giovedì 23 gennaio 2014

Il dossier segreto che fa tremare le fondamenta del potere in Italia


L’inchiesta riguarda l’archivio di un fiscalista coinvolto in scandali finanziari e politici
Oliverio faceva da intermediario tra i politici, gli imprenditori, i prelati e i mafiosi
Politici, imprenditori, monsignori, prelati, mafiosi… La crema del potere italiano (e del Vaticano) trema di fronte al dossier segreto caduto nelle mani della Giustizia. Il documento in questione è opera di un oscuro fiscalista che, secondo ogni indizio, si dedicava non solo a riciclare il denaro della criminalità organizzata ma che aveva fatto del ricatto un affare molto redditizio. Il sospetto generale è che le informazioni contenute nel rapporto possano infangare alcune tra le più importanti personalità del paese.
“Se provate ad aprirlo viene giù l’Italia”, avrebbe avvertito in tono biblico il fiscalista in questione, Paolo Oliverio, agli agenti che alcuni mesi fa si sono impossessati del suo computer. La minaccia lanciata da questo tizio, coinvolto in vari scandali politico-finanziari e con legami importanti anche negli ambienti vaticani, pare indubbiamente esagerata. Quelle che potrebbero cadere sono tuttavia le teste di alcuni grossi imprenditori, politici e alti prelati.
Questa è una storia italiana, quindi complicata. E come ogni storia italiana che si rispetti ci sono di mezzo le tonache. Tutto inizia nel novembre scorso quando fu arrestato padre Renato Salvatore, superiore dei Camilliani, un ordine famoso per la dedizione verso gli ammalati. Salvatore fu arrestato con l’accusa di aver orchestrato cinque mesi prima, a maggio, il sequestro di due sacerdoti che dovevano partecipare al voto per designare il superiore dei Camilliani e che avevano detto molto chiaramente di non appoggiare la rielezione di Salvatore.
I propositi del sequestro
I due preti furono bloccati in seguito ad un fittizio controllo portato a termine da falsi  poliziotti della Giudiziaria. Il tutto sotto la direzione di Salvatore che, grazie a ciò, riuscì ad ottenere i voti necessari per essere nuovamente rieletto.
Ma Salvatore non è stato l’unico ad essere arrestato. Insieme a lui è stato fermato Paolo Oliverio, un soggetto già da tempo entrato nel mirino della Giustizia italiana per via di parecchi intrallazzi. Oliverio, sempre secondo le ipotesi della Giustizia, era riuscito a farsi carico della gestione di diversi ospedali appartenenti all’ordine dei Camilliani in Italia, soprattutto quelli in Campania e in Sicilia, due regioni in cui le infiltrazioni mafiose sono molto frequenti nel campo della Sanità. Per continuare a riciclare il denaro sporco della Camorra e di Cosa Nostra attraverso gli ospedali dei Camilliani, Oliverio aveva assolutamente bisogno che il corrotto Renato Salvatore restasse a capo dell’ordine, per continuare a fare e disfare a suo piacimento.
E’ stato per questo, per essere sicuro che Salvatore restasse superiore dei Camilliani continuando così a godere di un bel pezzo della torta, che Oliverio aveva ordito il sequestro dei due preti che minacciavano di mandare in frantumi la rielezione del sacerdote.
Questo sequestro rappresenta tuttavia solo un piccolo assaggio rispetto al curriculum criminale probabilmente molto lungo, di Oliverio, emerso grazie alle intercettazioni telefoniche ai quali è stato sottoposto per ordine dell’autorità giudiziaria. Le stesse intercettazioni conducono a fondati sospetti che il fiscalista sia alla testa di un’importante organizzazione criminale specializzata nel riciclare il denaro della mafia e nel ricattare i potenti.
I nomi di Oliverio
Tra i presunti nomi inclusi nel dossier di Oliverio venuti ultimamente alla luce troviamo Paolo Berlusconi (fratello di Silvio Berlusconi e proprietario del quotidiano “Il Giornale”); l’imprenditore Claudio Lotito; l’avvocato Marco Squatrini [in realtà Marco Squatriti, NdT ] (condannato per una frode fiscale di oltre 90 milioni di euro nei confronti dell’erario italiano e attualmente latitante); Lorenzo Borgogni, ex dirigente di altissimo livello dell’impresa pubblica italiana Finmeccanica; Flavio Carboni, uomo di affari condannato per il fallimento del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi (trovato impiccato sotto un ponte di Londra); il capomafia Ernesto Diotallevi; l’ex senatore Sergio de Gregorio (il quale ha ammesso di essere stato corrotto nel 2007 da Silvio Berlusconi in cambio del passaggio al partito del Cavaliere per favorire la caduta del Governo Prodi). E, ovviamente, nel dossier non manca Renato Salvatore, il superiore dei Camilliani. I pubblici ministeri sospettano che Oliverio facesse da intermediario tra politici, imprenditori ed esponenti della mafia.
(pubblicato il 7 gennaio 2014)






