venerdì 21 giugno 2013

Giocare a due passi da un cadavere

18 giugno, 2013 | Permalink

CADAVERE IN SPIAGGIA LITORALE LAZIO, INDIFFERENZA BAGNANTIDi fronte alle immagini, invero imbarazzanti, di bagnanti adulti che giocano con il racchettone mentre i bambini sguazzano sul bagnasciuga mentre a pochi metri giace un cadavere, i media italiani hanno esposto la maschera dell’indignazione: Come si fa ad essere così insensibili? La risposta dovrebbe arrivare proprio dai media. Quelli che assistono, insensibili, alla continua strage di disoccupati che si uccidono, imprenditori che si uccidono, pensionati che si uccidono. Nell’indifferenza dei giornalisti, dei politici, degli economisti, dei banchieri. Ma tutti pronti ad indignarsi di fronte alla battuta contro l’afroministro. Tutti indifferenti di fronte ad un invasore che sente le voci ed ammazza a picconate tre poveri cristi (con i funerali oscurati per non urtare la sensibilità del ministro?) ed ancora indifferenti quando un altro invasore spara ai passanti perché anche lui sentiva le voci (e dategli un otorino, invece della cittadinanza). Ma tutti sensibilissimi se qualche vittima si indigna per le sentenze assurde di un magistrato. Sono stati i media, al servizio di tutti i poteri forti, a creare questa sensibilità a comando e intermittenza. L’indignazione solo per ciò che non è politicamente corretto. Solo che, poi, il politicamente corretto a comando genera confusioni. Ed allora scatta l’indifferenza se una signora crepa su una spiaggia. Ma i bagnanti son pronti ad insorgere se un venditore abusivo di merce contraffatta viene fermato su una spiaggia da un eroico vigile. E gli stessi che si indignano per l’intervento del vigile sono magari quelli che, a casa loro e davanti al loro negozio, non vogliono venditori abusivi perché rovinano il commercio. Così la morte, la vita, la violenza diventano casi da analizzare volta per volta, per trovare una risposta non umana ma politicamente corretta. Ci si può preoccupare perché troppi cervelli italiani – dopo una preparazione universitaria che costa, allo Stato e dunque a tutti noi, oltre centomila euro a laureato – se ne vanno a lavorare all’estero. Ma guai a lamentarsi perché, in questo modo, si distruggono i rapporti famigliari, perché ci sono nonni che vedranno (se va bene) i nipotini due volte all’anno. Perché si distrugge un tessuto di tradizioni, di rapporti, di cultura. No, questo non è politicamente corretto e non ci si può lamentare. Ma ci si deve lamentare se anche gli immigrati non fanno più figli, frenati dalla povertà crescente in Italia e dal timore del futuro preparato dal governo Alfetta e dalla Bce. Che son gli stessi timori degli italiani, ma non si può dirlo. E allora, tra imposizioni dei media, pressioni degli opinion leader, obblighi del controllo sociale dei coglioni politicamente corretti, gli italiani vanno in tilt. Perdono umanità, sensibilità. Reagiscono solo a comando. E visto che in spiaggia non sono arrivati ordini, hanno continuato a giocare. Ma oggi, dopo le critiche, scatteranno come idioti a portare un fiore sul luogo dove è morta la signora. E tutti saranno contenti e a posto con la propria coscienza di ipocriti.

di Augusto Grandi

Nessun commento:

Posta un commento