mercoledì 26 giugno 2013

Lui lei l'altra


Quello che ti racconto l’ho vissuto di prima persona ove ne parlo’ a lungo anche la stampa.
Erano gli anni a cavallo della seconda guerra mondiale a Roma.
Alle pendici di Villa Glori all’angolo di via Maresciallo Pilsudski c’erano delle stalle ed uno dei stallieri era amico del mio povero papa’.
Questo stalliere era di corporatura minuta aveva dei baffetti sempre curati ed intriganti era simpaticissimo e  nelle ore libere vestiva sempre elegantemente
e godeva fama di essere un impenitente donnaiolo.
Egli aveva un’amante e mio padre oltre che farlo ragionare perche’ aveva una famiglia lo metteva sempre in guardia verso la moglie notoriamente nota di essere peperina e stizzosa e non solo ma sempre sul chivala’.
Ella venuta a conoscenza di  mezze verita’ sussurrate all’orecchio sul tipo ‘’io telo dico e qui lo smentisco’’, si mise caparbiamente in cammino per cercare la veridicita’ di quanto sussuratogli.
La caparbieta’ nel cercare la verita’ fu premiata, venne allora a  conoscenza che l’amante in questione  era una sua cara amica, allora senza evidenziare emozioni o tensioni varie agi’ nei seguenti modi: alcuni giorni dopo durante la cena mise nel piatto del marito un potente sonnifero che gli causo’ una  profonda e incontrollabile sonnolenza che indusse la moglie a coricarlo, dopodiche’ lo eviro’ con la conseguente morte per dissanguamento.
Alcuni giorno dopo nel cucinare il ragu’ ci mise anche il pene accuratamente tritato e aromatizzato e sempre senza tradire emozioni o forte tensione invito’ a pranzo l’amica e amante del marito adducendo il fatto di stare insieme in virtu’della vecchia amicizia, il pranzo come si conviene tra amici e’ andato alla grande con allegria, sorrisi, battute e rimembranze varie. Terminato il pranzo la donna con inaudito cinismo comunico’ all’amica la consistenza del pranzo consumato  rilevandogli altresi’ di essere perfettamente a conoscenza della tresca, all’istante la donna venne assalita da un forte malore che la porto’ a morte per sincope in pochi istanti.

Conclusione: la moglie fu condannata per omicidio contenta pero’ a suo giudizio  di avere fatto giustizia su due persone fedigrafe.

Antonio Bacolini
     

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