giovedì 9 gennaio 2014

Lo strapotere del cibo. L'Italia? Una gastrosociety

Dal Pornfood all'orto sul balcone, dai blogger ai foodies. Senza pasta madre in frigo sei out





una ricetta su Pinterest
una ricetta su Pinterest

Slow fish a Genova
Slow fish a Genova

Piadina a Cesenatico

Un piatto di Gordon Ramsay

Un piatto di Gordon Ramsey

mercato rionale a roma

la preparazione di un piatto in tv

food

Pane ferrarese

Hong Kong Food Expo 2013

di Alessandra Magliaro
 Fotografato al fast food, nel tinello di casa o al ristorante stellato, ostentato ovunque in libreria per interi scaffali con titoli classici o improbabili, glorificato dagli ascolti tv dove ha invaso ogni ora del palinsesto IL CIBO si è conquistato una centralità sociale come mai in altre fasi storiche. Ci possiamo definire ormai anche noi un popolo Foodporn visto che armati di smartphone ne inquadriamo fattezze da spedire agli amici di Whatsapp pure se stiamo per addentare un banalissimo cheesburger, figuriamoci se pensiamo di aver creato la nuova ricetta di zuppa con fotogenica zucca, è chiaro: corriamo a postarla su InstagramFlickr, la più grande comunità fotografica del web, ha un gruppo interamente dedicato al food porn, con quasi 40 mila membri e 600 mila immagini caricate. Si va dalle foto di costolette di maiale posate sulla brace incandescente ai pancakes irrorati di sciroppo d’acero, dalla pizza home made alla torta di mele. Le gallery fotografiche sul cibo su Pinterest generano il 50% in più di re-pins. Consumiamo ricette alla velocità della luce sempre alla ricerca di novità magari con il gusto esterofilo che ci fa seguire corsi per calorici cup cakes glassati di anglosassone provenienza o impazzire per il gusto dolcemente chic dei macarons francesi. Lo Street Food  poi, in soldoni cibo di strada come salsicce e patate fritte cucinate alla buona in un probabilmente poco igienico camper a bordo di uno stadio, è diventato ormai persino soggetto di guide alla ricerca del miglior panino ca' mesua, tanto è di moda.
Il cibo green è il trend del momento:  a km 0 attira nei sempre più numerosi farmers marketcittadini più folle ormai che all'iper (meglio fare la fila per un pomodoro saporito che per un verdone cresciuto in serra chissà dove chissà come), l'orto sul balcone con l'imprimatur di Michelle Obama è ormai un must have di ogni abitazione terrazzo-munita. I blogger di cucina spadroneggiano, temutissimi da ogni ristorante come qualche anno fa lo erano i critici, in borghese, delle guide dell'Espresso o come oggi accade agli aspiranti recensori di Tripadvisor. Nella nuova 'socialità', che è quella della condivisione social con i nostri inseparabili gadget elettronici, il cibo è diventato un assoluto protagonista.
Gli chef stellati sono delle star così come quelli protagonisti in tv, la triade Cracco-Bastianich-Barbieri su tutti. Il cibo occupa il palinsesto dall'antica Prova del cuoco 13 anni fa apriprista del genere (in Italia, perchè è bene saperlo in tv in questo campo che pure sentiamo culturalmente vicino non abbiamo inventato nulla Masterchef come Bake Off sono tutti programmi d'importazione) all'ultimo factual di canali come Real Time. Programmi a decine, Cucine da incubo, Unti e Bisunti, I menù di Benedetta: un elenco infinito di decine e decine di trasmissioni.
In libreria ancora di più: ormai interi scaffali sono invasi da libri di enogastronomia. A Natale nella wishlist in tanti hanno scritto di desiderare gli ultimi titoli usciti dove piatti fotoschoppati in copertina sono una delizia per gli occhi innanzitutto. Si trova di tutto: dagli specializzati (sulla pasta madre ad esempio, altra tendenza radical-chic o sul cake designer con guru varie, come Eleonora Giuffrida autrice per Giunti della serie top seller Miss Cake) o più tradizionali sulle ricette tradizionali italiane (Mondadori e Rizzoli ne sfornano è il caso di dirlo ogni mese), libri sugli hamburger da gourmet, sulcomfort foodie (i cibi per coccolarsi, l'uovo sbattuto della nonna o il purè, da Gribaudo). Le Guide del Gambero Rosso ormai per ogni cosa, dal salame alla birra. Per non parlare di cibo e bambini: corsi per fare i biscotti, per impastare la pizza, pomeriggio dedicati alla lasagna e poi mini padelle, mini grembiuli, mini ricettari (e pensare che una volta il massimo era il Dolce Forno), persino le app di cucina per i nostri figli tablet-muniti.
E poi il cibo che ci fa sentire consumatori critici e aggiornati: i prodotti da Eataly, l'osteria con il marchio Slow Food, la spesa consapevole,  quella condivisa (dai Gas - gruppi d'acquisto - agli orti), quella etno-local, quella equo-solidale, il boom dei vegani. Non è finita: mancano i Foodies, i turisti enogastronomici ormai una voce consistente dell'economia italiana, girano, comprano, muovono interi settori.
Siamo ormai una gastrosociety, di cittadini gourmet, spettatori accaniti che tifano sulla cottura a puntino di un filetto, di chef nemmeno troppo dilettanti.

(ANSA) 


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