lunedì 20 gennaio 2014

Invito i miei lettori a rileggere oggi un pezzo scritto da Il Moralista in data 28/02/2013 e titolato “Tornano a bomba?” (clicca per leggere)(*). Già all’indomani del risultato elettorale, al netto delle manfrine e delle finte alla Garrincha buone per disorientare i polli, non era molto complicato immaginare la volontà dell’oligarchia schiavista sovrannazionale rispetto alla possibili soluzioni da suggerire (rectius: imporre) per comporre la crisi politica che paralizza l’Italia del post-voto. Ieri, mentre tutti erano concentrati ad ascoltare la relazione di un Bersani che sembrava il gemello di quello che idolatrava Monti in campagna elettorale, il discorso più denso di significati politici l’ha fatto come al solito D’Alema, alias baffino di ferro. Il conte Max, noto e rodato ventriloquo dei mondi che contano, ha chiaramente fatto intendere come Bersani conservi allo stato tutto il diritto di giocare a fare il grillino dell’ultima ora, ma che poi, una volta svanito questo infantile sogno di fine inverno, assodata l’assoluta impossibilità di formare un governo del cambiamento “a causa dell’acritica e irresponsabile intransigenza del Movimento 5 Stelle”, non resterà altro da fare se non un bagno di sano realismo: e cosa intende baffino col suo luciferino richiamo al realismo? Intende l’inciucione, of course, che però, aggiunge il lucido statista, non va vissuto con “fare provinciale quasi si trattasse di un tabù”. Quindi, ricapitolando: il Pd manderà a sbattere Bersani per salvare la faccia ma, intimamente, già si prepara a voltare lo sguardo a destra. Come però scrivevo nel mio pezzo del 28/02/2013, segnalatovi in apertura di articolo, il problema principale per la realizzazione di un nuovo e rassicurante inciucione destra-sinistra è rappresentato dalla figura di Silvio Berlusconi. Dato da tutti per finito, il Cavalier pompetta ha dimostrato in campagna elettorale una straordinaria vitalità, prendendosi perfino il lusso di raccontare qualche verità circa le vere finalità insite nelle politiche di risanamento tanto care alla Germania. Per superare l’attuale stallo, come ha detto chiaramente D’Alema, basterebbe accompagnare Berlusconi a calci in culo fuori dalla stanza dei bottoni. Una volta liberato il campo dall’ingombrante presenza del protagonista delle “cene eleganti”, il Pd troverebbe immediatamente un punto di intesa con il nuovo Pdl de-berlusconizzato nel nome degli interessi superiori della patria (germanica). Anche oggi Berlusconi si è beccato un’altra condanna (clicca per leggere) e, statene certi, continuerà a ballare la samba ancora per un bel pezzo. Qualche uomo senza fantasia potrebbe ritenere che questa analisi provi l’uso politico della giustizia, nonché l’accanimento delle toghe verso la povera vittima Berlusconi. Niente di più sbagliato. Ricordate che il potere rimane potere anche quando è ammantato di giustizia e, naturalmente, risponde in primo luogo alle leggi della forza. Questo non significa degradare l’esercizio della giustizia a pantomima buona per legittimare democraticamente operazioni che rispondono a logiche diverse; né è corretto pensare che ogni aspetto della vita pubblica sia in realtà il risultato di chissà quali complotti orditi da schiere di congiurati; molto più realisticamente, alcuni tentativi (magari genuini) destinati a sicuro fallimento in un determinato periodo storico, in altri inerzialmente trionfano. Un uomo sano e robusto, di norma, non può rimanere ucciso da un’influenza; ma se le condizioni oggettive ne debilitano il corpo, anche una banale influenza può diventare potenzialmente fatale. Per capirci meglio: la prima Repubblica è stata spazzata via dalle inchieste di Tangentopoli fondate prevalentemente sulla contestazione del finanziamento illecito ai partiti, una prassi conosciuta e tollerata da tutti da almeno un ventennio (perfino la satira, penso al Grillo di Sanremo, la denunciava da anni). All’inizio degli anni ’90, in concomitanza con una serie di stravolgimenti epocali sul piano internazionale, il segreto di Pulcinella ha provocato però uno tsunami epocale. Questo prova che i magistrati erano manovrati dall’esterno? Oppure significa che la magistratura degli