lunedì 20 gennaio 2014

Passati pochi giorni dall’insediamento del “meraviglioso” governo guidato dal “prestigioso” Mario Monti scrissi un pezzo dal titolo duro ma essenziale: “Il killer venuto dal freddo(clicca per leggere)(*). A quel tempo la grande stampa sospirava adorante nel pronunciare il nome dell’illustre professore, sbarcato in Italia munito di vesti candide e  profonda sapienza per dirimere un popolo sofferente a causa del peccato. Sotto la sguardo preoccupato di una Europa dolente per le sorti di una Italia in piena crisi di credibilità, Monti avviò un piano di riforme certamente antieconomico ma sufficiente ad infliggere al popolo italiano quel tanto di atroce sofferenza che salva dalla perdizione eterna. Per mesi e mesi pochi siti di informazione, in splendida solitudine, marciarono fieramente in direzione ostinata e contraria nella speranza di aprire gli occhi alla pubblica opinione circa le vere finalità perseguite dal montismo al potere. La falsa narrazione di una crisi globale causata dall’eccessivo debito pubblico (“abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”), nascondeva fin dall’inizio intendimenti ed obiettivi di eugenetica sociale che nulla hanno a che vedere con la scienza macro-economica. “Ma una menzogna ripetuta fino allo sfinimento”, questo il noto insegnamento del nazista Goebbels evidentemente introiettato dai migliori editorialisti di casa nostra (ho scritto “casa” e non “cosa”), “diventa una mezza verità”. E quindi agli italiani spiegavano che la salita dello spread era ancorata ai festini di Arcore; ai greci che dovevano accettare la fame perché popolo di evasori; ai portoghesi perché notoriamente scrocconi (non a caso si dice “non fare il portoghese”) e agli spagnoli perché non sono abbastanza competitivi (forse a causa del vizio di farsi la pennichella pomeridiana. Pare che il prof. Alesina stia per pubblicare un attesissimo studio in grado di dimostrare l’incompatibilità tra la “siesta” e la crescita). Tutte queste idiozie, calibrate con sulfurea sapienza, hanno consentito al sistema di instaurare in Europa un modello politico, criminale e scellerato, già in passato sintetizzato attraverso l’utilizzo dell’immagine di “neonazismo tecnocratico (clicca per leggere). Pure Tremonti in verità, nel suo libro Uscita di sicurezza, definisce “fascismo bianco” lo strapotere esercitato da una finanza in grado di rompere i vecchi equilibri schiacciando i poteri nazionali. Ma il mio concetto di neonazismo tecnocratico non combacia affatto con il fascismo bianco teorizzato dall’ex ministro dell’economia dei governi Berlusconi. Mentre Tremonti sembra infatti puntare il dito contro una degenerazione maligna di un capitalismo imbizzarrito capace di zittire  e ridimensionare il ruolo della politica, io sostengo una tesi molto diversa. Al fine di perseguire politiche volte alla decimazione delle classi deboli del Vecchio continente, una èlite dello spirito, cementata da comuni appartenenze massonico-reazionarie, promuove, indirizza, elabora e dirige l’approvazione di alcuni progetti di legge, apparentemente neutri e necessitati (“tecnicamente indispensabili”), che tradiscono un malcelato desiderio di selezione della specie chiaramente mutuato dall’esperienza nazista. Nessuna meccanica degenerazione interna del capitalismo ontologicamente considerato è perciò alla base delle attuali disgrazie che, al contrario, sono il risultato pianificato e voluto di una genìa maligna che tira i fili di una classe politica trasversalmente e ad ogni latitudine ridotta al ruolo di ossequioso burattino (e se mai i vari Merkel, Rajoy, Monti, Letta e Hollande saranno processati per crimini contro l’umanità, probabilmente si difenderanno con gli stessi argomenti utilizzati dai militari del terzo reich durante il processo di Norimberga: “eseguivo gli ordini”). Capisco che ad alcuni il paragone fra il nazismo classico hitleriano e quello tecnocratico di oggi che cammina sulle gambe della Troika possa apparire ridondante. Ma vi invito a superare le apparenze per focalizzare la vostra attenzione sull’essenza delle cose. Andrea Riccardi, già ministro nel governo Monti, ha fatto pubblicamente trapelare alcune indiscrezioni che chiariscono la portata filosoficamente neonazista di alcune decisioni prese da quel nefasto governo (clicca per leggere)(***). Soffermatevi insieme a me su questo evocativo passaggio: “Più Monti assumeva provvedimenti lacrime e