mercoledì 8 gennaio 2014

Grecia, Spagna, UE, BCE: abbasso i risparmiatori!


I responsabili istituzionali a livello europeo ed anche la stampa internazionale hanno steso una grossa coperta sul disastro ellenico e sull’irreparabile danno fatto agli ignari ed impotenti risparmiatori europei, in possesso di titoli dello Stato greco.
Dall'inizio del programma, nel dicembre del 2012, ad oggi il fondo dell’Unione europea Esm (Meccanismo europeo di stabilità) ha erogato 41,3 miliardi di euro al Governo spagnolo per la ricapitalizzazione del settore bancario.
Lo si evince leggendo l’articolo "La Spagna chiude il piano di salvataggio delle sue banche" pubblicato il 31 dicembre 2013 su Il Sole 24Ore.com. Il massiccio intervento è stato effettuato in fin dei conti per soccorrere entità private, le banche di Madrid, anche se attraverso il filtro dello Stato spagnolo.

Tutto questo si potrebbe anche concepire e giustificare, a parità di altre condizioni, in nome del fine ultimo, ad altissimo profilo, di tutelare la sicurezza finanziaria e la credibilità, politica e non, dell’intera struttura dell’Unione Europea.

Non si accetta nel modo più assoluto, quando si ripensi e si consideri l’impostazione scriteriata e colpevole adottata in sede comunitaria ed il conseguente trattamento posto in essere in occasione della precedente crisi greca.

In tal caso la Grecia, appena undici milioni di abitanti e tre per cento della ricchezza prodotta (PIL) in tutta l’Unione europea, componente della stessa UE a pieno titolo, con pari moneta Euro e ostentata supervisione della Banca Centrale europea (BCE), è stata abbandonata a se stessa, esposta scientemente allo sprezzante ludibrio dei mercati finanziari internazionali.

La Grecia è stata letteralmente lasciata in balia della più spietata speculazione internazionale che ha avuto buon gioco a sfruttare la ghiotta occasione per programmare ed effettuare incursioni nel limitato “catino finanziario” della Grecia a scopo di sconvolgimento del suo indifeso mercato domestico e di insperati guadagni immediati e futuri.

La Grecia, assente e complice Bruxelles e Francoforte (UE e BCE) è stata indotta in maniera criminosa ad aggredire ed annientare i risparmi di centinaia di migliaia di cittadini europei, tagliando il valore dei suoititolo di Stato per l’80 per cento (all'incirca).

Annientamento di valore che ha interessato anche titoli di Stato a lunga e lunghissima scadenza, senza alcuna logica ed alcun beneficio a breve per la finanza greca e con danni irreparabili per i malcapitati, fiduciosi risparmiatori. Per gli stessi titoli a lunga scadenza bastava intervenire, eventualmente ed eccezionalmente, con la riduzione del tasso d'interesse accordato e dell'entità delle cedole in scadenza.

Risparmiatori/cittadini europei che, in buona fede, fidando nella bontà dell’ente emittente (Repubblica greca) e nella “vigile, costruttiva attenzione” delle Istituzioni europee, avevano investito parte dei propri risparmi nell’acquisto di titoli di Stato della Grecia.

A questo scenario di scorrettezza ed ipocrisia dei vertici europei e della BCE è seguita una successiva operazione di “annebbiamento” anche mediatico di tutta la vicenda. I responsabili istituzionali a livello europeo ed anche la stampa internazionale hanno steso una grossa coperta sul disastro ellenico e sull’irreparabile danno fatto agli ignari ed impotenti risparmiatori europei.

Essi hanno spostato artatamente l’attenzione su altri scenari, pronti a produrre altri danni a livello comunitario: compressione indiscriminata dei consumi, crisi di attività produttive, aumento delle disuguaglianze sociali, indifferenza rispetto alla rivalutazione abnorme del rapporto di cambio Euro/Dollaro con conseguenze negative sui flussi di esportazione, ecc..

Ad oggi, salvo una timida ammissione di errata valutazione e di comportamento tardivo e sconclusionato da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per quanto fatto, anzi per quanto non fatto, durante la crisi greca, nessun intervento è stato posto in essere a livello europeo per indennizzare i risparmiatori in possesso di titoli dello Stato greco gravemente danneggiati dalle inaccettabili, illegali decisioni del Governo ellenico.

E questo, si badi, non resta solo un danno irreparabile per i risparmiatori danneggiati, ma resta un marchio indelebile a livello comunitario con riferimento alla credibilità degli Stati e delle loro emissioni obbligazionarie, nonché della volontà e capacità di vigilanza, supervisione e condivisione dei rischi da parte delle Istituzioni comunitarie ed, in particolare, della Banca Centrale europea.

A tal proposito ed alla luce della penosa vicenda greca appare di scarsa credibilità la regolamentazione in atto connessa all’accentramento in sede europea ed in sede BCE della vigilanza sulle banche europee a partire dal 2014. Occorre fronteggiare il "rischio sistemico": è quanto si sostiene stancamente da più parti.

Dal punto di vista dei risparmiatori/possessori di titoli di Stato della Grecia “bidonati” nel 2012 tutto questo ha il senso di una sceneggiata vista e rivista, magari recitata in un teatro di nuova, costosa costruzione in quel di Francoforte: il riferimento va alla nuova, costosissima sede della BCE in costruzione a Francoforte pagata (anche, probabilmente) con i guadagni dell’affare Grecia.

Pur convinto dell’utilità di una buona, funzionante Unione Europea per fronteggiare i giganti USA, CINA e resto del mondo, quella della vicenda greca, insieme ad altre importanti considerazioni dovrebbero essere all’attenzione dei cittadini/elettori europei in occasione dell’appuntamento elettorale del prossimo maggio 2014.

http://www.agoravox.it/Grecia-Spagna-UE-BCE-abbasso-i.html

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