anni precedenti, troppo subalterna rispetto al potere politico, era fondamentalmente collusa e corrotta? Nessuna delle due ipotesi. Significa soltanto che, per quanto l’uomo si sforzi nel darsi leggi e regolamenti che sembrino neutri e non condizionabili dalla contingenza, la lotta per il potere finisce necessariamente per inchinarsi quasi sempre più alle regole della forza che non a quelle della giustizia. Tornando ai nostri giorni: fino a quando la figura di Berlusconi era funzionale e riconosciuta all’interno di un disegno più ampio, il modo per mettere una pezza ai suoi processi lo si trovava sempre; ma ora, una volta ribaltata la percezione complessiva del re di Arcore, trasformatosi da fedele esecutore di linee prese in altre sedi ad aspirante Masaniello brianzolo fonte di irritante instabilità, le cose naturalmente sono destinate a prendere un’altra piega. Ecco perché è geometricamente arrivato con sicura certezza (a prescindere dal merito delle singole contestazioni  che lasciamo volentieri ai cronisti giudiziari) il momento delle rivalsa per quelle “Toghe rosse” che, inutilmente, inseguono il Caimano da quasi un ventennio.
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/03/07/berlusconi-e-adesso-samba/
(*)
La situazione politica uscita dalle urne è apparentemente confusa ma prevede una soluzione obbligata. Proviamo insieme a entrare nella testa dei padroni per capire quello che, da qui a poco, potrà accadere in questo sventurato Paese. L’oligarchia schiavista europea è rimasta spiazzata dal risultato elettorale italiano; mettevano nel conto un’avanzata delle forze antisistema sottovalutando però le proporzioni del fenomeno. Analogamente, gli occulti padroni del vapore, hanno dovuto registrare la straordinaria capacità di tenuta di un Berlusconi temerario, capace cioè di ribellarsi ai massimi esponenti del neonazismo tecnocratico europeo per conservare in Italia una posizione contrattuale di ricatto. L’insubordinazione plateale di Berlusconi Silvio, che ha avuto l’ardire di spiegare agli italiani le vere finalità insite nelle politiche di cieca austerità, non sono affatto passate inosservate nelle stanze del potere che contano. Prevedo perciò, da qui a breve, una straordinaria e crescente offensiva, preparata ai massimi livelli, finalizzata al rapido e forzato pensionamento dell’ex protagonista delle cene eleganti. In una fase come questa l’uscita di scena di Berlusconi è indispensabile agli occhi del sistema per ottenere due risultati correttamente individuati come prioritari: 1) vendicare  il gravissimo affronto subito in campagna elettorale da parte dell’ex servo inopinatamente ribellatosi; 2) favorire le condizioni migliori per permettere la rapida formazione di un governo consociativo e di larghe intese che  riproponga una alleanza Pdl- Pd. Le altre ipotesi, quella di sciogliere immediatamente le camere o di “normalizzare” il movimento di  Grillo all’interno di una alleanza di scopo, semplicemente non esistono in natura (il tempo si prenderà la briga di avallare o smentire questa mia previsione). La strada che porta al nuovo pastrocchio Pdl-Pd, in punta di metafora, somiglia certamente ad un sentiero stretto e carico di insidie ma, come avranno già perfettamente chiaro i neonazisti tecnocratici continentali, è un percorso obbligato. La figura ingombrante di Berlusconi rappresenta oggi fisicamente l’ostacolo principale per realizzare geometricamente quella soluzione di sistema gradita all’oligarchia sovranazionale. Una volta messo kappaò il ringalluzzito Silvio, sarà molto più facile per il Pd far digerire al suo (scarso) elettorato una alleanza con il Pdl rinnovato; per “il bene del Paese” s’intende. Quindi Berlusconi si prepari a ballare la samba (clicca per leggere). A seconda della capacità di resistenza e tenuta che Silvio saprà opporre ( non prevedibile ex ante), l’oligarchia schiavista sovranazionale individuerà le successive mosse. E’ noto che per spianare la strada a governi pasticciati, impopolari e indigesti, bisogna toccare con sulfurea sapienza le corde della paura. Solo ventilando ipotetiche e imminenti catastrofi è possibile giustificare pubblicamente alleanze di governo altrimenti improponibili. Il