lunedì 20 gennaio 2014

A Shanghai per il Capodanno cinese

Grandi festeggiamenti nella New York dell’Est


le insegne luminose di negozi, alberghi e locali del quartiere Pudongle insegne luminose di negozi, alberghi e locali del quartiere Pudong
in giada bianca, alta due metri, nel tempio del Buddha di Giada, uno dei pochi centri buddisti attivi di Shanghai (foto
via del quartiere Taikang Lu, trasformata dieci anni fa in una zona bohmien con bar, negozi, botteghe e ristoranti
lanterne rosse, sparse un po' ovunque nella citt, per i festeggiamenti del Capodanno (foto di Andrea Ruggeri
tradizionale spettacolo per i festeggiamenti di Capodanno a Shanghai (foto di Andrea Ruggeri)
(di Ida Bini)
La più occidentale delle metropoli cinesi si prepara a entrare ufficialmente nell’anno del cavallo il prossimo 31 gennaio, quando per i solenni festeggiamenti del Capodanno cinese i trasporti, le piazze, i centri commerciali, i teatri, i locali nei grattacieli più avveniristici e persino i templi più antichi verranno presi d’assalto da gente in festa che con ogni sorta di strumento rumoroso scaccerà i demoni maligni per far posto al nuovo anno, come vuole la tradizione.
Le cerimonie propiziatorie del Capodanno con i fuochi d’artificio, gli spettacoli di artisti di strada e i colorati e striscianti dragoni che invadono anche i quartieri cinesi dell’Occidente, mandano completamente in tilt Shanghai ma la confusione e il frastuono che quest’anno si vivranno dal 31 gennaio per almeno 15 giorni con la finale festa delle lanterne valgono una visita o una vacanza breve nella città più ricca e moderna, innovativa e frenetica del Paese, soprattutto se ci si lascia incantare dal più incredibile spettacolo pirotecnico sul fiume Huangpu che divide la città in due parti e che illumina lo skyline della metropoli. Se per i festeggiamenti è previsto l’arrivo di numerosissimi cinesi che visiteranno la perla dell’Oriente, altro nome di Shanghai, migliaia saranno i turisti stranieri in arrivo in queste settimane.
Il vantaggio, inoltre, è che dal primo gennaio è possibile arrivare a Shanghai senza visto (ma solo con il passaporto) a condizione di rimanervi soltanto 72 ore, sufficienti comunque per visitare la città e per godersi i festeggiamenti. Nei giorni di festa la metropoli si illumina anche con lanterne, luminarie e draghi danzanti di cartapesta sparsi un po’ ovunque, soprattutto nei centri commerciali e nelle grande vie dello shopping mentre i locali si affollano di gente vestita di rosso che canta al karaoke, beve il maotai (superalcolico) e riproduce il suono dei petardi con fastidiose ma irrinunciabili macchinette.
Il Capodanno cinese, dunque, è una festa tradizionale che richiama antiche usanze e leggende: la presenza del drago, per esempio, ricorda il temuto mostro Nian che gli uomini combattevano, spaventandolo con un enorme frastuono e vestendo di rosso, elementi che tutt’oggi dominano le parate per le strade delle città.
Si segue la tradizione anche a tavola, in famiglia e nei ristoranti dove si preparano pasti di buon augurio: pesce, simbolo dell’abbondanza, i tang yuanr, dolci di riso e purè di fagioli, e gli jiazoi, ravioli al vapore con nascosta all’interno una moneta. Ecco le strade e le zone da non perdere nei giorni di festa, dove immergersi nel fiume di persone: il quartiere Pudong, cuore economico e finanziario, che si attraversa con il naso all’insù per il grande numero di grattacieli avveniristici e gli alberghi di lusso. Qui si trovano la sede della Borsa, il World Financial Centre, la torre televisiva Oriental Pearl Tower, alta 468 metri con un panorama mozzafiato, e la Jin Mao Tower, occupata soprattutto da uffici e con un osservatorio all’ottantottesimo piano.
Sulla riva opposta del fiume si festeggia anche nel Bund, quartiere dove sorgono gli edifici storici in stile neoclassico, gotico e barocco del periodo coloniale, ristrutturati in occasione dell’Expo del 2010, ma pur sempre dall’atmosfera retrò. E’ una zona centrale di Shanghai, affascinante e autentica, sopravvissuta alla straordinaria rivoluzione urbana, che oggi ospita alberghi storici, tra cui il Peace Hotel, il più antico della città, e piazzette con mercatini. Ci sono anche sgargianti vie dello shopping come la Huaihai, stracolma di boutiques, e la Nanjing Lu che passa accanto alla grande piazza del Popolo, dove impazza la festa tra i portoni del Grande Teatro, del municipio, del museo dell’urbanistica e di quello archeologico. Ma è soprattutto lungo la parte pedonale della via Nanjing che si festeggia, tra le vetrine illuminate dei negozi, gli eleganti locali e i ristoranti più prestigiosi.
Gli echi della festa arrivano anche nella parte storica della città, caratterizzata da templi, giardini e parchi dove il tempo sembra essersi fermato, come nel ricco tempio di Longhua, edificato nel periodo delle cinque dinastie (907-979 d.C.), o nel tempio del Buddha di Giada, costruito tra il 1911 e il 1918, uno dei pochi centri buddisti attivi di Shanghai, famoso per la statua in giada bianca alta due metri. Qui sorgono anche i giardini di Yuyuan, che ospitano un mercato all’aperto e al coperto tra strette viuzze e botteghe d’artigianato, e il delizioso Fuxing park, progettato dai francesi nel 1909.
Non lontano si trova la via Hengshan, fiancheggiata da ville in stile europeo e platani, considerata la strada della vita notturna di Shanghai per l’alto numero di pub, discoteche e locali notturni. Dieci anni fa venne recuperata anche una zona industriale nel centro di Shanghai, Taikang Lu, trasformata in una zona bohémien con bar, negozi, qualche ristorante e scorci di un passato autentico.

(ANSA)


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