lunedì 27 gennaio 2014

Moda avorio in Cina, zanna vale 4mln

Allarme Wwf, a farne le spese sono sempre gli elefanti


Moda avorio in Cina, una zanna vale 4mln dollari


In Cina è boom dei prezzi dell'avorio e a farne le spese sono sempre gli elefanti. Paesi come Camerun e Ciad sono appena corsi ai ripari, stipulando un accordo per combattere con operazioni congiunte il bracconaggio, in un'area protetta di 300mila ettari.

A delineare un quadro della nuova 'emergenza elefanti' è Massimiliano Rocco, responsabile specie, commercio di legname e Traffic del Wwf Italia. "Il problema è sempre il mercato dell'avorio e il rialzo dei prezzi in Cina rappresenta un incentivo per i trafficanti" spiega Rocco. Secondo l'esperto, il fenomeno si lega alla moda fra i nuovi ricchi cinesi, per i quali l'avorio è uno status symbol, allo stesso livello di altri prodotti firmati di grido. Prima in Cina si vendeva soprattutto al turista, oggi è maggiore la domanda interna.

"Secondo un recente rapporto - afferma Rocco - presentato alla convenzione Cites (convenzione sul commercio internazionale di flora e fauna minacciati), questo nuovo consumismo ha fatto crescere il prezzo dell'avorio dai 300 o 400 dollari di qualche anno fa ai 750 dollari attuali al kg". Il che significa che una zanna, che pesa in media 5 kg, vale un incasso di quasi 4 milioni di dollari. A questo fenomeno si aggiungono altri fattori, come l'instabilità politica, la povertà, gli scarsi controlli e la corruzione, presenti in alcuni paesi africani. L'uccisione illegale di elefanti per la vendita dell'avorio "é un problema forte" per paesi come Ciad, Sudan, Repubblica democratica del Congo, Camerun, Gabon, Congo e Angola, ma è emerso anche in Kenya, Tanzania e Zimbabwe. Il risultato sono centinaia di esemplari che ancora perdono la vita a causa delle loro preziose zanne.

"Anche se non è il mercato internazionale a richiederlo - aggiunge Rocco - ma solo la Cina, ormai l'avorio ha acquistato di nuovo un valore, decisamente superiore agli anni '70 e '80 in cui il prezzo era notevolmente sceso". Secondo il responsabile del Wwf, l'Italia non è del tutto fuori dal 'giro' e qualche volta si può incappare, nella vendita al dettaglio di gioielli per esempio, in qualche pezzo che non risale a prima del divieto di commercio e quindi non ha il certificato richiesto. "Una cosa che abbiamo notato - racconta Rocco - specie nei mercatini, sotto le feste, è un'offerta di prodotti in avorio. Il traffico di pochi pezzi è infatti più difficile da individuare". Anche questi alimentano il mercato fuorilegge e quindi l'uccisione di animali. Spesso poi il turista italiano che va in vacanza in Africa non sa nemmeno cosa sta facendo, viene trasformato in un trafficante inconsapevole". Per questo secondo il Wwf, l'unico modo per fermare la strage di elefanti è quella di vietare del tutto il commercio in Italia e rivedere le regole a livello europeo.

(ANSA)

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