Valeria MarinoPubblicato da  


http://www.informarexresistere.fr/2014/01/22/il-dossier-segreto-che-fa-tremare-le-fondamenta-del-potere-in-italia/

(*)
EUROPA El informe está siendo investigado por la justicia

El dossier secreto que hace temblar los cimientos del poder en Italia


  • Investigan el archivo de un gestor envuelto en escándalos financieros y políticos

  • Oliverio hacía de intermediario entre políticos, empresarios, prelados y mafiosos

  • IRENE HDEZ. VELASCO






Políticos, empresarios, monseñores, prelados, mafiosos... Lo más granado del poder en Italia (y en el Vaticano) tiembla ante el dossier secreto que ha caído en manos de la Justicia. El documento en cuestión es obra de un oscuro gestor que, según todos los indicios, se dedicaba no sólo a blanquear dinero del crimen organizado sino que además había hecho del chantaje un fructífero negocio. La sospecha generalizada es que los detalles que contiene ese informe podrían enfangar a algunas de las más importantes personalidades del país.
"Si llegáis a abrirlo caerá Italia", habría advertido en tono bíblico el gestor en cuestión, Paolo Oliverio, a los agentes que hace unos meses se incautaron de su ordenador. La amenaza lanzada por el tipo, involucrado en varios escándalos político- financieros y con importantes relaciones también en ambientes del Vaticano, parece indudablemente exagerada. Pero lo que sí podrían caer son varias cabezas de algunos de los más excelsos empresarios y representantes públicos y de la Iglesia.
Ésta es una historia italiana, es decir, complicada. Y, como cualquier historia italiana que se precie, con sotanas de por medio. Arranca en noviembre pasado, cuando fue detenido el padre Renato Salvatore,superior general de los Camilos, una orden famosa por su abnegada dedicación a los enfermos. Salvatore fue arrestado bajo la acusación de haber orquestado cinco meses antes, en mayo, el secuestro de dos sacerdotes llamados a participar en la votación para designar al superior de los Camilos y que habían dejado muy claro que no pensaban apoyar la reelección de Salvatore.

Las intenciones del secuestro

Los dos curas fueron retenidos a través de un ficticio control llevado a cabo por falsos policías judiciales que fue orquestado por el propio Salvatore y, gracias al cual, logró los votos necesarios para salir reelegido para un nuevo mandato.
Pero Salvatore no fue el único en ser detenido. Con él fue también arrestado Paolo Oliverio, un sujeto al que la Justicia italiana le tenía echado el ojo desde hace ya tiempo por varios chanchullos. Oliviero, siempre según las sospechas de la Justicia, había conseguido hacerse cargo de la gestión de varios de los hospitales de la orden de los Camilos en Italia, sobre todo aquellos situados en Campania y en Sicilia, dos regiones en donde las infiltraciones mafiosas en el campo de la Sanidad son frecuentes. Y para seguir lavando dinero de la Camorra y de Cosa Nostra a través de los hospitales de los Camilos, Oliverio necesitaba imperiosamente que el corrupto Renato Salvatore siguiera al frente de esa orden, para así seguir haciendo y deshaciendo a su antojo.
Fue por eso, para asegurarse de que Salvatore seguiría siendo superior de los Camilos y continuar disfrutando de esa manera de su suculento trozo de pastel, por lo que Oliverio preparó el secuestro de los dos curas que amenazaban con hacer añicos la reelección del sacerdote.
Pero ese secuestro es sólo un pequeño borrón en el presumiblemente muy abultado currículo delictivo de Oliverio, que salió a la luz gracias a las interceptaciones telefónicas a las que fue sometido por orden judicial. Esas mismas escuchas arrojan fuertes sospechas de que el gestor sería el epicentro de una importante organización criminal especializada en blanquear dinero de la mafia y en chantajear a potentados.

Los nombres de Oliveiro

Entre los nombres supuestamente incluidos en el dossier de Oliverio que ahora han salido a la luz se encuentran el de Paolo Berlusconi (hermano de Silvio Berlusconi y propietario del diario 'Il Giornale'); el del también empresario Claudio Lotito; el abogado Marco Squatrini (condenado por un fraude fiscal de más de 90 millones de euros al erario público italiano y en paradero desconocido); Lorenzo Borgogni, ex dirigente de altísimo nivel de la empresa pública italiana Finmeccanica; Flavio Carboni (un hombre de negocios condenado por la quiebra del Banco Ambrosiano de Roberto Calvi (que apareció ahorcado bajo un puente de Londres); el capo mafioso Ernesto Diotavelli; el ex senador Sergio de Gregorio (que ha reconocido haber sido sobornado en 2007 por Silvio Berlusconi a cambio de mudar de chaqueta, pasarse al partido de Il Cavaliere y propiciar la caída del Gobierno Prodi). Y, por supuesto, en el dossier no falta Renato Salvatore, el superior de los Camilos. Los fiscales sospechan que Oliverio hacía de intermediario entre políticos y empresarios con exponentes de la mafia

http://www.elmundo.es/internacional/2014/01/07/52cc5d1d268e3e93448b457d.html

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