Una santa che non esiste
Una santa che non esiste.
Sul misterioso e talvolta impenetrabile pianeta chiesa ti
racconto l’ennesimo mistero:
Partendo da piazza Meucci percorrendo via della Magliana
quasi a meta’ strada c’e’ il vicolo di S Passera proprio a ridosso del tevere,
in questo luogo regno del divertimento piu’ sfrenato poiche’ci sono locali da
ballo tipicamente brasiliani, quasi dirimpetto c’e’ una piccola chiesetta
dedicata appunto a S Passera una santa che non e’ mai esistita, personalmente
sono andato a fare delle ricerche anche alla Casanatense ed ho appurato che non
c’e’ traccia alcuna.
Sembrerebbe che tutto nasce per una distorsione fonetica
popolare di Abbas Cirus (Padre Ciro) attraverso alcune varianti quali: Abbaciro,
Appacero,Pacero, Pacera, ed infine Passera. Le origini della chiesetta non hanno
datazione certa. Secondo la tradizione i corpi di due martiri, Ciro e Giovanni
crocifissi e decapitati a Canosa in Egitto nel 303, durante la persecuzione di
Diocleziano furono portati a Roma sotto il pontificato di Innocenzo III nella
chiesetta di S Passera e sepolti segretamente nel sottosuolo da due monaci
Grimoaldo e Arnolfo nel 407 sollecitati da un sogno premonitore che sollecitava
loro di farlo onde evitare gravi profanazioni. I due Monaci nel soggiorno Romano
furono accolti amorevolmente nella casa di una ricca matrona romana a Trastevere
dal nome di Teodora proprietaria della chiesetta fatta costruire devotamente sui
suoi possedimenti terrieri facendo cosi’ nascere il mito di S
Passera.
In una prima fase l’odierna chiesetta era un mausoleo romano
costruito nel rispetto delle leggi funerarie.
Essa si presenta volta ad oriente, su tre piani sovrapposti:
l’attuale chiesetta, la sottostante cripta e, ad un livello inferiore, un terzo
piccolo ambiente ipogeo identificato come un antico sepolcro
romano.
La chiesetta si presentava nel passato ricca di affreschi non
soltanto nella chiesetta superiore, ma anche in quella inferiore e nell’ipogeo
eseguiti molto probabilmente nel XIII secolo e che con molta pazienza si possono
intravedere chiaramente molto danneggiati dall’incuria e dal
tempo.
Antonio Bacolini
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