domenica 23 giugno 2013

«Mazzette per lavorare»: indagati dirigenti Rai

raccomandati_pupo (1)
La denuncia del produttore Di Lorenzo, Verifiche sulle responsabilità dei vertici
ROMA – La sua denuncia pubblica ha avuto effetto e per i dirigenti Rai arrivano le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Sotto inchiesta finiscono i capistruttura dell’Ente di Stato che avrebbero ostacolato l’attività della Ldm di Pietro Di Lorenzo. Un mese fa l’imprenditore aveva scritto alla commissione parlamentare di vigilanza, ai capigruppo dei partiti, ad alcuni ministri e senza mezzi termini aveva dichiarato: «Ho rifiutato di pagare tangenti ad alcuni funzionari e per questo a viale Mazzini non mi fanno più lavorare». Le sue parole hanno evidentemente trovato riscontro nelle verifiche disposte dalla Procura di Roma e adesso si vuole accertare se anche i vertici, informati di quanto era accaduto, possano essere chiamati a rispondere delle irregolarità che sarebbero state compiute da chi aveva il mandato di organizzare le «prime serate» di Raiuno e Raidue.
In ballo ci sono programmi di grande richiamo: da «I raccomandati» a «Butta la luna», da «Ciak si canta» a «Punto su di te»; ma anche fiction che hanno ottenuto buoni ascolti come «Il capitano». Nel 2006, quando il suo rapporto con la Rai viveva il momento di massimo splendore, il fatturato dell’azienda fu di 18 milioni di euro, adesso è sceso a 2 milioni. «Faccio altro, sono un imprenditore di successo – chiarisce Di Lorenzo – ma resto convinto che questo sistema debba essere stroncato e solo per questo ho deciso di rivolgermi alla magistratura».
La denuncia presentata dai suoi avvocati Alessandro Diddi e Piergerardo Santoro elenca in maniera dettagliata i «soprusi» subiti da quella che viene definita «una banda di dirigenti Rai infedeli». Poi indica i nomi degli alti funzionari che lo avrebbero boicottato: l’ex capostruttura di Raiuno Giampiero Raveggi, ora in pensione; sua moglie Chiara Calvagni, attuale capostruttura dell’Ufficio Risorse; Chicco Agnese, responsabile dei palinsesti di Raiuno. L’istanza ipotizzava il reato di concussione, i magistrati al momento contestano l’abuso d’ufficio. «Accuse campate per aria, chiariremo tutto», replicano loro.
«Fu proprio nel 2006 – è scritto nell’esposto – che Raveggi mi chiese in prestito 5.000 euro. Mi accorsi ben presto che non voleva un prestito ma somme di ben altra portata, nonché una serie di “favori” da elargire a persone a lui vicine. Quando rifiutai di versare una tangente da 100 mila euro, ho subito vessazioni che hanno portato la Ldm ad essere praticamente azzerata dalla Rai». Secondo l’imprenditore i suoi format sono andati in onda con una controprogrammazione forte «in modo da farli risultare un flop», gli ospiti scelti per partecipare «sono stati contrattualizzati soltanto all’ultimo momento e con cachet molto inferiori alle richieste», alcuni show e fiction sono stati «cancellati senza alcuna spiegazione». Tra i testimoni indica tra gli altri Fabrizio Frizzi, Claudio Lippi, Martina Colombari, Elisabetta Canalis.
Un capitolo della denuncia ricostruisce «quanto accaduto con il figlio di Agnese, perché suo padre mi chiese di farlo lavorare e quando un dirigente della mia società lo contattò si sentì chiedere un ingaggio da 6.000 euro a puntata come operatore di clip esterne per il programma “Ciak si canta”. Pensai ci fosse un equivoco e ne parlai con lo stesso Agnese, ma lui mi rispose seccato che allora la cosa non gli interessava più».
In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidian o, Di Lorenzo ha raccontato anche le pressioni subite da Gianni Alemanno per far presentare quel programma da Eleonora Daniele. «Ho le prove – ha aggiunto nella denuncia – di convocazioni in Campidoglio dei direttori generali Mauro Masi e Lorenza Lei, dei direttori di Raiuno Fabrizio Del Noce e Mauro Mazza, del direttore dei rapporti Istituzionali Guido Paglia». Ai pubblici ministeri ha fornito dettagli e la prossima settimana la Daniele sarà interrogata come testimone.
I magistrati hanno già acquisito le conclusioni dell’ audit interna che si concluse dichiarando «le procedure regolari» e di questo potrebbero chiedere conto alla stessa Lei. Ma non è escluso che anche Luigi Gubitosi debba essere ascoltato.
Nella denuncia Di Lorenzo specifica infatti di aver segnalato all’attuale direttore generale quanto accaduto, ma di non aver «mai ottenuto ascolto». E nelle prossime settimane è possibile che entrambi vengano convocati proprio dalla Vigilanza, visto che il Pd ha già depositato una interpellanza urgente proprio per ottenere le audizioni.

Nessun commento:

Posta un commento