sabato 15 giugno 2013

Picchetti a Pomigliano: la Fiat denuncia i "sabotatori"


manifestazione fiom
manifestazione fiom
Compleanno amaro per la fabbrica napoletana. Stamane tensioni con la polizia ai picchetti di Fiom, Slai Cobas e Comitato di lotta contro i sabati lavorativi e per il rientro dei cassintegrati.

Stamane, a tre anni esatti dalla firma dell’accordo Panda, i blocchi alla Fiat di Pomigliano, le tensioni con la polizia per i picchetti organizzati contro il sabato lavorativo. Blocchi voluti da Fiom, Slai Cobas e Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat. Un’iniziativa che però è stata denunciata ieri alla procura di Nola con un esposto dell’azienda, che accusa di “sabotaggio” i sostenitori dei picchetti. E’ dunque sempre più scontro aperto tra il Lingotto e la sinistra politica e sindacale, che chiede il rientro dei cassintegrati a fronte dei recuperi produttivi. Ieri sono stati diversi i momenti che hanno fatto da prologo ai blocchi di stamane all’alba.

In mattinata c’era stato un blitz nel vescovado di Nola da parte degli attivisti del Comitato di lotta, un gruppo di operai licenziati e cassintegrati, in gran parte dislocati nel comparto logistico Wcl-Fiat di Nola, quasi del tutto inattivo da sempre, dal 2008. I manifestanti hanno occupato l’ufficio del vescovo, Beniamino Depalma, proprio mentre il prelato stava lavorando seduto alla sua scrivania. “ Lei è uno dei responsabili del si all’accordo Panda, che ha provocato solo cassintegrati e privazioni di diritti fondamentali dei lavoratori ”, l’accusa di Mimmo Mignano, un attivista sindacale licenziato sei anni fa dalla Fiat per aver manifestato, striscione e megafono in pugno, all’interno della filiale di Napoli, al corso Meridionale.

L’occupazione del vescovado è durata un paio d’ore. Il dialogo tra il vescovo e i manifestanti è tornato dopo alcuni momenti imbarazzanti, come quando un prete, un assistente del prelato, ha bloccato Mignano, che nel frattempo urlava, afferrandolo alla base del collo. Alla fine però è tornata la calma. Depalma ha quindi dialogato a lungo con i cassintegrati. Sono 1390 gli addetti di Fiat Pomigliano in cig ( scadenza marzo 2014 ), 316 quelli del Wcl e 720 quelli dell’indotto Marelli di Poggioreale, per i quali la cassa scadrà tra pochissimo, entro la prima metà di luglio. Mentre ammontano a 3125 i lavoratori in attività nella fabbrica automobilistica.

“Gli operai sono esasperati, hanno ragione”, ha dichiarato il vescovo Depalma, che ha lanciato un avvertimento all’amministratore delegato Sergio Marchionne: “ Non deve tirare troppo la corda ”. Chiesa in campo: hanno annunciato la partecipazione ai picchetti anche don Aniello Tortora, responsabile della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Nola, e don Peppino Gambardella, parroco della chiesa madre di Pomigliano. I sacerdoti, insieme agli attivisti sindacali, dei partiti e dei centri sociali hanno partecipato ieri sera alla veglia notturna per il lavoro, che a partire dalle dieci ha preceduto i blocchi dell’alba successiva.

I sabati lavorativi ( un secondo recupero è previsto per il 22 giugno ), sono ritenuti dalla Fiat giustificati da un aumento produttivo soltanto congiunturale, ma vengono definiti dalla Fiom della Campania, che ha proclamato per oggi otto ore di sciopero, “ ingiusti perché l’accordo Panda lo è stato, in quanto comprime i diritti tra l’altro con una monoproduzione Panda che non assicura il futuro dell’intero comparto regionale e perché lo straordinario è una beffa per le migliaia di cassintegrati a zero ore ridotti allo stremo da anni di inattività e da salari del tutto insufficienti ”. Ma la Fiat insiste.

“La manifestazione – aggiunge nell’esposto - è stata promossa per impedire l’ingresso in fabbrica dei lavoratori: se attuata provocherebbe gravi danni occupazionali e patrimoniali all’azienda. Non è possibile che alcuni gruppi mettano in discussione investimenti e lavoro”. E Roberto Di Maulo, segretario nazionale della Fismic, è durissimo: “I blocchi dei recuperi, previsti con accordo sindacale, sono una vergognosa speculazione di Fiom e Cobas”. La polemica s’avvita a spirale. Vittorio Granillo, leader Slai: “Ci stanno raccontando solo menzogne da decenni, annunci fasulli per bugie a ripetizione: ci siamo ritrovati con una piccola vettura al posto delle Alfa Romeo e con tremila cassintegrati senza alcuna prospettiva”.
(fonte foto:rete internet)



Autore: Pino Neri

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