mercoledì 19 giugno 2013

Quel che non sapete del gruppo Bilderberg

di Thierry Meyssan

Per diversi anni, s’è diffusa l’idea che il gruppo Bilderberg fosse un governo mondiale in embrione. Avendo avuto accesso agli archivi di questo club molto segreto, Thierry Meyssan dimostra che questa descrizione è un diversivo usato per mascherare le vere identità e funzione del Gruppo: il Bilderberg è una creazione della NATO. Mira a convincere i leader e attraverso di loro, a manipolare l’opinione pubblica, per farla aderire ai concetti e alle azioni dell’Alleanza Atlantica.
 
Ogni anno, dal 1954, un centinaio delle personalità più eminenti di Europa occidentale e Nord America s’incontrano, a porte chiuse e sotto un’altissima protezione, in seno al Gruppo Bilderberg. Il loro seminario dura tre giorni e nulla traspare sulle loro discussioni.
Dalla disgregazione dell’Unione Sovietica, i giornalisti sono interessati a questa organizzazione elitaria e segreta. Alcuni autori vi hanno visto un governo mondiale embrionale e gli attribuiscono le principali decisioni politiche, culturali, economiche e militari della seconda metà del ventesimo secolo. Una interpretazione sostenuta da Fidel Castro, ma nulla lo conferma né lo smentisce.

Per sapere cosa è o non è il Gruppo Bilderberg, ho cercato documenti e testimoni. Ho avuto accesso a tutti i suoi dati del periodo 1954-1966 e a numerosi altri elementi, e ho potuto chiacchierare con uno dei suoi ex-ospiti, che conosco da molto tempo. Nessun giornalista, fino ad oggi, e certamente non gli autori di successo che ha reso popolari gli stereotipi presenti, hanno avuto accesso ai documenti interni del Bilderberg. Ecco cosa ho scoperto e capito.


Il primo incontro

70 personalità provenienti da 12 paesi parteciparono alla prima riunione del Gruppo. Si trattava di un seminario di tre giorni, 29-31 maggio 1954, in prossimità di Arnhem (Olanda). Gli ospiti furono divisi in due alberghi nelle vicinanze, ma i dibattiti si tennero in quello principale, diede il nome al gruppo.

Gli inviti, carta intestata del Palazzo Soestdijk, erano sibillini: "Apprezzerei sinceramente la vostra presenza alla conferenza internazionale, senza carattere ufficiale, che si terrà in Olanda a fine maggio. Questa conferenza vuole esplorare una serie di questioni di grande importanza per la civiltà occidentale, e si propone di stimolare la comprensione reciproca e la buona volontà attraverso un libero scambio di opinioni". Erano firmati dal principe consorte dei Paesi Bassi, Bernhard zur Lippe-Biesterfeld, e accompagnati da alcune pagine d’informazione amministrativa sul trasporto e l’alloggio. Al massimo, si apprende che i delegati arrivarono dagli Stati Uniti e da 11 paesi dell’Europa occidentale, e 6 sessioni di 3 ore ciascuna furono previste.

Dato il passato nazista del principe Bernhard (che aveva servito nella cavalleria delle SS fino al suo matrimonio nel 1937, con la Principessa Juliana) e nel contesto del maccartismo, è chiaro che le "questioni di grande importanza per la civiltà occidentale" ruotavano intorno alla lotta contro il comunismo. Una volta lì, l’impressione degli ospiti fu temperata dai due presidenti: l’imprenditore statunitense John S. Coleman e l’uscente ministro belga degli affari esteri Paul van Zeeland. Il primo era un attivista del libero scambio, il secondo un sostenitore della Comunità europea di difesa (CED) [1]. Infine, si scorgeva all'estremità della tribuna Joseph Retinger, eminenza grigia degli inglesi. Tutto ciò suggerisce che le monarchie olandesi e britannica promossero questo incontro per sostenere la difesa europea e il modello economico capitalistico del libero mercato, contro l’anti-americanismo che i comunisti e i gollisti promuovevano.

Tuttavia, le apparenze ingannano. Non si trattava do fare una campagna per la CED, ma di mobilitare le élite per la Guerra Fredda. SAR il Principe Bernhard fu scelto per convocare questa conferenza, perché il suo status di principe consorte gli dava un carattere ufficioso, senza essere ufficiale. Nascondeva lo sponsor: un’organizzazione intergovernativa che si propone di manipolare i governi di alcuni dei suoi Stati membri.

