Il santo eremita
Oggi ti racconto sinteticamente la storia di Pietro l’Eremita
‘’quello Italiano’’malgrado non ci sia traccia precisa della sua data di
nascita e dei suoi genitori, si sa solo che e’ nato Rocca di Botte vicino Trevi
nel Lazio ove e’ morto il 30 Agosto 1052, tutto il resto si e’ perso nella notte
dei tempi ed inghiottito dall’oblio.
Il tutto molto probabilmente si svolge intorno agli anni
1000, si narra che il giovane Pietro nel territorio di Rocca di Botte , in piena
estate dei contadini esausti dal lavoro e dalla forte calura si disperavano, il
giovane Pietro trovatosi a passare con il fido mulo udendo questa supplica
tocco’ con il suo bastone una parte di una viva roccia nei pressi facendo
scaturire una sorgente di acqua limpida e salutare che ancor’oggi i paesani la
riconoscono come ‘’fontana di S Pietro’’ attribuendogli anche prodigi e
miracoli.
Si narra anche che Pietro con il padre e il fratello mentre
si recava a seminare nei campi, il padre si accorse che Pietro aveva nel suo
sacco poco grano quindi insufficiente per la semina, fu aspramente rimproverato
e malmenato tant’evvero che egli si distacco’ da loro e si reco’ in un luogo
appartato pregando il Signore affinche avesse perdonato il genitore per questa
malvagia azione, ritornato nel luogo della semina si accorse che il grano nel
suo sacco si era moltiplicato mettendolo in condizione di effettuare la semina,
in virtu’ di tutto cio’ i paesani hanno battezzato questo luogo ‘’campo del
miracolo’’.
Poiche Pietro anelava la vita monastica amava isolarsi per
lunghi periodi stando a contatto con la natura cibandosi di erbe, bacche e
quant’altro i boschi e la montagna gli offriva e quando era possibile anche
l’acqua.
Egli aveva piu’ volte chiesto al Vescovo di Tivoli di entrare
in comunita’ monastica, il Vescovo appreso della condotta di questo giovane
incline alla preghiera alla contemplazione e al perdono ed incapace di
comprendere il male e tutti i godimenti terreni altresi’ dall’animo e dagli
occhi trasecolanti come un puro bambino acconsenti’ e gli accordo’ la prima
tonsura affidandogli altresi’ la canonica croce di ferro ‘’di gran moda allora
nel mondo ecclesiastico’’ imponendogli altresi’ di portare tra le genti la
parola di Dio in specialmodo nei paesi limitrofi.
Si narra anche che un giorno mentre percorreva la carrareccia
che porta Rocca di Botte con il fido mulo esso non senti’ ragione nell’andare
avanti e Pietro fu’ costretto a tornare indietro verso Trevi nel Lazio e che il
mulo con mansuetudine acconsenti’, ‘’un annuncio della sua morte’’ ?.
Si narra anche che dietro questo suo puro apostolato
accompagnato dalle preghiere, dalle suppliche e dalle astinenze abbia operato
altri miracoli sia a Subiaco che a Rocca di Botte e Trevi nel Lazio ove ha
passato buona parte della sua vita, il diavolo irretito da tutto cio’ lo abbia
disturbandolo molte volte fino alla sua morte avvenuta Il 30 Agosto 1052 a Trevi
nel Lazio, in virtu’ di tutto cio’ queste due localita’ da Pietro vissute, i
paesani a vicenda si chiamano compari e poiche’ si contendono l’originalita
della ricorrenza della sua morte il 30 Agosto di ogni anno durante le festivita’
nascono litigi anche violenti ove sovente intervengono anche le forze
dell’ordine, come peraltro accade similmente tra Formello e Campagnano per la
ricorrenza della Madonna del Sorbo e tante altre localita’ ove il culto e
talmente forte da inasprire gli animi.
Antonio Bacolini
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