sangue, più esodati la Fornero creava, più saliva la protesa e la sofferenza delle classi più deboli, più a palazzo Chigi erano soddisfatti perché proprio quella era la dimostrazione lampante di credibilità verso la signora Merkel”. In sintesi, la forza di Monti in Europa cresceva in misura proporzionale al tasso di suicidi, morti e disperati che le sue scelte politiche provocavano. La rivendicazione sadica di un continuo aumento di impiccati diventava perciò, all’interno di questo demoniaco paradigma che ribalta la natura  stessa dell’uomo, motivo di vanto e lustro da esibire a Bruxelles come macabro trofeo. Siete ancora convinti della assoluta imparagonabilità tra il nazismo classico e quello, addolcito e aggiornato ai tempi, di matrice tecnocratica?  In conclusione voglio segnalare un paio di notizie da approfondire adeguatamente nei prossimi giorni. La prima riguarda la tardiva ma benvenuta presa di posizione del Fondo Monetario Internazionale che ha finalmente riconosciuto i catastrofici errori commessi insieme alla Bce e alla Ue nella gestione della crisi greca (clicca per leggere)(****). La seconda riguarda la risoluta e apprezzabile presa di posizione di Silvio Berlusconi che, sulle pagine de Il Foglio di oggi, invita in maniera perentoria il premier Letta ad assumere una posizione forte in difesa degli interessi dell’Italia al cospetto del politburo di Bruxelles:” o si cambia registro o ognun per sé”, questo il succo del lungimirante consiglio del capo del Pdl. Non sono campate in aria le analisi di chi ritiene strumentali le attuali (e lodevoli) battaglie politiche di un Cavaliere impegnato in una battaglia personale per garantirsi la sopravvivenza. Ma, ad onore del vero, è molto meglio un Berlusconi che denuncia una verità oggettiva per perseguire interessi privati e soggettivi, di un Pd che invece, a dispetto di ogni razionalità ed empirica evidenza, continua a fiancheggiare i moderni nazisti tecnocratici per eccesso di sadismo o ingiustificabile ottusità.
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/06/07/andrea-riccardi-squarcia-il-velo-che-occulta-il-vero-volto-del-neonazismo-tecnocratico-al-potere/
(*)
L’uomo venuto dal freddo, Mario Monti, ha cominciato a colpire con impressionante lucidità. Il piano, progettato in sede sovranazionale, volto a dare il colpo il grazia ai ceti medi e proletari italiani dopo un ventennio di colpi ai fianchi, è pronto. Il decreto che il governo si appresta a sottoporre all’attenzione di un Parlamento ridotto a fantoccio è coerente rispetto alla finalità di ridisegnare la nostra società sulla base di uno schema settecentesco. Aldilà dei tecnicismi e dei particolarismi dei singoli provvedimenti, il cui approfondimento serve perlopiù soltanto a distogliere l’attenzione dalle finalità intrinseche e occulte che tradiscono alcune scelte, la direzione di marcia dell’illegittimo e etero diretto governo Monti è chiarissima. Dietro il piagnisteo, ipocrita, finto e stucchevole, che dipinge l’Italia sull’orlo del baratro, si nasconde soltanto il meschino desiderio di cancellare due secoli di conquiste illuministiche per far regredire il genere umano in uno stadio a-democratico dove si confondono diritti e doveri e un ristretto manipolo di patrizi dispone delle vite di una moltitudine di plebei paralizzati dalla paura e dal bisogno. E’ comico leggere i commenti di chi si congratula con Monti perché i suoi provvedimenti “soddisfano l’Europa”. E ci mancherebbe pure che Monti in Italia, come Papademos in Grecia, adottasse provvedimenti non graditi a chi lo ha imposto premier a costo di umiliare anche formalmente l’essenza stessa della democrazia. Monti è un semplice esecutore per conto terzi. Non rappresenta nessuno e nessuno lo ha eletto. Fatte le dovute differenza, il suo governo ricorda quello di Pétain ai tempi della repubblica di Vichy. E mentre si consuma un delitto storico di gigantesche proporzioni, siamo costretti a sorbirci pure l’esempio depistante del nostro neo Premier Monti che, da multimilionario profumatamente pagato da ricchissime banche d’affari internazionali, indossa a beneficio del popolo pagante i panni del buon samaritano che rinuncia, per il bene dell’Italia, al suo compenso da Primo ministro. Piccole astuzie comunicative evidentemente mutuate dal peggiore berlusconismo. Monti ora non ti rimane altro da fare se non farti fotografare mentre mieti il grano a petto in fuori in stile Mussolini.