John S. Coleman non era nemmeno il presidente della Camera di Commercio degli Stati Uniti, ma creò il comitato "Comitato cittadino per una politica nazionale del commercio” (Citizen’s Committee for a National Trade Policy - CCNTP). Secondo lui, il libero scambio assoluto, vale a dire, la rinuncia a tutti i dazi doganali, avrebbe consentito ai paesi alleati degli Stati Uniti di aumentare la loro ricchezza e finanziare la Comunità europea di difesa (vale a dire dire, riarmare la Germania e integrare il suo potente potenziale militare nella NATO). Tuttavia, i documenti in nostro possesso dimostrano che il CCNTP di cittadino aveva solo il nome. Questa in realtà era una iniziativa di Charles D. Jackson, il consigliere per la guerra psicologica della Casa Bianca. L’operazione era pilotata a monte da William J. Donovan, l’ex comandante dell’OSS (i servizi segreti degli Stati Uniti durante la guerra), ora responsabile della costruzione del ramo statunitense del nuovo servizio segreto della NATO, Gladio [2]. Paul van Zeeland non era solo il promotore della Comunità europea di difesa, ma anche un politico di grande esperienza. Alla Liberazione, ha presieduto la Lega indipendente per la cooperazione europea (LICE) il cui obiettivo era creare una unione doganale e monetaria. Questa organizzazione fu creata dal già citato Joseph Retinger.

In particolare Retinger, che fungeva da segretario della conferenza Bilderberg, servì durante la guerra nel servizio segreto inglese (OES), del generale Colin Gubbins. Avventuriero polacco, Retinger si trovò consulente del governo di Sikorski in esilio nel Regno Unito. A Londra, ha ospitato il microcosmo dei governi in esilio, creando quindi il miglior indirizzario dell’Europa libera.

Il suo amico Sir Gubbins aveva ufficialmente lasciato il servizio e il SOE era stato sciolto. ora dirigeva una piccola azienda di tappeti e tessili, che serviva da "copertura". Infatti, accanto al suo omologo Donovan, fu responsabile della creazione della filiale inglese di Gladio. Ha partecipato a tutte le riunioni preparatorie della Conferenza del Bilderberg e fu presente tra gli ospiti, seduto accanto a Charles D. Jackson.

All’insaputa dei partecipanti, furono dunque i servizi segreti della NATO ad essere il potente ospite. Bernhard, Coleman e Van Zeeland furono dei paraventi.

Non dispiaccia ai giornalisti fantasiosi che hanno creduto di discernere nel Bilderberg la volontà di creare un governo mondiale segreto, questo club è uno strumento della lobby influente della NATO che promuove i propri interessi. E’ molto più grave e pericoloso, perché è la NATO che mira ad essere un governo mondiale segreto, garantendosi la perennità dello status quo internazionale e dell’influenza degli Stati Uniti.

D’altronde, la sicurezza di ciascuna riunione successiva non sarà fornita dalla polizia del paese ospitante, ma dai soldati dell’Alleanza.

Tra i dieci relatori iscritti, vi furono due ex primi ministri (Guy Mollet, Francia, Alcide de Gasperi, Italia), tre funzionari del Piano Marshall, il falco della Guerra Fredda (Paul H. Nitze) e soprattutto un finanziere molto potente (David Rockefeller).

Secondo i documenti preparatori, una ventina di partecipanti ne era già a conoscenza. Sapevano più o meno in dettaglio, chi sono i burattinai e hanno redatto in anticipare il loro intervento. I più piccoli dettagli furono adattati e non vi fu alcun elemento di improvvisazione. Invece, gli altri cinquanta partecipanti non sapevano nulla di ciò che stava accadendo. Furono scelti per influenzare i governi e l’opinione pubblica dei loro rispettivi paesi. Il seminario fu organizzato per convincerli e spingerli a impegnarsi a diffondere il messaggio che si voleva diffondere.

Gli interventi non affrontavano i grandi problemi internazionali, ma analizzavano la strategia ideologica assunta dai sovietici e spiegavano come doveva essere contrastata nel "mondo libero".

