che hanno segnato questa guerra che non è più episodica, che non costituisce più una crisi, una patologia, bensì la normalità.
E che non equivale più all’eclisse della ragione, come affermava Horkheimer, ma è la ragione d’essere dell’imperialismo finanziario che hanno messo il pianeta in scacco, attaccano i poteri normativi degli stati, contestando la sovranità popolare, sovvertendo la democrazia, devastando la natura, distruggendo gli uomini e le loro libertà, secondo l’ordine programmato della loro cosmogonia che impone la massimizzazione del profitto e la minimizzazione delle libertà, dei diritti e del diritto, e che pratica l’arbitrio senza l’ostacolo della giustizia, cui si dovrebbe aspirare, come quella amministrata dalle leggi. Tante volte abbiamo sentito dire che non abbiamo reagito alla sopraffazione perché non avevamo fame sufficiente.. forse, infatti, perché davamo una garbata leccatina ai granelli di zucchero di quelle brioche, avanzi di speranze, rottami di utopie, visioni confuse di futuro. Ci hanno tolto anche quelle, anche le luci in fondo al loro tunnel sono spente.

http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2014/01/07/nemmeno-una-brioche-dal-forno-del-potere/

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