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2011/12/05/il-killer-venuto-dal-freddo/
(**)
Per alcuni le categorie di destra e sinistra non esistono più. Si tratta di una questione nominale e di lana caprina perché, aldilà delle etichette, bisogna prima intendersi sul significato autentico che intendiamo dare alle parole. Oggi, mentre le élite neoschiaviste impongono un nuovo ordine sociale che si fonda sulla menzogna, sul sopruso, sulla violenza e sullo sfruttamento, la difesa dei principi minimi che hanno contraddistinto la civiltà occidentale diventa un fatto rivoluzionario. Il neonazismo tecnocratico che, occupando i punti nevralgici di questa malsana Unione Europea, esercita un potere finalizzato alla distruzione dei ceti medi e proletari, alla riduzione in schiavitù dei salariati e allo sterminio fisico degli abitanti dei Paesi più deboli dell’area euro che, come la Grecia, fungono da povere cavie nelle disponibilità di torturatori in doppio petto, ha assorbito le  vecchie categorie di destra e sinistra ma non ne  ha svuotato il senso, la prospettiva e il contenuto. L’Italia del governo Monti, per passare ad un caso concreto, rappresenta un modello preciso e paradigmatico utile per comprendere meglio il senso di questa storica mutazione. Sappiamo che per disarticolare il vecchio equilibrio sociale, fondato sul riconoscimento della dignità dell’uomo in quanto tale, il neonazismo tecnocratico ha creato in vitro un crisi fittizia capace di giustificare in astratto il progressivo svuotamento dei diritti e la riduzione in miseria dei ceti più deboli. Monti, ad esempio, grazie al consenso complice di Pdl, Pd e Udc, è riuscito in un anno a sterminare un numero consistente di cittadini deboli e disorientati, polverizzando poveri esodati, costringendo alla chiusura milioni di piccole e medie imprese e gettando in miseria intere classi sociali. Questo tipo di indirizzo politico, che rappresenta una brillante evoluzione eugenetica del nazismo originale, è stato spacciato come necessario risanamento. Anche la giustificazione utilizzata per consentire questa moderna selezione delle razze (sociali) è, a ben vedere, perfettamente sovrapponibile rispetto alle volgarità utilizzate dal regime nazista per legittimare identiche atrocità. Allora i gerarchi utilizzavano l’immagine del risanamento intesa come filosofia tendente alla difesa e alla conservazione della razza ariana minacciata da neri, slavi, zingari ed ebrei; i neonazisti tecnocratici di oggi rispolverano lo stesso modello, applicando la furia risanatrice ai bilanci dei Paesi mediterranei (dipinti alla stregua delle razze inferiori del ventennio) che, con la loro sola presenza, minacciano l’area euro sorretta dalle virtù dei Paesi responsabili del nord Europa. Per tutte le ragioni appena sintetizzate possiamo quindi affermare, senza timore di smentita, di essere già oggi vittime di classi dirigenti che puntellano sadicamente e dolosamente uno schema di governo intrinsecamente sanguinario e nazista. Abbiamo ora delineato, sulla base di un ragionamento coerente, il fronte composto dalle forze reazionarie e neonaziste che perseguono nei fatti identici obiettivi. In Italia, Pdl, Pd e Udc, hanno già dimostrato in concreto di essere chiaramente schierati dalla parte delle oligarchie affamatrici e contro il popolo raggirato e vilipeso. Lo hanno fatto votando all’unisono provvedimenti criminali che, come era ovvio, conosciuto e prevedibile, hanno aumentato miseria e disoccupazione, aggravato la recessione e perfino fatto aumentare il debito pubblico. Questi sono fatti, non suggestioni. L’idea invece che il Pd, pur fiancheggiando il neonazismo tecnocratico, poiché partito nominalmente di sinistra, conservi una sua dignità “a prescindere” è francamente irritante e stucchevole. Nei periodi storici che, come quello che viviamo, presentano caratteri emergenziali, necessariamente le etichette  lasciano il posto alla sostanza.  