lunedì 13 gennaio 2014

Accorinti trema: Messina insorge contro la Tares

Un improvviso vento di "rivoluzione" spira tra le strade di Messina. Nella città dei "buddaci" qualcosa sta cambiando: la goccia che ha fatto traboccare il vaso è riconducibile a una Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi) che i messinesi giudicano sproporzionata rispetto all'effettivo servizio realmente fruito. Domenica 12 gennaio, la città esprimerà il proprio dissenso e pretenderà delucidazioni in merito dal sindaco Renato Accorinti.
Messina città dei paradossi, dove i cittadini dovrebbero pagare una Tares più sostanziosa rispetto a quella richiesta a Milano. Il messinese questa volta non ci sta, e il 12 gennaio a Piazza Unione Europea (Municipio) alle ore 10 e 30 inizierà una manifestazione contro questa sproporzionata tassa sui rifiuti; in una delle città più sporche e degradate d'Italia. Il sindaco "del popolo", Renato Accorinti, dovrà spiegare ai cittadini le motivazioni attraverso le quali i messinesi saranno costretti a pagare un tributo così elevato.

Questa volta non ci saranno sconti: se con le precedenti amministrazioni il messinese si è mostrato arrendevole quanto rassegnato, in quest’occasione dovremo essere determinati. Accorinti si è insediato a Palazzo Zanca con proclami populisti al rinnovamento e alla trasparenza, basando su questi punti la sua campagna elettorale, adesso dovrà rispondere alla città degli impegni presi. La coscienza dei messinesi si è risvegliata. Questa volta non basteranno talune furberie da parolaio per sopirla.
 
Occorre un presidio di protesta che proceda ad oltranza fin quando il primo cittadino non fornirà le risposte richieste dal suo popolo. Una manifestazione di un paio d'ore sarebbe più coreografica che efficace; serve continuità se vogliamo ottenere un qualunque risultato. L'epoca del "cittadino pecorone" è tramontata, lo stesso Accorinti (sulla carta) dovrebbe possedere una mente "aperta" per rendersene conto. Inutile lamentarsi e restare inermi, questa volta occorre protestare in massa, pacificamente ma in maniera costante; altrimenti tacere e pagare senza imprecare.

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