martedì 11 giugno 2013

Riassegnazione chirurgica del sesso, non abbiate paura



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bozzolo
Noi di Fascio e Martello siamo molto sensibili a queste tematiche e se possiamo dare una mano a chi ne ha bisogno, non ci tiriamo mai indietro. A scrivere è Elena Trimarchi, di origine di siciliana, ma trasferitasi a Firenze da molto tempo. Vi alleghiamo direttamente il suo messaggio, che speriamo possa essere d’aiuto e di incoraggiamento a tutti coloro i quali avessero bisogno di un supporto, anche solo di una dritta o una parola,  in questo percorso importante verso la propria serenità.

In Italia sono diversi i centri accreditati, all’interno di strutture ospedaliere, che si occupano di percorso di transizione di genere e nello specifico della pratica chirurgica di RCS (Riassegnazione chirurgica del sesso).
Molti professionisti si dedicano a questa specialità chirurgica con competenza, sostegno e rispetto verso coloro che ne fanno richiesta.
Di contro, ce ne sono alcuni, indicati come fiore all’occhiello in ambito nazionale, che oltre a essere privi di competenze tecniche, adottano un atteggiamento vessatorio, discriminatorio e persecutorio contro coloro che rivendicano e scontano sulla propria pelle, gravi inadempienze non solo di tipo chirurgico ma anche di una assistenza inadeguata e molto limitata durante il percorso complesso pre e post operatorio, con risultati spesso invalidanti e irreversibili. Pseudo-professionisti che continuano indisturbati nella loro professione, con la consapevolezza – fondata – che la maggioranza delle loro “vittime” non avvieranno nessun tipo di procedimento legale per paura, per solitudine, per il timore di eventuali ritorsioni.
Ma la paura, il silenzio, non sono mai una risposta!
“I camici bianchi non si toccano”!
E in realtà difficilmente si toccano, stanno sempre tutti là!
Una richiesta di collaborazione importante alle persone transgender/transessuali che leggono il mio blog e che hanno avuto problemi e conseguenze da una RCS o da una semplice revisione di essa (spesso capita), su Roma.
Decidiamo noi a chi affidare la nostra vita e le nostre esigenze ma decidiamo anche se disarmare o meno questi personaggi che speculano e strumentalizzano a fior di rimborsi regionali, l’esigenza spesso “obbligata” delle persone TT, di rivolgersi a loro. Ma per essere aiutate, sostenute, indirizzate. Non ricattate e perseguitate!
Verrà garantito il diritto alla privacy a chiunque ne faccia richiesta. Questa battaglia è già in ritardo di anni, cosa vogliamo fare?
Grazie per l’eventuale condivisione e una gradita collaborazione.
Per maggiori info e raccontare la vostra esperienza in merito, contattare Elena Trimarchi all’ indirizzo di posta elettronica : esofia2@libero.it

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