La crudeltà distruttiva del moderno tecno-nazismo è ignorata dalle nostre èlite politiche e intellettuali, un po’ perché insipienti e un po’ perché colluse, ma è percepita in maniera chiarissima dal popolo italiano, avanguardia su scala europea di una nuova ed eroica stagione di Resistenza. Lo schema vero, quindi, che oggi la necessità propone, non è rinvenibile nella surreale alternanza tra destra e sinistra, ma nella lotta fra il tecno-nazismo elitario dominante (che assorbe le vecchie categorie di destra e sinistra) e la Resistenza di popolo che tenta faticosamente di organizzare sul campo un argine rispetto alla barbarie. Una Resistenza, badate bene, che non può  considerarsi esclusivo appannaggio di singoli partiti o movimenti ma che, al contrario, si riconosce unicamente per contrasto. Così come nel secolo scorso il comitato di liberazione dal fascismo conosceva al suo interno articolazioni molto differenti (dai comunisti ai cattolici integralisti), ma diventava monolite nella comune battaglia per la libertà, oggi  il minimo comune denominatore che delimita il campo di questa nuova Resistenza si intravede, in Italia, in quelle forze che si oppongono risolutamente al montismo e a tutte le forze politiche collaborazioniste che ne hanno armato la mano. E’ chiaro che il milione di persone che ieri Beppe Grillo ha raccolto in Piazza San Giovanni rappresenta il momento più avanzato, visibile e organizzato di questo anelito popolare di resistenza contro il tecno-nazismo. Affermare questo non significa riporre in Grillo aspettative che il suo Movimento, per costituzione e limiti evidenti, non è ancora in grado di soddisfare. Ma negare il ruolo embrionale di alternativa organizzata al Movimento 5 Stelle è ingiusto e miope. Questo ruolo, volenti o nolenti, i grillini se lo sono conquistati sul campo. Una volta entrati nelle stanze del potere giudicheremo i parlamentari di Grillo dalle cose che faranno senza sconti di alcun tipo. Il popolo degli oppressi si aspetta rapidamente azioni concrete che ristabiliscano la giustizia violata, volte a punire con severità impeccabile ed esemplare i responsabili delle recente torture inflitte al popolo italiano (per non parlare di quello greco). Se i grillini, una volta in Parlamento, si comporteranno come miserabili arrivisti, falsi e compromissori, pronti a sacrificare gli interessi rabbiosi di un popolo allo stremo per interessi personali o di partito, finiranno per venire tosto sbranati dalla bestia dormiente che hanno coraggiosamente risvegliato. La storia ci ricorda che non sono pochi i casi di rivoluzionari della prima ora che, come Robespierre, finirono vittime di esagerazioni e ipocrisie che contribuirono a fomentare. Ma i destini personali di ognuno, in una fase come questa, contano molto poco. La Rivoluzione francese ha impresso una svolta luminosa e decisiva per la storia dell’uomo, anche a dispetto delle piccolezze, meschinità ed errori di alcuni fra i suoi più illustri protagonisti. A nessuno è consentito giudicare la Storia con gli occhi miopi della cronaca.