governo Monti nasce sulle ali del fantomatico spread, mostro da blandire con sacrifici umani nella speranza di placarne l’ira funesta. Con il voto, però, gli italiani hanno dimostrato di essere meno mammalucchi dei greci che, poveracci, bevendosi le fesserie che i media di regime propinano continuamente, hanno ritenuto utile affidarsi ad un burattino della Troika, Samaras, per evitare guai peggiori. Le classiche pecore che si affidano al lupo. E ora infatti, grazie all’uomo “responsabile che rassicura i mercati”, gli ellenici sono ridotti in condizioni pietose e sub-umane. Gli italiani il giochino perverso lo hanno capito, punendo nelle urne alcuni farabutti che, in primis Monti e Bersani, hanno sadicamente usato in campagna elettorale la suggestione del pericolo “Grecia” nella speranza di raccattare il voto terrorizzato. Quindi i neonazisti tecnocratici potrebbero anche incentivare una ripresa dello spread per tentare di ricreare lo stesso clima che ha permesso nel 2011 il surreale sbarco in Italia “dell’eroe Monti”, ma, onestamente, credo si tratti oramai di un’ arma spuntata nonché abbondantemente smascherata. Nel caso in cui Berlusconi dovesse perciò trovare la forza di resistere conservando saldamente nelle sue mani il potere all’interno del Pdl e, contestualmente, il mostro sdentato rappresentato dal caro vecchio spread non dovesse spaventare più nessuno, allora, ma solo allora, in Italia potrebbe presto tornare lo stesso clima tragicamente respirato negli anni di piombo o, più recentemente, nel biennio stragista ‘92-‘93. Per costringere le forze politiche tradizionali a mettersi insieme, infatti,  a qualcuno potrebbe sembrare utile, oggi come nel passato, favorire il riemergere di un nuovo clima di tensione,  capace di obbligare la politica “responsabile” a collaborare per fronteggiare insieme “il nuovo pericolo eversivo nato sull’onda di un imbarbarimento verbale, diretta conseguenza dei toni violenti e carichi di odio utilizzati dai populisti alla Beppe Grillo”. Può darsi che, al contrario, nell’anno di grazia 2013, queste cupe paure siano in realtà assolutamente immotivate. Magari perché l’Italia di oggi non è più quella dei tempi del sequestro Moro o della strage di Capaci e, perciò, la granitica forza democratica delle odierne istituzioni italiane si rivelerà in grado di neutralizzare sul nascere qualsiasi ipotetica manovra finalizzata a far rivivere i peggiori fantasmi di un polveroso e tragico passato. Probabilmente è così. Certo però che la lettura della sintesi di una relazione effettuata dai servizi segreti italiani, (clicca per leggere), apparsa oggi sui principali siti di informazione, non induce affatto al più allegro ottimismo. Forse, come conclude enigmaticamente Grillo in un pezzo pubblicato oggi sul suo blog, “l’acqua è davvero frizzante” (clicca per leggere).
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/02/28/tornano-a-bomba/

PROCESSO RUBY, IL CAVALIERE CHIEDE LEGITTIMO IMPEDIMENTO PER UN INCONTRO CON MONTI

Caso Unipol, un anno a Berlusconi
Due anni e tre mesi al fratello Paolo

A Fassino un risarcimento di 80 mila euro. Le accuse però andranno in prescrizione a metà settembre

Silvio Berlusconi in tribunale a Milano in una foto d'archivio (LaPresse)Silvio Berlusconi in tribunale a Milano in una foto d'archivio (LaPresse)
Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte. La pena di un anno era stata chiesta dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli. Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi, per il quale la procura aveva chiesto 3 anni e 3 mesi. L'accusa per Silvio Berlusconi è di rivelazione di segreto d'ufficio, in concorso con il fratello Paolo, in relazione all'ormai nota telefonata tra Fassino e Consorte («Abbiamo una banca?») avvenuta nel 2005, in piena scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa bolognese. L'intercettazione, quando era ancora coperta dal segreto istruttorio, venne pubblicata da «Il Giornale», quotidiano della famiglia Berlusconi. Il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell'ex premier, che non si è presentato in aula. Paolo Berlusconi è stato invece assolto dai giudici per le accuse di ricettazione e millantato credito.
