martedì 4 giugno 2013

LUCIA ANNUNZIATA QUERELA BEPPE GRILLO

La giornalista lo fa sapere in una nota inviata all'Ansa


La giornalista lo fa sapere in una nota inviata all'Ansa
"L'Annunziata quando era direttore del Tg3 ha ricevuto 150mila euro dall'Eni per una performance teatrale a Milano, e altri 150mila euro per la gestione del giornalino interno". 

Per queste parole pronunciate da Beppe Grillo sull'Eni, la giornalista Lucia Annunziata, direttore dell'Huffington Post e conduttrice di In 1/2 Ora, annuncia con una nota inviata all'agenzia di stampa Ansa che querelerà lo stesso Grillo: 

Beppe Grillo continua la sua personalissima campagnadi demonizzazione dei giornalisti confondendo e sovrapponendo, non so quanto non volutamente, informazioni che non stanno insieme tra loro.

Per quanto riguarda il mio caso personale ha sostenuto cose non vere: che io sia stata contemporaneamente direttore del Tg3 e collaboratrice dell'Eni. Sono stata direttore del Tg3 dal 1996 al 1998, mentre la mia collaborazione con l'Eni e' cominciata nel 2008 e finita nel maggio del 2012. Se non mi crede prenda pure le mie dichiarazioni dei redditi e verifichi.

Quanto alla mia collaborazione con l'Eni è vero, sono colpevole: colpevole di aver partecipato alla stesura di un 
testo teatrale per il Piccolo di Milano andato in scena nell'anniversario della morte di Enrico Mattei. Il mio coinvolgimento nel testo riguardava l'analisi della celebre polemica Montanelli-Mattei avvenuta sulle pagine del Corriere della sera. Sono poi anche colpevole di aver coordinato il comitato scientifico di Oil, una 'rivista clandestina sovversiva' su politica estera e petrolio, in collaborazione con due societa' carbonare, rivoluzionare e sconosciute come Foreign Policy e The Washington Post.

La mia attivita' e' stata ufficiale e dichiarata alle tasse. In quel periodo non avevo nessun incarico dirigente in nessun altro media. Se questo significa che sono 'pagata dall'Eni', pratica di corruzione e come tale infamante, Grillo dovra' dimostrarlo con molto piu' di queste insinuazioni. E dovrà dimostrarlo davanti a un giudice. La triste verità è che l'unica liberta' che Grillo sta dimostrando di poter rivendicare a pieno titolo e' quella all'insulto e alla diffamazione. E, che gli piaccia o no, somiglia sempre di piu' a quei 'vecchi politici' che dice di combattere, quelli a cui non piacciono i giornalisti che dicono quello che pensano. 

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