giovedì 9 gennaio 2014

Bersani e gli insulti

bersani birraIeri quando si è saputo che Bersani non aveva subito danni dall’emorragia cerebrale e che era vigile, mi è venuta la tentazione di scrivere  uno  stato un po’ cattivo: “Bersani, dopo alcuni anni, è finalmente vigile”.  Ma mi sono trattenuto per non essere inserito nel novero degli inqualificabili individui che sui social network hanno augurato la morte all’ex segretario del Pd: ci vuole niente per finire davanti al tribunale dei twittanti commentatori dei giornaloni del potere che partecipano entusiasticamente al triviale gioco della politica in 140 battute, ma che non sembrano accorgersi di essere pienamente partecipi della superficialità e della volgarità che poi sfocia nell’insulto o nell’oltraggio parossistico o nella povertà umana.
Davvero non sembrano esserne coscienti e anzi un tal Cazzullo, vero sacerdote della banalità servile, fa finta di non essersi mai accorto di cosa sia il web e propone tesi che testimoniano dell’appassionata lettura di Readers digest della psicologia. Così non contento di essere uno scriba a servizio dell’individualismo selvaggio di marca liberista, si lamenta che in rete “il proprio io diventa misura di tutte le cose” e che pietà l’è morta. Sarebbe interessante capire per mano di chi, ma si sa che la coda di paglia ne combina di scherzi.
Al di là del caso pietoso che tuttavia è già un segno della povertà intellettuale italiana, rimane assolutamente chiaro che è la radicale mancanza di rappresentatività della politica e la parallela mancanza di dibattito vero, sostituito dalla frase di dieci parole, dallo slogan, dal giochino e/o dalla sfacciata menzogna che provoca l’emersione di individui che esprimono il loro isolamento e la loro solitudine politica attraverso la disperazione dell’augurio di morte. Chi se ne scandalizza dalle agiate e (salvo qualche raro caso) poco indipendenti poltrone dell’opinionismo di lusso, probabilmente non vede la trave nel proprio occhio e pensa che il bon ton o il politicamente corretto possa essere tutto ciò che serve loro per essere umani.
Io davvero mi auguro che Bersani esca indenne da questa prova non solo perché mi è umanamente simpatico, ma anche perché mi è più simpatica la sua vecchia  ”ditta” pur con tutti i suoi limiti, le sue rese, le sue cecità e anche le sue tante ignominie, rispetto alla proterva vacuità della sua trasformazione in start up del nulla politico e del profitto degli interessi degli azionisti. La morte non l’auguro a nessuno e men che meno l’emorragia cerebrale: oltretutto con certi personaggi sarebbe ben poco efficace.

http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2014/01/07/bersani-e-gli-insulti/

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