mercoledì 12 giugno 2013

I ricercatori chiedono i dati relativi al 'Metodo Stamina'

All'insegna della trasparenza, in vista della sperimentazione


Cellule staminali mesenchimali (fonte: Robert M. Hunt)Cellule staminali mesenchimali (fonte: Robert M. Hunt)
Conto alla rovescia verso la sperimentazione del cosiddetto Metodo Stamina. L'avvio del test, finanziato dallo Stato con tre milioni di euro, è atteso per il primo luglio, ma ancora non si sa praticamente nulla del metodo e il mondo della ricerca è quantomeno perplesso. E' emerso nel convegno organizzato a Roma dal Centro interdipartimentale per la ricerca con cellule staminali (Unistem).

"E' emerso un consenso generale sul fatto che la legge approvata sia utile e necessaria in quanto ha evitato una catastrofe", osserva Paolo Bianco, dell'università Sapienza di Roma e fra i massimi esperti internazionali di cellule staminali mesenchimali. "Il problema però è tutt'altro che risolto perché continuano i procedimenti autorizzati dai giudici".
Quella che si attende adesso, ha proseguito, è una risposta operativa: "il primo passo della sperimentazione dovrebbe consistere nel verificare la parte cellulare e biologica", ha osservato. "Come organo di governo - ha proseguito - l'Istituto Superiore di Sanità deve acquisire il metodo, verificarlo e quindi renderlo pubblico nel dettaglio perché tutti possano essere in grado di verificarlo e riprodurlo. Tutto questo dovrà essere fatto prima che la terapia venga somministrata".

Non si vedono quindi, al momento, le condizioni di una vera e propria sperimentazione clinica e il problema Stamina, secondo gli esperti, "continua ad avere una connotazione soprattutto sociale e mediatica". Quello che dispiace, ha rilevato Bianco, "é che la vicenda Stamina sta esponendo il nostro Paese al ridicolo sul piano internazionale e sta creando seri problemi agli Spedali di Brescia", coinvolti nella somministrazione delle cellule ai primi pazienti. 

Dello stesso avviso Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa 'Stefano Ferrari' dell'università di Modena e Reggio Emilia. "Adesso - ha detto - bisogna vedere come fare a far partire la sperimentazione, considerando che il Metodo Stamina non lo abbiamo e che ci sono dubbi che esista realmente". 
L'unica documentazione della quale si parla riguarda dei brevetti, ma non convince gli esperti: "si continua a parlare di brevetti. ma questi sono stati sostanzialmente rifiutati dall'ufficio brevettuale degli Stati Uniti", ha osservato De Luca. In particolare, ha aggiunto, "l'ufficio brevetti avrebbe risposto dicendo che nel metodo non c'é alcuna novità né alcuna evidenza scientifica e che addirittura sarebbe potenzialmente pericoloso per la tossicita".

(ANSA)

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