venerdì 1 novembre 2013

Retata anti-pedofilia su internet Indagato anche un pordenonese

di MANUELA BOSCHIAN
Nuova inchiesta sulla pedofilia on line: ad arrivare sino in provincia di Pordenone, dove è stata effettuata una perquisizione domiciliare a carico di un trentacinquenne incensurato, è stato, stavolta, il personale del Nucleo investigativo telematico della Procura di Siracusa, supportato dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Pordenone. L’input che ha dato il via all’indagine, culminata ieri in un’ottantina di perquisizioni in tutta Italia, è partito da una segnalazione a Telefono arcobaleno, associazione a tutela dell’infanzia.
Nella Destra Tagliamento, il blitz è scattato nella mattinata di ieri. Secondo quanto si è riusciti a sapere, nel registro degli indagati per lo scambio di filmati e foto di pornografia infantile su internet, figurano due persone residenti in Friuli Venezia Giulia: un triestino e un trentacinquenne che vive in provincia di Pordenone. Su quest’ultimo, come su tutti gli altri indagati nella sua medesima posizione, vige il massimo riserbo. Infatti, la perquisizione domiciliare e il sequestro di materiale informatico effettuati ieri a suo carico vengono, al momento, considerati puri e semplici adempimenti d’ufficio in attesa di esaminare e vagliare in maniera approfondita quanto appena acquisito dagli inquirenti. Di certo si sa che, dall’abitazione del pordenonese, la Polpost ha prelevato un personal computer, sette hard disk, 1.570 tra compact disc e dvd, 22 videocassette, i cui contenuti sono totalmente da verificare. Come dire che, per quanto se ne sa ora, potrebbero anche contenere esclusivamente musica classica e pellicole d’essai.
Tornando all’inchiesta, ieri la stessa ha visto in campo, oltre a investigatori del Nit della Procura di Siracusa, circa 400 tra carabinieri, Polpost e Guardia di finanza, che hanno eseguito un’ottantina di perquisizioni in città di 14 regioni italiane. Il bilancio parla di un unico arresto, effettuato nei confronti di un insegnante siciliano di 51 anni, sposato, allenatore di alcune squadre di pallavolo Under 13. Il provvedimento non è, comunque, collegato alle sue attività di docente e allenatore.
Tra gli indagati, infine, due risiedono, appunto, in Friuli Venezia Giulia, quindici in Lombardia, undici in Sicilia, dieci in Emilia Romagna, sette in Veneto, sei in Campania, sei nel Lazio, cinque in Liguria, cinque in Piemonte, quattro in Toscana, due in Abruzzo, due in Puglia, due in Trentino, uno in Calabria, uno in Sardegna, uno in Umbria. Tra loro figurano anche insegnanti e militari e sette sono recidivi, in quanto già denunciati in passato per fatti analoghi. Il reato ipotizzato è di associazione per delinquere e divulgazione di materiale pedopornografico.

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