venerdì 3 gennaio 2014

Bombe antitumorali dalla terapia genica

Innovativa tecnica con 'virus-corrieri' sviluppata in Italia


Macrofago (fonte: Nicole Ottawa e Oliver Meckes)Macrofago (fonte: Nicole Ottawa e Oliver Meckes)
Schema della terapia genica sperimentata dal Tiget (fonte: TIGET)
Dalla ricerca genetica arriva una nuova arma per combattere il cancro: cellule che i tumori normalmente 'corrompono', riuscendo a trasformarle in 'aiutanti', sono state trasformate in efficaci corrieri di 'bombe' antitumorali.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, si deve al gruppo di ricerca coordinato dall'Istituto Telethon per la Terapia Genica (Tiget) del San Raffaele di Milano, in collaborazione con l'Università del Queensland in Australia.

"Abbiamo adattato la tecnica di trasferimento genico e ingegnerizzazione delle cellule del sangue al trattamento dei tumori", ha spiegato Luigi Naldini, uno dei responsabili del lavoro e direttore del Tiget. Lo studio ha infatti sfruttato la stessa tipologia di 'corrieri', dei virus resi inoffensivi, utilizzata già per inserire geni 'corretti' in cellule staminali di bambini affetti da gravi malattie genetiche. 
In questo modo è stato inserito un gene anti-tumorale, l'interferone alpha: una 'bomba' capace di uccidere le cellule tumorali ma talmente tossica da non poter essere somministrata nelle modalità 'tradizionali'. 

Per colpire solo le tumorali, il virus-corriere è stato modificato in modo che il gene si attivi solamente in un particolare tipo di cellule del sangue, i monociti/macrofagi, che sono normalmente richiamate e 'corrotte' dai tumori per sostenerne la crescita. In questo modo l'interferone si accumula solo nel tumore, dove può esercitare la sua funzione evitando così gli effetti tossici.
"Una volta nel tumore - ha spiegato Roberta Mazzieri, una delle autrici dello studio - l'interferone agisce ri-programmando il micro-ambiente tumorale da una condizione favorente la crescita ad una condizione ostile".

La tecnica è stata sperimentata con successo su topi ed "e' ora necessario - ha aggiunto Mazzieri - effettuare ulteriori studi preclinici volti a valutare quali tipi di tumori possano meglio beneficiare di questa terapia genica e a preparare la sperimentazione clinica, che potrebbe cominciare tra qualche anno".

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento