La formula matematica della città perfetta
E' un'entità a metà tra una stella e un social network
Le metropoli cinesi di Pechino e Tientsin viste di notte dalla Stazione spaziale internazionale (fonte: NASA--Johnson Space Center)
Trovata la formula matematica per costruire la città 'perfetta'. Questo modello teorico, che conquista la copertina di Science, racchiude tutte le dinamiche sociali, economiche e urbanistiche delle moderne aree urbane ed è stato messo a punto in vista dello straordinario sviluppo delle città, nelle quali si calcola che entro il secolo si concentrerà l'intera popolazione mondiale.
Infrastrutture, criminalità, ricchezza degli abitanti e ingegnosità espressa dal numero di brevetti depositati: sono molteplici i fattori presi in considerazione dal modello matematico sviluppato da Luis Bettencourt, docente del Santa Fe Institute nel Nuovo Messico, con l'obiettivo di migliorare lo sfruttamento del suolo e la pianificazione urbana. Quello che emerge è un ritratto inatteso delle nostre metropoli e del modo in cui crescono e funzionano: non più paragonabili a organismi viventi, formicai o sistemi fluviali, le nostre città sono entità del tutto nuove, a metà strada tra una stella e un social network.
''Una città è prima di tutto un reattore sociale'', spiega Bettencourt. ''Funziona come una stella, perché attrae persone e accelera le interazioni e gli output sociali proprio come le stelle comprimono la materia bruciando più velocemente e in maniera più luminosa tanto più sono grandi''.
D'altro canto, continua l'esperto, le città sono come enormi social network, fatti non tanto dalle persone quanto dalle loro interazioni, che avvengono a loro volta in altri network (sociali, spaziali, infrastrutturali) che consentono a cose, informazioni e persone di incontrarsi nello spazio urbano.
(ANSA)
Trovata la formula matematica per costruire la città 'perfetta'. Questo modello teorico, che conquista la copertina di Science, racchiude tutte le dinamiche sociali, economiche e urbanistiche delle moderne aree urbane ed è stato messo a punto in vista dello straordinario sviluppo delle città, nelle quali si calcola che entro il secolo si concentrerà l'intera popolazione mondiale.
Infrastrutture, criminalità, ricchezza degli abitanti e ingegnosità espressa dal numero di brevetti depositati: sono molteplici i fattori presi in considerazione dal modello matematico sviluppato da Luis Bettencourt, docente del Santa Fe Institute nel Nuovo Messico, con l'obiettivo di migliorare lo sfruttamento del suolo e la pianificazione urbana. Quello che emerge è un ritratto inatteso delle nostre metropoli e del modo in cui crescono e funzionano: non più paragonabili a organismi viventi, formicai o sistemi fluviali, le nostre città sono entità del tutto nuove, a metà strada tra una stella e un social network.
''Una città è prima di tutto un reattore sociale'', spiega Bettencourt. ''Funziona come una stella, perché attrae persone e accelera le interazioni e gli output sociali proprio come le stelle comprimono la materia bruciando più velocemente e in maniera più luminosa tanto più sono grandi''.
D'altro canto, continua l'esperto, le città sono come enormi social network, fatti non tanto dalle persone quanto dalle loro interazioni, che avvengono a loro volta in altri network (sociali, spaziali, infrastrutturali) che consentono a cose, informazioni e persone di incontrarsi nello spazio urbano.
(ANSA)
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