PRESCRIZIONE - Le accuse a carico di Silvio e Paolo Berlusconi si prescriveranno a metà settembre. È quindi molto improbabile che si riesca a celebrare l'appello.
RISARCIMENTO A FASSINO - I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi di 80 mila euro a favore dell'ex segretario dei Ds e ora sindaco di Torino Piero Fassino, parte civile al processo. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale. La richiesta di risarcimento ammontava a un milione di euro «per dare un messaggio forte e per il danno morale rilevante», come spiegato dal legale. Pronto il commento di Piero Fassino: «Una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica».
IL DIFENSORE - «Sono dispiaciuto e costernato perché sono convinto che gli elementi di prova a carico di Silvio Berlusconi siano insufficienti e contradditori, se non del tutto mancanti», ha commentato a caldo l'avvocato Piero Longo, legale dell'ex premier. «Credo che sia la prima volta che qualcuno viene condannato per la violazione del segreto istruttorio. Non sono sorpreso, perché siamo a Milano e data la pratica forense nei processi a Silvio Berlusconi...», ha aggiunto. «Mi piacerebbe difendere imputati con altri nomi e non a Milano», ha commentato poi l'avvocato con ironia. A chi gli chiedeva se si tratti di una «sentenza politica», Longo ha risposto: «Con il massimo rispetto per i giudici, io dico che non credo che i magistrati non abbiano un sentimento o un sentire». Il legale poi ha ricordato ai cronisti che pende ancora in Cassazione l'istanza di ricusazione di uno dei giudici del collegio. «Se venisse accolta - ha spiegato - questa sentenza sarebbe annullata».
LEGITTIMO IMPEDIMENTO - Archiviata definitivamente con un proscioglimento la vicenda Mediatrade, Silvio Berlusconi attende entro fine mese altre due sentenze a Milano: il prossimo 18 marzo è attesa la sentenza sul caso Ruby e il 23 marzo il verdetto d'appello su Mediaset e i diritti tv. I legali di Silvio Berlusconi hanno però depositato un legittimo impedimento che rischia di far slittare le richieste di condanna che venerdì il sostituto procuratore Ilda Boccassini è pronta a pronunciare per il processo Ruby. Venerdì l'ex premier è impegnato nella prima riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl dopo il voto, ed è stato convocato da Mario Monti per discutere della linea politica in vista del prossimo vertice europeo. Saranno i giudici della quarta sezione penale a ritenere, nell'udienza di domani, se ritenere legittimo l'impedimento. Nel processo Ruby, Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile.
LA TELEFONATA - Secondo l'accusa, la vigilia di Natale del 2005 l'allora premier avrebbe ascoltato la registrazione della telefonata Fassino-Consorte, ancora coperta da segreto istruttoria e contenuta in una pen drive, in un incontro ad Arcore alla presenza del fratello Paolo e degli imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli. Era stato quest'ultimo, che lavorava per la Research Control System (società che forniva le apparecchiature per le intercettazioni alla Procura), a trafugare, secondo le indagini, il nastro e, assieme a Favata e al fratello Paolo, ad offrirlo, secondo l'accusa, come «regalo» a Berlusconi in vista delle elezioni politiche del 2006. Pochi giorni dopo, il contenuto di quella telefonata era stato pubblicato e si era scatenata una bufera di reazioni politiche.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_marzo_7/berlusconi-sentenza-unipol-telefonata-intercettata-fassino-consorte-21265369456.shtml

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