I primi interventi valutavano la minaccia comunista. I "comunisti coscienti" sono individui che intendono mettere le loro patria al servizio dell’Unione Sovietica per imporre un mondo collettivista. Dovevano essere combattuti. Ma questa lotta era difficile, perché questi "comunisti coscienti" in Europa erano incorporati nella massa degli elettori comunisti che non sapevano nulla circa i loro piani malvagi, e li seguono nella speranza di migliori condizioni sociali.

Gradualmente, la retorica si induriva. Il "mondo libero" deve affrontare il "complotto comunista mondiale", non solo in generale, ma anche rispondendo alle domande specifiche sugli investimenti statunitensi in Europa o sulla decolonizzazione.

Infine, gli oratori giunsero al problema principale -i sovietici, assicuravano, stanno sfruttando a loro profitto: per motivi culturali e storici, i leader politici del "mondo libero" che usavano argomenti diversi negli Stati Uniti e in Europa, argomenti che a volte si contraddicevano-. Il caso più emblematico era quello delle purghe organizzata dal senatore McCarthy negli Stati Uniti. Erano essenziali per salvare la democrazia, ma il metodo scelto era percepito in Europa come una forma di totalitarismo.

Il messaggio finale era che nessuna trattativa diplomatica, nessun compromesso, era possibile con i "Rossi". Si doveva evitare ad ogni costo che i comunisti svolgessero un ruolo in Europa occidentale, ma ci voleva astuzia: se non si potevano arrestare e fucilare, bisognava neutralizzarli con discrezione, senza che i loro elettori se ne rendessero conto. In breve, l’ideologia che si sviluppò era quella della NATO e di Gladio. Non è mai stato detto che si sarebbero truccate le elezioni, ne che sarebbero stati uccisi i tiepidi, ma tutti i partecipanti convennero che per salvare il "mondo libero" si doveva mettere la libertà tra parentesi.

Sebbene la proposta della Comunità europea di difesa (CED) fosse venuta meno dopo tre mesi, sotto i colpi dei deputati comunisti e degli "estremisti nazionalisti" (vale a dire, gollisti) del Parlamento francese, la conferenza fu considerata un successo. Nonostante le apparenze, non era destinato a sostenere la creazione della CED o qualsiasi altra misura politica specifica, ma a diffondere un’ideologia della classe dominante, e quindi attraverso di essa, nella società. Oggettivamente, gli europei occidentali erano sempre meno consapevoli della libertà di cui erano privati ed erano sempre più consapevoli delle libertà di cui erano stati privati i popoli dell’Est.

Il Bilderberg diventa un’organizzazione
Una seconda conferenza si svolse in Francia, il 18-20 marzo 1955. A Barbizon. A poco a poco l’idea che queste conferenze fossero annuale e che bisognassero di una segreteria permanente s’impose. Il principe Bernhard si ritira quando fu colto in flagrante per i suoi traffici d’influenza (scandalo Lockheed). Cedette la presidenza all’ex Primo Ministro britannico Alec Douglas Home (1977-1980), all’ex cancelliere tedesco e presidente Walter Scheel (1981-1985), all’ex governatore della Banca d’Inghilterra Eric Roll (1986-89), all’ex Segretario generale della NATO Peter Carrington (1990-1998), e infine, all’ex vice presidente della Commissione europea, Etienne Davignon (dal 1999).

Per molti anni il presidente del gruppo Bilderberg era assistito da due segretari generali, uno per l’Europa e il Canada (Stati vassalli) e uno per gli Stati Uniti (il sovrano), tuttavia, non vi è un segretario generale dal 1999.

Da un anno all'altro  i dibattiti furono altamente ridondanti, poiché gli ospiti cambiavano. C’era sempre un nucleo duro che preparava il seminario in anticipo e ai nuovi arrivati era inculcata la retorica atlantista del momento.

Attualmente, i seminari annuali riuniscono oltre 120 partecipanti, di cui sempre un terzo costituisce ancora il nucleo duro. Sono stati selezionati dall'Alleanza in base all'importanza delle loro relazioni e alla loro capacità di influenzare, a prescindere dalle loro funzioni nella società. Pertanto, restano i membri del nucleo quando cambiano lavoro.

Ecco l’elenco esatto di questo zoccolo duro, compresi i membri del Consiglio di Amministrazione, che servono da paraventi per gli ospiti, e dei soci meni visibili, per non spaventare i nuovi arrivati.

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