Francesco Maria Toscano
http://www.ilmoralista.it/2013/02/23/resistenza-di-popolo-contro-neonazismo-tecnocratico-il-nuovo-bipolarismo-italiano/
(***)

1. “SCIOLTA CIVICA”! SE MARIO MAURO MOLLA MONTI, ANDREA RICCARDI LO SFANCULEGGIA! - 2. IL PIO UOMO DI S. EGIDIO, IN CENE E INCONTRI PRIVATI, PARLA APERTAMENTE MALISSIMO DEL SUO EX PRESUNTUOSO LEADER E RACCONTA PARTICOLARI INEDITI DEL GOVERNO MONTI - 3. LA CHICCA PIÙ IMPORTANTE E' QUESTA: PIÙ MONTI ASSUMEVA PROVVEDIMENTI LACRIME E SANGUE, PIÙ ESODATI LA FORNERO CREAVA, PIÙ SALIVA LA PROTESTA E LA SOFFERENZA DELLE CLASSI PIÙ DEBOLI, PIÙ A PALAZZO CHIGI ERANO SODDISFATTI PERCHÉ PROPRIO QUELLA ERA LA DIMOSTRAZIONE LAMPANTE DI CREDIBILITÀ VERSO LA SIGNORA MERKEL. CIOÈ, PIÙ LEGNATE RIUSCIVANO A DARE AL PAESE PIÙ PENSAVANO DI ESSERE FORTI IN EUROPA -


DAGOREPORT
Scelta Civica, come una clessidra che lentamente ma inesorabilmente fa scorrere la sabbia del tempo sul profilo gia' merkeliano di Monti Mario, si avvia davvero a diventare "Sciolta Civica". Gli ultimi segnali sono due. Il primo: Mauro Mario, ministro della Difesa e ciellino si appresta a dire addio al suo capo partito poiché sta già dando vita ad una iniziativa propria nelle regioni, nel solco tradizionale del Partito Popolare Europeo.
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Il secondo: incredibile a dirsi, Riccardi Andrea, l'uomo di S.Egidio, il ministro della cooperazione, l'uomo che aveva in mano le chiavi del partitino, ormai parla apertamente malissimo del suo ex presuntuoso leader in tutte le sedi e racconta particolari inediti di quanto il governo di cui ha fatto parte sia stato all'insegna di un sadismo politico servile alla Merkel e alla Germania come nessuno mai prima aveva fatto in Italia.
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Mauro Mario nei prossimi giorni dirà chiaro e tondo all'ex Mose' Monti che l'esperienza politica comune e' finita, accodandosi in questo a Montezemolo Luca, a Casini Pierferdinando e allo stesso Riccardi. Quanto a quest'ultimo, vale la pena (visto che del governo Monti gli italiani hanno sopportato per un anno non soltanto molte decisioni sballate ma anche i fiumi di bava sui grandi giornali e le televisioni) di riportare alcune altre cose che egli racconta a chiunque gli capita di incontrare.
ANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTOANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTO
La più importante e' questa: più Monti assumeva provvedimenti lacrime e sangue, più esodati la Fornero creava, più saliva la protesta e la sofferenza delle classi più deboli, più a Palazzo Chigi erano soddisfatti perché proprio quella era la dimostrazione lampante di credibilità verso la signora Merkel Angela. Cioè, più legnate riuscivano a dare al Paese più pensavano di essere forti in Europa.
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Follia allo stato puro, dice oggi Riccardi Andrea. E aggiunge che Monti Mario era anche convinto di dover distribuire legnate come attività professorale/pedagogica per indurre il Paese a regredire pesantemente rispetto al suo benessere (vedi l'uso propagandistico di Equitalia contro gli indicatori di ricchezza come le auto e le barche, scoraggiandone l'uso anche a chi le tasse le pagava, unico effetto della caccia scatenata).
MARIO MAUROMARIO MAURO
Il tutto, aggiunge ancora, mentre il benessere personale del senatore a vita Monti Mario non ne ha mai sofferto, ovviamente. E Riccardi Andrea, anche per giustificare la sua precedente "complicità", si dice profondamente deluso dal suo ex capo proprio dal punto di vista dei rapporti umani.
Meglio tardi che mai, ma intanto degli italiani vittime del rigore di Rigor Montis (rigore, e' bene dirlo, in parte necessario, in parte, come vediamo proprio dai racconti dei protagonisti di un'epoca fortunatamente breve, fatto per compiacere se stessi e un interlocutore straniero) si stanno raccogliendo solo i cocci.


