lunedì 20 gennaio 2014

Prende corpo lo scenario peggiore: il bis di Giorgio Napolitano. Peggio di Marini, peggio di Prodi, peggio perfino dell’ipotesi Amato, la riproposizione di Napolitano sancirebbe definitivamente la fine della nostra democrazia così come l’abbiamo conosciuta dal dopoguerra fino ad oggi. In Italia si instaurerebbe una monarchia di fatto, etero diretta dall’esterno e sprezzante nei confronti dei bisogni della povera gente, in grado di garantire la realizzazione di quella famigerata “Agenda Monti” (un moderno Main Kampf) che intende allungare a dismisura le file di fronte alle mense dalla Caritas e indurre al suicidio intere categorie sociali. Davanti a noi si apre uno scenario devastante. Il paese non potrebbe reggere altri sette anni di Napolitano, gli italiani finirebbero sfiancati e distrutti, impoveriti e schiavizzati per creare nuova manodopera a basso costo per la gloria del nuovo reich tedesco. Qualcuno sventi questa ipotesi sciagurata e distruttiva. Vendola, saggiamente, ha chiesto a Napolitano di non assecondare una manovra così azzardata proposta da quel miope lestofante di Pierluigi Bersani. A questo punto, bisogna riconoscerlo, il Movimento 5 stelle rappresenta l’unico approdo di Resistenza in grado di fermare il dilagare di una vera furia antidemocratica e anticostituzionale. Rodotà è da oggi sinonimo di libertà. Tutti gli uomini e le donne che intendono difendere la nostra civiltà non possono non stringersi intorno al giurista proposto dai grillini. Nel caos le categorie di destra e sinistra faticano a distinguersi. Il prossimo voto per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica assume i contorni drammatici tipici delle politiche del 1948, elezioni che videro prevalere la democratica e atlantica Democrazia Cristiana rispetto al blocco filosovietico riunitosi sotto le insegne del Fronte Popolare. Mi appello al senso di responsabilità di tanti giovani onorevoli del Pd che non intendono rendersi complici di un progetto reazionario di queste proporzioni. Fate sentire ora la vostra voce, dichiarate a viso aperto, da veri uomini e senza timore, che la sofferenza infernale che attanaglia e paralizza il Paese è anche e soprattutto il risultato delle scelte politiche di Giorgio Napolitano. Parlate ora o tacete per sempre. Non basterà il rispetto formale della procedura per rendere sostanzialmente democratico il ritorno di Napolitano. Anche i regimi autoritari del passato si imposero sulla scia di un formale rispetto delle procedure democratiche. L’Italia sta correndo un rischio mortale. E’ indispensabile che adesso, subito, l’intero corpo elettorale, messo nel mirino dall’insieme delle forze elitarie ed oligarchiche (politiche ed informative) che perseguono obiettivi schiavisti, avvii una mobilitazione permanente di fronte a Piazza Montecitorio ripetendo a squarciagola l’unica parola che nell’immediato fa rima con libertà. Stefano Rodotà!
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/04/20/lincubo-peggiore/

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