lunedì 24 giugno 2013

Il Monaco «russo» dell'oligarca Rybolovlev


CON LA BENEDIZIONE DEL PRINCIPE ALBERTO


Già acquistati Falcao dall’Atletico Madrid (45 milioni) e Valdes dal Barcellona (10 milioni)


Dmitrij Rybolovlev (a destra) con il principe Alberto (Epa)Dmitrij Rybolovlev (a destra) con il principe Alberto (Epa)
MOSCA - Il biglietto per entrare nella buona società del Principato sta diventando sempre più costoso, visto che dopo aver acquistato la squadra del Monaco, ora l’oligarca russo Dmitrij Rybolovlev ha deciso di investire decine di milioni di euro nel suo giocattolo appena passato in Ligue 1, la serie A francese. Radamel Falcao dall’Atletico Madrid (45 milioni); Viktor Valdes dal Barcellona (10 milioni). Poi Joao Moutinho, James Rodriguez e, forse, Ricardo Carvalho.
ACQUISTI - Acquisti che fanno felice il principe Alberto, grande supporter della squadra e che spianano la strada al quarantaseienne ex re del potassio. E i soldi? Per Rybolovlev non sono un problema, dato che non più di tre anni fa ha incassato poco meno di quattro miliardi di euro per la vendita di tutti i suoi asset in Russia. Da allora il magnate si è dato alla bella vita acquistando case in mezzo mondo, yacht, aerei e opere d’arte. Per sé, visto che ha deciso di vivere soprattutto a Montecarlo, si è comprato l’attico nel quale rimase ucciso nel 1999 il banchiere Edmond Safra dopo che qualcuno aveva appiccato un incendio. La penthouse da 1.600 m², arredata con gusto che potremmo definire «particolare» (c’è pure un soffitto di platino) gli è costata 230 milioni di euro ed è diventata l’appartamento più caro mai venduto al mondo. Poi un pied à terre a Manhattan per 67 milioni e una villetta alle Hawaii (dall’attore Will Smith) per 15 milioni. Alla figlia ventiquattrenne Ekaterina ha invece voluto donare le isole greche di Skorpios e Sparti che erano di Onassis. Prezzo, sembra, attorno ai 120 milioni di euro.
STORIA - Ma da dove vengono tutti questi quattrini? Il dottor Rybolovlev (rianimazione cardiologica) iniziò inventandosi assieme al padre un metodo nuovo per curare gli ammalati con onde elettromagnetiche. Poi però, dopo lo scioglimento dell’Urss nel 1991, si diede agli affari. Il primo milione, si racconta, lo fece vendendo un treno di birra trasportato da Mosca nella sua nativa Perm, sugli Urali. Quindi si gettò a capofitto nelle privatizzazioni. Lo Stato dava ai dipendenti delle fabbriche le azioni delle società e lui trafficava per ricomprarsele a basso prezzo (come tanti altri poi diventati oligarchi). Nel 1994 a Perm dicono che si presentava con camion carichi di automobili Zhigulì, allora ambitissime, davanti ai cancelli delle fabbriche: offriva una macchina in cambio di un pacchetto di azioni. L’anno dopo arrivò il grande colpo: riuscì a rastrellare la maggioranza delle azioni dell’Uralkalij, il colosso dei fertilizzanti al potassio. Durante uno scontro con i proprietari della Mkk che controllava in qualche modo la Uralkalij, venne accusato di omicidio e finì in carcere per undici mesi. Alla fine riuscì a farsi assolvere e a legarsi a potenti politici come il sindaco di Perm Yurij Trutnev che ben presto divenne ministro delle risorse naturali.
I NEMICI - Ha un grande nemico, il potente ex vice premier e presidente di Rosneft (la compagnia petrolifera statale) Igor Sechin, legatissimo a Putin. La vendita improvvisa del suo impero potrebbe essere dovuta alle pressioni dei suoi nemici che lo volevano fuori dalla Russia. Di sicuro il non aver più nulla in patria gli è stato utile fino a oggi nella causa di divorzio dalla moglie Elena la quale ha chiesto 5 miliardi di dollari. Quando lei ha rifiutato la sua offerta di un miliardo, Rybolovlev avrebbe deciso, secondo i media russi, di non darle più nulla. Finora Elena ha ottenuto solo una dacia fuori Perm, dal valore catastale di 10 mila euro. Ma la sentenza importante dovrà arrivare da un tribunale svizzero che, intanto, ha congelato parte dei beni del magnate.

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