lunedì 27 gennaio 2014

Morgan Stanley, cinque banche da comprare e cinque da evitare

Secondo gli esperti di Morgan Stanley il mercato continua a sottostimare il potenziale implicito in molti titoli finanziari europei ed è troppo pessimista sulle prospettive dei prossimi anni. Ecco le azioni che hanno ancora margini di apprezzamento e quelle che non meritano di più. 
Di Ester Corvi
Morgan Stanley, cinque banche da comprare e cinque da evitare

Il mercato continua a sottostimare, secondo gli esperti di Morgan Stanley, il potenziale di valore racchiuso in molti titoli finanziari europei ed è troppo pessimista sulle prospettive dei prossimi anni. Ecco le azioni che hanno margini di rialzo e quelle che non meritano di più.
Da comprare:
1) Bnp Paribas Le banca francese, che capitalizza 62,8 miliardi di euro, ha una grande capacità di gestione/riduzione dei costi (l’obiettivo dichiarato dal management è un taglio di due miliardi entro la fine del 2015) e grazie alla solidità del bilancio sarà in grado di incrementare la quota di mercato e migliorare la renumerazione degli azionisti (dividend yield). Con un ratio del 10,9% sul capitale (Basel 3 CET1) e un leverage del 3,6% nel 2013, i più elevati fra gli istituti del Paese, offre il  il dividendo più sicuro. Il prezzo obiettivo è 60 euro, contro una quotazione recente intorno a 50 (+20%). Il rendimento della cedola è stimato 3,8% nel 2013, 4,6% nel 2014 e 5,6% nel 2015.
2) Ing Il target price del gruppo olandese, che capitalizza 33,6 miliardi di euro, è 10 euro, rispetto a un prezzo attuale di 8,7 (+15%). L’economia del Paese continua a essere instabile, ma l’espansione del margine netto di interesse registrata dall’istituto è più che sufficiente a compensare i maggiori costi. Questo aspetto, unito all’aumento significativo del valore della compagnia assicurativa Usa Voya, che è controllata da ING, e che non è ancora riflesso nella quotazione, implica margini di ulteriore crescita, nonostante la buona performance già realizzata da inizio anno. Il rendimento della cedola è nullo nel 2013 e 2014, mentre è stimato 5,4% nel 2015.
3) Julius Baer Gli esperti di Morgan Stanley hanno rivisto al rialzo il rating sul titolo per tre ragioni principali. Il mercato sottovalutata il ritorno potenziale sul capitale nel lungo termine (5% il dividend yield nel 2015), una ripresa della raccolta migliore delle aspettative nel 2015-2016 e la prospettiva di margini sostenibili dopo il difficile 2012. Il prezzo obiettivo è 50 franchi svizzeri, che corrisponde a un p/e (prezzo/utile) di 13 nel 2015 da un livello attuale di 11,5.
4) Lloyds BG Il gruppo inglese, che capitalizza 64,7 miliardi di euro, trarrà vantaggio dal miglioramento dei mercati immobiliari, in particolare di quello inglese (grazie allo schema Help to Buy) e dalla maggiore visibilità del payout. Il titolo merita un prezzo obiettivo di 100 p, con un potenziale di rialzo del 30% dalle quotazioni attuali.  Il rendimento della cedola è zero quest’anno, 1,1% nel 2014 e 4,5% nel 2015.
5) UBS Il piano di ristrutturazione che l’investment bank elvetica ha portato avanti con successo gli consentirà di incrementare gli utili della divisione Asset &Wealth Management e migliorare il roe (ritorno sul capitale) grazie al ridimensionamento degli asset non strategici. Il titolo, che capitalizza 61,8 miliardi di euro, ha un prezzo obiettivo di 21 franchi svizzeri (+8% dalle quotazioni attuali). Il rendimento della cedola è stimato 0,8% nel 2013, 3,1% nel 2014 e 9% nel 2015.
Da evitare:
1) Banco popolare La banca italiana, che capitalizza intorno a 2 miliardi di euro,  è a buon mercato, ma non è ancora interessante a causa della bassa redditività e minore qualità dell’attivo rispetto alla concorrenza. Due fattori che continuano a pesare negativamente sulla quotazione, in uno scenario macro italiano che rimane incerto. Il rendimento della cedola è stimato 1,8% nel 2013, 4,5% nel 2014 e 6,3% nel 2015.
2) Monte dei Paschi  L’impegno del management per ristrutturare l’istituto, che capitalizza 2,4 miliardi di euro, è encomiabile, ma ai rischi dell’Italia si sommano quelli della banca toscana, che nonostante gli aiuti difficilmente riuscirà a tornare redditizia nei prossimi anni. A fronte di un costo del capitale del 12%, il titolo tratta 0,4 volte il nav (net asset value) 2014. Il rendimento della cedola è nullo dal 2013 al 2015.
3) Popular Alle quotazioni attuali, l’istituto spagnolo, che capitalizza 7,2 miliardi di euro, è correttamente valutato. I progressi nella redditività si vedranno infatti solo dal 2015 in poi, grazie al business caratterizzato da margini più alti e allo stretto controllo dei costi. Il rendimento della cedola è zero nel 2013, 1% nel 2014 e 3,2% nel 2015.
4) Sabadell Gli analisti ritengono che Sab abbia ampi margini di taglio dei costi dopo la sua fusione con Cam. La bassa qualità degli asset porterà tuttavia a pressioni crescenti sui margini reddituali più di quanto il mercati si aspetti. Ai prezzi attuali, che implicano un p/tbv di 0,6 nel 2013, il titolo non ha spazi di rialzo. Il rendimento della cedola è zero nel 2013, 1% nel 2014 e 3,2% nel 2015.
5) SHB  Sebbene la banca svedese, che capitalizza 20,8 miliardi di euro, sia una delle meglio gestite in Europa, risente di una minore crescita della raccolta e degli impieghi nelle sue divisioni internazionali, con la conseguenza che sarà in grado di remunerare gli azionisti meno dei concorrenti. Il rendimento della cedola è stimato 4% nel 2013, 4,2% nel 2014 e 4,4% nel 2015.

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?chkAgenzie=TMFI&id=201309171938182099&titolo=Morgan%20Stanley%2C%20cinque%20banche%20da%20comprare%20e%20cinque%20da%20evitare

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