mercoledì 5 giugno 2013

Tra vigne, acetaie e distillerie 5% occupati in Italia

In Federvini tre filiere da 13,2 miliardi, a fisco 8,5 miliardi


Tra vigne, acetaie e distillerie 5% occupati in Italia

Tra vitigni, distillerie e indotto annesso si totalizza il 5,1% della forza lavoro in Italia, per un totale di 1.180.931 occupati. E' quanto emerge dal rapporto Tradelab per Federvini illustrato in occasione dell'assemblea dell'associazione guidata da Lamberto Vallarino Gancia. Sono oltre 150 gli imprenditori aderenti alla Federazione, l'unico organismo italiano in Europa che rappresenta e promuove lo sviluppo delle imprese impegnate nella produzione di vini, liquori, acquaviti, aceti, sciroppo e succhi d'uva.

Le tre filiere di vino, spirits (acquaviti, liquori) e aceto rappresentate da Federvini impiegano infatti nel complesso 1,2 milioni di persone (332.555 a tempo pieno) tra occupazione diretta e indiretta. Inoltre, totalizzano un valore aggiunto di 13,2 miliardi di euro, pari allo 0,83% del pil italiano e versano allo Stato 8,5 miliardi tra tasse, Iva e accise. Malgrado queste filiere siano caratterizzate da una forte matrice agricola - sottolinea il rapporto -, il maggiore contributo all'occupazione lo generano le attività a valle, ovvero tutte quelle dedicate alla distribuzione (grossisti di bevande) e vendita dei prodotti finiti sia sul mercato fuori casa (bar, ristoranti, hotel, locali serali e così via), sia sul mercato a casa (centri di distribuzione, ipermercati, supermercati, ma anche negozi del dettaglio tradizionale ed enoteche). In tali imprese sono occupate a tempo pieno 157.710 persone, di cui la grande maggioranza (150.529) nella somministrazione. 

Nel focus Mercato, il presidente Vallarino Gancia, ha sottolineato che nel 2012 ''l'export e' aumentato in valore rispetto alle quantita'. In particolare le vendite sui mercati esteri di vini e mosti sono state pari a 4,8 miliardi di euro (+6,7% sul 2011), a fronte di una contrazione in termini di volumi (-8,6%). Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Cina (+6% in volumi) e Giappone (+16,6% in volumi) i principali mercati di sbocco. Nel settore acquaviti di vino e di vinaccia si e' evidenziata una riduzione del 13,1% sulle quantita', cui ha fatto fronte un sensibile incremento (+18%9 in termini di valore. Positiva la performance della grappa, sia per volumi che per valore. Anche gli aceti sono leggermente cresciuti sia in termini di volumi (+0.7%) sia di valore (+5,89%). "L'export è il vettore trainante del settore, anche a fronte delle criticità del mercato interno. Ora occorre consolidare le nostre posizioni e guardare ai mercati più dinamici, ma per farlo è necessario un forte lavoro di squadra per rendere più forte la nostra rappresentanza economica all'estero". Lo ha detto il presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia, intervenendo all'assemblea della federazione, in corso a Roma. I principali mercati da tenere d'occhio, per il presidente, sono gli Usa, "in continua crescita", la Cina, "che sta esprimendo buone potenzialità", e la Russia, "che ha mostrato una decisa ripresa nei primi mesi dell'anno". A livello europeo si consolidano le posizioni di Germania e Uk. "Ma ci sono difficoltà da superare,soprattutto sul fronte dazi, burocrazia, incertezza normative". Da segnalare infine, come buona notizia, l'avvio di negoziati per un accordo di libero scambio con il Giappone e gli Usa.

(ANSA)

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