http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-sciolta-civica-se-mario-mauro-molla-monti-andrea-riccardi-lo-sfanculeggia2-il-pio-57161.htm
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IL SALVATAGGIO DI ATENE

Grecia, mea culpa Fmi e le critiche alla Ue
Bruxelles non ci sta: «Forte disaccordo» 

In un documento riservato del Fondo monetario l’ammissione di una «pesante sottovalutazione» degli effetti dell’austerità

Malumore nella Ue dopo il mea culpa del Fondo monetario internazionale sull’austerità imposta alla Grecia. Tardiva, e forse di magra consolazione, la riflessione dell’organizzazione guidata da Christine Lagarde sugli effetti devastanti nella vita delle persone del rigore imposto ad Atene fa sperare che da lì si riparta in caso di nuovi salvataggi. Ma il «pentimento» del Fmi ha avuto anche l’effetto di lasciar emergere le spaccature nella Troika (Fmi, Ue e Bce), almeno sull’asse Washington-Bruxelles, nel salvataggio.
LE ACCUSE ALLA UE - In un documento riservato pubblicato dal Wall Street Journal, l’organizzazione di Washington ha riconosciuto la «pesante sottovalutazione» delle conseguenze del rigore subito da Atene e criticato la Commissione europea per la gestione ritenuta inadeguata del caso Grecia. La Ue «non aveva esperienza» nella crisi del debito, è scritto nel rapporto secondo quanto riportato dal quotidiano finanziario americano, e ha finito per «focalizzarsi sul rispetto delle norme, più che sulla crescita». Nella Troika, è una delle ammissioni del Fmi, non c’era identità di vedute. E con il senno di poi, i guai maggiori sembrano essere stati provocati oltre da un’ipocrisia sulla sostenibilità del debito, proprio dalla marginalità delle politiche per la crescita.
LA UE: FORTE DISACCORDO - Parole che non sono piaciute a Bruxelles. La Commissione Ue ha replicato dicendosi «in fondamentale disaccordo» con il Fmi sul rapporto di valutazione dei risultati del primo piano di aiuti alla Grecia del 2010 perché «non tiene conto dell’interconnessione tra i Paesi della zona euro e del fatto che la crisi greca era una situazione difficile senza precedenti». Secondo il Fondo la ristrutturazione del debito greco decisa nella primavera 2012 avrebbe dovuto essere fatta nell’estate 2010: sarebbe costata meno ai contribuenti europei. «Una ristrutturazione del debito allora avrebbe comportato il rischio di un contagio sistemico» ha sostenuto invece il portavoce del vicepresidente della Commissione Olli Rehn, precisando che allora questa era la posizione di tutta la Troika. «Siamo anche in disaccordo - ha aggiunto - sul fatto che non sono stati fatti sforzi sufficienti per identificare le riforme strutturali per favorire la crescita, la Commissione è stata una forza motrice importante su questo». La polemica riguarda il passato, ma riflette anche il diverso approccio del Fondo monetario rispetto alla Commissione europea. Il Fmi ha sempre tirato la volata a favore della ristrutturazione del debito e in questo quadro al coinvolgimento in un modo o nell’altro dei creditori pubblici, gli Stati.
E DRAGHI SI SFILA DALLA POLEMICA - «Un aspetto positivo di questo documento del Fmi è che non critica la Bce». Da Francoforte Mario Draghi si è sfilato con una battuta dalle polemiche Washington-Bruxelles. «La Grecia ha fatto un aggiustamento straordinario, il governo se n'è fatto carico e dobbiamo riconoscere il progresso fatto da questo Paese, che pochi anni fa era impensabile», ha detto il presidente della Bce in conferenza stampa. Detto questo, per Draghi «se il report del Fmi individua delle ragioni dietro gli errori, dovremo tenerne conto in futuro. Ma si solito si tratta di un errore di prospettiva storica, si giudicano cose avvenute ieri con gli occhi di oggi».
http://www.corriere.it/economia/13_giugno_06/Grecia-austerita-Fmi-Troika_24fac310-cec3-11e2-869d-f6978a004866.shtml

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